A TRIPOLI, COME GIA' ACCADUTO IN PASSATO, SI DANNEGGIANO E SI
DISTRUGGONO LE TOMBE DEI NOSTRI SOLDATI SEPOLTI NEL CIMITERO ITALIANO DI
HAMMANGI; CIRCA 8000.
POCO MI IMPORTA SE LE MENTI ECCELSE DEI NOSTRI POLITICI NEGANO CHE SI TRATTI DI "ITALOFOBIA" , DIETRO CI SAREBBE UNA OCCULTA STRATEGIA TENDENTE A SABOTARE IL NOSTRO RUOLO NELLA COSTRUZIONE DI UN GOVERNO DI UNITA' NAZIONALE LIBICO.
RESTA IL FATTO CHE DOPO IL ROSPO FATTOCI INGOIARE DALL'INDIA, ECCONE UN ALTRO.
LA LIBIA HA DUE GOVERNI PIU' L'ISIS, DIVISI SU TUTTO, UNITI SOLTANTO NELL'ODIO VERSO L'ITALIA. MA SI SA IL NOSTRO E' IL GOVERNO DEI SORRISI, DELLE GIOVANI RAMPANTI, DELLE SRETTE DI MANO. TROVEREMO SEMPRE CHI INVITA ALLA TOLLERANZA, AL DIALOGO VERSO I FRATELLI. IO CREDO CHE IN CERTI CASI SIA MEGLIO ESSERE FIGLI UNICI.
IL MIO DEFERENTE OMAGGIO AI NOSTRI CADUTI, CATAPULTATI IN UNA GUERRA CHE NESSUNO CI AVEVA DICHIARATO, MALE ARMATI, PRIVI DI SUPPORTO LOGISTICO,COMANDATI IN MANIERA INADEGUATA.
ONORE AI NOSTRI SOLDATI CHE HANNO DATO LA VITA, CHE SONO STATI APPREZZATI
DAGLI STESSI INGLESI, CHE SONO STATI DIMENTICATI E VILIPESI IN PATRIA PER AVER COMBATTUTO CONTRO IL NEMICO SBAGLIATO!
POCO MI IMPORTA SE LE MENTI ECCELSE DEI NOSTRI POLITICI NEGANO CHE SI TRATTI DI "ITALOFOBIA" , DIETRO CI SAREBBE UNA OCCULTA STRATEGIA TENDENTE A SABOTARE IL NOSTRO RUOLO NELLA COSTRUZIONE DI UN GOVERNO DI UNITA' NAZIONALE LIBICO.
RESTA IL FATTO CHE DOPO IL ROSPO FATTOCI INGOIARE DALL'INDIA, ECCONE UN ALTRO.
LA LIBIA HA DUE GOVERNI PIU' L'ISIS, DIVISI SU TUTTO, UNITI SOLTANTO NELL'ODIO VERSO L'ITALIA. MA SI SA IL NOSTRO E' IL GOVERNO DEI SORRISI, DELLE GIOVANI RAMPANTI, DELLE SRETTE DI MANO. TROVEREMO SEMPRE CHI INVITA ALLA TOLLERANZA, AL DIALOGO VERSO I FRATELLI. IO CREDO CHE IN CERTI CASI SIA MEGLIO ESSERE FIGLI UNICI.
IL MIO DEFERENTE OMAGGIO AI NOSTRI CADUTI, CATAPULTATI IN UNA GUERRA CHE NESSUNO CI AVEVA DICHIARATO, MALE ARMATI, PRIVI DI SUPPORTO LOGISTICO,COMANDATI IN MANIERA INADEGUATA.
ONORE AI NOSTRI SOLDATI CHE HANNO DATO LA VITA, CHE SONO STATI APPREZZATI
DAGLI STESSI INGLESI, CHE SONO STATI DIMENTICATI E VILIPESI IN PATRIA PER AVER COMBATTUTO CONTRO IL NEMICO SBAGLIATO!
Cari amici
RispondiEliminainserisco a commento dello scritto di Massimo , un articolo tratto da Difesa on line dal titolo
L'otto settembre e l'Italia in grigioverde che non esiste più
(di Andrea Pastore)
08/09/15 -
Galli della Loggia sancì in un noto scritto che con il 25 luglio la patria fosse morta, sarebbe da aggiungere che l'8 settembre se ne celebrarono le esequie ed oggi con il XXI secolo in stato avanzato (di decomposizione) possiamo tranquillamente ritenere chiuso il capitolo dell'Italia indipendente e sovrana.
Perché tanto pessimismo è presto detto, l'Italia del 1943 aveva certamente già perso la guerra, probabilmente la perse già con la decisione americana di accettare il guanto di sfida giapponese a Pearl Arbour, certamente la perse perché nella millenaria lotta della carne contro l'oro quest'ultimo ha sempre vinto.
Allora cosa si sarebbe dovuto fare? Probabilmente non entrare in guerra, ma tolta questa opzione, impraticabile per ragioni storico-politiche troppo complesse da definire in poche righe, ben poco altro restava nelle mani di chi era deputato alle decisioni ultime. Posti quindi nella condizione degli sconfitti, per evitare che le centinaia di migliaia di morti sacrificati all'altare del molok bellico, possano essere caduti invano, il ragionamento deve transitare dal piano materiale dell'interesse di alcune elite verso la dimensione etica dell'interesse comunitario.
Senza l'8 settembre 1943 l'Italia avrebbe comunque perso la partita bellica, ma certamente avrebbe vinto la guerra dell'identità e della nazione. Affinché ciò potesse avvenire era necessario però che alcune figure non si trasformassero in figurine o "figurelle", tanto per ricordarne qualcuno viene in mente il re fuggiasco, il Badoglio trasformista, il "britannico" Grandi e l'inadeguato Mussolini, una congerie di individui che diedero prova di pochezza politica e di opportunismo becero consegnando contemporameamemte agli invasori alleati e tedeschi indistintamente una Italia divisa in due prima di tutto dal punto di vista morale e poi anche sul piano fisico ed economico. (continua)
GRAZIE, CARO AMICO, PER AVER DATO SEGUITO AL MIO POST.
EliminaDAR VITA AL BLOG E' IL MODO MIGLIORE PER RESTARE VICINI AL NOSTRO GRANDE AMICO ETTORE.
MASSIMO
L'8 settembre per queste ragioni sarà la data simbolo del marasma italico e nel contempo il redde rationem delle bassezze perpetrate dai Savoia, da Garibaldi, Sonnino, Badoglio ed altri, il contrappasso di una unità fatta in fretta e furia sulla scorta di interessi stranieri e sulle spalle degli ideali immacolati e nobili di una generazione di idealisti che potremmo definire "mameliani", ne venne fuori un succedaneo di patria il cui gusto amaro cominciammo ad assaporarlo in quel giorno di fine estate del 1943 e proseguiamo a mal digerirlo oggi, senza avere la forza di sputarlo via.
RispondiEliminaNella società delle masse condizionate dalla pubblicità, moderno totem della divinità mercantilistica, è nei simboli che va cercato il bandolo della matassa di questa onta settembrina. Tra le tante discrasie simboliche di questo tempo come dei tempi passati peraltro, una delle più forti e meno note sono la foggia ed il colore delle uniformi militari, ancora oggi infatti l'esercito italiano, prima forza armata dello Stato e simbolo della coesione nazionale e perché no, tutore dell'interesse nazionale in quanto difensore di ultima istanza della nazione. Questa fondamentale istituzione, a più di sett'antanni dall'armistizio di Cassibile, veste foggia e colori dell'inimico invasore, poi amico finanziatore, nel più classico stile italiano di stare un po' con tutti per poi dimostrare di non aver avuto a che fare con nessuno, ma tornando alle uniformi l'intento degli alleati durante gli anni della guerra era chiaro annullare i simboli forti dello stato oltre che gli uomini ed annullando ciò cancellare in modo permanente la memoria, in particolare privando un esercito delle proprie uniformi lo si faceva rinunciare, anche a mente del diritto internazionale, alla propria legittimità, svuotandolo della propria funzione ed andandone a minare l'elemento essenziale della motivazione al combattimento, la volontà.
Sembra assurdo che un cambio di colore e di taglio delle uniformi possa tanto, in realtà in un ambiente fatto di simboli che sulla tradizione e la ripetitività fonda la sua efficienza tutto ciò diviene essenziale. Dall'esempio dell'uniforme e dalla mancanza di volontà, ancora oggi, nel ritornare al "defunto" grigio-verde il segno tangibile che gli effetti di quell'8 di settembre sono una ferita ancor troppo viva nella coscienza di un popolo che non seppe mai farsi nazione.
Un Abbraccio
Massimo Garin
PS: ho ricevuto notizie poco rassicuranti sulla salute di Ettore...
4 NOVEMBRE 1918
RispondiEliminaTERMINA L'INUTILE STRAGE O SI CORONA IL LENTO CAMMINO PER COMPLETARE L'UNITA' NAZIONALE?
VILIPESI DALLA RETORICA CHE LI RAPPRESENTAVA BALDANZOSI, BEN EQIPAGGIATI E DESIDEROSI DI COMBATTERE, LA MAGGIOR PARTE DEI NOSTRI SOLDATI NON CAPIVA IL PERCHE' DI QUELLA GUERRA. LA COSCIENZA NAZIONALE, NON E' ANCORA RAGGIUNTA OGGI, FIGURARSI DOPO SOLO 45 ANNI DALLA LIBERAZIONE DI ROMA DALL'OCCUPAZIONE PAPALINA.
PROBABILMENTE, IL FANTE, SOMMERSO NEL FANGO DELLE TRINCEE,NON CAPIVA IL PERCHE' DELLA SUA POSIZIONE, NE' SAPEVA CHI FOSSE IL NEMICO CONTRO IL QUALE ERA CHIAMATO A COMBATTERE.
DEFERENTE MI INCHINO DAVANTI AL LORO SACRIFICIO, SACRIFICIO CHE HA RESO POSSIBILE AI NOSTRI POLITICI (PRODIGHI DI LODI, SOLO DOPO LA VITTORIA) DI SEDERE AL TAVOLO DEI VINCITORI E RIDISEGNARE( MALE) I NUOVI CONFINI DELLA PATRIA.
....CHE TI IMPORTA IL MIO NOME....
ANCORA UNA VOLTA, MASSIMO, LANCIA DUE DEI SUOI MESSAGGI.
EliminaMESSAGGI CHE PUR ESSENDO INDUBBIAMENTE SENTITI, POCO O NULLA HANNO DI MILITARE.
CHIEDO A MASSIMO: MA L'HA SEMPRE PENSATA COSI',O QUALCOSA IN LUI E' CAMBIATO?
CONCORDO CON ENTRAMBI. VOLEVO SOLTANTO SOTTOLINEARE CHE NELLA PRIMA PARTE DELLE CONSIDERAZIONI DEL SIG. PASTORE IL TEDESCO L'8 SETTEMBRE E' CONSIDERATO "INVASORE"....PERCHE?GIOVANNI
RispondiElimina