giovedì 30 aprile 2009

ALMANACCO STORICO MAGGIO

Fatti e protagonisti della storia militare nazionale.


1. Occupazione di Lebda, Tripolitania , 1912 (Gen. Ezio Reisoli) .
2. Resa delle forze tedesche in Italia, 1945 (Gen. Karl Wolff) .
4. Nascita dell'Esercito Italiano, Torino, 1861 (Gen. Manfredo Fanti).
5. Spedizione dei Mille (inizio), Quarto (GE), 1860 (Gen. Giuseppe Garibaldi).
5. Liberazione del forte di Adigrat, Abissinia, 1896 (Gen. Antonio Baldissera).
6. Battaglie di S. Lucia e di S. Massimo (VR) , 1848 (Gen Eusebio Bava).
7. Attacco di "maiali" contro Gibilterra, 1943 (C.C. Ernesto Notari - 2° C.pal. Ario Lazzari ; Ten. G.N. Camillo Tadini - S.C. pal. Salvatore Mattera ; S.Ten. A.N. Vittorio Cella - S.C. pal. Eusebio Montalenti).
12. 10^ Battaglia dell'Isonzo (inizio), fronte isontino, 1917 ( Gen. Luigi Cadorna).
15. Combattimento di Calatafimi (TP), 1860 (Giuseppe Garibaldi) .
15. Offensiva austriaca Strafe Expedition (inizio), fronte trentino, 1916 (Feldm. F. Conrad).
16. Occupazione dll'isola di Rodi, Mar Egeo, 1912 (Gen. Giovanni Ameglio).
17. Resa della ridotta dell'Amba Alagi, Abissinia, 1941 (Amedeo D'Aosta, viceré d'Etiopia).
19. Fucilazione del S.Ten. Damiano Chiesa, irredentista, Trento, 1916.
19. Conquista dei Monti Kuk e Vodice, fronte isontino, 1917 (Gen. M. Gonzaga).
20. Combattimento di Montebello (PV) , 1859 (Gen. M. De Sonnaz).
24. Superamento del Piave, Prima Guerra Mondiale (inizio), 1915 (Gen. P. Frugoni).
26. Combattimento di Varese, 1859, (Gen. G. Garibaldi).
27. Combattimento di San Fermo (VA), 1859, (Gen. G. Garibaldi).
28. Occupazione delle Fonti del Timavo, (fronte isontino, 1917 (Magg. G. Randaccio).
29. Combattimenti di Curtatone e Montanara (MN), 1848, (Gen. C. De Laugier).
30. Battaglia di Goito (MN) , 1848 (Gen. Eusebio Bava).
30. Presa di Peschiera (VR), 1848 (Ferdinando di Savoia, duca di Genova).
30. Difesa di Passo Boule, fronte trentino, 1916 (Magg. Epimede Boccaccia).
31. Battaglia di Palestro (PV), 1859, (Vittorio Emanuele II° , re di Sardegna).
31. Conquista di Palermo, 1860 (Giuseppe Garibaldi).

lunedì 27 aprile 2009

Ci scrive anche il "Tenente" Fiore.

Sono l’allora Tenente Carmine Fiore, Comandante del 1° Plotone della 2^ Compagnia del 150° “Montello” e quindi “uno dei vostri”.

Ho letto con vivo interesse gli interventi di Suffoletta e Prizzi sul sisma in Abruzzo.

Con Leonardo Prizzi, cui ci legano anche saldi legami familiari, ci siamo visti ieri sera per un bellissimo incontro anche con altri amici.

Ricordo con grandissima simpatia Raffaele Suffoletta che ho rivisto all’Aquila quando ero Vice Comandante della Brigata “Acqui”. Insieme a lui, in quella circostanza, ho incontrato anche Papi, D’Andrea ed altri. Ho un ricordo bellissimo di quell’anno trascorso in quella città non solo per i Reparti costituenti la “Acqui”, ma anche per la bella gente abruzzese che ho imparato a stimare ed apprezzare per la solidità e linearità del carattere.

Mi è quindi particolarmente dispiaciuto apprendere dei morti, feriti e disagi provocati da questo sisma.

Sono pienamente disponibile a concorrere alle iniziative che il Corso vorrà porre in atto su suggerimento dello stesso Suffoletta. E mi farò anche tramite per un eventuale ulteriore contributo da parte del mio Corso di appartenenza (19° /144°).

Un saluto a tutti i “ragazzi” del 150° ed un abbraccio particolare a Suffoletta, Papi e D’Andrea.

Ten. (oltre 40 anni fa) Carmine Fiore.

sabato 25 aprile 2009

25 Aprile 2009.

Un'ora tra la gente di Modena.

Dalle 10.30 alle 11.30.

Il mercatino dell'antiquariato all'ex Ippodromo.







Il Mercatino del biologico alla Pomposa.



La manifestazione in Piazza Grande




(clicca sulle foto per ingrandire).
Se vuoi vederne delle altre, clicca qui e scegli Slideshow.


venerdì 24 aprile 2009

Ancora Zuff sul terremoto in Abruzzo.

IL TERREMOTO IN ABRUZZO

Il sisma

I dati ufficiali del terremoto che ha colpito L’Aquila e la sua provincia alle ore 03,32 del 6 aprile u.s. parlano di una scossa sismica di intensità variabile da 5,8 – 6,3 della scala Richter, magnitudo 6,2, durata 30 secondi, profondità di circa 9 km.

La sensazione di chi l’ha vissuta è che l’intensità sia stata maggiore di quella dichiarata per i danni prodotti e le modalità di propagazione, sussultoria ed ondulatoria, di una violenza inaudita. Ci sono state persone che non riuscivano a raggiungere l’uscita di casa, a piano terra, perché mentre correvano il pavimento si alzava e cadevano all’indietro. Altri che abitavano in periferia, uscendo di casa e guardando la città posta sulla collina hanno visto alzarsi una colonna di polvere simile allo scoppio di una bomba; immagine apocalittica della tragedia che si stava consumando.

Nel vicino paese di Onna (tristemente famoso per essere stato completamente raso al suolo) il terreno si è aperto con profondità e larghezza variabili. Da lì, la scossa sismica si è propagata amplificandosi od attenuandosi in funzione della categoria dei suoli, della posizione topografica del sito, delle caratteristiche stratigrafiche; colpisce come edifici vicini, costruiti nello stesso anno e dallo stesso costruttore uno sia andato completamente distrutto, l’altro sia rimasto intatto.

Ammaestramenti per la ricostruzione: attestato che la conca aquilana è ad alto rischio sismico, motivo per cui occorre costruire con materiali e tecniche adeguate, necessita sviluppare il “Nuovo Piano Regolatore” (a L’Aquila manca da ventinove anni) tenendo conto della “micro-zonizzazione dei terreni”, secondo quanto affermato dall’ ing. Nicola Sciarra del dipartimento di geotecnologie dell’università di Chieti.

Riflessione: forse in passato i Piani Regolatori venivano stilati sulla base dei terreni da valorizzare (non mi prolungo).

Il primo soccorso della protezione civile

L’organizzazione del Servizio Nazionale della Protezione Civile di cui tanto si è sempre parlato e, spesso, è apparso come l’Araba Fenice, questa volta ha funzionato. Anche se non tutto è perfetto (mancano le 3 C: Comando, Controllo e Coordinamento militare).

I soccorsi sono stati immediati. Da ogni regione d’Italia sono accorse colonne mobili con attrezzature da favola: cucine da campo completamente automatizzate, tende modulari per l’organizzazione dei servizi comuni, servizi campali (bagni e docce) da far invidia ad alberghi a più stelle. I soldi sono stati spesi bene. In tutta l’organizzazione un posto d’onore spetta ai volontari. Persone straordinarie che lasciano i loro familiari ed i loro interessi per soccorrere gli altri. Restano in area di operazioni una o due settimane e si alternano con altre della loro stessa organizzazione.

Che dire poi dei singoli cittadini che sono accorsi spontaneamente presentandosi alle tendopoli per distribuire viveri, vestiario e materiali di prima necessità frutto del loro impegno ed dell’autofinanziamento. La generosità degli italiani è sempre straordinaria.

Il polo universitario aquilano

L’università di L’Aquila non sarà stato uno dei primi atenei italiani, ma sicuramente nella graduatoria si posizionava al di sopra della media con due facoltà di punta: Ingegneria e Medicina. A pochi giorni dal sisma, il tempo di rendersi conto di quel che era successo, il senato accademico si è rimesso in moto accentrando tutti i dipartimenti e le facoltà nell’unico edificio parzialmente agibile che ospitava la facoltà di Fisica. Sono stati così sistemati dei banchetti con postazioni fisse quali punto di contatto e di informazione per studenti ed insegnanti. La voglia e la determinazione di ricominciare è tanta. La sala è sempre affollata. Lezioni ed esami vengono svolte nelle poche aule, rimaste agibili. Ogni angolo è idoneo per estemporanee riunioni di docenti e discenti. In tre tende esterne si sono anche svolte le tesi del corso di laurea in “Fisioterapia”. Ogni insegnante si organizza per recuperare i propri testi e le proprie ricerche, frutto del lavoro di anni di studio, rimasti sepolti nelle macerie. I lavori di ricostruzione sono stati già avviati.

L’università di L’Aquila aveva una popolazione studentesca di circa ventisettemila giovani che rappresentavano una risorsa economica di rilievo nel tessuto cittadino. Potrà mai essere recuperata? Dove potranno alloggiare ora gli studenti? Molti affittavano casa nel centro storico e la sera si ritrovavano tutti, una cittadella universitaria piena di vita. Sarà difficile ripartire. Intanto è iniziata la caccia allo studente da parte degli altri atenei abruzzesi e non con offerte e “promozioni” speciali.

La signorina Monica D’Incecco, laureanda in ingegneria, deve discutere la tesi nel prossimo mese di luglio, ha scritto una lettera al giornale abruzzese “Il Centro” dicendo”…Sono straziata per quello che è successo e nello stesso tempo molto preoccupata per il futuro. Sono straziata perché ho perso qualche caro amico che ora non c’è più e perché è andata colpita al cuore una città universitaria che solo chi ha potuto viverla può comprendere che cosa possa significare per una giovane di 23 anni. Studiare e vivere a L’Aquila è una esperienza che ti segna per tutta la vita perché l’ambiente e le persone te la fanno sentire tua al punto di amarla per tutta la vita. ….”

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Le FF.AA in campo .


Intervento del Genio Ferrovieri per la riattivazione della tratta ferroviaria: SULMONA - L'AQUILA - TERNI. Sono presidiate 17 stazioni.






1° C.M. Pietro Santoro
Stazione di Paganica

sabato 18 aprile 2009

Ci scrive anche Leonardo.

Il terremoto aquilano mi ha impedito di ringraziarvi degli Auguri.
Noi, io con mia moglie e figlia, siamo incolumi anche se la nostra casa, in pieno centro storico, ed il Comando entro il quale era collocata, sono inagibili .
Dal 6 u.s., viviamo da sfollati a Roma alla Foresteria Pio IX con il poco che siamo riusciti a portar via. Comunque, non ci lamentiamo perchè molti hanno perso molto di più. Vi prego di informare i Colleghi di Corso, dato che, mi capirete , sono preso da urgenti problemi di riorganizzazione della vita familiare.
Un fraterno abbraccio.
Leonardo Prizzi.

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Scrive Antonio

Carissimo ,
soltanto oggi, 20 aprile 2009, al rientro da una mia assenza da Roma per la S. Pasqua ed iniziata il giorno precedente il terremoto abbruzzese, ho aperto il nostro "blog" e ho appreso del coinvolgimento nel sisma di Luciano, Raffaele, Bruno, Giovanni e Leonardo. Ho cercato di commentare la lettera di Leonardo per partecipare a tutti loro i miei sentimenti di profondo rammarico e di solidarietà per quanto accaduto ed assicurare loro la mia personale povera preghiera a quel Signore che, mai come in questi momenti di sofferenza, è loro particolarmente vicino per superare questo momento di pesante prova.
A causa della a te ormai ben nota e confessata mia incaparità informatica, non sono riuscito, dopo diversi tentativi, a rispondere alla lettera di Leonardo ed a intervenire direttamente sul blog (che sò solo leggere ma non interagire) .
Dato che le parole e le preghiere, per quanto importanti ed efficaci, non bastano ("...la Fede, senza le opere, è morta..." dice giustamente San Giacomo) ti prego di pubblicare tu sul nostro blog questa mia e-mail, con la quale intendo mettere a loro disposizione (sicuramente, credo, di Leonardo e della sua famiglia, che ho appreso essere ospitati per l'emergenza nella Foresteria di Roma e di chi di loro ne avvesse necessità) a partire dal 15 Maggio p.v. (il tempo di renderlo "operativo") un appartamento in Roma di circa 98 m2 sito nel quartiere Casalotti-Selva Candida, certamente un pò periferico ma bel collegato.
Chi di loro fosse interessato può contattarmi direttamente al cellulare o la sera dopo le 21.00 al fisso (recapiti che per ovvi motivi non pubblico ma che avete o che riuscirete sicuramente a recuperare) .
Un abbraccio a tutti.
Antonio Piemontese.

venerdì 17 aprile 2009

Ai fratelli d'Abruzzo.

Ci sono anch'io e mi stringo ai fratelli del Corso colpiti dal sisma e a tutti gli amici abruzzesi.
L'Abruzzo mi ha accolto 36 anni fa in quel di Sulmona e sono molto legato a quella terra, a quelle popolazioni. Con Giovanni Papi, il compianto Roberto Santacaterina, l'anziano Romeo Toni, l'abbiamo scarpinato in lungo e in largo. L'Abruzzo ci ha svezzati militarmente ed è stato sempre nel mio cuore .
Sono con Raffaele e con gli altri amici d'Abruzzo per qualsiasi iniziativa vorranno proporci.
Ho anche una stanza libera, idonea ad ospitare una coppia e, mettendoci un lettino, anche un figlio. Sono a vostra disposizione, fatemi sapere. Tenete duro, vi sono vicino, prego per chi non ce l'ha fatta.
Un abbraccio .
L. Chiavarelli


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Sono vicino ai fratelli abruzzesi aderendo ad ogni iniziativa a loro favore. Se qualcuno ha interessi a Milano, la mia casa è a disposizione.
Francesco Miredi

giovedì 16 aprile 2009

Buone notizie.

Stasera sono riuscito a mettermi in contatto, tramite il computer e Skype, con Zuff.
Lui e la moglie stanno bene, e mi ha raccontato che la vita in roulotte lo ha fatto ringiovanire.





La demolizione
La cesetta di Zuff


Purtroppo la "chiesetta" a cui teneva tanto è stata rasa al suolo in quanto era impossibile recuperarla e restaurarla.
Raffaele mi ha assicurato che sta cercando un'altra concreta iniziativa .



La settimana prossima verranno effettuati i sopralluoghi tecnici alla sua abitazione e conta di ritornarci in tempi accettabili, ma dopo aver fatto quei lavori di ristrutturazione che gli consentano di viverci in tranquillità.
Racconta che la terra continua a tremare e non nasconde la sua paura ; quando entra nella sua casa per recuperare qualche oggetto ha ancora in mente il rumore assordante del terremoto e il movimento del pavimento , e ..... si sbriga in fretta a ritornare sulla sua roulotte che ha attrezzato con radio e televisore sempre accesi per essere informato tempestivamente sull'evolversi della situazione.
Mi ha promesso che ci scriverà le sensazioni e le esperienze che ha vissuto , e i disagi e le paure he ha sopportato.
Lui e sua moglie comunque stanno bene: è questa la notizia più importante !
Oliviero


Vai a vedere le altre foto .

mercoledì 15 aprile 2009

Adriano risponde a Zuff .

Caro Zuff, mi sento particolarmente vicino a Te ed a tutti gli Amici del Corso che sono stati in qualche modo coinvolti dal terremoto, anche se, grazie a Dio, per quanto mi consta, l'esperienza, pur traumatizzante, non ha avuto effetti estremi per nessuno di Voi e dei Vostri Cari.

Credo che ogni iniziativa che ci consenta di essere più vicino a coloro che sono stati così duramente provati vada supportata.

Aspettiamo o, almeno, aspetto di conoscere qualcosa di più dettagliato al riguardo della "Tua chiesetta".

Ti abbraccio e vi abbraccio tutti.

Adriano

.......... e anche Pasquale e Bruno

Carissimi Luciano, Raffaele, Leonardo, Bruno e Giovanni,
Vi sono particolarmente vicino in questi momenti di tristezza, dolore e disagi.
Pur nel rispetto dei meno fortunati, ringrazio Dio che le conseguente per Voi e i Vostri cari non siano state molto gravi.
Sono pienamente d'accordo sull'iniziativa intrapresa da Raffaele e aspetto notizie in merito.
Se questo può risollevarVi un pò, sappiate che il 150° è con Voi.
Un forte, fraterno abbraccio a tutti.
Pasquale Lisi.


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Agli amici Automobilisti:

Ho contattato telefonicamente Luciano D'andrea che come sapete abita a L'Aquila.
Fortunatamente tutta la famiglia sta bene, anche se l'abitazione ha subito danni importanti.
Attualmente si trova alloggiato a Pescara presso un albergo e purtroppo prevede di non poter rientrare in possesso della propria casa in tempi brevi.
Mi è sembrato doveroso informarVi, lui è contattabile sul cellulare che è riuscito a recuperare.
Saluti

Bruno Cingoli

martedì 14 aprile 2009

150° , tieniti pronto: è l'ora di darsi da fare!!!

Raffaele, che di seguito ci racconta la sua drammatica esperienza , si è fatto promotore di una significativa iniziativa :


" Vi preannuncio che ho intenzione di avviare una sottoscrizione per riattivare la chiesa parrocchiale della mia frazione - GIGNANO - unico punto di aggregazione. Devo perfezionare il progetto con il parroco, un giovane colombiano che si dà molto da fare. Se il progetto va avanti occorre coinvolgere il 150° Corso. Vi darò conto di tutto" .
Un saluto Raffaele"


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IL TERREMOTO A L’AQUILA

Lunedì 6 aprile 2009 – ore 03,32.

La notte del terremoto

Alle ore 03,00 di lunedì 6 aprile 2009 mi sveglio. Sono nervoso per via della forte scossa della sera precedente verso le ore 23,00. Vado in bagno, sono assalito dai dubbi sul cosa fare: rimettermi a dormire o trasferirci in auto. Mia moglie e mio figlio dormono. Guardo dalla finestra il cortile e la strada davanti casa e non vedo nessuno. Sono sempre titubante, ma alla fine decido di rimettermi al letto, anche perché le scosse ci perseguitano da mesi e con il tempo è scemata l’attenzione. Sono le ore 03,15.

Mi sono appena riaddormentato, alle ore 03,32 inizia il ballo. E si, questa volta non è come le altre volte. Sento gli oggetti che cadono dagli armadi, la scossa è lunga e non smette. Mia moglie e mio figlio sono svegli. C’è grande agitazione, mia moglie grida presto scappiamo, la terra non smette di tremare, l’allarme di casa squilla, l’energia elettrica va via. Nel buio riesco ad infilarmi un paio di pantaloni (incosciente) sopra il pigiama e prima di scendere le scale (doppia incoscienza) mi fermo per disattivare il segnale di allarme dove mio figlio sta già attivandosi. Dopo poco ci ritroviamo tutti fuori insieme ai vicini di casa.

Quando tutto è finito, inizio a pensare cosa fare. Rientro nella corte, vado in garage e tiro fuori la macchina per avere un punto di appoggio dove trascorrere le prime ore del dopo terremoto. La notte è fredda, entro nell’atrio di casa e tiro fuori i soprabiti invernali ancora non riposti negli armadi.

Faccio il giro del quartiere raccomandando di chiudere i rubinetti del gas; non assisto a scene di panico, molta preoccupazione da parte di tutti, ma rassegnati alla cattiva sorte.

Ci è andata bene, gli armadi si sono aperti rovesciando il loro contenuto sui pavimenti, ma non sono caduti. In altre abitazioni sono caduti addosso alle persone causando gravi danni fisici.

La struttura della casa, ha tenuto bene, è da verificare l’agibilità, ma non è crollata. Ripensandoci, se così non fosse stato non avremmo avuto scampo: a nulla sarebbe servito correre.

Non conosco come si propaga il terremoto, noto però, che due abitazioni dello stesso tipo, a distanza di poche decine di metri non hanno avuto lo stesso danno: una distrutta l’altra quasi intatta.

Quando comincia ad albeggiare prendo l’iniziativa di preparare un caffè caldo per tutti con la dotazione da campeggio (tirandola fuori dal garage – preciso che dista dieci metri dall’abitazione ed è costruito in cemento armato, compreso le pareti laterali) di cui sono dotato.

Per ora, dopo una settimana, ci siamo adattati e rassegnati alla cattiva sorte, ma i disagi continueranno ed ho timore che prima o poi i nervi possano cedere. Speriamo di no. La vita deve riprendere il suo corso normale al più presto possibile.

Raffaele SUFFOLETTA

sabato 11 aprile 2009

Gli Auguri più belli !!!!!

Ricambio. Ci sentiremo con più calma, sono collegato cn mezzi di fortuna fuori casa.
Raffaele.


Anche Luciano D'andrea da Pescara dove è sfollato, commosso dalle tantissime dimostrazioni telefoniche di affetto , vuole ringraziare tutti gli amici del Corso, e ci augura una Buona Pasqua.


venerdì 10 aprile 2009

Gli Auguri del Comandante .

Il nostro Comandante


Il nostro Comandante ha espresso il desiderio di poter inviare un messaggio augurale a tutto il nostro Corso :
Ragazzi del 150° Montello , a ciascuno di Voi ed ai Vostri Cari il voto augurale più sincero ed affettuoso per una serena e felice Santa Pasqua .
Gen. C.A Alessandro Duranti.


















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Alfonso e Cosimo in visita al Comandante.

giovedì 9 aprile 2009

Io sono abruzzese ! Siamo tutti abruzzesi !

L'Aquila - P.zza Duomo
Giovanni Papi, sulle strade abruzzesi, di ritorno da Firenze dove era andato a riprendere la figlia, studentessa universitaria, ha pensato alle paure ed al dolore dei genitori che avevano i figli a L'Aquila, e ha voluto renderci partecipi della sua tristezza.




L’Aquila, 6 aprile 2009 ore 03.32 ……………..

Non sono abruzzese ma dal 1973 risiedo a Sulmona ed in questi anni di terremoti ne ho visti tanti anche in altre regioni. Come tanti di noi nel 1980 sono stato impiegato in quello dell’Irpinia e nell’’84 , quando facevamo il 1° anno della Scuola di Guerra, portai moglie e figli a Civitavecchia perché a Sulmona ogni giorno c’era una scossa.


Sulmona - P.zza Garibaldi


E prima ancora fui tenuto in stand by con una Compagnia per le esigenze del Friuli. Quando prestavo servizio alla B. Acqui proprio a L’aquila, ho partecipato a numerose esercitazioni per pubbliche calamità in quanto la grande Unità era anche Comando precostituito della FOPI , unità interforze designata per il soccorso alle popolazioni. Purtroppo il terremoto e’ arrivato quando la FOPI, se c’e’ ancora, non e’ più a L’Aquila. E che terremoto! Io fortunatamente abito, come ho detto Sulmona, e ,a parte lo spavento, non ho subito alcun danno. Ma a L’Aquila purtroppo i nostri compagni di Corso hanno subito danni gravi e ancora da quantificare. E come loro tanti altri che hanno in L’Aquila la famiglia e la loro vita. Forse e’ peggio di quello che vediamo in tv ; scrivo queste note di ritorno da Firenze dove sono stato a riprendere mia figlia che ha finito l’Università: oggi non ho fatto altro che pensare a quei poveri studenti che sono stati travolti dal crollo della Casa dello Studente. Ho pensato al dolore inimmaginabile dei genitori che hanno atteso angosciati che i soccorritori riportassero alla luce i vivi ed i morti. Non posso pensarci senza che lo strazio mi colpisca l’anima. E che dire della devastazione degli edifici sia pubblici che privati, sia nuovi che vecchi ed antichi. Per quelli recenti posso supporne il motivo, ma per quelli antichi che hanno sopportato nel tempo secoli di scosse , perché questa volta sono crollati?

Terremoto a L'Aquila

Quando e’ arrivata la scossa anche a Sulmona, io dormivo come tutti; mi sono svegliato e con mia moglie ci siamo messi sotto un architrave, come gli esperti consigliano, ma devo confessare che ho avuto la sensazione che la casa sarebbe crollata : la durata sembrava infinita e il sussulto di una potenza spaventosa. Dopo non sono uscito come tanti ma sono rimasto davanti alla televisione fino alla sera. Ci deve essere qualche motivo geologico per cui questa volta una L’Aquila e i paesi circostanti sono stati distrutti. Mentre viaggiavo oggi ho sentito alla radio un esperto che esaminava la natura geologica del terreno dei paesi distrutti. Questo tecnico diceva che le case sono costruite su uno strato sabbioso o ghiaioso che copre la roccia e , contrariamente a quanto si crede, questo tipo di sedimenti amplifica la potenza delle scosse e provoca delle voragini che colpiscono le fondamenta. Anche la scarsa profondità dell’epicentro e’ un altro motivo della potenza distruttiva del sisma. Altrimenti non si capisce come monumenti storici come il Forte Spagnolo costruito nel 500 che ha sopportato terremoti catastrofici come quelli del 1703 e del 1915 , questa volta ha subito danni severi. E come il Forte tanti altri edifici antichi. Come ho già accennato per gli edifici moderni ed ultra moderni ( ospedale ) il motivo e’ facilmente intuibile anche se spero di sbagliarmi. E la Prefettura ? e’ vero che l’edificio e’ antico ma non hanno una “ zona di diradamento “ , qualche shelter, un Forte Lugagnano per le operazioni ? Un Monte Cavo? Comunque l’importante e’ che stiamo tutti bene anche se un altro motivo di dolore e’ stato quello di vedere intervistato in tv con le lacrime agli occhi un vecchio amico che e’ stato Capo del Servizio amministrativo della B. Acqui il quale ha perso la casa e tutto quello che c’era dentro. Adesso inizieranno le polemiche, anzi sono gi° cominciate : tu non hai fatto…..no, tu non hai fatto…..bisogna provvedere…… la prevenzione innanzi tutto…… non e’ mia competenza…………..tutte chiacchiere: l’unica cosa e’ sperare che ti vada bene. Un saluto a tutti e una Pasqua che possa trascorrere secondo le esigenze di ciascuno.

Giovanni Papi


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Gli auguri del Tenente.


Anche da parte mia tanti cari auguri, ed in particolare agli amici abruzzesi, che spero non abbiano da piangere perdite umane e materiali.
Con affetto a tutti,
Eugenio Gentile.


lunedì 6 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo .

Ettore ha contattato telefonicamente i nostri :
Raffaele Suffoletta, Giovanni Papi, Luciano D'Andrea , Leonardo Prizzi e Bruno Mastrantonio.

STANNO TUTTI BENE !!!!!!

Le loro abitazioni hanno subito danni lievi.

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Oggi, mercoledì 8 aprile, abbiamo avuto altre notizie :

- Suffoletta e sua moglie stanno bene , la casa, di recente costruzione ha resistito bene e , sembra, non ha riportato danni. Si sono procurati una roulotte e per adesso , aspettando il sopralluogo dei tecnici, vivono in questa
Ci ha fatto sapere che necessitano delle tende piccole. Occorre prima trovarle e poi trovare anche il modo di fargliele avere. Non è una richiesta urgente, ma è una richiesta cortese.
- Luciano D'Andrea ha la casa distrutta e mi ha detto che ha perso quasi tutto. E' a Pescara.
Qualora avesse necessità , potrà scrivere direttamente sul blog.

domenica 5 aprile 2009



Buona Pasqua
.

giovedì 2 aprile 2009

Missionario ......... a chi !!!

Già da tempo, avevo inviato al buon Oliviero alcune mie riflessioni sulla non certo esaltante situazione (militare e civile) che si sta avendo in Afghanistan. Poi, riflettendo sulle “riflessioni", ho pensato che le stesse fossero o potessero essere liquidate come banalità tanto erano ovvie, per cui l’ho pregato di soprassedere alla pubblicazione.
Invece, l’ottimo fondo di PierLuigi Battista pubblicato sul “Corriere” del 2 aprile con il titolo “Lo sfregio dei diritti” , mi ha infuso coraggio e confortato sul fatto che le mie riflessioni tanto banali, poi, non lo erano; non che l’editorialista ne dica di sue, quanto perché ciò che lui afferma giustamente è un dato di fatto che solo un’ ipocrita interpretazione del politicaly correct può millantare come “normalità”.
Quando nel lontano ottobre 2001 fu dato inizio all’operazione che avrebbe portato all’abbattimento del regime talebano, la maggior parte del mondo civile plaudì, anche perché la stessa operazione era stata presentata come una sacrosanta missione da intraprendere e portare a termine, affinché anche quel martoriato Paese potesse abbeverarsi alla benefica fonte della Democrazia.
Non voglio addentrarmi nei meandri storico-culturali e sociologici che dimostrerebbero abbastanza agevolmente quanto sia arduo parlare di democrazia ad un popolo che, il termine, non lo ha nemmeno nel proprio vocabolario biologico, come molti altri d’altronde. Vorrei piuttosto riflettere sulla definizione che configura il “missionario” come persona o fatto che si presenti come esempio di dedizione ad una santa e nobile causa e verificare se la stessa si attagli a quanto sta avvenendo in quelle lontane ed impervie contrade.
Militarmente, è di tutta evidenza che il nemico, non solo non è stato annientato ma pare che stia riprendendo vigore, come dimostrano le cifre sempre più elevate di perdite militari, per non parlare di quelle civili a causa dei “danni collaterali” e degli attentati terroristici.
Civilmente, non mi sembra che le cose vadano meglio ed il recente provvedimento legislativo inerente al “trattamento” riservato alle donne è databile più nell’Alto Medioevo che nel terzo millennio; inoltre, l’atavica ripartizione in Tribù, proprio perché cementata da secoli in ogni individuo, impedisce la concezione stessa di uno stato unitario, figuriamoci la sua realizzazione!
Si è voluto fare i missionari , pensando che sarebbero bastate quattro cannonate, qualche palata di dollari e magari pure un paio di Mac Donalds perché, per incanto, si instaurassero le libertà fondamentali, i diritti umani fossero riconosciuti e rispettati, i “Signori della guerra” si tramutassero in rappresentanti liberamente eletti e dessero vita ad un Governo con autorità su tutto il territorio e che una dinamica economia di mercato soppiantasse quella incentrata solo sull’oppio.
Forse, l’approccio manicheo di voler dividere il mondo in “buoni” e “cattivi” ha indotto a considerare l’operazione afghana quasi come lo sbarco in Normandia, come premessa cioè di ridare la libertà a popoli oppressi, con la sostanziale differenza però che allora quei popoli avevano gli stessi Valori, la stessa matrice culturale, quando non anche la stessa etnia dei “liberatori”.
Qui (come in Iraq) si tratta di popoli che, da sempre, sono stati allevati secondo categorie culturali, religiose e sociali che non hanno nessuna fascia di sovrapposizione con quelle occidentali, quando non sono addirittura conflittuali; lungi da me l’idea che noi siamo i “buoni” e loro i “cattivi”: siamo semplicemente diversi ed il processo di “riavvicinamento” avrà, giocoforza, tempi generazionali.
Dubito fortemente che quanto sopra esposto possa configurare un missionario, almeno nell’accezione più pura. E’ pur vero che i missionari al seguito dei Conquistadores non ci andarono troppo per il sottile nel perseguimento della “santa e nobile causa” dell’evangelizzazione degli indios, come pure i pionieri nei confronti dei nativi nord-americani.
In quei casi, però, i rapporti di forza erano talmente sbilanciati a favore di una parte che non ci fu mai partita; in Afghanistan questo non è vero, per cui appare quanto meno ragionevole e saggia la decisione del Presidente Obama a rimboccarsi le maniche per individuare ed applicare un’onorevole exit strategy.
(Ettore)

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Caro vecchio “missionario”

Le Tue sono riflessioni tanto ovvie quante lontane dalla comune e generale opinione.
La gente vuole credere che i nostri soldati stanziano su suoli altrui per insegnare alla società locale come si viva democraticamente e conia slogan da esibire tutte le volte che si tenta di analizzare a fondo le motivazioni che hanno portato agli attuali conflitti.
L’affermazione di Luigi “la nostra è una missione di guerra” mi ha riempito di orgoglio perché, abituato come sono ad essere circondato da gente che spera di mantenere il proprio orticello dividendo e discriminando nettamente i buoni dai cattivi (naturalmente loro sono sempre dalla parte dei buoni), non mi è parso vero di sentire, da un Soldato come Lui è, ciò che la comune opinione nega sistematicamente con abominevole ipocrisia.
Missionari non lo siamo, come non le erano gli antichi conquistatori, semplicemente perché siamo esseri umani abituati alla continua ricerca di mezzi che soddisfino i nostri bisogni di ricchezza, di potere, di egocentrismo e così via sino anche al semplice bisogno di sfamarsi; io sono convinto che il terrorista suicida abbia sì una consistente dose di fanatismo mistico ma anche un concreto bisogno materiale di sostentamento negatogli dalle proprie condizioni di vita.
Quando ci si convince che i propri bisogni debbano essere soddisfatti a qualunque costo, svaniscono sia i sentimenti di umanità che la razionalità; se così non fosse non si capirebbe perché l’attuale governo israeliano abbia rimesso in discussione la possibilità che possa esistere uno Stato palestinese.
Missionari però lo siamo nel tentare di “smuovere” i nostri compagni di corso dalle loro quotidiane fatiche per riportarLi virtualmente, con l’acquisito bagaglio di esperienze vissute, nei saloni dell’Accademia e chiacchierare sui problemi di questo mondo bizzarro.
Parlare senza condizionamenti, esternare con semplicità le proprie idee e, ancor più, saper ascoltare gli altri, ci fa bene e serve sempre a migliorarci.
Un abbraccio a tutti, con gli auguri per una buona Pasqua, ed in particolare ai compagni di corso abruzzesi.
Francesco