venerdì 24 ottobre 2014

Azzeccagarbugli e beccaccioni

Che una ciliegia ne tiri sempre un’altra fa parte della saggezza popolare, per cui non può che essere vero; come è successo a noi Q.d.B..
La “ciliegia” iniziale l’avevo offerta io qualche giorno fa, chiedendo –tra il serio ed il faceto- di commentare il comunicato emesso a seguito della periodica riunione del Consiglio Supremo di Difesa, soffermando l’attenzione sul linguaggio “quirinalizio” in cui era stato redatto.
Dopo la puntuale, dotta “difesa d’ufficio” di Carletto, Oliviero lancia il sasso provocatorio chiedendo, a sé ed a noi, se si fosse in grado di stabilire (con sufficiente approssimazione) quanti Italiani (compresi i Militari) sapessero cosa fosse il Consiglio Supremo di Difesa.
Da qui, la madre di tutte le domande: di chi è la colpa? continua.......
Ettore.









sabato 18 ottobre 2014

Galee e galeotti

Non preoccupatevi non voglio stendere un noioso trattato su questo tipo di imbarcazione ma soltanto raccontare alcuni fatti curiosi, forse non noti a tutti.
Scriveva Jean Marteilhe, un protestante francese condannato alla galea per eresia: ”si immaginino cinque uomini incatenati, seduti ai loro banchi, il remo tra le mani, un piede sulla pedana, l'altro sul banco davanti, il corpo allungato, le braccia rigide per spingere il remo fin sopra i dorsi di quelli avanti intenti nel medesimo movimento...”. Duecento uomini legati cinque per cinque  lungo i due fianchi della nave, stretti fino a toccarsi, accomunati nella stessa fatica e obbligati per anni a vivere incatenati alla caviglia al banco di voga sul quale mangiavano, dormivano, espletavano le loro funzioni corporali, morivano.  Morivano di scorbuto, di infezioni intestinali, per cibi avariati, di cancrena causata da ferite non curate. Il loro destino, comunque, era sempre legato a quello della nave. La galea o galera è una nave da guerra o da commercio che per oltre tremila anni ha solcato il Mediterraneo spinta dalla forza dei remi e solo occasionalmente dal vento. Il suo nome deriva dal greco galeos Squalo. Poteva raggiungere dai quaranta ai sessanta metri di lunghezza e dai cinque agli otto metri di larghezza. Gli Ufficiali e i rari passeggeri si ammassavano a poppa sul cassero; per il resto la galea era scoperta e simile ad una enorme barca a remi. Questo naturalmente prima di importanti modifiche come la introduzione del ponte di coperta e dell'artiglieria. continua .....
                                                
                 

 Massimo RICCOBALDI.

martedì 14 ottobre 2014

.....un bivacco per manipoli?


Sarà stato per scelta o per inerzia feriale o per mancanza di un “Lui” da prendere di mira, fatto sta che l’agone politico italiano si è edulcorato, annacquato, fino ad apparire quasi diafano.
Alla caduta libera dei talkshow –che ci avevano sì martellato per decenni ma che, tuttavia, erano una buona fonte di informazione- si associa una stampa sempre più appiattita sul vacuo e non mi meraviglierei che anche nei bar –da sempre fonte di saggezza popolare politica, nonché fucina di CT della Nazionale- si sia passati a dissertare solo del tempo meteorologico.  continua ......
Ettore.



domenica 12 ottobre 2014

Gian Battista PERASSO detto “BALILLA”

Si parla poco di lui semplicemente perché il termine “ balilla” è diventato poco meno di una parolaccia per via dell'abuso fattone durante il Fascismo.
A otto anni, i “figli della lupa” erano accolti nell' Opera Nazionale Balilla” che li avrebbe accompagnati, militarmente inquadrati, fino a diciotto anni. Così il Regime intendeva “temprare la gioventù che avrebbe forgiato una Italia guerriera degna erede dell'Impero”.
Alla retorica fascista è seguita una retorica antifascista che sembra volutamente dimenticare che Goffredo Mameli (guarda caso anche lui nato a Genova) ha scritto nel suo inno “...i bimbi d' Italia si chiaman Balilla “ e questo nel 1847.... leggi ancora .... 


Massimo RICCOBALDI

lunedì 6 ottobre 2014

O Noi o Loro?!


Molte delle conclusioni sul drammatico problema della immigrazione sono senz’altro condivisibili, specie laddove individuano nel divario demografico esistente tra un musulmano ed un europeo il pericolo maggiore, tra gli altri, di una progressiva “integrazione” al contrario.  leggi ancora .......

Ettore.


giovedì 2 ottobre 2014

Libera nos a malo



Riordinando alcuni vecchi giornali mi sono soffermato su un articolo scritto da Dino Origlia, che non conosco ma che per correttezza cito. Il tema è affascinante ed è per questo che riporto lo scritto (con alcune omissioni per ragioni di spazio) riservandomi un solo commento finale.
                                                                                                                                                          “ ...una delle prove più interessanti, per stabilire le reazioni dell'organismo umano alla prolungata perdita di gravità è lasciare immerso l'uomo in una grande vasca d'acqua , sospeso in orizzontale con ganci a mezz'acqua, respirazione e alimentazione con sonde,in totale oscurità e silenzio. Durata tre -cinque giorni. Nessun problema fisico: la prova è stata superata da tutti i candidati. Invece strepitose le conseguenze psichiche: dopo cinque giorni gli uomini escono turbati. La maggioranza in crisi paranoica …. deliri di persecuzione, pericoli mortali, vissuti tra realtà e veglia....settimane o mesi per recuperare. continua ......
Massimo RICCOBALDI