venerdì 20 novembre 2015

SUB LEGE LIBERTAS



                                     
                                          
                                                  
“ Questi che operano la guerra, che fanno le guerre sono maledetti....” leggo sui giornali queste parole del papa; credo che sarebbero state gradite alcune parole di misericordia per chi la guerra la subisce e a sua volta è obbligato a farla per difendersi.
In questi tragici momenti  il mio pensiero deferente va a tutti  coloro che mettono in gioco la loro vita combattendo per la libertà, la nostra e anche quella del papa.
La libertà è appunto il tema di questo mio post.    
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     La  tradizione cristiana ci tramanda i nostri progenitori, Adamo ed Eva, immersi in una condizione di amicizia col Creatore. Tutto è loro concesso, in cambio devono “soltanto” riconoscere la loro condizione di creature. Ed ecco il guaio : l'uomo creato libero cerca di raggiungere con i propri mezzi quello che Dio gli avrebbe comunque concesso in “dono”.  La libertà concessa ai nostri progenitori fa sentire il peso della subordinazione e a gran voce indica una strada diversa; la strada della libertà, appunto, le conseguenze le conosciamo tutti. Grazie al libero arbitrio ciascun uomo dispone di se',  ma con un discernimento insufficiente per resistere al soffio dell'angelo ribelle, anch'esso vittima della sua libertà.  Sono partito da molto lontano ma subito circoscrivo questo tema, la libertà, in una serie di considerazioni limitate ma essenziali che potrebbero essere la base per uno scambio di idee.

Per la Treccani, la libertà è la facoltà di pensare, di operare, di scegliere a proprio talento, in modo autonomo. Cioè, mi pare di capire, il diritto di ogni individuo di disporre liberamente della propria persona. Il barone di  Montesquieu è decisamente più dettagliato quando afferma che la liberta' è il diritto di fare ciò che le leggi permettono; in sintesi ”sub lege libertas”, ma anche qui occorre fare una precisazione: quali leggi e fatte da chi?
Ricordate nel 1956 in Ungheria,  i cingoli sovietici schiacciavano la libertà dei patrioti, ma i comunisti europei insistevano nel considerare gli insorti nemici del popolo che, al soldo degli imperialisti americani, violavano le leggi  “democratiche” gettando la nazione nel caos.  A questo proposito credo siano note a tutti le dichiarazioni che allora fecero i futuri presidenti della nostra Repubblica, Pertini e Napolitano.
Orbene, se si accetta la definizione del filosofo e politico francese, senza approfondirla, forse i comunisti avevano ragione. In fin dei conti il primo contratto sociale si basava, appunto, sulla sicurezza e sulla cieca lealtà del suddito; non c'era posto per la libertà. Forse occorre precisare che le leggi non devono cadere dall'alto ma fiorire dal basso. In sintesi: solo una società formata da individui singolarmente liberi, cioè padroni di se stessi e delle proprie scelte, può fare leggi libere.

Mi sia concessa una considerazione maliziosa, una arcinota frase di M. Luther King recita:”La mia libertà cessa là dove inizia la vostra”; forse alcuni magistrati seguono troppo alla lettera questo concetto, infatti, fermo restando che i magistrati applicano le leggi, non le fanno, troppo spesso si ha la sensazione che “l'ignudo” cittadino veda cessare la libertà di difendere se stesso e la sua proprietà per non ledere la libertà del delinquente di depredare in sicurezza. Sembra una battutaccia ma è la sensazione che scaturisce dalle sentenze di certi Tribunali.
Torniamo a fare le persone serie; dice Gaio Sallustio “Pochi uomini desiderano la libertà, molti uomini si augurano solo un padrone giusto”; anche Franz Kafka sembra dubitare della bellezza della libertà affermando che spesso è più sicuro essere incatenati che liberi; completa questa dimensione negativa Eric Fromm affermando che l'uomo crede di volere la libertà , in realtà ne ha una grande paura. Perchè la libertà lo obbliga a prendere decisioni e le decisioni comportano rischi.
L'Impero romano non era prodigo di liberta' con i popoli sottomessi, ma forniva loro pane e sicurezza. E questo bastava. Quindi, meglio sicuri ed oppressi o liberi et affamati?
E i padri delle piu' recenti dittature europee, cosa pensavano della liberta'? A. Hitler, nel Mein Kampf  scrive:”Le masse non sanno cosa farsene della liberta' e, dovendone portare il peso, si sentono abbandonate”; fedele ai suoi principi,infatti, il Fuhrer non abbandonò mai nessuno.   . Mussolini, in una delle sue massime ad effetto, esprime un concetto piu' elaborato; dice il capo del Fascismo:”La liberta' non è un diritto: è un dovere. Non è una elargizione: è una conquista. Non è una uguaglianza:è un privilegio”; sotto certi aspetti questa massima così lapidaria è indubbiamente affascinante, chissà quanti Italiani saranno stati grati al fondatore dell'Impero per averli liberati dal  peso della  gestione della liberta'.   Non ho trovato nessuna citazione di Iosif Stalin in merito alla liberta', il“piccolo padre”sembra ignorare il significato di questa parola che probabilmente non compariva nel vocabolario sovietico. 
Diverso il discorso per Vladimir Il'ic Ul'janov, in arte Lenin, nei suoi viaggi all'estero  certamente aveva sentito pronunciare questa parola, ecco il concetto che ne aveva tratto:   “E' proprio vero che la liberta' e' cosi' preziosa che dovrebbe essere razionata”.

Termino queste mie volutamente brevi riflessioni con una considerazione: avete mai notato come nelle manifestazioni di piazza, di estrema destra, non si parli mai di liberta? Lodevole esempio di coerenza tra pensiero ed azione!
La stessa cosa non si può dire per le manifestazioni dell'estremo opposto; lì c'è la presunzione di rappresentare la libertà. Ancora oggi, nonostante le lezioni della storia, in quell'area c'è ancora chi cerca la libertà all'ombra della falce e martello. ”Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo”. J. W. GOETHE.
                                                                                                                                                                            Massimo RICCOBALDI

3 commenti:

  1. Massimo RICCOBALDI26 nov 2015, 20:28:00

    Inserisco un corollario al post dedicato alla libertà. Tanto mi sono accorto che c'è ancora un po' di spazio per i commenti.
    Il papa ha chiesto di pregare per il perdono di chi respinge i clandestini ( pronuncia migranti ), come se fosse un peccato, e ha detto che respingere è un atto di guerra...la stessa cosa non e' stata detta per gli attentati, o sbaglio?
    Il papa sembra sostenere una visione globalizzata che abbatte le frontiere fra le nazioni e legittima la libera migrazione delle masse umane per il mondo percepito come terra di tutti.
    I dati in mio possesso indicano che solo il 5% dei "migranti" ha ottenuto, nel nostro Paese, lo status di rifugiati, quindi il 95% dei "migranti", che generosamente manteniamo con i nostri soldi, avrebbe dovuto essere respinto subito.
    E invece, vitto, alloggio, vestiario, spese personali(ricariche telefoniche comprese), sanità,tutto gratuito, ergo: A SPESE NOSTRE.
    Questa ingiustizia e discriminazione nel confronto di quegli Italiani che, pur versando in condizioni di grave disagio, vengono spesso abbandonati a se stessi- basta seguire "striscia la notizia",perchè a questo siamo ridotti- questa situazione,dicevo, sta producendo un grave conflitto sociale e sta seminando i germi di un pericoloso razzismo, inteso oramai, purtroppo, come legittima difesa.
    Sempre più vicino ai patrioti del Risorgimento, temo per la mia libertà.
    MASSIMO.

    RispondiElimina
  2. Francesco Miredi27 nov 2015, 15:44:00

    Caro Massimo credo che il problema dell'immigrazione clandistna sia l'unico che preoccupa tutti noi (del BLOG) allo stesso modo ma lascia che il Papa faccia il Papa. Non mi sembra che dica nulla di diverso rispetto al pensiero di Gesù riportato nel Vangelo. Il modo utilizzato da tanti che lo attaccano non è molto diverso dal modo in cui gli estremisti islamici attaccano gli islamici moderati. Un abbraccione
    Francesco

    RispondiElimina
  3. Massimo RICCOBALDI28 nov 2015, 17:51:00

    Carissimo,
    "IO SONO LA VIA,LA VERITA', LA VITA"(Gio. 14.6). Anche Gesu' era un estremista?
    Le sue parole, infatti, non sembrano lasciare molto spazio al sincretismo religioso, tanto di moda oggi tra i credenti moderati; nè tantomeno danno una mano al relativismo teologico che, non accettando una verità assoluta, fa togliere il Crocifisso dai luoghi pubblici e proibisce i canti di Natale.
    "AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO"(Mc.12,29), dice il Vangelo ...ecco, è proprio quel" come te stesso..." che giustifica la legittima difesa, individuale e colletiva, e la difesa del proprio patrimonio. Accoglienza o no, nessuno , neanche i "moderati", lascerebbero aperta nottetempo la propria abitazione.
    Quindi ispiriamoci pure al Vangelo, ma ricordiamoci anche del contesto nel quale viviamo.
    Grazie per il gradito commento, un abbraccione,
    Massimo.

    RispondiElimina

Scrivi qui i tuoi commenti .