La
scorsa settimana, Massimo mi ha chiesto di esprimere (tramite Blob) il mio
personale parere su un articolo di Daniela Missaglia (apparso su “il Giornale”
del 15 ottobre 2015) dal titolo “Non lasciamo la famiglia in mano a Sindaci
folli”. Non so se i nostri “magnifici tecnici”, Oliviero e Pierluigi,
riusciranno ad inserire il testo integrale dell’articolo (ce la fanno , ce la fanno : clicca qui per leggere l'articolo !!) il quale, prendendo spunto dal fatto
che De Magistris, in qualità di sindaco, ha permesso la trascrizione, sui
registri dell’anagrafe del Comune di Napoli, di una doppia maternità nei
confronti di un bambino concepito, da una delle due, con l’inseminazione
artificiale, stigmatizza quanto segue: 1) non a caso, queste cose succedono
solo nei Comuni governati dalla sinistra; 2) non esiste alcuna norma di legge che
consente questo; 3) la magistratura ha il dovere vincolante di evitare questo scempio.
Personalmente
ritengo che quanto espresso dalla sig.ra Missaglia sia mera propaganda politica
non suffragata da una analisi obiettiva dei singoli aspetti. Questo genere di
trascrizioni e di riconoscimenti giuridici è, purtroppo, diffuso solo nei paesi
dove il concetto di libertà e di democrazia ha valore sostanziale mentre
è considerato fuori legge nei paesi governati da regimi comunisti. La ragione è
semplice; il regime totalitario (sia esso di destra o di sinistra) si fonda sul
“dogma”, principio imposto ed incontestabile, mentre la democrazia e la libertà
hanno “l’etica” quale punto di riferimento la quale, però, è soggetta a
mutevoli interpretazioni e a sollecitazioni esterne.
Anche
il riferimento alla norme legislative in materia e alla pretesa attività dei
magistrati richiesta dalla giornalista sono privi di rilevanza perché se è vero
che nessuna legge identifica, per lo stesso bambino, due padri o due madri, è altrettanto
vero che, in relazione alla figura del concepito e del minore, l’unico
principio fondamentale certo del nostro ordinamento giuridico è l’assoluta
tutela del figlio con corrispondente fardello obbligazionario per i genitori. E’
la tutela del figlio che assurge ad interesse pubblico e quali mezzi ha il
magistrato per dichiarare che due persone dello stesso sesso non siano capaci
di proteggerlo come due di sesso diverso?!. Inoltre, La doppia figura materna e
paterna, sempre giuridicamente parlando, ha rilevanza solo formale perché allo
status biologico riconosciuto alla madre si contrappone la paternità legittima
(in costanza di matrimonio) o la paternità naturale (riconoscimento spontaneo o
giudiziario al di fuori del matrimonio) e se prima, con gli istituti della
patria potestà e dell’affidamento impostati su un’etica di 50 anni fa, si
riconosceva una diversità sostanziale fra i due genitori, oggi si parla di
genitorialità come di un unicum .
Ad incrementare la confusione in atto è
intervenuta la sentenza con cui il TAR ha rinviato la questione alla
magistratura ordinaria perché, a mio avviso, questa sentenza è da considerarsi
sbagliata nell’interpretazione delle norme sulla competenza giurisdizionale. La
trascrizione sui registri dell’anagrafe è
un atto amministrativo che, se considerato legittimo, determina, in capo
alle due “madri”, gli stessi effetti sostanziali derivanti dagli obblighi che
la legge pone a carico dei genitori in genere. Il giudice ordinario chiamato a
decidere sul rispetto delle norme sul diritto di famiglia sarà, quindi,
legittimato ad emettere provvedimenti sul fatto (il rispetto o meno di questi
obblighi) non sullo status dei soggetti chiamati in causa i quali, per la
trascrizione sui registri dell’anagrafe, sono da considerarsi genitori a tutti
gli effetti. Il giudice ordinario non ha la competenza per poter giudicare
legittima o no la trascrizione delle due madri perché le questioni di
legittimità sugli atti amministrativi competono esclusivamente al giudice
amministrativo.
Sarei
ipocrita se dicessi che considero “normale” l’amore fra due persone dello
stesso sesso o la convivenza senza il matrimonio o la genitorialità senza un
padre ed una madre ma le mie personali convinzioni fanno parte della mia etica
che, tramandata dai nostri genitori, appartiene alla nostra generazione e che,
purtroppo per noi, è diversa da quella oggi in voga. Non possiamo, quindi,
anche per questo genere di cose inveire contro i politici o i magistrati o le
Istituzioni in generale perché essi sono come natanti trascinati da un’onda che
nessun timone può domare. Ciò che invece, a mio parere, bisognerebbe chiedersi
è se questo tipo di richieste viene fatta per quell’amore assolutistico ed
incondizionato che un genitore sente verso un figlio o solo per dimostrare al
mondo che la propria diversità, in realtà, non esiste.
Un
abbraccione a tutti.
Francesco
Carissimo amico,
RispondiEliminati ringrazio per la risposta al mio quesito; completa ed esauriente come sempre. Tu hai la capacità di analizzare i problemi e giungere a conclusioni precise, anche se non sempre condivisibili, almeno per me. Per quanto riguarda l'argomento in oggetto, comunque, il mio cuore resta saldamente ancorato alla famiglia tradizionale. Sono molto felice che il Sinodo abbia precisato che (attingo alla relazione finale ):"... circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia."
Quello che la dice lunga, invece, sui tempi che stiamo vivendo è che ci sia bisogno di un Sinodo per precisare una cosa così scontata.
Un abbraccione,
Massimo
Caro Massimo il matrimonio, per la Chiesa, è un sacramento e il Sinodo non poteva dire niente di diverso. Anche l'apertura ai divorziati è, per me, giusta perchè, in caso contrario si sarebbero giustificate solo le nullità sancite dalla Sacra Rota le quali, credimi, hanno ben poco di Cristiano. Nel mondo non religioso, però, la questione non è affatto scontata. Un abbraccione
RispondiEliminaFrancesco
Caro amico,
Eliminadici bene, per la Chiesa il Matrimonio è un Sacramento; quindi il divorzio è una profanazione del Sacramento stesso. Ma anche la Penitenza (Confessione) e l'Eucarestia (Comunione) sono Sacramenti; il primo, in particolare, prepara al secondo.
Ed ecco il punto: recita il Cattechismo della Chiesa Cattolica -art.2, paraVII- "..tra gli atti del penitente la contrizione occupa il primo posto. Essa è il dolore dell' animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire". Ora mi dici come possa un divorziato risposato sentire questa contrizione se ogni giorno (sempre nell'ottica cattolica) vive in una condizione di peccato?
Un salutone ( compendio di saluto e abbraccione )
Massimo
Caro Massimo dovremmo parlare del dogma e dell'etica all'interno della Chiesa ma credo che entranbi evidenzieremmo lacune mentre in simili argomenti dovrebbero intervenire i nostri compagni di Corso più preparati come Franco Rosa o Arduino Cedaro e altri che con la teologia hanno un rapporto più stretto. Io, però, sono un operatore del diritto e per me una norma impositiva o restrittiva, all'interno di qualsiasi tipo di comunità, ha valore solo se applicata a tutti i membri della comunità stessa. Ancora oggi (e anche su questo Papa Francesco sta intervenendo) c/o la Sacra Rota si riesce ad annullare matrimoni per motivi "inventati" da chi ha tanti soldi per rivolgersi a quel tipo di giudice......per me, quindi, "chiudere" un matrimonio quando la cui continuazione danneggerebbe, nel fisico e nell'animo, tutti i componenti la famiglia, non è peccato. Un abbraccione
EliminaFrancesco
Non giudicatemi presuntuoso ma la sentenza emessa oggi dal Consiglio di Stato che considera non legittima la trascrizione dei matrimoni gay, dà ragione a quanto ho scritto in merito all'errore in cui è caduto il TAR. Ci tenevo a sottolinearlo perchè di questa sentenza se ne parlerà molto e a sproposito perchè il giudice relatore, sarà anche un fervente cattolico ma, in questo caso, ha semplicemente applicato il diritto. Francesco
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