venerdì 29 gennaio 2016

L'ULULATO DELLA PECORA



           

 Irruenti, selvaggi, liberi come Tuareg nel deserto, i miei pensieri mi scatenano emozioni indescrivibili se solo ho la pazienza di ascoltarli.
Nel deserto della mia mente, dove spesso mi rifugio per meditare, oggi ne ho incontrati  tre. Tre personaggi dall'aspetto regale, su  dromedari adornati di variopinti colori.
Illuminati dalla luna, riscaldati da un falò, nascosti da un palmeto in mezzo all'oasi, dopo aver sorseggiato in religioso silenzio un thè, i tre misteriosi visitatori mi hanno porto tre rotoli. Ognuno conteneva una poesia scritta su fine pergamena, in filigrana l'effige di tre animali.  La prima parlava del sogno di un adolescente, la seconda di quanto siano effimere le vittorie conseguite, la terza della caducità della vita. Le fasi della nostra esistenza racchiuse in tre animali, dal più determinato al più pavido.
                                                      

                                                     IL LUPO( prima pergamena)
  Corre libero il lupo, indomito , corre ululando alla luna,
  nessuno lo fermerà.
  Sorride alla vita il volto radioso del giovane, ricco della sua giovinezza,
  nessuno lo fermerà.

         
                                               
                                                   
               LA FAINA(seconda pergamena)
  Gelida fiamma di un amore mai amato,
  muto ricordo di un sogno mai sognato:
  il reale nell'immaginario affiora.
  Guardiani di ombre in cimiteri senza tombe,
  bagliori di fuochi mai spenti.

  Incerti voli di fenici,
  dalle ceneri invano risorte:
  sorrisi di beffarde chimere.

                                                 LA PECORA (terza pergamena)                                                                                                                                   
  Primavera...inverno...primavera,
  guida la natura l'eterna danza delle stagioni.

  Una culla, una vita, la tomba,
  spezza l'esistenza umana l'ala del destino.

                                                                                                                                                                    I  tre personaggi risalgono sui loro dromedari, in assoluto silenzio, interrotto solo dal vento che, sollevando dolcemente la sabbia delle dune , ci regala armoniosi ed indescrivibili suoni.
Immobile veglia la luna sul loro cammino; i suoi raggi insolitamente luminosi rischiarano le figure, sempre più sfocate, finchè non scompaiono inghiottite dalle dune.
Con le tre pergamene strette in mano, resto solo con i miei pensieri. Personaggi usciti da un sogno, eco di un passato ormai remoto che regalano al cuore sensazioni esotiche, rare ed indescrivibili; le stesse che provo quando, nel centro storico di Modena, sento alcuni vecchi ancora conversare nel loro dialetto.
Massimo & Teo

domenica 3 gennaio 2016

DEVE ANCORA PASSARE LA BEFANA.






SONO SOLO IN CASA, E' SERA, IL SALONE E' RISCHIARATO DALLA SOLA LUCE DEL PRESEPE; UN PRESEPE POLITICAMENTE SCORRETTO, COMPLETO IN OGNI DETTAGLIO E PER SOTTOFONDO QUEI CANTI CHE TANTO OFFENDONO I  CATTOLICI RADICAL CHIC, DESIDEROSI DI IMPROBABILI DIALOGHI  CON TUTTO E TUTTI.
TEO E' NELLA SUA CUCCIA E STA SFOGLIANDO COL MUSO ALCUNE RIVISTE; SFOGLIANDO NEL SENSO CHE PRODUCE STRISCE DI CARTA CON CERTOSINA PAZIENZA. E' UN PEGNO CHE DEVO PAGARE PER RESTARE CON I MIEI PENSIERI; MA E' ANCHE UN GROSSO RISCHIO: OGNI FOGLIOLINA DI CARTA DEVE SPARIRE PRIMA DELL'ARRIVO DELLA CONSORTE CHE NON PERDE OCCASIONE PER TRACCIARE CONFRONTI, POCO LUSINGHIERI, ALMENO PER ME, TRA LE MIE CAPACITA' INTELLETIVE E QUELLE DEL CANE.  TRA L'ALTRO, DA QUANDO TEO E' DIVENTATO VEGANO, HO DIFFICOLTA' DI COMUNICAZIONE CON LUI.
UNA SERIE DI RICORDI ATTRAVERSANO LA MIA MENTE; MI SOFFERMO SU ALCUNI RICORDI DELLA MIA INFANZIA, ALCUNI PERSONAGGI CHE, PER LE LORO PARTICOLARI CARATTERISTICHE, SI DISTINGUEVANO DA TUTTI GLI ALTRI.             PERSONE FORSE BANALI, INSIGNIFICANTI, SE MISURATI COL METRO DELLE QUALITA' CONSIDERATE IMPORTANTI, MA CHE ANCORA  RICORDO COME SE LI AVESSI VISTI IERI.  NEL NOMINARLI USERO' IL NOMIGNOLO CON IL QUALE LI AVEVAMO MARCHIATI.
NAPPIA AMAVA  ESPLORARE IL TORRENTE RUPINARO SCENDENDO DA UN PONTE CON UNA SCALETTA MOBILE IN FERRO. COSA CERCASSE TRA LE VARIE FOSSE PIENE D'ACQUA E IL GRETO IN SECCA, NESSUNO LO HA MAI CAPITO. L'UNICA COSA CERTA E' CHE QUELL'UOMO, SOLO AL MONDO, TRASCORREVA INTERI POMERIGGI NEL  GRETO DEL TORRENTE ; OGNI VOLTA DUE GIOVINASTRI, CON MOSSA FURTIVA, TOGLIEVANO LA SCALA METALLICA LASCIANDO IL POVER'UOMO IN MEZZO AL GRETO.  NAPPIA NON SI PERDEVA D'ANIMO, PERCORREVA UN LUNGO TRATTO DI TORRENTE FINO AL PROSSIMO PONTE E, ANCHE SE IN RITARDO, TORNAVA SULLA STRADA. LA PERFIDIA DEI DUE TEPPISTI, ERA COMUNQUE LIMITATA E MAI SI ERANO PERMESSI DI TOGLIERE ANCHE LE SCALETTE DEI PONTI VICINI.
GOTTU  USAVA  SOLTANTO LA BICICLETTA, FINO AD UNA CERTA ORA COME MEZZO DI TRASPORTO, DOPO COME APPOGGIO; QUESTO SUCCEDEVA ALLA SERA, QUANDO, USCITO DALL'ENNESIMA OSTERIA, PORGEVA L'ORECCHIO ALLA VOCINA CHE GLI CONSIGLIAVA DI NON MONTARE IN SELLA.
I GUAI COMINCIAVANO, ALMENO PER GOTTU, QUANDO, USCITO DALL'OSTERIA , NON TROVAVA PIU' LA BICI. FORSE I DUE GIOVINASTRI PRIMA MENSIONATI, FORSE ALTRI DUE, FORSE LA MEMORIA LABILE DEL VECCHIO, QUESTO FATTO SI RIPETEVA CON PUNTUALITA'.  EPPURE, GLI INSERVIENTI DELL'OSTE CHE A TURNO RIPORTAVANO A CASA GOTTU, ERANO CONCORDI SU DI UNA COSA: TUTTI GIURAVANO D'AVER SENTITO RISOLINI MAL CELATI, PROVENIENTI DAL BUIO, FOLLETTI O I TEPPISTI?
IN UNA CASETTA ISOLATA, IN PERIFERIA, VIVEVA SCARPUN, UN VECCHIO ALTO E MAGRISSIMO CHE GIRAVA PER IL PAESE PARLANDO DA SOLO.  MIO PADRE LO CONOSCEVA DA SEMPRE; ERA SCARPUN  UN PROFESSORE DI LETTERE CHE INSEGNAVA NELL' ISTITUTO TECNICO DA LUI FREQUENTATO.  POI UNA SERIE DI TERRIFICANTI EVENTI GLI AVEVANO TOLTO TUTTO, ANCHE LA SALUTE; E ORA ERA RIDOTTO COSI'.
I DUE GIOVINASTRI, GIA' MENZIONATI, CANZONAVANO IL POVERETTO CHE,  AVVEZZO ALLE CRUDELTA' DELLA VITA, NEANCHE REAGIVA.
VA BENE, SONO PERSONAGGI CARATTERISTICI, MA COSA C'ENTRANO COL NATALE?
ECCO, CI STO ARRIVANDO: OGNI ANNO, IO E MIA MADRE,DONNA ESTREMAMENTE SENSIBILE, IN OCCASIONE DELLE FESTE NATALIZIE, CONSEGNAVAMO AI POVERI UN PANETTONE E ALTRI DOLCIUMI, PER RENDERE UN PO' MENO AMARA LA  LORO SOLITUDINE.
ANCHE I TRE PERSONAGGI ORA DESCRITTI ERANO VISITATI;  MI RICORDO CON QUANTA GRAZIA E GRATITUNINE CI RINGRAZIAVANO.
UNA COSA NON HO MAI CAPITO:  NAPPIA, SCARPUN  E GOTTU AVRANNO MAI RICONOSCIUTO NEL GENTILE GIOVINETTO, CHE PORGEVA LORO IL PANETTONE ,
IL TURPE TEPPISTA, UNO DEI DUE, CHE LI TORMENTAVA DURANTE GLI ALTRI GIORNI DELL'ANNO?
 TEO HA TERMINATO DI SFOGLIARE LA RIVISTA E SI E' SEDUTO ACCANTO A ME; LA ZAMPOTTA SUL MIO GINOCCHIO, GLI OCCHI FISSI NEI MIEI, LA LINGUA  A PENZOLONI, GUARDO L'OROLOGIO: SONO LE 17,30;  IL SEGNALE LANCIATO DAL CANE E' CHIARISSIMO, E' L'ORA DEL TE CON I PASTICCINI. IN REALTA' LA SUA DIETA VEGANA E' PIUTTOSTO ELASTICA.  CHISSA' PERCHE' LE FESTE NATALIZIE MI HANNO SEMPRE CARICATO DI UNA VAGA MALINCONIA, FIN DA QUANDO ERO BAMBINO.
EPPURE ALLORA C'ERA UNA VITA DAVANTI A ME CHE MI  ATTENDEVA, ADESSO INVECE COSA MI ATTENDE..?
GUARDO LE LUCI DEL PRESEPE, OSSERVO TEO SGRANOCCHIARE I SUOI E I MIEI BISCOTTI, SORSEGGIO IL MIO E IL SUO TE... CORAGGIO, NON E' DETTO CHE  TUTTO SIA PERDUTO... DEVE ANCORA PASSARE LA BEFANA.                                                                      Massimo RICCOBALDI