martedì 14 aprile 2015

Una giornata di normale follia.



Giovedì scorso, alle ore 9.30, avevo udienza presso la sesta sezione civile del Tribunale di Milano e alle ore 10.00, finita l’udienza, mi è stato chiesto, da un giovane collega, di accompagnarlo presso la sezione fallimentare per aiutarlo a rappresentare una complessa situazione giuridica davanti al Presidente di quella sezione, il giudice Ciampi. Il giudice Ciampi rappresentava esattamente quel funzionario pubblico preparato ed intransigente da tutti descritto ma, negli ultimi anni, non era facile discutere con lui perché il suo accentuato integralismo caratteriale sfociava troppo spesso in una palese intolleranza verso gli avvocati, specialmente se giovani. 
Ho lasciato la sezione fallimentare ed il tribunale alle ore 10,20 per recarmi ad Opera, presso la sede di un cliente, e alle ore 12,00 ho ricevuto una concitata telefonata da mia figlia Cinzia la quale, dopo essersi accertata del mio stato psico/fisico, mi ha raccontato ciò che era successo un’ora prima. Per dovere di cronaca e per gratitudine verso i due autori, devo dire che sono stato poi affettuosamente contattato da Oliviero e dall’Avv. Paola Perani, figlia di Marco Perani, ma, senza alcuna ombra di dubbio, se avesse potuto, mi avrebbe chiamato anche Ettore per dirmi: “Ah Francé ma che sta succedendo! .... perché non scrivi un pezzo su quello che è successo?”. Io gli avrei risposto così.

Carissimo Ettore, io credo che quello che è successo sia la normale conseguenza delle convinzioni sulle quali si fonda, oggi, la nostra comunità. Se si fanno propri e si propagandano messaggi tipo: “la magistratura indirizza la scelta politica contro la volontà espressa da popolo ……. bisogna farsi giustizia da soli perché lo Stato non è in grado di garantirla ……. le banche sono protette dai politici e dalla mafia … nessun politico farà mai gli interessi del popolo …. la corruzione è la norma …… etc. etc …..” tutti tenderanno sempre ad offuscare la propria condotta con una coltre composta da accuse rivolte ad altri in quanto istigatori, e quindi sostanziali autori, di quella condotta.
Conoscendoti, sono certo che avrai seguito avidamente tutte le trasmissioni televisive che hanno analizzato il fatto e avrai visto che tutte, a qualsiasi ideologia partitica appartenessero, si sono soffermate sui sistemi di sicurezza posti in essere e quindi sulla attività, negligente, della pubblica amministrazione. Io frequento da decenni molti tribunali e ti garantisco che quello della sicurezza è un problema che non mi sono mai posto sia perché quel luogo non è diverso da qualsiasi altro immobile adibito all’esercizio della pubblica amministrazione, sia perché i contrasti e la dialettica sulle questioni di diritto sono meno violenti di quelli che, per fare un esempio banale, si riscontrano durante le assemblee condominiali.
Le dichiarazioni successive rilasciate dall’assassino e dalla moglie sono fra loro concordi: “il tribunale è stata la fonte dei miei guai ……. gli avvocati avrebbero dovuto difendermi meglio …… le banche e i professionisti mi hanno strozzato” e i media hanno riportato pedestremente queste dichiarazioni senza che nessuno abbia sentito la necessità di confutarle. Quell’essere è stato dichiarato fallito perché non pagava i fornitori ed i professionisti e non restituiva alle banche il denaro che aveva chiesto per portare avanti la sua impresa di costruzioni. Quell’essere è stato imputato di bancarotta fraudolente perché prendeva in nero buona parte dei suoi ricavi, non pagava contributi, evadeva le tasse, distraeva, per interessi propri, denaro che avrebbe dovuto essere destinato all’esercizio di impresa. Quell’essere era un delinquente e non esiste alcuna remota giustificazione per quello che ha fatto.
Dopo il fattaccio si sono accentuati i controlli all’ingresso in tribunale e i dipendenti stanno chiedendo che tutti coloro che entrano, compresi gli avvocati, siano trattati allo stesso modo. Ciò significa che se prima almeno un paio di ore si perdevano nell’attesa di entrare in udienza, oggi si perderanno almeno altre due ore nell’attesa di entrare in tribunale, con la conseguenza che aumenteranno i costi per affrontare una causa. Caro Ettore, con la dovuta   differenziazione sull’importanza sociale del fatto, è un po’ quello che hanno fatto gli interisti quando hanno detto che hanno perso un campionato per un rigore non dato su un presunto fallo di Juliano e hanno considerato “normale” la falsificazione di un passaporto per far giocare, in quella stessa partita, un pseudo campione di nome Recoba. Un abbraccione.
 Francesco

         

venerdì 10 aprile 2015

mercoledì 8 aprile 2015

domenica 5 aprile 2015






Auguri di Buona Pasqua e un grandissimo abbraccio affettuoso.


Ettore