Si sa che gli italiani sono profondamente divisi fra anti comunisti e comunisti e, probabilmente, la divisione nasce dal vecchio contrasto fra fascisti e anti fascisti la cui caratteristica, nel passato come nel presente, è la continua migrazione, da una parte all’altra, dei singoli componenti.
Probabilmente, alla fine degli anni 60 e all’inizio degli anni 70, quando la destra, grazie anche alla nascita di importanti movimenti europeistici, stava acquisendo consensi, l’errore di Almirante fu quello di aprire a frange politiche le quali, più che incarnare l’ideologia economica e sociale della destra, avevano l’obiettivo dichiarato di contrastare il comunismo.
Del senno di poi, però, ne è pieno il mondo e non esiste controprova a quanto sopra affermato tant’è che l’altro grande esponente della destra, Malagodi, che pure è sempre stato coerente con l’ideologia liberale, ha sempre ricevuto consensi minimi. Malagodi fu l’unico esponente politico a rifiutare una coalizione di centro sinistra perché riteneva fondamentale la necessità della libera iniziativa garantita sia rispetto all’intervento dello Stato, sia rispetto alle distorsioni del mercato attraverso una specifica legislazione contro le concentrazioni monopolistiche.
Lo
Stato, secondo Malagodi, dovrebbe essere regolatore e non protagonista del
mercato.
Per
meglio spiegare la mia idea del liberalismo e, quindi, della destra, voglio
rifarmi ad una definizione coniata da Nicola Matteucci, ripresa dal “dizionario
politico” del 1976: “il liberalismo
consiste in una situazione di possibilità per l’uomo di scegliere, esprimere e
diffondere i propri valori, sia morali che polirtici, per realizzare se
stessi”….realizzare se stessi; pensate
alla semplicità e alla grandezza di questo pensiero e di quanto esso sia
diverso da quello marxista o nazionalsocialista dove l’uomo è considerato un
insignificante ingranaggio dell’apparato burocratico statale.
Noi
Cadetti abbiamo provato personalmente cosa significa “realizzare se stessi” attraverso
il principio della meritocrazia perché a Modena i migliori erano considerati
coloro che meglio avevano compreso lo spirito militare e, conseguentemente, che
meglio avrebbero potuto esprimersi nella veste di Ufficiali; e da quello che è
successo dopo, tranne forse qualche singola recriminazione, la scelta si è
rivelata esatta.
Provate
a traslare lo stesso principio all’interno di una comunità che deve auto
regolarsi e generare ricchezza per mantenersi. Questa comunità non crescerà mai
se non sarà in grado di proteggere e remunerare il lavoro e le capacità
personali dando ad ogni singolo cittadino la possibilità di realizzare se
stessi.
La
protezione, la remunerazione e la realizzazione individuale alle quali faccio
riferimento, dovrebbero essere garantiti dallo Stato attraverso la non ingerenza,
l’eliminazione dell’apparato burocratico fine a se stesso e il controllo sui
monopoli e sulla concorrenza sleale che rappresentano l’antitesi di una
economia liberale.
Se
vogliamo ricercare all’estero un esempio di liberalismo, possiamo guardare agli
Stati Uniti dove la non ingerenza dello Stato nella economia del singolo
cittadino è tanto marcata che in una eventuale situazione di default
governativa a rimetterci sarebbero stati i dipendenti e gli apparati pubblici ;
circostanza questa nemmeno lontanamente ipotizzabile in Italia dove tutte le finanziarie
si alimentano sulle tasse e sulle accise. L’Italia…. guardate con occhio critico l’evoluzione del nostro Stato e ditemi quando e da chi la destra, così intesa, è stata rappresentata.
Dai
tempi dei colossi imprenditoriali a partecipazione statale all’ultima
operazione Alitalia, riscontriamo miriadi di dimostrazioni di sperpero del
pubblico denaro e di ingerenza in un mercato al quale da tempo lo Stato
partecipa non per ricavarne utili, bensì per creare sacche elettorali e motivi
di corruzione.
La
libera concorrenza è stata vanificata da leggi che hanno agevolato questo o quell’imprenditore
o ingenerato diseguaglianze fra le imprese alcune delle quali possono fallire e
altre no. Il potere sindacale dei lavoratori ha prevaricato i limiti legittimi
della ricerca e del mantenimento della dignità umana sino a considerare il
datore di lavoro come nemico da combattere e il diritto al riposo come primario
rispetto al diritto al lavoro.
In
queste condizioni non avremo mai un Paese liberale e continueremo a vivere una
comunità apparentemente governata da politici sedicenti “di destra” o “di sinistra”
che, in realtà, tutelano se stessi attraverso il mantenimento dell’anarchia
economica e sociale.
Un
abbraccio a tuttiFrancesco