Non
preoccupatevi non voglio stendere un noioso trattato su questo tipo di
imbarcazione ma soltanto raccontare alcuni fatti curiosi, forse non noti a
tutti.
Scriveva
Jean Marteilhe, un protestante francese condannato alla galea per eresia: ”si
immaginino cinque uomini incatenati, seduti ai loro banchi, il remo tra le
mani, un piede sulla pedana, l'altro sul banco davanti, il corpo allungato, le
braccia rigide per spingere il remo fin sopra i dorsi di quelli avanti intenti
nel medesimo movimento...”. Duecento uomini legati cinque per cinque lungo i due fianchi della nave, stretti fino
a toccarsi, accomunati nella stessa fatica e obbligati per anni a vivere
incatenati alla caviglia al banco di voga sul quale mangiavano, dormivano,
espletavano le loro funzioni corporali, morivano. Morivano di scorbuto, di infezioni
intestinali, per cibi avariati, di cancrena causata da ferite non curate. Il
loro destino, comunque, era sempre legato a quello della nave. La galea o galera è una nave da guerra o da commercio che per oltre tremila
anni ha solcato il Mediterraneo spinta dalla forza dei remi e solo
occasionalmente dal vento. Il suo nome deriva dal greco galeos Squalo. Poteva raggiungere dai quaranta ai sessanta metri di
lunghezza e dai cinque agli otto metri di larghezza. Gli Ufficiali e i
rari passeggeri si ammassavano a poppa sul cassero; per il resto la galea era
scoperta e simile ad una enorme barca a remi. Questo naturalmente prima di
importanti modifiche come la introduzione del ponte di coperta e
dell'artiglieria. continua .....
Massimo RICCOBALDI.
Propongo di utilizzare questi navigli per l' operazione Mare Nostrum con ai remi tutti i politici dei partiti che lo sostengono. Saluti. Giovanni
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