sabato 31 dicembre 2011

A.D. 2011


E così, anche l’Anno Domini 2011 è transitato negli Annali e, come si conviene per qualunque “fine”, bisogna farne un bilancio. Non parleremo di quello che è successo nel mondo, né dell’irruzione impetuosa e virulenta del famigerato spread, né del “Governo dei professori”e nemmeno del sorteggio delle Coppe europee; niente di tutto questo perché ci vorrebbe un tomo, per cui, molto più modestamente ma più intimamente, ci occuperemo di come ha vissuto questo anno il Nostro 150° “Montello”. Innanzi tutto rivolgiamo il nostro affettuoso e deferente saluto a Coloro che non hanno potuto viverlo con noi, anche se non hanno mai abbandonato i nostri cuori.
Questo anno, tanto travagliato per le nostre coscienze e, soprattutto, per le nostre tasche ha rappresentato, per Noi, un momento esaltante e coinvolgente, vedendoci impegnati in un mai sopito Spirito di appartenenza che, a quanto pare, l’inesorabile trascorrere del Tempo non sembra minimamente scalfire.
E’ bello, coinvolgente e motivo di orgoglio, infatti, prendere atto che la quasi totalità ha aderito ad un’iniziativa, diciamo così, benefica; lo è, constatare che sono proseguite le riunioni “locali”, non avendo a disposizione altri Anniversari; lo è, potersi compiacere di aver fatto qualcosa per questa povera Italia, autorizzando i due intestatari del c/c bancario del Corso ad acquistare BOT per 6000€ (al tasso del 5.91%); lo è, ritrovarsi un altro Generale di Corpo d’Armata, per di più Carabiniere; lo è, assistere al numero sempre crescente di coloro che sentono il bisogno di inviare i propri voti augurali praticamente a tutti quanti.
Sono, questi, segnali tutti positivi ai quali è difficile trovare riscontri in realtà similari. Anche il nostro Blog è andato a gonfie vele; sono aumentati gli “scrittori”, anche se restano sempre troppo pochi; in compenso, i “lettori” non mancano, anche se continuano a temere il famigerato “crampo del dito”, tristemente noto a chi usa la penna o, se preferite, la tastiera del PC.
Se andate a vedere la mappatura di chi ci ha visitato, scoprirete che non c’è un Continente in cui almeno uno non abbia cliccato sul nostro www.....!
Che dire allora, cari, vecchi Amici? i capelli si diradano sempre più e quei pochi che restano sono grigi; le panze ridicolizzano ogni taglia; gli ardori sono quasi un lontano (ma mai dimenticato!) ricordo; ci resta una cosa però che hanno in pochi: quel meraviglioso con cui Uno di Noi, sul Numero Unico Hdemico, definì il 150° “Montello”....e se fosse proprio vero?!
Con l’augurio che “Colui che tutto può” Ci consenta di prolungare ancora questa meraviglia, un abbraccio, Q.d.B.

sabato 24 dicembre 2011

martedì 13 dicembre 2011

Dialoghi

Anna è una signora di 59 anni che, nonostante l’azione impietosa del tempo, ha mantenuto sia i lineamenti marcati, dolci e profondamente femminili delle ragazze nate sotto il sole del Meridione che la capacità organizzativa tipica delle famiglie contadine dove la vita comune è un unicum che prescinde da ogni individualità. Non ha una grande cultura scolastica ma regge qualsiasi tipo di argomento ed ha una capacità di interpretare le cose semplici difficilmente comprensibili a chi crede di capire il presente e prevedere il futuro, basandosi su una presunta conoscenza approfondita degli uomini e delle cose.
Anna vive con me da quarantadue anni (dal secondo anno di Torino) e le nostre conversazioni sono, per lo più, argomentate sui problemi dei figli e sulle mie incapacità (secondo lei) di interessarmi di ogni minima necessità domestica. Sono poche le occasioni in cui si parla di lavoro, di politica o di problemi sociali e questo perché tutte le volte finisce che ogni mia profonda convinzione ne esca scalfita dalla classica lapalissiana, macroscopica evidenza da me non vista.
Questi giorni, colpa il ponte di Sant’Ambrogio, siamo stati soli sul Garda e, nei momenti passati davanti alla TV, lei ha guardato tutte le trasmissioni che trattavano le misure adottate dal nuovo Governo e le lamentele a queste indirizzate sino a quando, con aria stizzita, ha spento il televisore e mi ha chiesto:

“ma tu che tanto aspettavi la caduta di Berlusconi hai fatto i conti su quanto ci costerà questa manovra salva Italia?”. La domanda e, più ancora, il tono con la quale è stata posta, mi ha colto di sorpresa (anche lei ha sempre visto con scetticismo l’operato del passato Governo) ma, nello stesso tempo, mi ha risvegliato dal torpore in cui ero caduto ed ho iniziato un dialogo che ritengo interessante e che, per questo, voglio farVi conoscere scusandomi se, necessariamente, tocca questioni personali.
F. “ certo che ho fatto i conti; sugli immobili, considerando anche quelli dei ragazzi e mantenendo invariati le attuali rendite catastali pagheremo circa …… euro; sulla auto circa …. euro; sull’irpef circa …… euro; la pensione, passando al metodo contributivo, mi sarà decurtata di circa ….. euro al mese”. A. “non capisco perché tiri in ballo gli immobili dei ragazzi (in realtà lei paga ogni loro spesa straordinaria ma, da anni, faccio finta di non accorgermi); in ogni caso non hai considerato l’aumento della benzina e di ogni altro bene perché vedrai che, con la scusa che è aumentata l’IVA, i commercianti ne approfitteranno e non capisco come tutto questo non ti faccia incazzare”. F. “è vero ma, purtroppo, sono convinto che la manovra sia indispensabile perché, continuando con questo indebitamento e con la mancanza di credito dell’Italia, L’Europa sarebbe saltata”. A. “a parte che non capisco come i grandi capoccioni abbiano pensato di mettere sul mercato una moneta unica senza costituire preventivamente un organo che ne rispondesse e che avesse la possibilità di emanare regole comuni: ma è così importante che l’Europa non salti? In giro, sento molti che ritornerebbero volentieri alla vecchia lira e che non sentono nessuna necessità di avere una Europa unita”. F. “se si ritornasse alla vecchia lira avremmo tutti una svalutazione non inferiore al trenta per cento ma, ancor peggio, se cadesse l’Europa, i creditori del nostro Stato (i possessori di titoli, i fornitori, gli stati esteri) richiederebbero il pagamento immediato dei propri crediti e lo Stato non sarebbe in grado di pagare, trascinando in una spirale di insolvenza anche l’intero sistema bancario con tutti i nostri risparmi. In sostanza, sono convinto che, nonostante il salasso finanziario derivante dalla manovra, pagheremmo molto di più se la non si attuasse”. A. “bisognerebbe che i nuovi Ministri spiegassero le cose in questo modo più che con il pianto o con i paroloni, tuttavia non sono ancora convinta sulla fondatezza del tuo ragionamento. Questi nostri sacrifici avrebbero senso se portassero ad una effettiva, costante diminuzione del debito pubblico e, per far sì che ciò avvenga, bisogna che resti costante nel tempo il rapporto entrate/uscite. Così non potrà mai essere perché se la manovra ci rende più poveri non spenderemo come prima e, guadagnando di meno, non potremo più pagare le stesse tasse con la conseguenza che diminuiranno le entrate e il prossimo anno l’indebitamento aumenterà portandoci allo stesso punto di prima”. F. “dobbiamo sperare che diminuiscano i costi; che cedano parte del patrimonio; che aumentino le entrate attraverso una lotta efficace agli evasori che spariscano le tangenti e che le imprese possano lavorare senza balzelli o imposizioni demagogiche”. A. “ho capito, la solita tiritera dei politici onesti e dei cittadini responsabili; intanto tu paghi e qualche tuo collega più furbo diventa più ricco. In ogni caso, se Monti e compagni avessero voluto dare una vera svolta, accanto alle misure adottate, avrebbero dovuto imporre una netta diminuzione dei costi politici ed emanare norme capaci di scovare i patrimoni nascosti. E’ gente che conosce la legge e che, per il loro lavoro, sanno bene come far evadere le tasse ai loro clienti e che quindi dovrebbero sapere altrettanto bene come scovare gli evasori.
A questo punto, ho chiuso il discorso e le ho chiesto di fare una passeggiata rilassante a Densenzano dove abbiamo incontrato un reparto di Alpini che deponeva una corona al Monumento dei Caduti. Al suono del Silenzio, mi è venuto spontaneo mettermi sull’attenti e fare il saluto militare e la mia dolce metà ha ripreso a parlare: “mi spieghi perché hai studiato di notte per poter lasciare l’Esercito alla scadenza della ferma decennale ed ora ti si inumidiscono gli occhi davanti ad una cerimonia militare o hai voglia di rivedere i tuoi vecchi compagni che, per anni, avevi dimenticato? Guarda che, per me, questo è un chiaro indice di vecchiaia accompagnato dalla idealizzazione di un passato che, in realtà, aveva, quale protagonista, solo la tua gioventù”. “Può darsi” le ho risposto “io credo, però, che di quel passato non mi sia rimasta la sola giovinezza bensì il ricordo di ciò che ho capito voler essere: un uomo che crede nello Stato e in un Giuramento”
Un abbraccio
Francesco

domenica 11 dicembre 2011

Buon Natale


Duomo di Modena, particolare del Presepe (1527) di A. Begarelli -clicca qui per saperne di più
Clicca sulla foto per ingrandirla.

venerdì 9 dicembre 2011

...e Noi, possiamo farlo?!


Ragazzi,
ci eravamo impegnati a non “parlare di politica”, non fosse altro perché “questa” politica ci avrebbe indotto più al turpiloquio che a considerazioni serene ed oggettive.
Però siamo anche Cittadini adulti di un Paese avanzato e, come tali, abbiamo il diritto/dovere di porci delle semplici domande, specie quando si entra nel campo della convivenza civile che, a sentire i più, dovrebbe essere improntata al rispetto delle regole della democrazia: un termine, lasciatemelo dire, che è stato violentato, di cui tanti, troppi si sono riempiti la bocca, il più delle volte per millantare le proprie magagne.
Allora, siccome Noi amiamo questa nostra sventurata Italia, da quasi due millenni alla mercé di un “qualcuno” che ne ha fatto quello che voleva (senza nemmeno chiederle se le piaceva!), allora sottopongo alla Vostra meditazione il discorso tenuto da Pericle agli Ateniesi nel 461 a.C., così, giusto per ritemprarci lo spirito:
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private
.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Vi abbraccio,
Ettore.

sabato 3 dicembre 2011

La vita secondo Pier

Cari Amici,
leggo sempre il nostro Blog ed in particolare mi soffermo sulle vostre attente considerazioni sulla situazione politica ed economica, sulle vostre esternazioni e preoccupazioni sulla situazione attuale, sui vostri pensieri pessimistici circa le prospettive di un futuro più o meno prossimo che coinvolge i nostri figli, ai quali abbiamo insegnato, occorre riconoscerlo, valori e capisaldi ormai obsoleti. La verità è che nel passaggio dalla nostra generazione a quella dei nostri figli avete perso di vista il filo conduttore dell'evoluzione della società italiana. Attenzione: ho detto “avete” e non “abbiamo” perché io, a differenza vostra, ho avuto la buona sorte di riuscire ad inserire miei figli nell'onda lunga della nostra nuova società e dei suoi parametri del successo.
Veniamo ai fatti.


Mia figlia maggiore (che per questioni di privacy chiamo Maria Giovanna) è riuscita, grazie al CEPU e ai nostri notevoli sacrifici finanziari, a conseguire a 19 anni la licenza di scuola media inferiore. Non è riuscita (nonostante il CEPU) ad andare oltre la 1^ superiore, che ha abbandonato all'età di 23 anni. Le sue migliori qualità culturali ed intellettuali sono rappresentate da una grande capacità di sintesi; infatti riesce a farsi capire anche se il suo vocabolario è costituito da non più di 250 vocaboli, parolacce e verbi inclusi (ma non chiedetele di coniugarli!).
Qualche anno fa nel suo girovagare per l'Italia alla ricerca di se stessa, si è imbattuta a Roma in una lunga fila davanti a un teatro a Cinecittà. Non avendo alcun impegno, si è messa in coda, utilizzando il tempo di attesa per mandare sms incomprensibili agli amici di tutto il pianeta. In realtà uno era indirizzato a me e diceva:” Pà, karikami il trillino che non ciò kredito”. Dopo 12 ore di attesa, è entrata in uno “studio” dove ha fatto un “provino” , stupendo tutti per la sua ignoranza in tutti i campi, per le sue doti caratteriali di prepotenza e strafottenza e per il suo vocabolario infarcito di contumelie, insulti ed oscenità. Tutto questo rappresentava titoli di credito, beninteso!
In breve, attraverso questo provino è diventata concorrente del “Grande Fratello”. La vita dentro la Casa per lei è stata semplice, non dovendo modificare nessuno dei suoi atteggiamenti e comportamenti abituali. Ha continuato ad essere se stessa: ignorante, maleducata, aggressiva, arrogante. Proprio il tipo di persona che gli italiani amano e nella quale si identificano. Almeno a giudicare dalle votazioni telefoniche che l'hanno vista primeggiare per almeno 4 mesi. Per non farsi mancare niente e per accrescere la sua popolarità, ha flirtato con tutti i maschi della “casa” e litigato violentemente con tutte le altre ragazze. Ma la sua vita ha avuto una svolta dal punto di vista economico. Sappiamo che è un aspetto secondario della vita, ma tant'è! Infatti alla fine il G.F.(Grande Fratello, non perdete il filo) le ha staccato un assegno da 180.000 euro. Da allora Maria Giovanna partecipa, in qualità di esperta “tuttologa”, a talk show televisivi che dissertano per ore sulla presunta gravidanza di Belen, sulla paternità del nascituro, sul fondoschiena di Sara Tommasi, sulle lacrime di Karina Cascella. Tutti argomenti, è evidente, senza i quali gli italiani non potrebbero vivere. E per i quali mia figlia percepisce un cachet di 10.000 euro a puntata. Trascorre tutti i fine settimana in giro per l'Italia come testimonial nelle discoteche dove, oltre a mostrare generosamente le sue curve e far finta di ballare, fa la testimonial e la pubblicità del locale alla modica cifra di 5000 euro a serata. Quanto guadagna? Presto detto: circa 120.000 euro netti al mese, ma sapendo che la sua gioventù passerà abbastanza in fretta, è già cliente fissa di un chirurgo estetico e saggiamente investe sul mattone!
Ma mia figlia maggiore non ha dimenticato la famiglia. In una delle sue frequentazioni televisive ha conosciuto Maria e dopo un occasionale flirt con lei, le ha “raccomandato” il fratello per la trasmissione “Amici”.
Il mio secondogenito (che, per privacy, chiamiamo Neurone) infatti, come la sorella, ha ottenuto a 20 anni la licenza media (inferiore, per intendersi) col CEPU e dopo, con grande onestà, ci ha informato che la scuola non era fatta per lui, così come non si sentiva portato per il mondo del lavoro. Preferiva fare l'artista (in senso lato), ma senza impegni di studio di nessun tipo di Arte. Lui amava la vita di artista di strada. Stancatosi di fare il mimo ad Amsterdam (troppo tempo per truccarsi, ore ed ore fermo sulle strade con un clima non adatto al suo essere mediterraneo, ed oltretutto raccogliendo solo qualche centinaio di euro al giorno; unico vantaggio consumare la “roba” senza problemi legali), dopo poche settimane è rientrato in Sardegna, dove saltuariamente faceva il saltimbanco davanti ai centri commerciali, rientrando a casa solo per mangiare, dormire e chiedere la paghetta, con tredicesima, quattordicesima ed extra inclusi. Grazie alla sorella, però, anche lui ha svoltato. Una volta dentro al cast di “amici” si è saputo destreggiare bene come ballerino, pur non sapendo ballare. Anche perché, da buon ruffiano, ha flirtato con Garrison (l'insegnante di ballo) ed è uscito due volte a cena con Luca (l'autore) dandogli anche un tenero bacino. Per farsi apprezzare di più dai ragazzi ha, ad ogni puntata, riempito di contumelie tutto il corpo insegnante. Così ha vinto il concorso di amici! Ma perché davvero possa imparare a ballare, Maria gli ha dato una borsa di studio di 250.000 euro e lo ha iscritto a una scuola di ballo a New York, dove, vitto e alloggio inclusi, si tratterrà per due anni. Rientra in Italia tutti i fine settimana (che faticaccia!) per fare da testimonial in varie discoteche con un cachet di 10.000 euro a weekend più le spese di viaggio da e per New York.
In prospettiva futura, appena finita la vita da povero emigrante negli USA, ha già un contratto per entrare nel cast di “Uomini e donne” come “tronista”, con un contratto triennale da 20.000 euro al mese più vitto e alloggio a Roma.
Ma gli insegnamenti dei genitori hanno lasciato una traccia profonda nei sentimenti dei due figli maggiori, che preoccupati perché la loro sorella minore (la chiameremo Sciappa) stava per conseguire la licenza di scuola media superiore, pur essendo ancora molto giovane (24 anni) per poi magari avviarsi alla carriera di disoccupata cronica, l'hanno convinta ad abbandonare ed introdotta nel mondo della televisione.
Dotata di cultura e buona memoria (un cervello quasi nuovo, perché usato pochissimo, funziona meglio di uno logoro!) è stata inserita nella lista ristretta dei partecipanti ad un quiz televisivo. Per settimane è stata impegnata a rispondere a domande difficilissime, quali “ il famoso cantante Battisti si chiamava Lucio o Cesare?” “Facile: è Lucio, Cesare Battisti esiste solo come nome di una via!” “La capitale della Francia è Parigi o Tokio?” “è Parigi; sono andata una volta a Eurodisney, che non mi sembra sia a Tokio, ammesso che Tokio sia una capitale!”
Con sicurezza disarmante e sbaragliando tutti i concorrenti, forse (ma è solo un sospetto) con l'aiutino della produzione (amici e fans dei fratelli maggiori, ormai celebrità) ha incassato 500.000 euro di premi e cooptata nel ruolo di valletta (letterina o numerino o forse velina … non me lo ricordo) in una trasmissione culturale sul mondo della televisione italiana e dei suoi personaggi. Ha così conosciuto gli ospiti fissi, personalità come Fabrizio Corona, Lele Mora, Costantino Vitigliano, Cristina Plevani, Daniele Interrante ed altri che, sotto l'ampio scudo della loro erudizione, sono pietre miliari e simboli incommensurabili della cultura Italiana.
Sciappa, nelle sue frequentazioni mondane, ha anche conosciuto un bravo ragazzo, colto (3^ media ma conseguita a soli 18 anni) ed educato (dice solo le parolacce che il mister ha autorizzato). Mancino (questo è il suo nome) stancatosi di aspettare un posto di lavoro, si è dedicato allo sport, e fa il calciatore professionista in serie A.
Così va la vita!!!!!!
Sfortunatamente (o FORTUNATAMENTE?) i Miei figli sono infinitamente più poveri dei personaggi (ahimè veri) su descritti, ma almeno sono infinitamente più educati, colti e soprattutto sono persone vere, giovani che, faticosamente, cercano di inserirsi nella società italiana e nel mondo del lavoro. E, lo dico con orgoglio di genitore; quando ci saranno riusciti, contribuiranno con le loro capacità e la loro onestà a migliorare il nostro Paese.
Ciao a tutti,
Pierfranco.