De dirigenda Ecclesia
“Santità, sono stato io ad addossarmi il pesante
fardello degli errori nonché delle colpe commesse dagli attuali e precedenti
rappresentanti dello Ior, comprese le malefatte di Sindona…; sono stato io che,
su preciso incarico dei Suoi autorevoli rappresentanti, ho disposto cospicui
finanziamenti in favore di molti Paesi e associazioni politico-religiose
dell’Est e dell’Ovest…..; sono stato io in tutto il Centro-Sudamerica che ho
coordinato la creazione di numerose entità bancarie, soprattutto allo scopo di
contrastare la penetrazione e l’espandersi di ideologie filo marxiste; e sono
infine io che oggi vengo tradito e abbandonato…”
Questa lettera
fu scritta, il 5 giugno 1982, da Calvi e indirizzata a Giovanni Paolo II con la
speranza che il Papa togliesse la banca papalina dalle grinfie di Marcinkus e
la consegnasse all’Opus Dei perché certo che quest’ultimo avrebbe salvato la
banca Ambrosiana dal crac causato, principalmente, dal debito di Lit. 1.500
miliardi che questa aveva contratto nei confronti dello Ior. segue......
Francesco
Caro Francesco,
RispondiEliminala tua puntuale, precisa e, per ovvie ragioni, sintetica esposizione non può che fare onore a te e, al contempo, aprire uno squarcio nella pesante cappa che avvolge (e nasconde) l'esistenza di attività tutt'altro che "religiose" quando si parla di quattrini: tantissimi quattrini.
Non posso essere certo io a "confutare" quello che hai scritto, per cui mi limiterò all'ultimo periodo che mi sembra quello meno "tecnico".
L'affermazione di Marcinkus è un condensato di realismo, anzi di cinismo; inutile arrampicarsi sugli specchi o rifugiarsi in elucubrazioni abbellite da frasi roboanti pittate di eticismo o, peggio ancora, di religiosità: solo i fessi o gli ipocriti potrebbero dire di credervi.
Ma tu, con quel "dimostra", metti sul tappeto un altro argomento, molto ma molto più pesante e cioé: fino a quando e quanto si deve dar credito a coloro che giustificano le proprie azioni in none di una ideologia, laica o religiosa che sia?! Quando un uomo che "crede" è autorizzato ha discostarsi dagli "insegnamenti" di chi parla in nome di quella ideologia?! Si è "atei" solo perché si contraddice quella ideologia quando diventa distorta?! Come la mettiamo con i tantissimi Giordano Bruno dei tantissimi "regimi" che dicevano di voler "salvare il mondo"?!
Un abbraccio,
Ettore.
Caro Ettore io credo che l'uomo debba aggrapparsi a princi etici universali e sentire la necessità di vivere seguendo regole giuste. Certo si può discutere ore sul concetto di giustizia e di universalità ma anche la sola lettura del Vangelo ci troverebbe concordi sulla definizione di un percorso di vita condivisibile da tutti noi. Il problema nasce quande il principio lascia l'alveo naturale di obiettivo da raggiungere e si impadronisce della nostra razionalità. La conseguenza è una distorta percezione delle cose e l'esternazione di pensieri solo apparentemente liberi.
RispondiEliminaUn abbraccio a te
Francesco
Grazie per il tuo resoconto sullo IOR, puntuale e conciso.Mi documenterò.
RispondiEliminaRitorno però sul concetto di libertà intellettuale individuale.
Se giustizia ed universalità trovano tra noi un punto comune nel Vangelo, non vedo perchè la mia libertà individuale non possa alla Sua luce esprimersi, senza distorsioni.
"IL PRINCIPIO LASCIA L'ALVEO NATURALE DI OBIETTIVO DA RAGGIUNGERE E SI IMPADRONISCE DELLA NOSTRA RAZIONALITA'. LA CONSEGUENZA E' UNA DISTORTA PERCEZIONE DELLE COSE E L'ESTERNAZIONE DI PENSIERI SOLO APPARENTEMENTE LIBERI": come al solito questa è un'ottimaa sintesi, caro Francesco, del tuo ragionare.
Secondo questi presupposti, la mia libertà non sarà mai tale, nemmeno nella comprensione del Vangelo, il quale potrebbe rappresentare un mezzo di deviazione della mia razionalità, in quanto valutato come un principio che esce "dall'alveo naturale di obiettivo da raggiungere"!
Il Vangelo infatti si può interpretare in varie maniere(pur nell'ortodossia dell'interpretazione magisteriale, non siamo infatti protestanti!), per cui, se così fosse, si annullerebbe il postulato iniziale di giustizia e universalità ad esso connesso.
Come conseguenza, il principio da raggiungere non sarebbe tale, ma risulterebbe inficiato dalla nostra razionalità, che devierebbe la nostra percezione delle cose, quindi la nostra libertà. In sintesi, anche il Vangelo sarebbe "deviante" circa la nostra libertà,che quindi non potrebbe mai esistere, in quanto sempre corrotta dalla nostra razionalità. (ammazza, che contorsioni mentali!!)
La mia complessa prolissità è di sicuro inferiore rispetto alla chiara e concisa lucidità intellettuale, che io ti riconosco in toto. Ma , al proposito, questa tua lucidità può rappresentare, come limite ultimo, la causa stessa "di una distorta percezione delle cose",poichè tu non saresti libero di pensare, ma condizionato proprio dalla tua mente razionale.
Caro Francesco, io non ci credo alla mia "non libertà": condizionamenti esterni e/o altre cause non possono deviare il mio libero sentire interiore, che, tramite la coscienza, sa esattamente dove, come e perchè andare avanti e verso quali obiettivi.
E i miei principi, i miei obiettivi sono "hic et nunc", sorretti dalla tradizione, vissuti nel presente, orientati al futuro.
In conclusione non credo che il Vangelo e, più in generale la tradizione cristiana, limiti la mia libertà di ragionamento, ma anzi la illumini e orienti al fine ultimo, che è il Sommo Bene. La Scrittura infatti "provoca" costantemente la nostra povera ragione, e la previene da un uso inutile e sterile. Abbiamo la ragione infatti non per lambiccarci il cervello, ma per conoscere e amare Dio!
Marko
Carissimo Marco, ho riletto tre volte il tuo commento ed ora avrei bisogno di un moment ma, nonostante il mal di testa, mi piace dialogare con te e cercherò di rimettere il discorso su un binario, per me, più comprensibile. Quello che mi è sembrato di capire lo racchiuderei in questo concetto e correggimi se sbaglio:" i principi del Vangelo illuminano la strada da te liberamente scelta mentre idealizzare la ragione dandole una importanza che vada oltre la conoscenza e la glorificazione di Dio, potrebbe portare a ciò che io ho rappresentato come distorta percezione".
RispondiElimina"Beati i poveri perchè di essi sarà il regno dei cieli", se ogni credente leggesse queste parole come un comandamento di Dio, avremmo milioni e milioni di persone che si spogliano di ogni loro avere per donarli ad altri i quali, accettandoli, si allontanerebbero dal Paradiso. Io non credo che Gesù volesse questo ma credo invece che egli volesse semplicemente dire: "non siate schiavi dei beni terreni ma imparate a dare loro la giusta importanza perchè solo così non commetterete le malefatte che essi inducono nell'uomo e potrete conquistare il regno dei cieli".
"Chi è senza peccato scagli la prima pietra", quante volte abbiamo utilizzato questa frase per giustificare le malefatte di persone alle quale eravamo legate da sentimenti o da ideologie o da interessi. Io non credo che Gesù volesse abolire i giudici e la pena ma, più semplicemente, indicare all'uomo la via del perdono, della tolleranza e e dell'equità che non è giustificazione delle condotte illecite.
Nell'esternare i rispettivi pensieri sulle dimissioni del Papa, sia io che Carlo Minchiotti, abbiamo rappresentato due percorsi completamente diversi fondati sulle conoscenze, sul carattere e sull'indole che ciascuno di noi ha; eppure la verità non può che essere una sola. Questi pensieri saranno recepiti da ciascuno di voi in funzione del proprio credo religioso, della simpatia o antipatia che io e Carlo raccogliamo e da quello che ciascuno preferisce credere.
La ragione, sempre a mio avviso, avrà un uso sterile solo se offuscata dal fanatismo e ciò avviene quando non si è più in grado di penetrare il significato introneo delle parole e dei simboli. La nostra libertà di pensiero cozza sempre con queste difficoltà che sono tanto più grandi quanto più è alta la convinzione sulla propria autodeterminazione.
Io non ho le tue certezze e ti invidio per questo; sono anche convinto che i principi del Cristo siano da considerarsi giusti ed universali ma sono altrettanto convinto che essi possano rappresentare un faro e che per evitare gli scogli occorra maestria e razionalità, caratteristiche facili solo da enunciare.
Ti abbraccio
Francesco
Sono stato a Roma in questi giorni di "sede vacante":avevo un sottofondo di tristezza, ma , al contempo, di speranza!Vedremo cosa ci aspetterà, io sono curioso.
RispondiEliminaPer la risposta alla tua riassuntiva e sicuramente più chiara sintesi del mio pensiero, mi è piaciuta moltissimo l'immagine del faro (principi del Cristo) e di noi che, fuscelli alla deriva, dobbiamo evitar gli scogli: tu dici "con maestria e razionalità", io aggiungo " anche con Fede e fiducia nella luce del faro".
Le mie certezze, che tu dici di invidiarmi, sono solo relative agli enunciati che espongo, ma non ti posso nascondere i mille dubbi e le mille esitazioni giornaliere che mi assalgono: razionalmente infatti la religione cattolica è irraggiungibile e, mi sia concesso il termine, inumana; proprio per questo serve umiltà e Fede, che .tramite lo Spirito, ti portino sulla dfficilissima strada di "amare il nemico"!
Un abbraccio a te, grande e illuminata mente, inserita in un grande e generoso Uomo, che tutti fa riflettere in positivo!!!
MARKO
AHO, prode Ettorre, e di Grillo non c'è traccia di discussione???!!!
RispondiEliminaPropongo un autorevole tuo "inserto" caustico-riflessivo, grazie.
Marko
Grazie Marco - non per i complimenti che da uomo vanitoso accetto con immenso piacere - per l'umanità, la semplicità e la grandezza delle tue parole.
RispondiEliminaFrancesco