lunedì 1 aprile 2013

Libertà o ipocrisia?

Il Campidoglio, luogo simbolo di Roma, casa dei cittadini della Capitale , accoglierà le spoglie mortali di Franco Califano per l'ultimo saluto. La notizia non sorprende più di tanto e non rientra tra quelle che meritano valutazioni critiche del nostro giornalismo acquietato. Un Maestro che ha composto tanti pezzi di autentica virtù musicale, un Poeta tra le note ,deve essere ricordato per quanto ha fatto e ci ha lasciato.
Ma Franco Califano, di cui i giornali non nascondono le nefandezze e le sregolatezze di una vita sempre al di là delle norme, oggi assurge a punto di riferimento tanto da consentire che la camera ardente venga allestita in un Luogo riservato si' alla memoria ma di uomini illustri. Ed allora c'è da chiedersi quale sia la linea seguita oggi dalla morale avvertita, dalla sensibilità della gente comune, da coloro che nulla hanno da ridire se un genio della sregolatezza, un simbolo della vita dissipata e godereccia, una persona che ha sempre impersonato, perdonandosi, il prototipo del cocainomane impenitente, che è sempre fuggito dalle private responsabilità , abbia oggi diritto, chiusi per sempre gli occhi, ad essere considerato un Grande del nostro tempo.
Una volta, in casi analoghi, per consentire deroghe al perbenismo imperante, si operavano sottili operazioni di distinguo, di alleggerimento di posizioni, di ipocrite assoluzioni. Il risultato era, comunque, diverso ai fini dell'educazione: e , certo, i giovani di allora , noi per intenderci, percepivano la sottile differenza tra ciò che era consentito e quanto invece era tollerato. Era , quello, il trionfo dell'ipocrisia finalizzato ad una forma di individuazione, netta, della responsabilità dell'individuo.
Nella società odierna, questo limite è ormai da tempo superato tanto che ,nella sostanza, agli informatissimi e coscienti adolescenti noi forniamo la consapevolezza che , anche quando non si rispettano le regole, anche quando la frequenza delle aule giudiziarie e delle patrie galere, da utenti, è cosa che frequentemente accade, tutto si dissolve, tutto viene perdonato, in un trionfo di esecrabile libertà.
Ed è così , di fronte a siffatte modalità di intendere la vita, che si crea una inseparabile distanza tra le generazioni . Ed è così che nascono seri dubbi sulla capacità futura dei giovani di oggi, che tutto semplificano, ad affrontare le serie problematiche di domani, già oggi immanenti.
Vi abbraccio tutti,
Carlo Minchiotti

5 commenti:

  1. ...e che mi dici del fatto che Gli intitoleranno pure una Via?!
    Absit iniuria verbis!
    Ti abbraccio,
    Ettore.

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  2. Se hanno intitolato un'aula del Senato a Carlo Giuliani...cosa c'è da meravigliarsi? Altro che Califfo (quest'ultimo almeno ha scritto belle canzoni e non ha mai cercato di massacrare i Carabinieri!). E c'è di peggio. Ci sono anche strade intitolate a Stalin...con milioni di oppositori politici fatti morire fra atroci sofferenze, in Siberia etc etc. Un saluto.Carlo MORI

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  3. Francesco Miredi2 apr 2013, 09:58:00

    Concordo in toto con le riflessioni di Carlo (Minchiotti) perchè non credo che Califano meriti un simile trattamento; senza dubbio lo meritano molto più le tante persone che, guadagnando poco, vivono onestamente con dignità e sacrifici. Carlo (Minchiotti) ha individuato esattamente l'effetto negativo che questo tipo di manifestano genera: un messaggio fuorviante alle nuove generazioni. Concordo anche con le considerazioni di Carlo Mori (aggiungerei anche il contnuo richiamo a Craxi che non è un martire bensì un corrotto per interessi meramente personali) ma queste non giustificano l'inno alla trasgessione e alla dissolutezza che si è elevato con i funerali di Califano. Un caro abbraccio a tutti
    Francesco

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  4. Ci sono anche strade intitolate a Togliatti che credo abbia detto alla radio di Mosca che in Russia c'erano a disposizione due metri di terra per ogni Soldato Italiano.E i funerali di quel brigatista trasmessi al tg ? E l'impiego alla Normale di Pisa di Sofri? Le lezioni universitarie di Curcio?Etc.etc..
    Giovanni

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  5. Aggiungo che dove abito io c'è via LENIN, una grande bretella di comunicazione tra S. Giuliano Terme e Pisa:ma qui,con gran gioia di tutti,i "vecchi" non sono andati mai fuori porta, ma a Mosca sì, in viaggio di ...istruzione: non per nulla il paese ove abito è detto la piccola Siberia!
    Al di là di ciò, comunque,mi associo a Carlo e alle valutazioni di voi tutti, conscio però che la preparazione informativo-moral-sociale dei giovani di oggi è assai inferiore a quella dei nostri tempi. Forse manco si accorgono di un Califano piccolo preso
    a piacere!
    Marko

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