martedì 4 settembre 2012

Amarcord

Quando vado in ferie in Liguria, sono solito spostarmi con la Vespa, che mi consente di muovermi più agevolmente sull’unica strada disponibile nella regione: l’Aurelia. Effettuo pertanto il trasferimento Milano–Toirano scegliendo ogni anno una strada diversa, rigidamente al di fuori delle noiosissime autostrade.
L’altro giorno, tornando a casa, mi è venuto in mente di passare da Sassello e quindi da Giovo Ligure, teatro dei nostri “campeggi forzati”, delle nostre prime esercitazioni, delle marce estenuanti, delle inesorabili prove valutative e dei primi, timidi approcci con gli “alberi a palla”. Avevo al seguito una macchina fotografica e mi sono chiesto “perché non immortalare la situazione di oggi, tanto per vedere l’evoluzione dei luoghi?!”: ebbene, quell’angolo di paradiso che aveva dato ospitalità alle nostre confortevoli tende “a canile” è diventato un’area pic-nic!
Ora, quei capannoni che ci ospitavano per la consumazione dei nostri pantagruelici pasti sono adibiti a stalle, o meglio come insegnano i Cavalieri, a scuderie. Ci sono cavalli, capre e un’istruttrice di equitazione certamente più bella dei nostri “amati” Vaccari o Contadini.
Ho scattato qualche foto e, una volta a casa, ho trovato nelle mie vecchie carte un’immagine dell’ingresso dell’accampamento e l’ho confrontata con la realtà odierna. Osservando le due fotografie, ho notato che non è che sia cambiato molto, persino i pali della luce sono sempre gli stessi! Quello che non si vede –e che non ho potuto controllare- se esiste ancora la catena interrata e mimetizzata; ricordate, quel “sistema di sicurezza passiva” che l’Allievo di guardia doveva sollevare all’arrivo di un’autovettura per costringerla a fermarsi e per controllare l’identità degli occupanti.
Allora mi è tornato alla mente quel giorno che fu messa alla prova l’efficacia deterrente di quella famosa catena, quando il figlio del Generale Comandante, ignorando le disposizioni, se ne fregò altamente e, entrando in macchina, trascinò per alcuni metri la catena insieme all’Allievo che, obbediente alla consegna ricevuta, non mollò affatto la suddetta. Vi lascio solo immaginare il caos che si scatenò, tra l’Ufficiale di Picchetto che urlava “chi è il responsabile” (come ci volesse molto a stabilirlo!), il Capoposto che cercava disperatamente di rimettere in piedi il paletto della catena e quel poveraccio di Allievo che se ne stava impalato con la catena in mano e lo sguardo perso nel vuoto. Non mi ricordo chi fosse l’Allievo in questione: chi lo ricordasse, non taccia!
Però, quel figlio era proprio strano! Era lo stesso, ricordate, che giocava a nascondino dietro le colonne del loggiato o delle mansa e ci spiava per carpire chissà quali segreti.
A dire il vero, pure il padre, il “Generale poeta”, in quanto a stranezze non era secondo a nessuno. Scrisse una poesia che fu “naturalmente inserita” nel nostro Numero Unico, a fianco della sua fotografia. Una volta terminata la stampa del volume, la sua Musa gli fece notare che era meglio modificare un verso.
La nuova versione del verso fu stampata su carta adesiva dello stesso colore e poi fu applicata sull’originale. Da parte di chi? Ovviamente degli Allievi che avevano terminato gli esami e non potevano stare in pericolosissimo ozio!
Fui uno dei baciati dalla fortuna!
Ciao a Tutti,
Carlo Maria.

9 commenti:

  1. Grazie Carlo,
    un gradevole ricordo. Non sarebbe male rivedere anche le foto dell'epoca!
    Un caro abbraccio
    Andrea Caso

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  2. Buongiorno Carlo
    anch'io sono passato il mese di luglio in motocicletta al Passo del Giovo. Stavo raggiungendo l'imbarco di Savona per la Corsica e ho colto l'occasione deviando da Acqui Terme per Sassello e quindi verso Albisola (il famoso campanile di S. Giustina completamente rimesso a nuovo).Mi sono spinto deviando verso Pontivrea ,sino a Pian ciliegia ameno luogo delle nostre gite fuori porta (zattera, teleferica, bomba a mano,ecc).
    Quanti ricordi neanche sopiti dal tempo!
    Naturalmente non avevo la macchina fotografica (non la porto mai)però dovrei avere alcune foto del campo.
    Un cordiale saluto a tutti
    Massimo

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  3. Caro Massimo, (Scivicco?..Coltrinari? o chi altro..)a te un caro saluto e la raccomandazione che faccio da sempre di inserire anche il cognome. Di Gabrio ad esempio ce ne è uno solo, ma di Carlo, come me, sempre ad esempio, ce ne sono diversi, come di Antonio e così via. Una preghiera che rivolgo a tutti i colleghi, anche per poter con più facilità avere il piacere di ricordarci e riconoscerci subito tutti. Detto questo, anche io sono ripassato nei luoghi dove si faceva il campo estivo, ma diversi anni fa, quando ancora non c'era il BLOG e non pensai di fare delle foto. Quelle localtà, credo, sono scolpite nella mente di ognuno di noi, con i loro ricordi più o meno belli e più o meno brutti, ma riportandoci sempre e comunque a momenti affrontati con grandi motivazioni e con giovanile entusiasmo. Ricordo in particolare anche il commuovente discorso finale, fatto proprio in quei luoghi del nostro Comandante di Battaglione, poco prima di partire per la licenza di fine corso, con la conclusione "il 150^ corso entra nella storia!" che fece emozionare i nostri giovani cuori. Poco dopo arrivò l'agognata stelletta... Un forte abbraccio. Carlo MORI

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  4. E l'antico e umido forte in cui custodivamo le armi e l'uniforme storica al II anno, qualcuno lo ha rivisitato ? Giovanni Papi

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  5. No, l'antico forte non lo rivisitai, almeno io, sono passato molto velocemente alcuni anni fa. Credo sarebbe molto bello ed interessante per tutto il corso organizzare un incontro in quei luoghi. C'è, che si sappia, qualcuno di noi che abita da quelle parti e che potrebbe dare una mano? Un caro saluto. Carlo MORI

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  6. Carlo Maria Magnani8 set 2012, 08:33:00

    L'antico e umido forte non è accessibile in quanto chiuso da una recinzione con cancello. Non ho provato a risalire la scarpata che in genere percorrevamo al rientro da mensa o dalle zone addestrative.

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  7. E come dimenticare l'atteso momento quando, sotto quel cielo incantato e pure stellato, si levava, limpida e serena, la stentorea voce di Giovanni che affidava all'infinito il suo "Inno dell'Artigliere"?
    Un abbraccio a tutti,
    Ettore.

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  8. Abbiamo fatto il campo in due luoghi distinti, il I° ed il II° anno.
    Il primo uno di noi CC riuscì a finire sotto una assolata tenda di rigore a seguito delle urla dell'altissimo (ed arrabbiatissimo nella circostanza) Cap. Monego (grande uomo e grandissimo Comandante) ed Yusuf, a chi diceva di presentarsi subito(allievo Pinco Pallino!) se interpellati dal Gen.Ispettore Bonzani, chiamato per essere certi che tutti avevamo capito, si presentò trionfante: ALLIEVO BINGO E BALLINO! . Questo a parte mi sembra che ci fosse una costruzione anche dove si faceva il campo del I° anno. E' così o ricordo male? Fortissime poi le toilettes da campo..ricordate?
    Ciao, un Saluto. Carlo MORI

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  9. Buonasera a tutti
    Rivedendo i commenti chiedo scusa per la dimenticanza
    Massimo Garin

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