Brutta giornata oggi ma non per la meteorologia!
Ieri due eventi , diciamo così "inopinati" mi hanno rovinato la serata e pure (in misura minore) la nottata: la proclamazione dello sciopero da parte dell'ANM e la sconfitta degli Azzurri.
Mi direte: ma come si azzezzano i due fatti?!
Si azzeccano, si azzeccano: e come se si azzeccano!
Le due categorie, infatti, hanno molti punti in comune anche se con valenze diverse: i super-super-stipendi; il potere di condizionare la vita di un singolo o di un gruppo; l'impunità pressocché totale per i propri errori, salvo ridicole sanzioni; una carriera trascorsa tra privilegi e prebende collaterali.
Unica differenza che, per i calciatori, c'è almeno uno straccio di meritocratizia: se non sei bravo, non vai avanti, nemmeno....a calci!
Eppure, queste due categorie di privilegiati si sono permesse, una di proclamare uno sciopero politico, mascherando dietro la riprovazione di un provvedimento governativo, il disappunto per la paventata riduzione di uno stipendio da favola; l'altra di accroccare una figuraccia contro il Messico che, grazie alla nostra pochezza, sembrava il Brasile di Didì, Vavà, Pelé.
A differenza dei primi, però, i secondi non si sono mai arrogati il diritto di sindacare/contestare provvedimenti che potessero essere interpretati come lesivi, ancorché in misura minima, di un potere sterminato al di sopra ed al di fuori di ogni controllo, in virtù della sua specificità; così come, non sono mai scesi tanto in basso da "risentirsi" per una modestissima sforbiciatina stipendiale: diciamo che hanno avuto un pò di dignità!
Invece, i nostri incliti detentori del "vero", quelli che possono rovinare la vita di un essere umano, salvo poi, dopo quasi venti anni, "assolverlo"; quelli che si autogovernano, senza nessuna possibilità di controlli esterni; quelli che dovrebbero rappresentare la più importante struttura portante di uno Stato liberale; quelli.....si schierano contro un altro Potere dello stesso Stato, quando questo decide -nell'ambito delle sue prerogative costituzionali- di assumere un provvedimento valevole per tutti ma proprio tutti i cittadini.
Ma la cosa che fa più male è che questa contrapposizione -che definire "corporativa" sarebbe riduttivo- viene millantata come "difesa dell'autonomia", di qualunque natura siano i provvedimenti non graditi.
Ora, questa "autonomia" sta per essere messa in pericolo dalla perdita di poche migliaia di Euro l'anno ed allora si pensa bene di comportarsi come una qualsiasi organizzazione sindacale che si batte per la difesa di poche decine di Euro l'anno, avendo pure l'ipocrisia di affermare che si "comprendono le difficoltà del Paese".
Mi auguro ardentemente, per il bene di questo sciagurato Paese, che ci sia qualcuno che mi dimostri che non ho capito un.....!
Ciao a tutti, Ettore.
..... e ancora
È ormai certo, lo sciopero ci sarà mentre avevo sperato sino all’ultimo che così non fosse. Lo sciopero è un diritto sacrosanto per tutti; è giusto lamentarsi per una manovra iniqua dagli effetti assolutamente precari; può essere comprensibile ogni difesa dell’organo di appartenenza, ma penalizzare, attraverso il non lavoro, milioni di cittadini che ai giudici si affidano per avere giustizia, non è proprio accettabile.
I magistrati rappresentano i dipendenti pubblici meglio pagati nel nostro ordinamento e ciò può essere giustificato sia dall’elevato grado di preparazione che devono avere, sia dalle responsabilità istituzionali che ad essi competono, è innegabile, però, che, la maggior parte di loro, lavora, in termini temporali, pochissimo.
In tutti i tribunali che frequento, è facile riscontrare mattinate intensissime, dove il giudice è subissato di lavoro, e pomeriggi con aule e corridoi deserte e mi è difficile credere che gli interessati si portino il lavoro a casa; in campo civile, poche volte ho avuto sentore che, alla prima udienza, il giudice avesse già letto gli atti di causa. Perché quindi protestare accentuando ciò che già fanno senza ricorrere allo sciopero!?.
Sono deluso perché, in questo caso, avrebbero dovuto dimostrare la loro contrarietà all’esecutivo attraverso il silenzio e l’operosità ma, probabilmente, nonostante il “pelo sullo stomaco” acquisito con gli anni, mi sono rimaste tracce di ingenuità.
Vi abbraccio
Francesco
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