giovedì 25 aprile 2013

Vasa inania multum strepunt


Appena si è sparsa la voce che ero stato colpito da qualche linea di febbre che ha ridotto del 50% le mie capacita fisiche, c’è stata quasi una frenetica corsa all’essere presenti, come se l’evento –decisamente epocale- fosse di quelli che inducono  ad una smania di presenzialismo, del tipo c’ero anch’io!

La indistruttibile fibra del Fante ha avuto, però, ragione dell’infido male nel giro di qualche giorno, mentre l’altra caterva di guai che affliggevano ed affliggono questo sciagurato Paese continuava girare vertiginosamente in una centrifuga impazzita che nessuno sapeva più governare. (leggi ancora......)
Un abbraccio a tutti,

Ettore.

venerdì 12 aprile 2013

Non multa sed multum



La Bibbia narra che il Signore, nel giro di una settimana, creò l’Universo con annessi e connessi e trovò pure il tempo per un più che meritato riposo; sempre nei sacri Testi, si trovano racconti di prove estreme durate “quaranta giorni e quaranta notti”; e non va dimenticato il detto popolare “lungo come ‘na quaresima!”
Ed invece, il derelitto popolo italiano, non solo non ha trovato nessuno dei suoi “rappresentanti” in grado di fare un governo nel giro di una settimana (con o senza riposino) ma, dopo oltre quaranta giorni e quaranta notti è ancora lì che aspetta che qualcuno faccia tana in questo estenuante nascondino. E chissà quanti ne dovranno trascorrere ancora! (segue .....)
Un abbraccio a Tutti,

Ettore

martedì 2 aprile 2013

Un'amica di Marco commenta da Parigi

Premetto che non sono un'esperta in bilanci né un'abile analista bancaria. A dire il vero, non sono neanche la più grande sostenitrice di Berlusconi ma, nel contesto economico, cerco di mantenermi molto neutrale. Del resto ho sviluppato una coscienza politica solo negli ultimi anni.
Ho letto con vivo interesse l'articolo "Credo di essere un fascista, un comunista, antidemocratico", in cui il Signor Francesco collega direttamente l'operato di Berlusconi alla crisi delle banche ed a una specie di obbligo da parte dello Stato / BCE di far acquistare alle banche i titoli di stato. continua...

lunedì 1 aprile 2013

Libertà o ipocrisia?

Il Campidoglio, luogo simbolo di Roma, casa dei cittadini della Capitale , accoglierà le spoglie mortali di Franco Califano per l'ultimo saluto. La notizia non sorprende più di tanto e non rientra tra quelle che meritano valutazioni critiche del nostro giornalismo acquietato. Un Maestro che ha composto tanti pezzi di autentica virtù musicale, un Poeta tra le note ,deve essere ricordato per quanto ha fatto e ci ha lasciato.
Ma Franco Califano, di cui i giornali non nascondono le nefandezze e le sregolatezze di una vita sempre al di là delle norme, oggi assurge a punto di riferimento tanto da consentire che la camera ardente venga allestita in un Luogo riservato si' alla memoria ma di uomini illustri. Ed allora c'è da chiedersi quale sia la linea seguita oggi dalla morale avvertita, dalla sensibilità della gente comune, da coloro che nulla hanno da ridire se un genio della sregolatezza, un simbolo della vita dissipata e godereccia, una persona che ha sempre impersonato, perdonandosi, il prototipo del cocainomane impenitente, che è sempre fuggito dalle private responsabilità , abbia oggi diritto, chiusi per sempre gli occhi, ad essere considerato un Grande del nostro tempo.
Una volta, in casi analoghi, per consentire deroghe al perbenismo imperante, si operavano sottili operazioni di distinguo, di alleggerimento di posizioni, di ipocrite assoluzioni. Il risultato era, comunque, diverso ai fini dell'educazione: e , certo, i giovani di allora , noi per intenderci, percepivano la sottile differenza tra ciò che era consentito e quanto invece era tollerato. Era , quello, il trionfo dell'ipocrisia finalizzato ad una forma di individuazione, netta, della responsabilità dell'individuo.
Nella società odierna, questo limite è ormai da tempo superato tanto che ,nella sostanza, agli informatissimi e coscienti adolescenti noi forniamo la consapevolezza che , anche quando non si rispettano le regole, anche quando la frequenza delle aule giudiziarie e delle patrie galere, da utenti, è cosa che frequentemente accade, tutto si dissolve, tutto viene perdonato, in un trionfo di esecrabile libertà.
Ed è così , di fronte a siffatte modalità di intendere la vita, che si crea una inseparabile distanza tra le generazioni . Ed è così che nascono seri dubbi sulla capacità futura dei giovani di oggi, che tutto semplificano, ad affrontare le serie problematiche di domani, già oggi immanenti.
Vi abbraccio tutti,
Carlo Minchiotti