lunedì 15 agosto 2011
Questione di attributi!!!
Prendere o lasciare, sono stanco che questa nazione debba preoccuparsi di sapere se offendiamo alcuni individui o la loro cultura. La nostra cultura si è sviluppata attraverso lotte, vittorie, conquiste portate avanti da milioni di uomini e donne che hanno ricercato la libertà.
La nostra lingua ufficiale è l’inglese, non lo spagnolo, il libanese, l’arabo, il cinese, il giapponese o qualsiasi altra lingua. Di conseguenza, se desiderate far parte della nostra società, imparatene la lingua!
La maggior parte degli Australiani crede in Dio. Non si tratta di obbligo di cristianesimo, d’influenza della destra o di pressione politica, ma è un fatto, perché degli uomini e delle donne hanno fondato questa nazione su dei principi cristiani e questo è ufficialmente insegnato. È quindi appropriato che questo si veda sui muri delle nostre scuole. Se Dio vi offende,
vi suggerisco allora di prendere in considerazione un’altra parte del mondo come vostro paese di accoglienza, perché Dio fa parte della nostra cultura. Noi accetteremo le vostre credenze senza fare domande. Tutto ciò che vi domandiamo è di accettare le nostre e di vivere in armonia pacificamente con noi.
Questo è il nostro Paese, la nostra terra e il nostro stile di vita. E vi offriamo la possibilità di approfittare di tutto questo.
Ma se non fate altro che lamentarvi, prendervela con la nostra bandiera, il nostro impegno, le nostre credenze cristiane o il nostro stile di vita, allora vi incoraggio fortemente ad approfittare di un’altra grande libertà: il diritto di andarvene.
Se non siete felici qui, allora partite!
Non vi abbiamo forzati a venire qui, siete voi che avete chiesto di essere qui. Allora rispettate il paese che vi ha accettati.
John Howard
(Ex Primo Ministro d’Australia)
Quanto mi piacerebbe sentire qualcosa di simile da parte dei nostri "politici"!!!
Ma poi mi chiedo: e gli attributi?!
Ciao a tutti,
Carlo Maria.
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Caro Carlo Maria,
RispondiEliminapienamente d' accordo con quanto giunge dall'Australia. Peccato che siamo un popolo di vigliacchi che non vuole vedere oltre il proprio naso. Questa gente, tra trenta-quaranta anni, ci colonizzerà con il ventre delle loro donne: sei figli in media contro il nostro risicato uno. E loro spesso portano la poligamia anche in Europa, per cui il dato medio va moltiplicato per due o per tre, fortunatamente non in frequenti occasioni.
Ma osservando,il 12 agosto,un parassita indiano in via dei Serpenti in Roma, bestemmiare la nostra Divinità e scagliarsi contro gli italiani di m..... , mi sono rallegrato pensando che quasi sicuramente era
ubriaco a prima mattina. Ma che dire delle centinaia di derelitti, schiavi di un sistema illogico, che per tutto il giorno, in Sardegna come nel Lazio e come, immagino, su tutte le spiagge di questo Paese cieco, non generoso, tentano invano di vendere oggetti tutti uguali, di pessima fattura, di nessuna possibilità di utilizzo, che nessuno compra? Ma questi poveretti che sfuggono ad un destino, per loro disgraziato, da chi sono inquadrati? Chi dà loro da mangiare quando non vi sono le associazioni assistenziali in loco? E chi sono i caporali che vanno a raccoglierli dopo giornate trascorse a percorrere chilometri sulle spiagge nel disinteresse dei possibili acquirenti ed anche loro, ormai stanchi e disillusi?
Li mandano veramente via, li tollerano, li tengono sul suolo nazionale per pietà? C'è qualcuno che spera o che si augura che essi si possano integrare? E come, e dove , e quando?
E allora , in un momento di crisi internazionale, nel quale ogni goccia di risorsa dovrebbe essere risparmiata, che senso ha continuare in una politica di accoglienza senza flussi, in un ricevimento che non
tiene conto della dignità degli individui, essere umani da noi condannati ad ulteriori mortificazioni per il disinteresse che mostriamo nei confronti dei loro sacrifici che non ci appaiono lavoro, che nulla costruiscono, che nulla apportano all' economia nazionale?
Anche riportare quanto ha scritto il politico australiano, da noi politicamente non è corretto; e trattare l'argomento sul blog servirà a smuovere qualche coscienza? E quando, riportandomi a quanto in precedenza
ho scritto, mi conforto nel pensare che occorre cominciare a "gridare ",sono passibile di rimbrotto?
Un abbraccio a Tutti,
Carlo Minchiotti