Le ultime
riflessioni pubblicate sul Blog ed i relativi commenti hanno generato in me
perplessità, forse un pizzico di delusione e qualche dubbio. Il ruolo delle
donne in Istituzioni quali le Forze Armate può dare adito a mille discussioni
inerenti le mansioni ad esse attribuibili ma questo aspetto si è alla fine materializzato
in una mera diatriba generazionale nella quale ha preso il sopravvento il
vecchio contrasto maschilismo/femminismo.
Un dialogo poi fra soggetti ben identificati e un’ombra sconosciuta che
si definisce “anonimo” non potrà mai essere sereno perché i primi si sentono
autorizzati a ridicolizzare colui che lancia strali nascondendo la propria
identità e il secondo può usare parole e toni offensivi perché convinto di
mantenersi immune da ogni possibile conseguenza.
I commenti sulla
vergogna istituzionale, a parte gli ultimi due di Marcello e Carlo sui quali
dirò in seguito, mi hanno fatto ritornare agli arbori del nostro Blog quando le
mie riflessioni “politiche” avevano suscitato qualche risentimento espresso poi
sia in maniera diretta, attraverso la contrapposizione epistolare, sia indirettamente
tramite la rinuncia alla partecipazione attiva; non posso nascondere che
compagni di Corso come Giggione, a Modena esempio di positività in ogni sua
manifestazione, siano spariti perché, forse, convinti che parlare male di
questa destra sia un’apoteosi dell’odiato comunismo. Io penso che rinunciare al
dialogo sia una manifestazione di ottuso oscurantismo e voglio augurarmi che
Oliviero non metta in atto la minaccia di non scrivere più. L’Accademia ci ha
uniti per la scelta comune ma il Blog ha dato, a coloro che lo frequentano
attivamente, la possibilità di conoscersi e di apprezzare sia i nostri difetti
che le rispettive qualità. Io invidio, in senso buono, la sagacia di Ettore,
l’altruismo di Carlo Minchiotti, il pragmatismo di Oliviero, la genuinità di
Gabrio, la fede di Carlo Maria, l’ironia di Giovanni, l’intelligenza di Carlo
Mori, le competenze di Marcello e Renato e scusatemi se ho dimenticato
qualcuno; certo, però, non si può dimenticare Giggetto (all’anagrafe,
Pierluigi) che scriverà pure poco ma....lavora tanto: e come lavora!
A volte, però,
nei commenti tutte queste qualità sembrano sparire per lasciare il posto a
stati d’animo non ben identificabili ma dai quali si percepisce un misto di
rancore e di distacco che non si giustificano con gli scopi della nostra
partecipazione. Personalmente, non ho mai partecipato ad alcuna protesta di
piazza o ad associazioni con finalità politiche e non lo farò certo ora che ho
la consapevolezza del decadimento di ogni mia espressione fisica ed
intellettiva; ma ciò non deve permettermi di giudicare negativamente le altrui
voglie o di dimostrare le mie ragioni ridicolizzandone i modi. Chi o cosa dà
all’anonimo sconosciuto la possibilità di considerare tutti illusi sognatori,
affermando la razionalità di uno solo di essi? Credo che un comportamento
corretto dovrebbe portare colui che è contrario ad una iniziativa a spiegarne
le ragioni o, al più, tacere e non parteciparvi.
Gli ultimi due
commenti di Marcello e Carlo Mori hanno suscitato dubbi su convinzioni che ho
maturato in oltre trent’anni di professione “civile” e mi piacerebbe che questo
argomento fosse approfondito. Da manager nel settore finanziario (sono stato
direttore generale di BNP Leasing e BNP Leasimo group Banque Nationale de
Paris) ho conosciuto il mondo bancario comprendendone l’importanza che esso ha nell’economia
nazionale ed internazionale ma non ho mai considerato questa importanza
determinante per la comunità. Cerco di spiegarmi meglio; la banca può determinare
il mantenimento in vita o la fine di un’azienda e a volte lo fa perché spinta
da politici ma, nella stragrande maggioranza dei casi, è a ciò determinata solo
dalla propria politica interna e da necessità di bilancio. In termini
bilancistici, una messa a perdita per fallimento di un credito può essere più
pericolosa di un mantenimento o, addirittura, una ristrutturazione del fido e
ciò anche se, finanziariamente, l’operazione è un disastro. Se i politici
chiedessero alla Guardia di Finanza di controllare gli ammortamenti e le
valutazioni crediti di tutte le banche italiane avremmo molte sorprese in
negativo ma ciò potrebbe determinare una destabilizzazione economica notevole e
io non credo che questo non si faccia per la potenza delle lobby bancarie ma,
piuttosto, si evita di farlo per la volontà, che condivido, di mantenere un
certo equilibrio. Ciò che è estremamente negativo è che, quando le scelte
aziendali sbagliate non possono più essere nascoste, si decapita il vertice,
pagando fior di quattrini ma queste sono scelte imprenditoriali private e sulle
quali uno Stato capitalista e liberale non può intervenire.
L’imprenditoria
influenza totalmente il mondo economico e, da legale, ho seguito le vicende di
una grossa impresa di costruzioni operante nel settore pubblico potendo,
quindi, confermare la veridicità delle condotte illecite evidenziate da
tangentopoli. Ciò nonostante, non ho mai creduto a lobbies di potere determinanti
ma, piuttosto, ad associazioni, territoriali e prive di connessioni, fra
imprese ed alcuni politici aventi elevato potere rappresentativo o mansioni
operative settoriali. Sinora, quindi, ho sempre pensato che coloro che
influenzano realmente la comunità siano i politici che governano e,
conseguentemente, che siano le nostre scelte elettorali, non poteri occulti e
nascosti che da sempre tentano di formarsi ma che poi sono sistematicamente
ostacolati dalla democrazia e dagli effetti generati dalle loro stesse azioni.
Può darsi che, come dice Giovanni, la democrazia sia il vero male ma a me ha
dato la possibilità di crescere e di dire sempre quello che penso.
Un abbraccio a Tutti,
Francesco
Caro Francesco, ho già discusso con Ettore sulla lunghezza degli interventi iniziali e sulla opportunità, a parer mio, che gli argomenti vengano introdotti da messaggi più contenuti che diano l'avvio ad una discussione nel corso della quale gli stessi possano essere più ampiamente sviscerati col contributo di tutti. La mia proposta non ha avuto un gran seguito..e mi sembra che tutti continuiamo a seguire le "tradizioni" di questo Blog che vogliono l'introduzione dell'argomento iniziale piuttosto complessa e, spesso, molto vasta. Mi limiterò in questo caso a risponderti, Francesco, sull'ultimo mio intervento a proposito, se non erro di "vergogna..". In quella circostanza, dato per scontato il fatto che la nostra classe politica fosse tutt'altro che difendibile, mi ero soffermato sulle responsabilità del "POTERE", da disgiungere almeno in parte, dai politici (specialmente i "peones") che rispetto a vari altri centri di potere (economico, informazione, correnti della Magistratura, Sindacati, Banca d'Italia, Banche, Autorities del cavolo, Magistrature Amministrative, dirigenti ed alti funzionari del Quirinale, Camera, Senato, C. Costituzionale, dirigenti in pianta stabile di Regioni, Province, Comuni etc , Rai e via dicendo,tutti superpagati) almeno sono costretti a mettersi in discussione ogni cinque anni rischiando la non rielezione. Noi in effetti spariamo sempre sui politici..è più facile e demagogico (vedi GRILLO!), ma il vero Potere, quello impalpabile, caro Francesco, passa per mille altri rivoli, capaci di condizionare non solo i politici del Parlamento, ma anche i governi. Vedasi e solo per es. il CSM che è in grado di condizionare, anche con l'appoggio ed il potere dei singoli magistrati, le stesse scelte politiche del Parlamento (due "Repubbliche"-e non quella del giornale- sono cadute sotto l'incalzare delle Procure - sono dati di fatto..) ..e le Procure non sono composte di persone elette dal popolo, ma da persone che hanno vinto un Concorso per entrare in Magistratura..quindi la nostra Democrazia vacilla un po' e la stessa Sovranità popolare prevista dalla Costituzione, appare condizionata o condizionabile..Ed esistono fior di altri poteri..specie economici. Propendo pertanto non tanto per la riabilitazione, ma quanto meno per qualche attenuante a favore dei politici "peones", attaccati alla loro poltroncina, che impallidisce, per modestia, rispetto a quella di tanti altri papaveri, anamovibili, inossidabili fino a tarda età, e che percepiscono, specie quelli del settore economico, emolumenti che sono vere e proprie fortune. Ciao a Te ed a tutti. Carlo MORI
RispondiEliminaCaro Carlo, condivido la necessità di limitare settorialmente gli interventi e, aspettando che Marcello e qualche altro parli dei diversi altri poteri, mi soffermo su ciò che ti sta più a cuore: la magistratura. Le nostre personali esperienze sono state già espresse e, a parte la condivisione di idee sulla necessità di separazione delle carriere fra inquirente e giudicante (elemento che attiene eslusivamente la parità di diritti fra accusa e difesa) mi sembra che non siano mai stati messi in discussione l'onestà e la preparazione della maggior parte dei giudici o l'importanza della loro funzione indipendente ed imparziale in un paese che voglia definirsi civile e democratico. Concordo con te nell'auspicare un iter formativo diverso per i magistrati ma anche queso servirebbe a migliorarne la funzionalità dell'Istituzione non ad incidere sull'effettivo potere che essa ha. Analizziamo allora questo potere; tu dici che la magistratura ha determinato i cambi di legislatura e, considerando che gli ultimi vent'anni sono stati caratterizzati da Berlusconi, è evidente che tu ti riferisca alle di lui vicende processuali. Allora mi e ti chiedo, come ha fatto Berlusconi ad ottenere deleghe e poteri, nel tempo e nella sostanza, superiori a qualsiasi altro politico che l'abbia preceduto, nonostante l'intervento della magistratura? La risposta è molto semplice: incidendo sui processi con leggi ad hoc e riscuotendo la simpatia del popolo attraverso una campagna mediatica tesa a ridicolizzare e demonizzare prima il comunismo e poi la magistratura (oltre alla mendace rappresentazione di un paese da bengodi). In un paese strano come il nostro, le accuse a Berlusconi ne hanno rafforzato e non indebolito l'immagine. Concordo sul fatto che alcuni procuratori pecchino di protagonismo e ciò distorce la loro funzionalità pubblica ma in Italia siedono in Parlamento indagati, imputati e condannati in numero tale che nessun altro paese ha e ciò può essere possibile solo perchè non esistono Istituzioni operative pubbliche, quali la magistratura, che abbiano un potere superiore al Parlamento e, quindi, alla volontà del popolo. Il CSM, formato sempre più da laici legati ai singoli partiti, incide sulla formazione dei vertici, sui poteri disciplinari e, conseguentemente sull'efficacia operativa dei singoli magistrati, ma, nel breve periodo, non potrebbe mai pilotare la volontà del popolo come può fare il Giornale o Repubblica o L'espresso o Panorama etc.etc. mentre, nel lungo periodo, i soli elementi decisivi per l'elettorato sono caratterizzati dalle necessità impellenti, dalla rabbia, dall'impoverimento e dalle frustazioni.
RispondiEliminaTi abbraccio
Francesco
Caro Francesco, quando imperversò mani pulite con i suoi eroi, Berlusconi ancora non esisteva politicamente ed assistemmo in quel caso ad uno sfascio della politica di allora un po', diciamolo, a senso unico. I magistrati del Pool dell'epoca, poi ,alcuni stranamente approdarono alla politica: uno al Partito Comunista (o Pds), Di Pietro come sappiamo, gli altri erano noti per le loro simpatie politiche, non certo destrorse. Fatto sta che, nonostante il compagno Greganti, l'unica forza politica che sopravvisse indenne nonostante le note "rimesse" dall'URSS fu
RispondiEliminaquella che sappiamo (un caso?). E fin qui Berlusconi non c'entra. Tu escludi che ci sia stato poi un accanimento giudiziario nei confronti del Berlusconi? Se fossi in te non ne sarei tanto sicuro.. Chi controlla effettivante i Magistrati, specie quelli delle procure? Non rispondermi in linea teorica...Qualcuno nel Blog tempo fa parlò di un libro di un certo Liviadotti: "Magistrati, la supercasta". Non so se lo hai letto..io gli ho dato una scorsa ed ho trovato la riprova a tante supposizioni. Ora quelli di mani pulite sembrano sbarcare anche alla Rai.."mani pulite" o come disse qualcuno a suo tempo "mani politiche"?. Il Csm caro Francesco come tu ben sai è composto a grande maggioranza da Magistrati (oltre i 2/3) ed i restanti eletti dal parlamento in seduta comune sono prof. ed avvocati che rispecchiano tutte le linee politiche. Quindi puoi immaginare quanti potrebbero essere al massimo i filo berlsconiani..lo abbiamo visto...due, max tre su ventuno. Ed abbiamo visto come il Csm interviene anche nei confronti del Parlamento, con pareri che sembrano veri e propri diktat! Anche se non richiesti. E' ovvio che in Parlamento, peraltro, ci sono altri Magistrati, eletti, che fanno da sponda. E' inutile che ci ripetiamo..Ma che tu ritenga che la straminoranza dei membri laici del Csm influenzi in modo incisivo le decisioni di quell'organo, Francesco, per piacere..non dirlo, oppure, dillo, ma non crederci, non puoi essere convinto di questo! Ciao, un abbraccio. Carlo MORI
Probabilmente mi sono espresso male ma quello che volevo dire è che alla fine il CSM non ha inciso sulla volontà degli elettori qualunque siano le azioni dei magistrati e che, al contrario, l'accanimento della magistratura contro Berlusconi (a ragione dico io, a torto dici tu ma questo è irrilevante ai fini del nostro discorso) gli ha solo portato voti. Nel periodo di tangentopoli, seguivo le vicende di imprese che hanno dato soldi a Greganti e alla quasi totalità dei politici incriminati; la differenza sostanziale fra il partito comunista e gli altri partiti quali psi, psdi e dc consisteva nel fatto che il primo prendeva soldi tramite personaggi non politici, quale era il Greganti, per sovvenzionare le sedi locali e le cooperative rosse; gli altri per foraggiare (con conti all'estero) i singoli personaggi. E' evidente che in un simile contesto era più facile attaccare penalmente il soggetto a carico del quale erano stati riscontrati indizi probatori certi. Non dimentichiamo che la fazione politica che ne è uscita realmente con le ossa rotte è stata proprio la sinistra con la distruzione del psi e del psdi e la disgregazione dei democristiani morotei. Ripeto, è vero che molti membri della procura si sono politicizzati (proprio perchè hanno capito che è lì il vero potere) ma la loro azione non ha influenzato alcuna legislatura tanto che durante tangentopoli è incominciata l'ascesa del neo politico più vicino al socialista (non liberale o missino) Craxi (grazie al quale aveva potuto acquisire, gratis, il grande potere mediatico). A mio avviso la composizione del CSM può essere importante solo per la funzionalità operativa della magistraura ma ogni decisione di questo organo non ha mai influito sulla volontà del popolo. Anzi ha sempre influito negativamente molto di più l'attacco ad esso, come ad altre Istituzioni pubbliche che agiscono per il rispetto della legge.
RispondiEliminaFrancesco
Ragazzi,
RispondiEliminaè interessante e piacevole leggerVi, però è pure una palla da niente leggere sempre di Magistratura, di CSM, di "riforma"....è inutile che continuiamo a menar il can per l'aia: la Magistratura ha un potere immenso, insindacabile, impunibile; è "governata" da un Organo composto di Magistrati, che è eletto da altri Magistrati, ai quali deve rendere conto; e, anche se indirettamente, non permetterà MAI che venga toccata dalla pur banale "riforma": nemmeno di friso!
Non mi va di ripetere cose che ebbi modo di dire tempo fa proprio su questo Blog; dico solo che l'affare si è talmente arrovigliato (espressione dialettale ciociara che sta per, ingarbugliato!)che nemmeno un Alessandro (ammesso che ci sia) potrebbe districarlo.
Ciò detto, vorrei soffermarmi sulle Vostre reiterate affermazioni circa "la volontà del popolo": Ragazzi, per piacere smettiamola di prenderci per i fondelli; smettiamola di parlare come se quello che è scritto nei sacri testi costituzionali trovi una reale applicazione; smettiamola, insomma, di illuderci!
Se le mie reminiscenze non mi ingannano, il termine "volontà" comporta la realizzazione di determinati fini, a seguito di una decisione presa in piena autonomia; se così è, ditemi Voi quale di quei sostantivi può essere abbinato al "popolo" italiano?!
In che cosa consiste il nostro potere decisionale, infatti, se non in un freddo ed agnostico atto notarile della "volontà" (quella sì!) di un altro che ci ha messo sotto il naso una lista di nomi sconosciuti!!!
Quante "volontà del popolo" espresse in refendum a maggioranze bulgare sono state rispettate?
Quanti "eletti" che hanno tradito la fiducia del popolo con atti vergognosi sono stati affidati alla patrie galere (vediamo stasera Lusi!)? Quante sono state le propesse che si sono concretate e sulla base delle quali il "popolo" aveva espresso la sua "volontà"?
No, cari Amici, mettiamoci in testa che -noi "popolo"- contiamo meno del due di briscola o, se volete un'espressione tanto colorita quanto realistica, pensate a quello che dice il Marchese del Grillo in proposito.
Quando e se, quel "popolo" potrà riappripiarsi della sua utonomia decisionale, allora, forse, le cose cominceranno a girare per il verso giusto; attenzione però che noi popolo italiano non è che siamo molto portati a far barricate; pensate: per venti anni abbiamo millantato per "rivoluzione" quella che era stata una gita fori porta un pò più allungata!
Vi abbraccio,
Ettore.
No caro Ettore, questa volta non concordo con il tuo pensiero. La nomina delle persone non votate dal popolo è frutto di una legge elettorale fatta da rappresentanti eletti e, comunque la si voglia girare, il Parlamento è l'espressione del popolo. Le campagne della magistratura contro la modifica delle rogatorie internazionali o contro il falso in bilancio o contro le prescrizioni brevi sono state tutte regolarmente perse perchè, anche se la situazione fosse come tu l'hai descritta, evidentemente il potere della magistratura nulla può contro quello degli eletti dal popolo. Monti occupa quel posto non per volere della magistratura o di altri poteri istituzionali (che le banche non falliscano è interesse di tutti coloro che hanno qualche risparmio) bensì per volere del partito di maggioranza con l'avvallo dell'opposizione conscia di non essere in grado (e forse di non ottenere i voti necessari in elezioni anticipate) di portarci fuori dalla melma in cui eravamo. Il 10% di Grillo, che come la Lega di tanti anni fa determinerà le tendenze future, viene dal popolo e non da lobbys particolari. Se Berlusconi fosse stato più furbo e capace e, con l'enorme tempo e potere a sua disposizione, avesse fatto qualcosa di poco popolare ma più utile ai bilanci dello Stato, sarebbe arrivato ad una repubblica presidenziale capace di soffocare ogni altro potere collaterale perchè nessuno come lui ha mai avuto il consenso del popolo; nonostante la magistratura e l'appartenenza ad una imprenditoria quanto meno discutibile. Il popolo è stato determinate nella scelta del cattolicesimo contro il comunismo, nella scelta dell'assistenzialismo sindacalista contro la libertà di mercato e anche nella scelta del bipolarismo contro la frammentazione partitica.
RispondiEliminaFrancesco
Caro Francesco, Il CSM e la magistratura in genere non hanno bisogno di influenzare l'elettorato (a quello ci pensano le fazioni politiche e gli organi di stampa che fanno a loro ed al loro gradito operato da cassa di risonanza). Loro mettono in ginocchio con il loro "zelo" chi e quando vogliono, agendo direttamente non sull'elettorato, ma, volendo, anche direttamente sui suoi rappresentanti eletti e le loro più alte espressioni politiche (Governo e Parlamento, Regioni, comuni etc). E' semplice: sono i PM che decidono se un caso concreto possa essre considerato reato o no! Se decidono per il si, il malcapitato (o i malcapitati) entra in un tritacarne da cui uscirà comunque distrutto, anche in caso di successiva assoluzione. Le cose andranno ancor peggio quando la stampa darà risalto con ipotesi e teoremi che si intrecciano con quelli dell'accusa. La combinazione giudiziario-mediatica sarebbe capace di distruggere anche un santo...Il nostro sistema la favorisce, a proposito, hai letto il libro di Liviadotti? Ciao, un abbraccio. Carlo Mori
RispondiEliminaCarissimo Carlo non ho letto il libro di Liviadotti e prometto che lo farò. La nostra discussione sulle lobbys - nel contesto limitata alla sola magistrura - verte però sulla reale influenza che queste hanno nella determinazione socio/economica/politica del nostro Stato e per convincermi su quanto dici devi portarmi qualche esempio di partito, o politico rappresentativo, distrutto dalle procure. L'esempio di tangentopoli non calza perchè le malversazioni erano esistenti e coloro che sono stati condannati erano colpevoli. Solo chi non conosce il diritto e le norme processuali può delegittimare quell'esempio eclatante di corruzione politica ed imprenditoriale dicendo che erano colpevoli anche coloro che non sono stati condannati ma tu no perchè sai che non è vero. Comunque, come ho sopra detto, i partiti di sinistra e centro sinistra decapitati dei propri vertici, sono rinati, con maggior potere, nell'allora neo costituito centro/destra voluto dal popolo con il superamento della maggioranza assoluta. Esempi di gente distrutta dai PM esibizionisti ci sono nel mondo dello spettacolo: Tortora, Luttazzi, Chiari etc. etc. ma questi non erano protetti dal voto elettorale. Io credo più nell'influenza delle lobby finanziarie malavitose capaci di erodere l'efficacia operativa delle Istituzioni ma anche queste, se vogliono pilotare uno Stato come il nostro, devono farlo creando rappresentati del popolo....cosa ne dici Marcello?
RispondiEliminaTi abbraccio
Francesco
Caro Francesco, concordo sul fatto che i centri di potere al di fuori e forse al di sopra della politica sono diversi e che non sia giusto concentrarsi sempre sui problemi del potere dei PM (più che dell'intera Magistratura). E' un discorso che abbiamo fatto più volte e da cui traspare anche una formazione prevalentemente civilistica (quella tua) ove l'iniziativa è di parte,ed il magistrato è veramente terzo, a fronte di quella prevalentemente penalistica (quella mia) ove si procede,fondamentalmente, d'ufficio e che comporta, quella mia, sia come vecchio Uffle di PG, che come recente avv.to penalista, contatti con quelle particolari figure di magistrato che sono i PM. Venendo subito alle tue richieste la risposta verrebbe facile se tu non affermassi subito dopo la domanda che "tangentopoli" non calza. Vorrei subito sgombrare il campo da dubbi ed affermare che lo scoprire il mondo della corruzione politica fu da considerarsi un grosso merito, non una colpa. I metodi mi lasciarono e mi lasciano perplesso. Suicidi, confessioni estorte con pseudo minacce etc.
RispondiEliminaA questo seguì comunque, se ben ricordi, una alta percentuale di assoluzioni. Una serie di comportamenti, specie da parte di un PM che poi si darà alla politica, sollevò non pochi dubbi, ma non venne, a mio avviso, adeguatamente censurato. Nessuno, politici a parte, pagò, per le inchieste condotte con metodi talvolta da far west, ed altro. Ti ricordo ancora una volta che, chi decide se un certo comportamento potrebbe costituire reato o no, è il PM ed in questa fase ognuno mette, o meglio, può mettere del suo. C'è un a grande discrezionalità (troppa)in questo. Lo stesso caso può essere ritenuto reato da un Pm e non , invece, da un altro, anche nella stessa Procura. Hai voglia tu, caro Francesco, di conoscere le norme processuali...è un problema di sostanza!La verità processuale, poi, come tu sai, specie nel penale prende strade talvolta tutt'altro che coincidenti con quella reale! E, certe volte (ma qui entra in gioco anche la diversa strategia difensiva dell'avv.to) il maggior responsabile del reato subisce una punizione talvolta di gran lunga inferiore a quella del responsabile marginale.Talvolta (spesso dipende dal PM-vedi infatti che certi reati vengono straperseguiti solo da certe procure e da certi sostituti. Circa coloro che "non sono stati condannati", sempre nella sostanza, vorrei ricordarti il discorso di Bettino Craxi in Parlamento, quando nessuno (!) si alzò. Forse erano tutti consci di aver agito più o meno come lui, almeno fino a quel momento. Concludo ribadendo quello che dissi tempo fa..la legge non sempre è uguale per tutti, specie quella penale. Dipende molto dal PM che la interpreta e la applica. Finito il discorso sulla Magistratura, sono d'accordo con te sulle lobbies finanziarie, autentici paradisi da un punto di vista economico, e poteri condizionanti. Anche quelle industriali lo sono, grazie ad armi quali il ricatto occupazionale etc., ma un potere veramente condizionante è quello dell'informazione! Quello si, che influenza tutto o quasi, incidendo sulla la pubblica opinione ed indirizzando talvolta anche, conseguentemente, l'azione degli apparati dello Stato. Si creano mostri, teoremi spesso infondati, si demonizzano gli avversari, si inventano slogan che piano piano diventano verità assolute..e via dicendo. In fondo, come ti dicevo, i politici peones, in questo gioco contano come il due di briscola! Ciao, un abbraccio. Carlo MORI
Caro Carlo mentre i nostri amici vacanzieri festeggiano Carletto noi insistiamo con i nostri discorsi impegnati. Certamente non ho la tua esperienza per esprimere giudizi sui PM e non ho ragione per confutare quello che dici. Il fatto che condivida l'idea che per avere una adeguata parità di trattamento fra difesa ed accusa sia necessario dividere le due magistraure significa che sono conscio del potere processuale della Procura. Tutte le Istituzioni pubbliche più importanti hanno bisogno di "aggiustamenti" e su questo argomento sarebbe interessante analizzare il processo di formazione dei relativi vertici e la natura delle deleghe loro assegnate (argomento solo sfiorato da Marcello). Qui, però, volevo parlare di quel potere capace di incidere sostanzialmente sulla vita quotidiana di tutti ed insisto sul fatto che l'unico sia quello legislativo esercitato dagli eletti dal popolo. Ho prima dichiarato la mia contrarietà alle affermazioni di Ettore perchè troppo spesso accusiamo (giustamente) i politici dimenticando che essi sono stati eletti da noi e che, troppo spesso, formiamo le nostre convinzioni elettorali (almeno sino a quando non ci incazziamo e facciamo il contrario o non votiamo) su slogan stereotipati e mediatici. Ecco, anche sul potere dei media concordo con te ma analizza come questo sia cambiato nel tempo. Sino a vent'anni fa esistevano alcuni giornali di partito e i più importanti quotidiani e settimanali riportavano le notizie in maniera molto più asettica e giornalistica. Da quando Berlusconi (editore/imprenditore) è entrato in politica non esistono più giornali che possano definirsi tali perchè o sono suoi, e quindi fanno propaganda, o sono contro, e quindi fanno propaganda. Per poter comprendere adeguatamente gli effetti di un qualsiasi imput lanciato dai nostri eletti, la gran parte di noi si affida alle considerazioni di questi giornali e la conseguenza è un voto mai ponderato. C'è qualcuno di noi che ha le capacità e la forza di poter fare qualcosa per migliorare la situazione?..,promuova un referendum popolare che permetta le associazioni politiche all'interno di due soli insiemi e ai quali possano parteciparvi solo coloro che non abbiano mai ricevuto una qualsiasi imputazione e che abbiano una adeguata preparazione culturale (mi spieghi perchè un cancelliere debba essere laurato e un assessore o parlamentare no); limiti il finanziamento pubblico a queste due sole associazioni politiche determinadone l'ammontare ad una percentuale minima rispetto al PIL; renda pubblica ogni negoziazione commerciale fra Stato ed imprenditoria; adegua il pubblico impiego a quello privato con particolare riguardo alla produttività, ai carichi di lavoro, alle retribuzioni, alla meritocrazia e ai licenziamenti; privi lo Stato di tutto ciò che genera solo costi attraverso dismissioni pubbliche e gestite da enti territoriali; metta un tetto alle retribuzi (e alle pensioni) faraoniche con divieto dei doppi incarichi; rispetti la dignità dell'uomo elaborando un più efficiente sistema fiscale (aliquote diverse) e sanitario (su tutto il territorio statale); contribuisca ad una vera unione fra nord e sud evitando sprechi ed agevolazioni a fondi perso. Non dirmi ora che le imputazioni le determinano i PM perchè qualcuno deve pur farlo.
RispondiEliminaTi abbraccio
Francesco
Ok, caro Francesco, arridagli con Berlusconi!..i giornali sono diventati così come tu dici a causa del "bipolarismo"(male minore)..uno dice una cosa e l'altro il contrario..sempre, anche troppo. E quale dovrebbe essere il voto ponderato se togli la libertà di stampa? Quello indicato dalla censura? Coloro che non abbiano mai ricevuto alcuna imputazione..Francesco, ma allora le liste elettorali le faranno le Procure!(pericolo di cui già ti ho parlato). Perchè poi un politico dovrebbe essere per forza laureato? Toglieresti il sacrosanto diritto all'elettorato passivo riconosciuto (anche costituzionalmente) a chiunque! (poi con le lauree fasulle che circolano oggi..). Anche l'adeguamento del pubblico al privato non è cosa facile, Francesco, la meritocrazia chi la stabilisce? va a finire che le raccomandazioni avrebbero più spazio che in passato. Sul tetto alle retribuzioni ed alle pensioni con me sfondi una porta aperta..ne ho viste e sentite veramente troppe in questa Jungla retributiva (così si definiva una volta). Anche il potere legislativo al quale la Costituzione stessa riconosce il punto più alto della sovranità dello Stato, come è ridotto? Si è ridotto a far leggi piene di toppe, per non irritare nessuno ed a buttar fuori norme che hanno talvolta il contenuto di "circolari", spesso in contrasto più o meno velato fra loro, tanto da disorientare il malcapitato che deve applicarle. Siamo ormai quasi alle "grida" di manzoniana memoria. Niente è più certo. E consentimi di dare ancora una volta una stoccatina ai PM, che in questo caos normativo possono con una discrezionalità ancora maggiore applicare le leggi che più convengono in quel momento alle loro convinzioni. Un maggior controllo , a parer mio, ci vorrebbe anche per questi signori, a cominciare dall'impostare l'organizzazione delle Procure in modo veramente gerarchico, con la possibilità di consentire l'avocazione da parte del P.re Capo e la possibilità di assegnare il fascicolo ad un altro sostuituto. Comunque, caro Francesco, in questi giorni, a quanto pare, non sono l'unico a ritenere che esistano grossi problemi nell'Ordine giudiziario, qualcuno ha parlato addirittura di schegge impazzite... Mi piacerebbe tanto parlare con te di queste cose a voce. Ti avevo detto di chiamarmi quando vieni a Roma, per me sarà un vero piacere raccontarti casi reali e specifici. Ciao, un Abbraccio. Carlo MORI
RispondiEliminaOddio, due giorni col PC spento e mi ritrovo con tante di quelle problematiche che non lasciano scampo al pensiero. Mi limito alla discussione sui PM ... ma ritornerò in seguito sulle altre. Tutte le disfunzioni segnalate derivano quasi tutte dal fatto che nella novella formale dell'89 ( ormai 25 anni fa) il Parlamento decise di abbandonare (finalmente) il rito inquisitorio per quello accusatorio, applicato da sempre nel mondo occidentale. In breve, il nuovo rito ( piena parità fra difesa ed accusa, i "famosi"PM", con le decisioni ed i giudizi interamente lasciati al giudice terzo)) implicava un mutamento di mentalità degli appartenenti sia dell'ordine giudiziario e sia di quello forense. Non solo non è avvenuto questo, ma disposizioni legislative seguenti hanno fatto fare molti passi indietro all'impianto originario (di per se già ridotto nell'ambito della naturale dialettica parlamentare) non consentendo alla "giustizia" di guadagnare l'altra sponda del fiume, e all'Italia di collocarsi a pieno titolo nel mondo occidentale. E ciò, a mio sommesso parere, è accaduto sia per colpa della forte corporazione dei magistrati e sia per una non chiarezza (pressapochismo?) della classe politica che, immersa a coltivare -coadiuvata dagli alti tecnocrati- i propri spiccioli interessi si è dimenticata degli interessi dei cittadini. Questa condotta abominevole ha leso e continua a ledere "un principio universale" della dottrina liberale: parità assoluta fra accusa e difesa che si confrontano di fronte al Giudice terzo. Questo significa la separazione netta fra magistratura inquirente e giudicante. Per "principio" sono queste, ripeto nel mondo occidentale, funzioni diverse e come tali devono essere legislativamente contemplate. So bene che a ciò si oppone "l'obbligatorietà dell'azione penale" e che il suo abbandono drenerebbe, specie nel nostro Paese, l'uguglianza piena dell'applicazione della giustizia: molti giuristi sostengono in proposito che non esiste ancora in Italia quella "maturità" propria di un popolo autenticamente democratico. Ma se noi non siamo "democratici" dovevamo allora rimanere al rito inquisitorio. Certo è che non si può restare in mezzo al guado in eterno: si rischia di affondare ... ed è quello che sta accadendo. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: lo strapotere dei PM denunciato da Carlino, l'impotenza degli avvocati e la estrema confusione che regna nell'Ordine, il permanere di "rendite di posizione" inaudite, l'intromissione continua ( prevaricazione?) di un potere nell'altro non garantendone l'autonomia, i giornalisti che non sanno come barcamenarsi, una continua incertezza che pervade il mondo economico finanziario e sociale ( e quelli in posizione dominante ne approffitano alla grande), i mafiosi che, con i pentiti o pseudo tali, mischiano falsità e verità a loro piacere, le indagini giudiziarie che seguono percorsi involuti e con la "prova" che non si forma in dibattimento ma che viene "incanalata" precedentemente verso volute direzioni, con le prescrizioni dei nreati che si allungano e/o si accorciano a piacimento. Insomma un disiquilibrio che destabilizza. Tutto ciò immerso in una crisi economica che non ha precedenti. Quella del '29 era un'altra cosa: il mio richiamo alla repubblica di Weimar è stato solo ad adiuvandum.
RispondiEliminaPer quanto concerne il mondo bancario pongo, per ora, due domande secche: le banche sono ancora istituti di intermediazione creditizia o merchant banks? E' vero che la Banca d'Italia è di proprietà delle fondazioni bancarie? Ciao a tutti, Marcello
I giornali dell'ultimo ventenni non hanno difeso l'uno o l'altra parte di un inesistente bipolarismo bensì i rispettivi padroni, Berlusconi da una parte e De Benedetti dall'altra. Qui, comunque, non stavo parlando di lui ma del suo potere mediatico magistralmente utilizzato per muovere una massa che ha creduto in un sistema liberale capace di creare lavoro e ha avuto una guerra fra istituzioni, ministri guitti, maggioranze comprate e completo disinteresse sulla gestione dello Stato. Sulle Procure condivido. L'analisi di Marcello ma credo che cio' che maggiormente freni l'equipparazione accusa difesa, sia la commistione giudice PM. Credo che la Banca d'Italia abbia svolto bene il compito di controllo e per questo siamo messi meglio di altri Stati. fatemi pero' capire, voi pensate veramente che i nostri problemi derivino dalle Procure e dalle banche? Francesco
RispondiEliminaMa no, Francesco, i nostri problemi derivano da molte cose. Fra queste anche il sistema giudiziario col problema dei PM ed il potere economico, Banche in particolare, ma non solo...ci siamo espressi ampiamente su tutto e più volte. Le guerre fra Istituzioni cui tu accenni probabilmente fino allora non c'erano state grazie all'egemonia di un'area di potere che aveva tranquillamente avuto il sopravvento su tutto il sistema. Un'estabilishment, cioè, vero e proprio, turbato probabilmente ed improvvisamente proprio dall'entrata in politica del Cavaliere. E questo, forse fra i tanti suoi demeriti, è stato, così io lo ritengo, un grande merito. Fino ad allora la Stampa, la Cultura, il Cinema, l'Arte i Media in genere erano determinati da personaggi di un certo orientamento, che facevano il bello ed il cattivo tempo e creavano e dovevano creare opinione. Vedi quanti scrittori, registi, artisti di orientamento non sinistrorso avevamo avuto in passato! Pochi anche adesso, ma qualche minimo accenno di dissidenza con la cultura imperante del passato c'è stato! Era, quella precedente, una pace senza contraddittorio, a senso unico..o la pensavi così, o ti adeguavi o, semplicemente, non esistevi. Marcello, per quanto riguarda la tua richiesta, è vero che la Banca d'Italia, Ente privato quando le fa comodo ed Ente di diritto pubblico (Istituto di Emissione ed organo di Vigilanza sul credito, Banche etc.) quando le fa comodo per altri versi, è di proprietà di fondazioni bancarie e di Banche e di strutture economiche minori. Quando lo seppi ci rimasi male, non me lo sarei mai aspettato. Potrei risponderti in modo più preciso, ma non ho la pazienza di andare a rivedere questi importanti particolari. Un caro saluto. Carlo MORI
RispondiEliminaCaro Carlo non confondiamo il mondo intellettuale o pseudo tale con il giornalismo e il sistema economico sociale. La cultura sinistroide ha sempre fatto tendenza perchè, in apparenza, difende i diritti basilari dell'uomo ma il giornalismo di cui parliamo difende solo il suo padrone. L'unico giornalista che faceva politica ideologica era Montanelli ed è stato il primo a capire che Berlusconi non aveva nulla a che fare con la destra liberale che diceva di rappresentare. Nel mondo economico non ho mai sentito alcun condizionamento pur professando libertà di mercato e meritocrazia. Ho visto invece, negli anni 80/90, politici del centro sinistra che, ridicolizzando i vecchi, hanno promesso assistenza e sviluppo e che invece hanno fatto della corruzione il modus vivendi dello Stato. Quei politici, osannati allora per il nuovo che rappresentavano, sono tutti transitati nel "centro destra" e hanno continuato a fare quello che facevano continuando ad avere l'approvazione del popolo. Se le cose stavano come dici tu, in questi vent'anni le Istituzioni prima dominanti sarebbero state ridimensionate e non mi sembra che ciò sia avvenuto; al contrario, una legislazione faziosa e vuota di contenuti sociali ha crato maggiore impunità e tendenza alla disonestà. Sulla Banca d'Italia, non capisco perchè l'apporto delle Fondazioni debba creare perplessità; il mondo bancario da noi è privato ed è logico che siano le stesse banche a volere un organo che controlli l'operato di tutti (io vedo funzioni pubbliche più nella CONSOB). Ciò che conta è che essa svolga bene il proprio compito e questo le è riconosciuto in campo internazionale. Un abbraccio
RispondiEliminaFrancesco
Caro Francesco, Tu mi parli del famoso "trasformismo" politico degli italiani, già documentato nell'alto medio evo nell'"Adelchi" di manzoniana memoria..Al mio paese (in Toscana) si ricordano ancora di alcuni "capetti fascisti" diventati partigiani comunisti, fra i più accaniti, che andavano a picchiare - e ancora peggio - coloro ai quali..avevano insegnato ad essere fascisti! E' chiaro che Berlusconi abbia utilizzato ex-compagni per rilanciare il suo movimento politico di pseudo destra. Anche questo è stato un atto intelligente, ammettiamolo. A sinistra (ed era l'unica via per fare strada fino a quel momento) non c'era più spazio...c'era intasamento per interesse, soprattutto, e per demagogia,e non tanto,intendiamoci e come poteva apparire, perchè apparentemente si difendevano i diritti basilari(?) dell'uomo. Moltissimi industriali "sfruttatori" o avevano infatti addirittura la tessera del PCI o davano soldi alla festa dell'Unità (ipocrisia italiana?). E fino ai nostri giorni..pare che non si possa essere un valido rappresntante della sinistra se non sei milionario (di Euro, si intende). Tutti hanno padroni, Francesco, nei mass media, non solo Berlusconi o De Benedetti (che da buon ebreo può contare anche su potenti lobbies), ma anche altri potentati, soprattutto economici e..guarda caso, anche pseudo religiosi (Famiglia Cristiana ed edizioni Paoline insegnano..). La corruzione, caro Francesco o quella che viene chiamata tale e prima come tale non veniva nemmeno considerata, dal dopoguerra c'è, ritengo, sempre stata. E' per quello che, ritengo, molti venivano invogliati ad intraprendere la carriera politica...ma quale passione! La si intraprendeva soprattutto per favorire coloro che gravitavano nella stessa area..ecco perchè prese piede il famoso "Manuale Cencelli" (altro non era che la ripartizione dei vantaggi e delle poltrone in proporzione ai voti raccolti- una specie di "tre semplice" dei benefici della politica)..per mantenere una pace.. che regnava in tutto l'arco costituzionale (il MSI era, come ricorderai, escluso). Oggi si incrimina anche per voto di scambio (?) e ci si scandalizza pure..quando tutti sanno che i voti spesso e da sempre si danno per ottenere qualche vantaggio da chi viene eletto...Purtoppo, caro Francesco, chi più "magna" mai si sazia e le cose sono andate via via sempre più peggiorando. Sulla Banca d'Italia, all'interno della quale ho fatto servizio per oltre tredici anni il discorso appare molto complesso. Ho dei testi che riguardano la costituzione e la struttura dell'Istituto, peraltro, ma fra un trasloco ed un altro non ricordo dove li ho messi..sono comunque molto interessanti e..pieni di sorprese! Dovrei mettermi a ricercarli. Mi è parso di vedere, comunque, sempre, una grandissima capacità di spendere, grazie soprattutto agli introiti molto elevati che questo Ente "privato" percepisce per i servizi pubblici svolti per conto dello Stato. Mi pare di ricordare per esempio che la stessa produzione di un certo quantitativo di banconote viene a costare (se ben ricordo) molto più che alla Bundes Bank tedesca o alle altre Banche Centrali europee.. Ricordo poi (mi pare) inoltre, che un Capo-commesso della B. d'Italia percepisce (fra stipendi, tredicesime, turnazioni etc.) più di un Prefetto in carica, o di un Generale. Bene Francesco, prendi quanto ti dico come semplici osservazioni a seguito di sensazioni percepite e da approfondire, ma sono convinto che ci sarebbero anche li, in B.d'I. sicuramente, da rivedere alcune cose. Te l'ho detto, se un giorno vieni a Roma potremmo parlare a voce di molte esperienze.. e concludo dicendoti che, proprio qui a Roma, ove ho fatto servizio, a più riprese, per quasi una trentina di anni, in tanti Reparti, compreso quello che faceva vigilanza, scorta e sicurezza a quasi tutti i Ministeri (Difesa ed Interni esclusi), di cose perfette - o quasi - non ne ho viste molte!..Un caro saluto. A presto! Carlo MORI
RispondiEliminaCaro Carlo, a Roma o a Milano o da qualche parte ci incontreremo senza dubbio e potremo parlare di tutte queste cose e della diversità fra fubizia, diplomazia, intelligenza, arroganza, lungimiranza, egoismo, falsità etc.etc.etc.. Questo discorso era però iniziato da alcune affermazioni di Marcello, in parte da te avallate, secondo le quali alcuni poteri oscuri reggono le sorti del nostro paese e personalmente, pur riconoscendo che il fenomeno esiste e come, ho sempre creduto (e credo ancora) che la nostra volontà, espressa con il voto, sia determinante. Che poi questa volontà possa essere coartata dai massmedia o dall'attaccamento a passate ed utopistiche ideologie o, peggio, dalla voglia di essere come chi critichiamo, non cambia l'assunto. Abbiamo dimostrato in passato e lo stiamo facendo tuttora che siamo in grado di far nascere un partito importante da un momento all'altro e se persone della tua cultura, intelligenza e preparazione attribuiscono fattori positivi ad un governo che ha dato ampia dimostrazione di imperizia e negligenza, mi aspetto anche che il PDL riabbia la maggioranza relativa proponendo Alfano come primo ministro e Berlusconi all'Economia.
RispondiEliminaTi abbraccio
Francesco
Ok, Francesco, poi chiudiamo se no il brodo si allunga troppo e rimandiamo la conversazione ad un incontro fra noi, speriamo presto. Mi farebbe molto piacere. Per ultimo mi permetterei di non parlare di poteri oscuri od occulti dentro i quali ognuno a proprio piacere può facilmente collocare tutto (!) il peggio secondo le sue intenzioni...parliamo di poteri CHIARI e VISIBILI!
RispondiEliminaQuando si parla di informazione, di potere economico, di sindacati e di possibilità enormi da parte della Magistratura (e di una sua parte, PM in particolare..)ed altro, non mi pare si tratta di poteri "oscuri". Circa poi il fatto che la nostra volontà espressa con il voto sia determinante, non ne sono totalmente convinto, dati i condizionamenti che certi centri di potere (e non parliamo di quelli oscuri ed occulti!) possono imporre. Ciao, un abbraccio. Ci incontriamo in un prossimo intervento e, se possibile, anche di persona. CArlo MORI