sabato 30 giugno 2012

I Popoli e lo Sport sollecitano l’Europa ad unirsi?

I tg si aprono annunciando, in prima pagina, la vittoria dell’Italia sulla Germania per 2 a 1. Compare sul video il volto di una donna, una mamma, col viso segnato dai colori della bandiera tedesca ed una … lacrima lunga, vera che giù giù si stende sulla gota. Un volto già inquadrato nel corso della partita in diretta. Una lacrima che sgorga dal cuore sul 2 a 0 e che trasmette, nel volto intero, una malcelata e costosa ( in termini emotivi) rassegnazione. Ma quel volto nell’italiano che l’osserva si traduce in un sorriso, un secondo piacevole sorriso perché il primo era naturalmente comparso davanti lo schermo sul formidabile gol di testa di Mario, improvviso come un frustata secca della quale non sai la provenienza, ma che d’innerva. Ma quanti italiani avrebbero voluto vedere in quel tondo viso quello della Merkel? No, Lei non avrebbe pianto di rammarico. Lei avrebbe sopportato in silenzio. Chissà, però. Può Lei provare quello che provano gli autentici sani tifosi? Ossia lo smacco che subisce una squadra perfetta programmata a tavolino, abitudinaria, di fronte ad una squadra eclettica, brillante, piena di estro, di smalto, di inventiva …… caratteristiche che i tedeschi, per la loro natura, non potranno mai avere? Ed in politica? In politica perché non accade questo? Eppure sono, ad un tempo, italiani gli uni e italiani gli altri.
E’ scritto nei commenti del blog: la classe politica alemanna è limpida come quella lacrima, ferrea, lineare, adamantina, bianca, rispettosa della legge. Non come i nostri politici che sono estrosi, che agiscono per ispirazioni stravaganti e/o bizzarre, di confusione, …….. sino a spingersi o consentire che troppi si spingano nelle aree grigie e torbide (i poteri forti) e oltrepassarle sino alle più oscure, quelle criminali, dove i confini sono più netti verso il male, dove la locupletazione prende il sopravvento e diventa religio. Nel senso di “legare” gli adepti al solo arricchimento in danaro, non importa come conseguito.
I nostri politici sono diventati “abitudinari” nella loro opulenza e non vedono altro. Come il residente che nel fare quotidianamente una via, si accorge delle bellezze che in quella via sono ubicate solo quando qualcuno, percorrendo quella via per la prima volta insieme a lui, gli chiede notizie, ma non ottiene risposta. Ma con questa ottusità, abitudinarietà, non si esce dalla crisi. E Monti, bocconiano, è un abitudinario, un conservatore, un ragioniere stantio, di cui questa classe politica abitudinaria ha necessità, bisogno estremo per contrastare le “novità”, l’eclettismo, la modernità, così come una squadra di calcio eclettica ha dimostrato di poter vincere con la scelta, con la rottura, con la trasformazione, con la famosa “svolta” insomma. L’Italia calcistica (giovane) ha vinto, osando. Meglio comunque Monti dei matricolati “ladri” abitudinari. Meglio persino l’abitudinaria, ma onesta ( e non è poco) Germania che dà lavoro a tutti e che persevera una politica di utilità per il Paese e non per le solite “cricche”. Se non sono possibili le “fiammate” di cui noi Italiani siamo orgogliosi portatori, preferisco la Germania, conservatrice e, soprattutto, onesta. O lo stantio, la muffa, il vecchio, il guasto, il deteriorato o il nuovo, il fresco, il guizzante. Scegliete voi. Dove? Nell’urna. Altre possibilità, attesi i momenti veramente bui, non penso siano date.
  Sono, però, sempre più convinto che la via giusta è quella di una unica Europa politica, UK e CH permettendo. Mentre la Russia, il popolo russo, ne sono convinto, vi entrerebbe de plano. Se non altro per facilitare i Potenti della terra nelle loro scelte quotidiane: Napolitano ha ieri tifato per l’Italia azzurra, la Merkel per la bianca Germania. Ma Ratzinger, per chi ha veramente tifato?
Ciao a Tutti,
Marcello.

martedì 19 giugno 2012

Blog, Politica e Istituzioni



Le ultime riflessioni pubblicate sul Blog ed i relativi commenti hanno generato in me perplessità, forse un pizzico di delusione e qualche dubbio. Il ruolo delle donne in Istituzioni quali le Forze Armate può dare adito a mille discussioni inerenti le mansioni ad esse attribuibili ma questo aspetto si è alla fine materializzato in una mera diatriba generazionale nella quale ha preso il sopravvento il vecchio contrasto maschilismo/femminismo.  Un dialogo poi fra soggetti ben identificati e un’ombra sconosciuta che si definisce “anonimo” non potrà mai essere sereno perché i primi si sentono autorizzati a ridicolizzare colui che lancia strali nascondendo la propria identità e il secondo può usare parole e toni offensivi perché convinto di mantenersi immune da ogni possibile conseguenza.   
 I commenti sulla vergogna istituzionale, a parte gli ultimi due di Marcello e Carlo sui quali dirò in seguito, mi hanno fatto ritornare agli arbori del nostro Blog quando le mie riflessioni “politiche” avevano suscitato qualche risentimento espresso poi sia in maniera diretta, attraverso la contrapposizione epistolare, sia indirettamente tramite la rinuncia alla partecipazione attiva; non posso nascondere che compagni di Corso come Giggione, a Modena esempio di positività in ogni sua manifestazione, siano spariti perché, forse, convinti che parlare male di questa destra sia un’apoteosi dell’odiato comunismo. Io penso che rinunciare al dialogo sia una manifestazione di ottuso oscurantismo e voglio augurarmi che Oliviero non metta in atto la minaccia di non scrivere più. L’Accademia ci ha uniti per la scelta comune ma il Blog ha dato, a coloro che lo frequentano attivamente, la possibilità di conoscersi e di apprezzare sia i nostri difetti che le rispettive qualità. Io invidio, in senso buono, la sagacia di Ettore, l’altruismo di Carlo Minchiotti, il pragmatismo di Oliviero, la genuinità di Gabrio, la fede di Carlo Maria, l’ironia di Giovanni, l’intelligenza di Carlo Mori, le competenze di Marcello e Renato e scusatemi se ho dimenticato qualcuno; certo, però, non si può dimenticare Giggetto (all’anagrafe, Pierluigi) che scriverà pure poco ma....lavora tanto: e come lavora!   
A volte, però, nei commenti tutte queste qualità sembrano sparire per lasciare il posto a stati d’animo non ben identificabili ma dai quali si percepisce un misto di rancore e di distacco che non si giustificano con gli scopi della nostra partecipazione. Personalmente, non ho mai partecipato ad alcuna protesta di piazza o ad associazioni con finalità politiche e non lo farò certo ora che ho la consapevolezza del decadimento di ogni mia espressione fisica ed intellettiva; ma ciò non deve permettermi di giudicare negativamente le altrui voglie o di dimostrare le mie ragioni ridicolizzandone i modi. Chi o cosa dà all’anonimo sconosciuto la possibilità di considerare tutti illusi sognatori, affermando la razionalità di uno solo di essi? Credo che un comportamento corretto dovrebbe portare colui che è contrario ad una iniziativa a spiegarne le ragioni o, al più, tacere e non parteciparvi.    
Gli ultimi due commenti di Marcello e Carlo Mori hanno suscitato dubbi su convinzioni che ho maturato in oltre trent’anni di professione “civile” e mi piacerebbe che questo argomento fosse approfondito. Da manager nel settore finanziario (sono stato direttore generale di BNP Leasing e BNP Leasimo group Banque Nationale de Paris) ho conosciuto il mondo bancario comprendendone l’importanza che esso ha nell’economia nazionale ed internazionale ma non ho mai considerato questa importanza determinante per la comunità. Cerco di spiegarmi meglio; la banca può determinare il mantenimento in vita o la fine di un’azienda e a volte lo fa perché spinta da politici ma, nella stragrande maggioranza dei casi, è a ciò determinata solo dalla propria politica interna e da necessità di bilancio. In termini bilancistici, una messa a perdita per fallimento di un credito può essere più pericolosa di un mantenimento o, addirittura, una ristrutturazione del fido e ciò anche se, finanziariamente, l’operazione è un disastro. Se i politici chiedessero alla Guardia di Finanza di controllare gli ammortamenti e le valutazioni crediti di tutte le banche italiane avremmo molte sorprese in negativo ma ciò potrebbe determinare una destabilizzazione economica notevole e io non credo che questo non si faccia per la potenza delle lobby bancarie ma, piuttosto, si evita di farlo per la volontà, che condivido, di mantenere un certo equilibrio. Ciò che è estremamente negativo è che, quando le scelte aziendali sbagliate non possono più essere nascoste, si decapita il vertice, pagando fior di quattrini ma queste sono scelte imprenditoriali private e sulle quali uno Stato capitalista e liberale non può intervenire.
L’imprenditoria influenza totalmente il mondo economico e, da legale, ho seguito le vicende di una grossa impresa di costruzioni operante nel settore pubblico potendo, quindi, confermare la veridicità delle condotte illecite evidenziate da tangentopoli. Ciò nonostante, non ho mai creduto a lobbies di potere determinanti ma, piuttosto, ad associazioni, territoriali e prive di connessioni, fra imprese ed alcuni politici aventi elevato potere rappresentativo o mansioni operative settoriali. Sinora, quindi, ho sempre pensato che coloro che influenzano realmente la comunità siano i politici che governano e, conseguentemente, che siano le nostre scelte elettorali, non poteri occulti e nascosti che da sempre tentano di formarsi ma che poi sono sistematicamente ostacolati dalla democrazia e dagli effetti generati dalle loro stesse azioni. Può darsi che, come dice Giovanni, la democrazia sia il vero male ma a me ha dato la possibilità di crescere e di dire sempre quello che penso.
Un abbraccio a Tutti,
Francesco       

lunedì 11 giugno 2012

C'è un limite alla vergogna?!

Sono certo che tutti sappiate chi sia il Col. Rapetto della GdF. Grande esperto informatico, strenuo persecutore delle frodi informatiche, ex “nunziatello”, docente universitario, dal 2006 uno dei quattro “esperti” nominato con DPCM presso il Comitato per la tutela della proprietà intellettuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri (...ma esistono ancora?...). Da qualche anno, ogni volta che compariva in televisione con il grado di Colonnello, mi chiedevo come mai non fosse stato ancora promosso.
Mi veniva istintivo pensare all'Amico Giampaolo Ganzer.
Altrettanto istintivamente...”lavora troppo bene; qualcuno, in alto, si sta vendicando”. E lo sta facendo per se stesso e per i propri, indecenti interessi: non certo per il bene dell'Italia. Bene: pochi giorni addietro il “Nostro” è stato “spintaneamente” costretto a presentare le dimissioni. Strano celere tempismo. Rapetto aveva da poco concluso una grande inchiesta durata cinque anni e conclusasi con l'arresto di quindici persone. Tutti tipi specchiati: gestori di gioco d'azzardo. Roba da stringergli subito la mano (per, poi, altrettanto subito lavarsela !) Questi “gentiluomini” hanno portato avanti una evasione fiscale di (udite, udite !) 98 MILIARDI, 456 MILIONI, 756 MILA EURO !!!
Bene, direte Voi cari i miei lettori, abituati alle favole dal lieto fine.
Mica tanto, dico io, da sempre propenso alla disillusione e conscio del fatto, di cui Vi rendo edotti: la “saggia” Corte dei Conti (rammentate quando capitavano in Caserma ? A me, in quel di Trento, hanno chiesto conto del numero esatto di rondelle e bulloni “in carico” per i cerchioni dei cannoni-obici FH 70...), la “Saggia”, dicevo, in questo caso ha deciso un piccolo sconto del 96,5 (NOVANTASEI virgola CINQUE) per cento riducendo a 2,5 miliardi di Euro la multa. Che bontà d'animo ! Da quel coacervo di menti elette che ci “governa” e che consente di incitare al gioco d'azzardo dalla televisione non stupisce.
Quale accresciuta fiducia nella giustizia (rigorosamente minuscola..)!!!
Morale vorrebbe che venissero rese note le certamente altisonanti identità di chi ha deciso lo “sconto” e di chi ha “spintaneamente” estromesso dal suo incarico un Ufficiale che ci invidiavano anche negli Stati Uniti.
Se “tanto mi dà tanto” dispero per tante altre cose, comprese quelle ad alto profilo drammatico come quelle che seguono.
Auguro a Latorre e Girone di tener duro sino al XLII (quarantaduesimo) secolo: forse, ma proprio solamente forse, allora il nostro governo prenderà qualche seria posizione in merito.
Auguro ai disgraziati terremotati emiliani di aver tanta voglia, e le forze, per lasciarsi alle spalle da soli la tragedia che li ha colpiti. Ha pontificato bene il Sig. Cialente quale ex e nuovo Sindaco de L'Aquila. ...”nulla venga fatto come a L'Aquila ! Là è stato tutto sbagliato”...
Certo dalla villa con piscina e jacuzzi, in cui soggiornava con famiglia e parenti, vedeva le cose meglio di noi che vivevamo e “smazzavamo” con la Protezione Civile nel campo di Piazza d'Armi (1270 sfollati; uscenti la mattina per andare a lavorare 60-66...).
Io, che lì c'ero, ho qualche serio dubbio.
Oggi, comunque e purtroppo, le cose vanno proprio come il “saggio” Cialente si è augurato. PROCIV è l'ombra di ciò che era; progetti rapidi non se ne vedono; le pastoie burocratiche imperversano; di soldi meglio non parlare...Cosa di meglio ?
Auguro infine ai fumatori di poter continuare a finanziare il governo che vende fumo (ogni sottinteso è puramente voluto) avvertendo, però, che ...”il fumo uccide”...; ti ho avvisato, io ne sono fuori.
E i fumatori sono in aumento !
Chissà perché la Colt non ha mai pensato di scrivere sulle sue armi “se tiri il grilletto con l'arma carica puoi anche uccidere”; forse venderebbe di più. Come rimpiango i giorni in cui mi muovevo nelle nostre splendide Dolomiti con i miei Artiglieri da montagna e ...”co' suoi muli possenti”...(De Amicis). Possibile che per intelligenza, razionalità e onestà debba pensare che fossimo marziani ???
Un abbraccio a tutti,
Gabrio.

giovedì 7 giugno 2012

L'Europa dimenticata

Rimango positivamente colpito dall’interesse suscitato da alcune tematiche molto attuali , di ordine più squisitamente politico che sociale, comparse sul nostro Blog e rappresentate con particolare vigore che denotano come esse siano oggi da ogni cittadino intimizzate per l’influenza che esercitano nel vivere quotidiano e rinvenibili, per ultimo, nei documenti “Moderazione o Ignavia”, “ Una Ferrari in garage” , “Maggioranza ed equilibrio”. Non solo, ma alcune riflessioni piuttosto incisive sul ruolo dei partiti e sul ruolo di una manifesta insipienza dei nostri politici a ben governare, sono state veicolate anche attraverso e-mail, addirittura con toni di accentuata esasperazione, peraltro non da tutti gli intervenuti condivisi.
 L’argomento principe ruota attorno alla possibile deriva politica che, in questo particolare momento storico maturato negli ultimi venti anni, si paventa possa sopraggiungere con l’affermarsi di movimenti partitici ritenuti (da chi? Basta un Grillo per non far affermare quei giovani che a me sono apparsi validi e anche autonomi nel pensiero?) demagogici e populisti, quali il movimento cinquestelle per un verso e la Lega nord, per altro verso, che si pone, addirittura, sudi un piano secessionista Allora ci si chiede tutti cosa fare: e la proposta, l’unica soluzione possibile, appare, a ben pensarci, quasi una panacea per la risoluzione di tutti i nostri mali e piuttosto semplice sotto il profilo ideativo.
In breve, se il problema reale risiede nella mancata attuazione di una Europa politico-istituzionale, perché non si prova a procedere nel senso, atteso che questa via, per quanto riguarda la nostra Italia, è stata aperta tanto tempo fa da De Gasperi e proseguita da Spinelli? E poi da tantissimi altri?
Quasi improvvisamente, ormai quasi tre lustri fa, vi è stata una decisa e fortissima accelerazione che ha condotto, guarda caso, alla sola Europa monetaria, che al tempo è stata da molti autorevoli personaggi ampiamente condivisa della quale, invece oggi, riconosciamo i contorni labili e confusi, se non altro perché ci ha incanalato velocemente in una corsa verso il baratro.
 In merito però, sorgono spontanei diversi interrogativi.
Non doveva, l’unione monetaria, preludere ad una forma di governo pan europeo? Ci siamo, invece, bloccati sull’Europa monetaria per accontentare chi? Oggi potremmo, forse, tentare un approccio analitico disvelatore: chi si oppone? I Governi, i Parlamenti, i cittadini.... ed, in particolare, i politici che vedrebbero fortemente ridimensionate le loro entrate e, soprattutto, con meno, molte meno possibilità di distrarre fonti di ricchezza a loro piacimento? Quale ostacolo si frappone? Non sono forse maturi i tempi per attivare un processo per una Confederazione di Stati? Non saremmo tutti più tranquilli? Almeno le generazioni a venire ... avrebbero un futuro. Perché nessun significativo personaggio politico ne parla?
Ma, in specie, chi ha soffiato su un tempo anticipatore velocizzando la formazione di una zona geografica monetaria, peraltro monca in quanto non idonea a “battere” moneta; mentre appresso si è bloccato il cammino per una Unione effettiva? Pensate, paghiamo anche un Parlamento Europeo ed un Governo europeo, senza poteri, istituiti per quali scopi? Si tratta, come dice un collega (uno di quelli”esasperati!) di malizioso opportunismo, di “paraculaggine”? Certo non ci si può esimere dal pensarci.
 Se le Nazioni sono state ritenute pronte ad unirsi monetariamente non lo erano ancor di più sotto il profilo politico istituzionale in presenza, sostanzialmente, delle stesse tradizioni culturali, storiche e religiose? Perché invertire il cammino che la Storia stessa ha tracciato sino ad allora se, financo, pur sulla carta, le Istituzioni esistono? Che senso ha? Si può oggi desumere che ciò sia stato voluto? E se si, da chi? Perché? Può valere il metodo, in tale contesto, del “cui prodest” per scoprire chi ha voluto e determinato tutto ciò?
Peraltro continua la sagra delle banche nazionali, cassaforti del liquido pronto e subito spendibile, a voler tener nascosto l’ammontare vero dei rispettivi debiti ricorrendo al sistema di aumentare i poteri discrezionali della categoria ed a governance che per legge debbono avere pronto in cassa solo il 2% dei depositi fatti dai cittadini. Sicché, se ognuno volesse disporre subito del proprio denaro, solo quelli che ritirano quel 2% rimarrebbero soddisfatti, gli altri resterebbero in eterna attesa.
Perché allora non applicare un metodo gestionale chiaro a tutti, investitori e depositanti? Sembra, con questi super tecnici, si voglia (quasi) giungere al credit crunch. Perché tutta questa opacità? Cosa c’è che la anima? Quali poteri nascosti la fomentano? Una famiglia se così facesse andrebbe diritta al fallimento, ma se più famiglie si uniscono, dividono i rischi. L’unione richiede però una regola comune, non più ognuno per proprio conto: non può esserci una famiglia che sciala e l’altra che gozzoviglia. L’unione richiede sacrificio attraverso rinunce sopportabili. Quali famiglie si oppongono? Quali governanti vogliono continuare a scialare sulla pelle del proprio popolo? Che forse questi governanti ritengono, al momento del pericolo, di poterlo evitare, scappando?
Se oggi l’Ecofin, questo supercomitato tecnico bancario europeo, favorisce con le sue decisioni Germania, Francia ed Inghilterra e penalizza l’Italia piena di piccole medie imprese che vivono sul credito bancario non mi si dica che Francia e Germania si oppongono coscientemente perché non possono non essere consapevoli, specie la Francia, che il pericolo non sono i Popoli europei ma i grandi ed arretrati Paesi asiatici (Cina in testa), africani e dell’America latina che, con le loro potenzialità economiche, sprigionano forze incontenibili senza una reale Unione. O qualcuno si è messo in testa che queste potenzialità si possono contrastare dominando l’intero potere economico finanziario? Ovvero, preoccupa la quantità dei debiti sovrani (ma quanti sono?) posseduti in maniera diversa dai Paesi europei? Perché la Germania si dovrebbe accollare i debiti nostri e degli altri Paesi della Comunità che si sono dimostrati nel tempo meno virtuosi se poi, sul piano politico-istituzionale si continua ad operare disuniti? I nostri politici hanno dimostrato una ben diversa caratura sotto il profilo della serietà e dell’onestà. Ovvero ancora, e forse siamo più nella verità, i potentati economici hanno individuato una speculativa strada maestra per arricchirsi a dismisura, accada quel che accada? Chi si è messo nella posizione di attendere la crisi sovrana, ossia in attesa del default nazionale? Da qui le grandi forme di criminalità politica, il controllo settoriale che frena l’espansione economica, le gravi sofferenze nazionali favorevoli soli a maliziosi opportunisti ( i paraculi), la grande corruzione e l’affermazione delle mafie italiane e straniere.
Solo l’Unione Europea, vero Stato, ci potrà salvare. 
Un abbraccio a Tutti,
Marcello.

lunedì 4 giugno 2012

Oltretevere

Ho qualche difficoltà a comprendere quanto sta accadendo oltre Tevere. Dico oltre Tevere ( meglio Oltretevere ) volutamente, e non nella Chiesa, perché quest’ultima, grazie a Dio, mi porta a pensare ai milioni di Credenti che soffrono e che si ritengono più che mai figli di una Cristianità che da oltre duemila anni ha cambiato in positivo la vita dell’uomo nei quattro angoli della Terra. E vado anche alle migliaia e migliaia di sacerdoti che vivono dando se stessi per migliorare le sorti dei propri fratelli. E penso poi alle migliaia di uomini, di spose, di mamme che hanno educato figli meravigliosi. E ricordo, infine, i martiri di una Chiesa fonte di civiltà oltre che di preghiera, e non solo i martiri paludati sugli altari, ma i martiri di una Chiesa fatta di sacrifici e di pazienti sopportazioni, non ascritti a grandi eventi ma resi concreti dai sacrifici, e compiuti in silenzio, con dignità e riserbo.
Per questo, e per altre infinite ragioni, non riesco a capire quel che succede Oltretevere, nella Città del Vaticano, Centro politico (nel senso più nobile del termine, da polis, greco: o almeno che così dovrebbe essere) cui però fanno riferimento quei milioni di Cristiani ai quali prima facevo cenno e che ancora credono al Gesù di Nazareth delle Beatitudini e della Resurrezione.
E non riesco a capire come sia potuto accadere che un Papato come quello attuale possa aver iniziato il Suo percorso storico ( aprile 2005 ) con un atto di ribellione, quello di un Segretario di Stato precedentemente nominato da Giovanni Paolo II . Quel Cardinale, con l’allora Cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, aveva presentato, sulla base della Costituzione Apostolica “ Christus Dominus “ le “dimissioni “ al Papa che le respinse perché, disse pubblicamente, aveva bisogno di entrambi. Quel Cardinale si rifiutò di lasciare non solo l’Ufficio giuridico cui era preposto ma anche i locali di quell’ Ufficio a fronte della nomina di un nuovo Segretario di Stato, obbligando quest’ultimo, per più di otto mesi, ad occupare altri locali, certamente inidonei al Suo nuovo incarico, posti nella Torre di San Giovanni in Vaticano.
Bisogna, quindi, riandare a quell’atto di disubbidienza per capire le tensioni attuali Oltretevere, perché, da allora, non c’è più pace in Vaticano. Poiché quell’atto fu un atto di ribellione al nuovo Papa, BenedettoXVI, un tempo collega nel Cardinalato ma ora suo sommo superiore in quanto Successore dell’Apostolo Pietro, Vicario di Cristo.
E nasce così il contrasto fra il nuovo ed il vecchio Segretario di Stato. Di fronte ci sono due piemontesi, uno di Isola d’Asti, diocesi di Asti,  l’altro di Romano Canavese, diocesi di Ivrea; l’uno rampollo della grande Scuola diplomatica del vecchio Segretario di Stato Casaroli, che lo volle Nunzio in Cile al tempo del Generale Pinochet( dopo l’allontanamento del Nunzio Peressin, trasferito, in fretta e furia, a L’Aquila) e poi pro-Segretario di Stato (1 dicembre 1990) ( * ), Cardinale dal 28 giugno 1991, Segretario di Stato dal giorno successivo; l’altro, sacerdote salesiano, docente di diritto canonico nel Pontificio Ateneo Salesiano e nella Pontificia Università Lateranense fino al 1991 ( * ) e poi, dal 1° agosto di quell’anno, Arcivescovo di Vercelli, nel suo Piemonte ( ma non a Torino, culla dei Salesiani! ) per passare, poi, a Segretario della Congregazione per la dottrina della fede dal 13 giugno 1991 ( lì chiamato dall’allora Prefetto, Cardinale Ratzinger) e poi trasferito a Genova il 10 dicembre 2002, diventato Cardinale il 21 ottobre 2003 e poi Segretario di Stato il 15 settembre 2006 e , quindi, Camerlengo di Santa Romana Chiesa ( Colui che dirige la Sede Vacante in caso di morte del Papa : è proprio un caso che ad attribuirgli tale titolo sia sempre stato Papa Benedetto XVI, cioè l’antico Prefetto della Dottrina della Fede di cui il nuovo Segretario di Stato fu fedelissimo collaboratore? ).
Perché il Cardinale successore dell’antico Segretario di Stato Caldaroli non abbia ubbidito al nuovo Successore di Pietro e Vicario di Cristo non so, ma rilevo il fatto.
E constato che da quella disubbidienza ( che tacciava il nuovo Segretario di Stato di incompetenza e di inadeguatezza al Suo compito perché senza un passato diplomatico, sottolineando la pericolosità dell’essere figlio della Famiglia di don Bosco e, quindi, con una propensione alle mediazioni dell’educazione dei giovani ) è iniziato uno dei momenti più tristi della Curia Romana.
E mi amareggio, e penso che altrettanto lo siano i milioni di Cristiani che vivono e soffrono per la Chiesa, perché da un atto di disubbidienza al Successore di Pietro ed al Vicario di Cristo non può che nascere nulla di buono.
Un abbraccio a Tutti,
 Carlo Minchiotti
(*) Ho tratto le vicende curriculari e le date dall’Archivio Pontificio.

sabato 2 giugno 2012

Semplice nella forma, profondo nel significato

Oggi, 2 giugno 2012 e più che nel passato, ho atteso con trepidazione che arrivassero le dieci del mattino per godermi la Sfilata militare sui Fori Imperiali; trepidazione dovuta, soprattutto, al timore che i nostri colleghi organizzatori non fossero stati talmente elastici da sapersi adattare ai continui cambiamenti connessi con il particolare momento: confesso e con soddisfatta ammirazione che ci sono riusciti e pure bene!
Già tre anni fa, ebbi modo di ironizzare amaramente –confortato dal concorde parere di alcuni di Noi- sul fatto che, forse, sarebbe stato meglio togliere il “militare”alla manifestazione, vista la ridotta componente in uniforme presente.
Quell’andazzo si è ripetuto ma, almeno, ha una “giustificazione”, quanto meno economica; tuttavia non ho motivi per criticare, anzi ritengo che il “tema” sia stato svolto in maniera egregia, considerato che quel tema pretendeva di dover coniugare sobrietà con unità e solidarietà.
La “sobrietà” era sotto gli occhi di tutti: un gradino immediatamente al di sotto e si sarebbe assistito ad una sfilata di boy scout!
Per quanto attiene alla “unità e solidarietà”, va riconosciuto al Presidente della Repubblica il merito di aver preso una decisione (in Italia, c’è qualcuno che decide!) più che saggia, respingendo con perdite, anzi relegandole nell’angolo della vergogna tutte quelle prefiche che, con tanta ipocrisia, si stracciavano le vesti e tuonavano contro gli “sprechi” e la mancanza di “rispetto” per le popolazioni emiliane.
“Lo Stato c’è ed ha il dovere di infondere fiducia”: parole che pesano come un macigno soprattutto nei confronti di coloro che hanno ridotto lo Stato ad un orticello privato, in cui razzolano a piacimento, senza vergogna per averLo sputtanato. Tali parole, unite alle affermazioni positive della maggioranza dei terremotati intervistati dai TG delle tredici, danno la misura della pochezza intellettuale prima e politica poi di coloro che hanno “disertato” la cerimonia; sai che perdita, anzi meglio: così non l’hanno inquinata con la loro presenza! Se “sobrietà” significa “fare solo il necessario, senza eccedere”, ci si è riusciti in pieno; se ”unità e solidarietà” significano far percepire che lo Stato ha il dovere di intervenire dove serve, ci si è riusciti ancora meglio, offrendo, nella fattispecie, un simbolo probante ed inconfutabile: far sfilare coloro che, di quello Stato, sono emanazione, certamente la migliore, primi fra tutti i Militari che sono stati sempre in prima linea, specie quando c’erano solo Loro.
E vorrei far notare alle prefiche di cui sopra che ci hanno resi felici con la loro non-presenza un fatto che non credevo possibile in Italia, tantomeno nella Roma caciarona: durante il “minuto”, il silenzio su tutta la Via è stato assoluto, ma così tanto assoluto che si sentiva il fruscio del venticello amplificato dai microfoni aperti!
Un solo appunto: forse, quel Tricolore gigantesco sul Colosseo avrebbe simboleggiato e sottolineato ancor meglio lo spirito di “unità e solidarietà”, senza inficiare la “sobrietà”.
 Fatta questa doverosa introduzione, veniamo a come ho visto io la Sfilata e come ho raccolto alcune chicche.
 Certo che 2552 Militari e poco meno della metà di “non”, senza mezzi, senza aerei, senza cavalli, di spettacolo ne possono offrire ben poco; ma, se parliamo di “qualità”, bisogna riconoscere che quel poco che il “tema” imponeva si mostrasse è stato mostrato in maniera egregia.
Certo, non vedere le compagnie dei vari Istituti di formazione non è stato un bel vedere; ma se si voleva “far vedere” la Formazione nelle FA, è stata un’ottima scelta quella di raggrupparli tutti in un’unica compagnia di formazione; certo se si voleva mostrare vicinanza “simbolica” alle popolazioni emiliane, è stata un’ottima scelta limitare le “musiche” al solo rullo dei tamburi; certo che se si voleva dimostrare alle prefiche in questione di che pasta sono fatti gli uomini che loro millantano di rappresentare, è stata un’ottima scelta quella di far prorompere la fierezza di un Popolo dal canto della “Sassari”.
In definitiva, secondo me lo scopo è stato conseguito e, visti i risultati, invito ad insistere con il “sobrio” che ci riesce sicuramente meglio di quelle accozzaglie del passato senz’anima.
E veniamo alle chicche, almeno quelle che ho captato io.
Cominciamo con “l’eterno” Consigliere Militare che saranno decenni che è sempre in prima fila; continuiamo con il buon Fogari che aveva il berretto rigido, non si sa se per sobrietà o perché è praticamente impossibile indossare una cuffia sul cappello alpino; proseguiamo con quei due poveri, eroici Ufficiali della Marina che si violentavano nel tenere il passo sul “33” suonato dalla fanfara della ”Taurinense”; ancora, con il cambio (finalmente) dell’uniforme della Banda della Marina; e terminiamo (ma non è una chicca) con il solito predominio dell’Arma, cui segue con buone speranze la G.d.F.. Non parlo di AssoArma perché non sono riuscito a capire che ci azzeccasse, per di più nel Settore dedicato a quanti sono chiamati ad operare in caso di calamità!
Per quanto riguarda i cronisti, a parte Fogari che è stato perfetto, il maschietto si è sbizzarrito nello storico, affermando che i Corazzieri erano stati fondati nel 1557 e facendo riferimento “all’assedio francese del Piemonte” (non della sola Torino); la femminuccia non è stata da meno, nell’ordine: “le associazioni d’Arma contribuiscono alla formazione”, forse tratta in inganno dalla notizia che stava sfilando Giggetto, noto forgiatore di uomini; “sfilano le unità della Marina che operano sulle navi e sui sommergili”, per distinguerle da quelle che operano in montagna; domanda a Fogari “la divisa bianca degli alpini è particolare?”, visto che gli Alpini con la neve non hanno rapporti.
Io ho finito (e non dite “meno male”!); Uno di Noi (non Vi dico chi è per non rovinarVi la sorpresa) mi ha anticipato un’idea per i futuri “2 giugno”; non Ve la dico per lo stesso motivo ma la reputo giusta, fattibile e sicuramente “sobria”.
Un abbraccio a Tutti,
Ettore.

Lo sapete .....


 
Con i 500 Milioni di Euro del finanziamento pubblico ai partiti che risparmierem(m)o  il prossimo anno potrem(m)o costruirne ben 500, dei meglio attrezzati,  su una superficie di almeno un milione di metri quadrati :  pensate,  un campo con i lati di 1 Km!!!

Magnifico o ……. un sogno ?! 

(U.d.B)