Irruenti, selvaggi,
liberi come Tuareg nel deserto, i miei pensieri mi scatenano emozioni
indescrivibili se solo ho la pazienza di ascoltarli.
Nel deserto della mia mente, dove spesso mi rifugio per
meditare, oggi ne ho incontrati tre. Tre
personaggi dall'aspetto regale, su
dromedari adornati di variopinti colori.
Illuminati dalla luna, riscaldati da un falò, nascosti da un
palmeto in mezzo all'oasi, dopo aver sorseggiato in religioso silenzio un thè, i
tre misteriosi visitatori mi hanno porto tre rotoli. Ognuno conteneva una
poesia scritta su fine pergamena, in filigrana l'effige di tre animali. La prima parlava del sogno di un adolescente,
la seconda di quanto siano effimere le vittorie conseguite, la terza della
caducità della vita. Le fasi della nostra esistenza racchiuse in tre animali,
dal più determinato al più pavido.
IL LUPO( prima pergamena)
Corre libero il
lupo, indomito , corre ululando alla luna,
nessuno lo
fermerà.
Sorride alla vita
il volto radioso del giovane, ricco della sua giovinezza,
nessuno lo
fermerà.
LA FAINA(seconda pergamena)
Gelida fiamma di
un amore mai amato,
muto ricordo di
un sogno mai sognato:
il reale
nell'immaginario affiora.
Guardiani di
ombre in cimiteri senza tombe,
bagliori di
fuochi mai spenti.
Incerti voli di
fenici,
dalle ceneri
invano risorte:
sorrisi di
beffarde chimere.
LA PECORA (terza pergamena)
Primavera...inverno...primavera,
guida la natura
l'eterna danza delle stagioni.
Una culla, una
vita, la tomba,
spezza
l'esistenza umana l'ala del destino.
I tre personaggi risalgono sui
loro dromedari, in assoluto silenzio, interrotto solo dal vento che, sollevando
dolcemente la sabbia delle dune , ci regala armoniosi ed indescrivibili suoni.
Immobile veglia la luna sul loro cammino; i suoi raggi
insolitamente luminosi rischiarano le figure, sempre più sfocate, finchè non
scompaiono inghiottite dalle dune.
Con le tre pergamene strette in mano, resto solo con i miei pensieri.
Personaggi usciti da un sogno, eco di un passato ormai remoto che regalano al
cuore sensazioni esotiche, rare ed indescrivibili; le stesse che provo quando,
nel centro storico di Modena, sento alcuni vecchi ancora conversare nel loro
dialetto.
Massimo & Teo