martedì 5 febbraio 2013

Dum Romae consulitur...

Nel caravanserraglio di venditori urlanti promesse tanto al chilo che sbraitano su schermi televisivi, radio, giornaloni, giornalini e giornaletti (devo verificare gli annunci parrocchiali) ce ne è oramai per tutti i gusti: dagli ex sobri in loden, ai pervicaci imbonitori plurimiliardari, agli sbranatori di “chiunque osi permettersi di…”, agli sfasciatutto con divieto di fare prigionieri, per finire con il politburo togato.
Forse perché a corto di argomenti o forse per cercare disperatamente di dire qualcosa che ancora non aveva detto nessuno, questi piazzisti dell’aria fritta hanno tirato fuori argomenti in salsa “militare”. Il più gettonato è sicuramente quello degli F35, non fosse altro che per il suo impatto emotivo sul popolino sderenato dalle tasse, evitando accuratamente però di confessare il proprio coinvolgimento nelle varie fasi del programma.
Inoltre, qualcuno –tirando fuori un “cavalluccio” che il servo di turno gli aveva infilato nella tasca- in contrapposizione all’acquisto degli F35, se ne è uscito parlando addirittura di “Difesa comune europea”, spacciandola come la panacea di tutti i guai –di sicurezza ed economici- nostrani e degli altri; al riguardo, riesce difficile capire come mai, per quel “qualcuno”, gli F35 non producano “sicurezza”: mah, mistero della politica!
A prescindere dal fatto la “Difesa comune” era già oggetto di “riflessioni” molto prima che fossimo ospiti del ducale Palazzo (pensate alla UEO e meno male che l’hanno sciolta!), queste sparate elettorali -profferite da gente che non sa di che cosa stia parlando e destinate a gente che non gliene po’ fregà de meno- mi offrono il destro per qualche riflessione sul concetto stesso di “Europa unita”.
Parto da una domanda che Marcello si era e ci aveva posto nel suo bel pezzo “L’Europa dimenticata” del giugno scorso e cioè: “Non doveva l’unione monetaria preludere ad una forma di governo pan-europeo?”. Lascio agli esperti di economia monetaria la risposta; a me piace, invece, soffermarmi sul quel “governo pan-europeo” che, esso sì, dovrebbe rappresentare la panacea di tutti i guai che affliggono il Vecchio Continente, oramai ridotto a nobile decaduto.
Mi rendo conto che il retaggio di millenni di divisioni, di guerre, di massacri, di ruberie costituisce un ostacolo formidabile alla realizzazione di un’Entità sovrannazionale che abbia l’autorità di indirizzare, coordinare, unificare le “politiche” degli Stati membri e non solo occuparsi di broccoletti e di quote latte.
E, tra tutte le “politiche”, quelle più importanti, quelle più intime sono sicuramente gli Esteri e la Difesa; ma sono anche quelle che vengono salvaguardate con una gelosia al limite del paranoico, condizionate come sono dall’atroce ed indelebile peso di quel retaggio storico; non a caso, in Francia, costituiscono domaine réservé del Presidente della Repubblica.
Soffermandoci un attimo sul concetto di sicurezza, non potremo che constatare che, fino alla caduta del Muro, l’Europa (salvo la Francia) l’aveva appaltata agli Stati Uniti, tanto che ci si abituò a pensare ad una integrazione disancorata dalla sicurezza ed alimentando anche la legenda che l’unità politica sarebbe arrivata, quasi automaticamente, come coronamento dell’integrazione economica: ma non è stato così, perché, così, non poteva essere.
Ora ce la dobbiamo cavare da soli e, pertanto, logica vorrebbe che si cominciasse a fare i primi, timidi passi in quella direzione, non fosse altro perché appare chiaro che il mondo occidentale sta perdendo la battaglia per contenere la diffusione dell'islamismo radicale.
Fuori dai confini europei ma senza andare troppo lontano, quello che sta avvenendo sull’altra sponda del Mediterraneo dovrebbe costituire un pericoloso campanello d’allarme: il fallimento della cosiddetta “primavera araba” – che pur tante speranze aveva indotto- ha accresciuto il pericolo: dall’Egitto al teatro subsahariano, dove i salafisti dilagano, con l’intento di trasformare l’intera regione in tanti, nuovi Afghanistan.
E l’Europa come ha reagito? Con preoccupante dabbenaggine nella vicenda libica e con ottuso menefreghismo in quella del Mali.
Ora, non voglio riaprire la bella ed appassionante discussione nata dalle riflessioni di Renato, anzi la voglio vedere nell’ottica appunto della “sicurezza”, intesa come bene comune e non individuale di un singolo Stato. E, in questa ottica, cosa abbiamo fatto, cosa ha fatto questa Europa ansiosa di “unità” ma attenta a non sporcarsi le mani? Abbiamo lasciato sola la Francia (salvo qualche briciola di sostegno logistico), con la conseguenza di averLe offerto l’occasione di dare una rinverdita ad una sbiadita Grandeurr, in nome della quale ne trarrà motivo per ribadire la propria indisponibilità all’unificazione politica.
E, per piacere, non venitemi a parlare di “neo-colonialismo” o di protezione di miseri interessi economici! Certo, la Francia ne ha e bene ha fatto a salvaguardarli con ogni mezzo; ma il contenimento della minaccia islamista è o non è un “interesse “ di tutta l’Europa, a cominciare da noialtri Italiani? Era o non era, questa, una splendida ancorché piccola occasione per “europeizzare” un intervento militare, finalizzato a garantire la sicurezza di tutti? Era o non era, questa, una irripetibile occasione per dare un segnale fermo, concreto della volontà di lavorare sul serio per una “comunità politica” che, meno miope, fosse in grado di guardare oltre il proprio orticello, pensando anche a crearsi una ”zona di sicurezza” che La mettesse al riparo dalle feroci minacce islamiste?
Non si tratta solo di uranio o di petrolio o di altre ricchezze: è in gioco la sopravvivenza della stessa Civiltà europea!
Però noi dibattiamo sull’utilità di comprare o meno gli F35, perché, tanto…si dovrà tendere ad una chimerica “Difesa comune”: dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur!
Un abbraccio a tutti,
Ettore.

20 commenti:

  1. Carlo Minchiotti5 feb 2013, 14:49:00

    PARTE PRIMA
    In un recente mio scritto, ospitato in queste pagine, ipotizzavo, con utopistica visione, la possibilità che la privazione di una parte di ricchezze occidentali a favore del meno fortunato terzo mondo potesse far allentare la pressione di disperati sul vicino continente europeo e, di qui, con una inarrestabile progressione numerica, in tutti i paesi ricchi, anche di altri parti del Globo. Il concetto di "dono"era, ed è, per me una piccola parte di un concetto più ampio, legato a quello di democrazia e di libertà.
    Gli interventi che hanno fatto seguito all'eccellente "provocazione" di Renato"- che ha avuto il merito di vivacizzare il Blog-non hanno, a mio parere, toccato il problema. Si è parlato di valori,di giustizia, di violenza e di aggressione ma non sono state sviscerate le conseguenze di quanto siamo stati capaci di realizzare attraverso politiche con le quali pensavamo di riconoscerci come i migliori, con le quali ci celebravamo, ma attraverso le quali, con una cecità totale, non pensavamo di dover muovere un dito per aiutare le popolazioni del sud del mondo.
    E su questo tema, sul mosaico di colpevoli assenze, sull'egoismo di tutti noi, si è sviluppata, con lenta ma inarrestabile progressione, l'avanzata di una subdola transizione dalla democrazia di alcuni di quelle nazioni alla becera realtà della presa di possesso del potere da parte di governanti che sono la faccia contraria dell'islamismo moderato che in precedenza le governava.

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    1. Cari Amici
      traduco alcune righe della famigerata sharjia:
      "Gli obiettivi della legge dell'Islam possono essere divisi in quattro pincipi guida e quattro applicazioni. I principi guida sono il rispetto per la liberta' della religione, il rispetto per la sacralita' della vita umana, il rispetto per la comunita' umana, il rispetto per l'ambiente. Le applicazioni sono il rispetto per l' auto-determinazione politica, il rispetto per la proprieta' di ognuno, il rispetto per l'eguaglianza tra generi, il rispetto per la liberta' di accesso alla cultura."
      Con questo avvio di commento voglio solo dire che ci sono nel mondo oltre 1 miliardo e seicento milioni di fedeli dell'Islam la cui fede e' infangata da alcune migliaia di terroristi che mentono nella interpretazione del Corano con visioni arcaiche e non sostenibili, per realizzare potere e sottomettere altri.Sono assolutamente convinto che ognuno debba avere la libertà di professare il proprio credo religioso. Ma confondere l’Islam con certe frange estremiste che vogliono imporre un modello teocratico sprezzante della sacralità della vita, dell’importanza del ruolo della donna nella società, dei diritti umani e del diritto di ogni uomo a tutelare la propria dignità, è un grosso errore. Un conto è la professione di fede, un altro è l’utilizzo di quello stesso credo religioso per fini grettamente politici. Io non considero un pericolo l'islam, ma certamente lo e' un atteggiamento diffuso nei paesi occidentali che chiamiamo multiculturalismo e che non ha nulla di democratico né di pluralista. In Europa e in Occidente gli estremisti trovano terreno fertile nella democrazia malata, nel malessere sociale diffuso e in un'integrazione spesso mancata. La politica è stata troppo molle, troppo buonista, lassista e giustificazionista.Io credo che i fenomeni possono essere controllati se abbiamo uno Stato che funziona e se sosteniamo con fede i nostri valori e principi, su cui abbiamo basato le democrazie occidentali. Io sostengo che il fronte non puo' essere formato da una "zona di sicurezza" in Africa, dove pur vive qualcuno!,ottenuto con un intervento armato che addirittura Ettore auspica firmato dall'europa unita. Il governo francese ha chiaramento ammesso alla popolazione che l'intervento in Mali ha ottenuto l'obbiettivo di prendere le miniere di uranio. Una democrazia sana, governi operanti per realizzare il benessere della popolazione, i principi ed i valori a base dei comportamenti, la cultura e la storia, la capacita' di guardare l'altra faccia del mondo e condividere la ricchezza come dice bene Carletto, sono le sole armi che da sempre hanno consentito ad una civilta' di esistere,prosperare ed avere sicurezza facendo fronte ai tentativi di infiltrazione. Non credo che Ettore paventi un intervento armato dei talebani alla conquista di Roma e Parigi; o si???
      Grazie per la pazienza che dimostrate nel leggere questi miei commenti fuori dal coro, nella speranza di far sviluppare una conversazione argomentata e di non essere indicato, ancora, come naiv o teorico o francescano.
      Un abbraccio
      Renato

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  2. Francesco Miredi7 feb 2013, 09:47:00

    Caro Renato quello che tu dici è intellettualmente onesto e non credo che possa essere teoricamente confutato. A mio avviso, però, sarebbe realmente attuabile solo se le popolazione asiatiche e africane dimostrassero di essere capaci di liberamente autodeterminarsi senza condizionamenti pseudo religiosi e/o anti occindentali.
    La religione islamica ha gli stessi sani principi della religione cattolica ma, come in quella cattolica, è sempre un gruppo di uomini che la interpreta e la divulga. La differenza sostanziale è che nel caso del cattolicesimo, dopo tanti errori, si è arrivati ad un distacco netto fra i poteri sacrali e politici; nei paesi islamici si è verificato il processo opposto.
    Le mie, e ritengo anche le tue informazioni sul Mali, provengono dai circuiti ufficiali e, se è vero che quel paese rischiava di cadere nelle mani di nucli islamici che hanno dimostrato di non avere gli obiettivi da te indicati bensi la distruzione degli infedeli immolando anche la propria vita, è più che giustificabile la gestione dell'uranio da parte della Francia. Quelle che tu chiami frange estremiste governano l'Iran, stanno avanzando in Egitto, in Siria, in Libia e, per il momento, hanno avuto un arresto in Turchia solo per l'occidentalità di questo paese. Il vero errore che l'Occidente sta commettendo, sempre a mio parere, è quello di non imbrigliare Israele e di non dare al mondo arabo/islamico la sensazione di volere veramente una Palestina libera ed autonoma.
    Francesco

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  3. Cari Renatino e Francesco, ho letto considerazioni estremamente valide (di sostanza) e pacate, che non possono che essere condivise. Una sola osservazione, Francesco. Tu parli di incapacità da parte del Mondo Occidentale di imbrigliare Israele...sembra che tu non conosca o non voglia riconoscere la estrema capacità da parte di quest'ultimo (che non ne fa neanche mistero) di "influenzare" il Mondo Occidentale...e non viceversa. Penso sia superfluo entrare nei particolari e su chi, effettivamente, abbia una certa non trascurabile capacità di poter condizionare i "centri decisionali" delle maggiori potenze Occidentali. Ciao. Un abbraccio a Te ed agli altri tutti. Carlo MORI

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  4. Francesco Miredi7 feb 2013, 15:55:00

    Caro Carlo, io ho parlato di errore e non di incapacità da parte dell'Occidente (?). Sulle "potenzialità" degli israeliani sono perfettamente in linea con il tuo parere.

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    1. Cari Amici
      io credo che noi dobbiamo essere coerenti con le idee ed i principi: se noi avalliamo il principio che un governo democraticamente eletto dalla popolazione attraverso libere elezioni ha il diritto di governare, bene allora NON possiamo poi dire che quel governo eletto ma che a noi non piace non e' democratico. In Iran ed in Egitto ci sono state elezioni libere e monitorate; ha vinto chi ha vinto e noi dobbiamo accettare anche se avremmo preferito governi diversi. A Gaza ha vinto Hamas, ma non piace agli israeliani e non piace agli occidentali e la inseriamo in liste che definiamo "del terrore". Israele tiene sotto occupazione militare un intero Paese, strangola l'economia della popolazione che vive in quell'area ( in Palestina nel 1900 c'erano solo 5.000 ebrei ed oggi ce ne sono 6 milioni a prescindere da chi viveva nell'area), non implementa le risoluzioni ONU ma siccome controlla molto del potere reale in quasi tutti i paesi occidentali, allora va bene. In Turchia dopo il periodo di Ataturk che aveva messo al bando la religione, il partito che ha la stragrande maggioranza dei voti si ispira a principi religiosi, sta realizzando riforme liberali e produttive che noi ci sogniamo ed il paese cresce a ritmi vertiginosi. In Libia abbiamo noi dato armi ai ribelli e poi abbiamo attaccato militarmente per eliminare un dittatore; il momento che il paese attraversa e' sotto gli occhi di tutti. Anche in Siria c'e' un dittatore, ma li' non ci andiamo e guardiamo su CNN le stragi quotidiane.
      Non siamo coerenti con i principi, stiamo abdicando ai valori universali, giustifichiamo ogni comportamento se ci porta denaro o uranio e poi ci lamentiamo che l'Islam o qualunque altro movimento, religioso e non, avanza.
      Un abbraccio
      Renato

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  5. Siccome non voglio incorrere nell'ira funesta di Carletto, mi limito dire a Renato (che ringrazio per la puntualità e la completezza dei Suoi interventi)solo una cosa: anche Hitler fu eletto democraticamente!
    Il seguito...quando a Carletto piacerà!!!
    Un abbraccio,
    Ettore.

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  6. Francesco Miredi8 feb 2013, 11:12:00

    Caro Renato, sono entrato solo ora nel mio studio perchè, per circa un'ora, sono rinasto in auto ad ascoltare la trasmissione "Radio anch'io" la quale, partendo dai moti tunisini e dal recente attacco degli integralisti ad un oleodotto algerino, parlavano proprio degli effetti derivanti dal potere politico gestito dai religiosi. A parte l'intervento di un rappresentante arabo il cui nome mi è difficile scrivere, il quale, senza mezzi termini, ha definito assolutamente dittatoriale e antitetico ad ogni principio democratico un governo basato sul "Corano" (perchè o si è fedeli o si è infedeli e quindi da eliminare), tutti gli intervenuti hanno concordato sul fatto che popoli costretti alla miseria sono facilmente manovrabili dalle frange integraliste. Se mi permetti, è piuttosto superficiale l'affermazione che la Turchia, con un governo islamico, sta emanando leggi liberali perchè questa, a differenza di ogni altro paese mussulmano, è nata con il culto dello Stato (Ataturk ha portato all'estremo il nazionalismo con il rifiuto delle concessioni alle autonomie territoriali e ha trasmesso a tutte le forze politiche maggiori il culto dello Stato al disopra di tutto). Oggi il panorama politico è dominato dal conservatorismo islamico dell'AKP (che non emana leggi riferendosi al Corano), dal nazionalismo Kemalista del CHP e dall'ultra-nazionalismo dell'MHP. Un altro attore politico fondamentale è l'esercito, il quale rifacendosi all'idea nazionalista di Ataturk, è costantemente presente nella gestione dello Stato per difenderne l'integrità e la laicità; per questo parlavo di occidentalità della Turchia.
    Francesco

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  7. Vorrei lanciare una raccolta fondi per donare agli estimatori della sharija
    un biglietto sola andata per un paese islamico. Nel dono sara' compresa una fornitura ( a scelta ) di niqab o di burqa nel caso volessero viaggiare in compagnia di qualche parente , forse una nipotina .....Saluti. Giovanni

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  8. Nigeria, uccise 9 volontarie anti-polio
    ESTERI Le vittime sarebbero tutte donne. Ammazzate a colpi di arma da fuoco in due diversi attacchi a Kano, nel nord del Paese. Indiziata una setta islamica che condanna l'uso della medicina occidentale ( dal Corriere della Sera ) Potrebbe essere questa la meta degli estimatori della sharija ? Saluti 2 . Giovanni

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  9. Il governo Erdogan: “Deputate con il velo in Parlamento”
    di Monica Ricci SargentiniDonne | “Il Parlamento è lo specchio della società e quindi tutte le componenti della società devono essere rappresentate” ha detto ieri Fatma Sahin, la ministra turca per la Famiglia e le Politiche Sociali, unica donna in un governo di soli uomini e in un Paese sempre più coniugato al maschile. E siccome la Turchia è abitata soprattutto da musulmani, la ministra ne deduce che “se vogliamo che la democrazia avanzi anche le deputate che indossano il velo devono poter entrare” nell’Assemblea Nazionale. Dal Corriere. PERO' ANCHE LA TURCHIA SEMBRA ESSERE SEMPRE PIU' INTERESSANTE NON E' VERO ?.... Saluti 3 . Giovanni

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  10. Credo che le riflessioni che scaturiscono fra noi da questo tipo di conversazioni debbano puntare a livelli un po' più elevati. Nel mondo purtroppo si vedono ormai casi di efferratezze di tutti i tipi, da condannare sempre, non vi è dubbio, ma l'analisi obiettiva delle intere situazioni, non è facile e, a mio avviso, non coincide - spesso- con quella che ci viene presentata. Lo scontro fra islam ed ebraismo, purtroppo, poi, porta e porterà a conflittualità sempre più pericolose, data anche la frequente rigidità delle interpretazioni dei rispettivi ruoli. Conflittualità che, visti i poteri di influenza di entrambi, sia pur per motivi diversi, su tutto il pianeta, possono finire nel coinvolgerci tutti. La soluzione non può che essere una sola...puntare sul ruolo che le persone più equilibrate e moderate di entrambe le parti potranno svolgere. Non ci sono alternative. Un caro saluto. Carlo MORI

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  11. Mi sembra molto riduttivo, pericoloso e non aderente alla realtà circoscrivere la conflittualità dell'islam solo con l'ebraismo. L'islam e' in conflitto con tutto il mondo occidentale e , senza voler tediare con infiniti esempi di eventi e ricorsi storici, sopratutto con il cristianesimo .Non voler ricordare queste cose significa cancellare le nostre radici e sottomettersi a chi ci vuole dominare da secoli. Se i livelli " piu' elevati" auspicati da Carlo Mori significano schierarsi contro Israele per il solo fatto che esiste ( questa in definitiva e' la colpa che viene attribuita dagli arabi ) mi dispiace, ma ha un sottile profumo di antisemitismo. Giovanni

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  12. No, Giovanni, non dispiacerti, non c'è sottile profumo di antisemitismo, specie riguardo a me, che non ho proprio nulla contro Israele (che poi è una cosa ed il semitismo un'altra). Anzi sono stato addirittura più volte invitato da emeriti suoi rappresentanti a farvi visita,... ma non si può ignorare che sono spesso proprio certi potentati ebraici che con la loro inclinazione ad escludere gli altri (non appartenenti alla loro comunità) dal proprio ambito a comportarsi con un "sottile profumo (per usare le tue parole) di razzismo". Se questo sia dovuto alle innumerevoli sofferenze subite nei secoli da questo popolo, non so, forse, può essere una giustificazione... ma non giova a loro stessi, e non esito a dirlo proprio anche a loro, quando mi capita l'occasione (come poche sere fa, quando uno di loro era mio vicino al tavolo). Loro negano e si risentono, ma l'evidenza dei fatti non sembra dar loro troppa ragione. Per quello l'auspicabile buonsenso da parte dei più importanti detentori del potere, e non solo politico, ma, economico, religioso etc. penso sia l'unica soluzione. Si, per me, la conflittualità fra il mondo arabo-islamico e quello ebreo-israeliano(con le sue grandi possibilità economico-finanziarie nell'intero mondo capitalistico) è ciò che caratterizza da tempo, nel pianeta, la maggior parte dei conflitti "di sostanza" da qualche decennio (si pensi a quelli relativi alle risorse petrolifere mondiali). E poichè questi conflitti hanno, secondo me, proprio motivi più economici che ideologici(nonostante le apparenze - ed è questo l'esame "a livello adeguato" da me auspicato e poichè "c'est l'argent qui fait la guerre"...c'è da continuare ad aver paura. Noi siamo nella parte di mondo sensibile all'area capitalistica e direttamente coinvolti in questa ricerca di difficili equilibri. Dio (che è unico per tutti) ce la mandi buona! Ciao! Carlo MORI

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  13. Francesco Miredi9 feb 2013, 16:58:00

    Visto che per primo ho evidenziato gli errori occidentali nel conflitto Israele/Mondo Arabo, mi sento chiamato in causa e, per questo, credo di dover intervenire in questo ultimo dibattito. Ritengo che le uniche attività antisemitiche che nell'ultimo secolo possano realmente definirsi tali, siano da addebitare alla Germania nazista e all'Italia fascista. Personalmente non rilevo nulla che possa additare la razza ebraica come un qualcosa di diverso da tutte le altre razze e, conseguentemente, non ho nulla contro gli ebrei. Ciò non di meno, è oggettivamente certo che Israele dal 1947, quando le nazioni Unite avevano diviso il territorio palestinese lasciando il 45% agli allora abitanti e dando il 52% agli israeliani, ha nel tempo occupato l'intero territorio costringendo ora oltre due milioni (dopo la guerra dei sei giorni del 67, erano ottomilioni) di esseri umani a vivere in un territorio ristretto sotto una aberrante occupazione militare; Israele nei confronti dei palestinesi ha messo in atto la stessa pulizia etnica che i nazisti ed i fascisti avevano tentato di porre in essere nei loro confronti (fortunatamente o sfortunatamente dipende dai punti di vista senza utilizzare strumenti veloci e sbrigativi di distruzione di massa quali i forni). Tutto questo, oltre a non avere alcuna giustificazione morale o razionale, fomenta odio e allarga sempre più la crepa fra il mondo arabo e quello occidentale. Al contrario, l'effettivo riconoscimento di uno Stato e di un popolo palestinese, voluto almeno a parole dalle Nazioni Unite, avrebbe potuto isolare, nell'ipotetico scenario della guerra santa, gli arabi oltranzisti quali gli iraniani e avvicinare all'Occidente tutti gli altri. A mio avviso, però, ciò non viene fatto proprio per le motivazioni avanzate da Carlo Mori e, da piccolo ed ininfluente uomo della strada, mi sento di giudicare negativamente l'azione di Israele e di tutti coloro che l'appoggiano (senza sentirmi con ciò antisemita) e, nello stesso tempo, appoggio ogni azione militare contro coloro che in nome di un Dio sanguinario compiono atti ancora più efferati di quelli compiuti dai loro presunti persecutori.
    Francesco
    Francesco

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  14. Caro Francesco,
    stavolta non sono d'accordo con te, almeno quando battezzi come "la madre di tutti i conflitti" l'esistenza dello Stato israeliano, le cui origini sono di molto antecedenti alla data da te indicata e non esenti dagli interessi inglesi nella Regione, durante la seconda Guerra Mondiale.
    Quando tu ipotizzi l'esistenza di "arabi oltranzisti", dai per scontato che ne esistano altri "non oltranzisti", omettendo però di specificare quali siano le potenzialità finanziare degli uni e degli altri.
    E' indubbio, infatti, che i "cattivi" sono quelli che hanno immense possibilità finanzirie, nonchè la micidiale arma ricattatoria del petrolio. E' di tutta evidenza, quindi, che per costoro sarà facilissimo strumentalizzare i "buoni", non fosse altro perché si tratta di povera gente affamata ed oppressa, facile preda di un fanatismo religioso che promette il paradiso celeste con qualche appendice anche terrena: un po' quello che succedeva ai nostri avi ai tempi delle Crociate!
    Attento quindi a non dipingere come "il mostro" il solo Israele (che pure di colpe ne ha tante e pure gravi!, omettendo di sottolineare il suo ruolo di avamposto dell'Occidente immerso nella tumultuosa ed ostile marea musulmana.
    Israele è nato quasi sicuramente per pagare quelche promessa, più sicuramente a seguito del "carico da undici" calato dalle potentissime lobbies sioniste nel mondo, un po' meno sicuramente per ripagare gli Ebrei europei di quanto di atroce avevano dovuto subire.
    Non prendermi per un ultra, però sono convinto che, senza Israele, le cose sarebbero andate anche peggio: per noi, logicamente!
    Ti abbraccio,
    Ettore.

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  15. Caro Francesco, come al solito la tua è un'analisi intelligente, pacata ed obiettiva, anche se io penso di riuscire a comprendere intuizioni che vanno anche oltre le parole scritte, alcune delle quali condivido, altre un po' meno, ma che rispetto (e molto) perchè vengono da unamente libera ed incondizionata dai bersagliamenti dei nostri "media" e dai luoghi comuni che diventano verità indiscutibili. Israele o no, dopo il '73 e la crisi del petrolio gli scontri fra i due grandi potentati (uso questo termine senza scendere troppo nei particolari) interessati hanno finito per condizionare la esistenza stessa del mondo (occidentale in particolare). Tutto il resto, episodi eclatanti o meno, sono a mio modesto avviso riconducibili in gran parte a questo contrasto, apparente ed intransigente, ma un po' meno sotanziale al tempo stesso, anche perchè questi grandi centri di catalizzazione di potere mondiale, economico ed anche più, in fondo, pare si rispettino, nel lottarsi e non si annientano fino in fondo, secondo le più intelligenti teorie della gestione e dellla spartizione del potere. Intendiamoci...le mie sono solo sensazioni personali (strettamente) che si basano solo ed eslusivamente su intuizioni e ragionamenti, ma non su fantasie, nè su verità preconfezionate. In questo quadro i ragionamenti di Renatino, profondi ed altrettanto intelligenti al tempo stesso, vanno inquadrati, anche se si riferiscono principalmente all'analisi di uno solo dei due componenti di cui ho fatto cenno. Ciao, un abbraccio a Te ed a tutti gli altri. Carlo MORI

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    1. Cari Amici cerco di restare sereno nel proporre i miei ragionamenti e non raccolgo le stupidaggini scritte senza riflessione o documentazione. Abbiamo parlato di principi su cui si basano le democrazie occidentali e degli argomenti proposti da alcuni governi per giustificare gli interventi armati in paesi terzi. Abbiamo parlato di Islam, non certo perche' io o qualcuno di noi voglia diventare musulmano, ma perche' non possiamo non rispettare il credo religioso degli altri e la loro liberta' di professarlo; abbiamo parlato, e condannato, di distorsioni ed adeguamenti a tradizioni locali o ad interessi politici e di potere che arrivano a giustificare bieche abitudini ed uccisioni come fatte in nome della religione. Abbiamo poi parlato del conflitto israelo-palestinese e, senza addentrarmi al momento in specifica analisi voglio farvi partecipi di una emozione fortissima che mi ha colpito nel 1998, quando sono arrivato ad Hebron per assumere l'incarico di Vice Capo missione TIPH: lo stesso pomeriggio del mio arrivo sono andato in centro citta' dove c'e' la tomba di Abramo e l'esercito israeliano aveva imposto il coprifuoco alla popolazione palestinese, che non poteva uscire di casa, i bambini o i giovani non potevano andare a scuola, la gente non poteva andare a fare la spesa e questo durava da due settimane e valeva ovviamente solo per i palestinesi e non per gli ebrei. Sono rimasto shoccato nel vivere tanta violenza; avevo visto il coprifuoco solo nei film.
      Ho letto con piacere alcuni interventi ponderati, seri pur ovviamente non all'unisono; vorrei davvero mantenere alto il tono della conversazione.
      Un abbraccio
      Renato

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  16. Francesco Miredi10 feb 2013, 10:04:00

    Caro Ettore, non voglio ripetermi ma in ogni personale considerazione che espongo mi sforzo sempre di analizzare se una condotta dettata da principi etici e morali universali possa dare risultati (in senso generale cioè per tutti i partecipanti allo scenario) migliori rispetto ad un'altra apparentemente più cinica ma forse più razionale. Io non credo affatto che la condotta israeliana rappresenti la madre del conflitto occidentale/arabo ( la spartizione del 47 era, per me legittima, sia perchè gli ebrei avevano diritto ad una terra, sia perchè era stata decisa dai vincitori di una guerra mondiale) ma il comportamente successivo degli israeliani e di coloro che li appoggiano è contrario a leggi e principi morali ed internazionali (Renato ha raccontato un vissuto che io ho solo immaginato ed espresso, forse, in maniera enfatica) e alla necessità di mantenere un equilibrio, forzato quanto vuoi, nei rapporti con tutti i paesi arabi. Lo so che è difficile da digerire ed è più conveniente pensare che ammazzare per un ideale superiore legittima l'atto ma alla base c'è sempre la conquista del "mercato" ed è questo l'obiettivo per il quale i "potenti" cercano di mantenere l'equilibrio dare/avere al quale ha fatto riferimento Carlo. Si, io credo che esistano gli arabi oltranzisti e gli arabi moderati e questi ultimi, rispetto al mondo occidentale, hanno di diverso l'incapacità di sfruttare, nell'esclusivo interesse del popolo, le fonti energetiche del loro territorio perchè, causa un atavico impoverimento, non esprimono capacità ed equilibrio nell'autodeterminarsi. Questa incapacità dà forza agli oltranzisti che usano in maniera distorta il Corano (il fanatismo religioso ha sempre avuto facile accesso nella povertà) per avere proseliti e alimentare un odio che forse ha origini nel tempo ma che avrebbe potuto essere gestito meglio da coloro che sono più forti, più ricchi e più "civili".
    Come ho già detto però, allo stato attuale contro gli oltranzisti il dialogo è difficile e l'uso della forza appare più che giustificato.
    Francesco

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  17. Di nuovo per "alzare il tono della conversazione" pare che sia utile addossare ad Israele tutte le colpe dei mali che affliggono il mondo.Israele e' una Nazione che fino dalla sua nascita ha dovuto lottare per la sopravvivenza.E' lungo l'elenco delle guerre arabo-israeliane ma credo che tutti le ricordino. Purtroppo in tutte le guerre avvengono fatti e misfatti che non si possono giustificare ma a me pare veramente assurdo fare paragoni con il nazismo.Questa convinzione da anni trova ampio consenso in una nebbiosa galassia composta da vari movimenti No questo,No quello, nell'antagonismo , nei centri sociali, nel pacifismo ecc. insomma in quel gruppo di persone ( connotato da una determinata ideologia) che e' abituato a protestare civilmente e pacificamente e che in varie occasioni ha lanciato fiori alle forze dell'ordine schierate in piazza.
    A volte si confondono le vittime con i carnefici, come anche la ricorrenza odierna purtroppo ci ricorda.Buona domenica. Giovanni

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