venerdì 30 agosto 2013

S.O.S. Italia!


Il buon Ettore mi ha chiesto di commentare l’editoriale sul “Corriere della sera” di Michele Almis dal titolo “Le troppe leggi rimaste vuote” con il quale l’autore ha puntato il dito contro un’attività parlamentare sempre più tesa ad apparire più che a fare. In esso si fa esplicito riferimento ad alcune norme promosse dai  governi più recenti e il concetto espresso dall’autore si evince chiaramente dal seguente assunto: “Ma per quale ragione la politica italiana ha trasformato ogni legge in un inganno? Semplice: perché è incapace di decidere, e allora finge di produrre decisioni”.  Francamente non me la sento di esprimere considerazioni tecniche sull’argomento per due motivi: 1) una legge è perfettamente efficace (quindi non vuota) anche quando rimanda ad altre leggi le relative norme attuative (se mai, quindi, può esistere una omissione dell’organo preposto all’attuazione); 2) perché sono convinto che la politica è sempre capace di decidere, anche quando lo fa ingannando il popolo attraverso l’emissione di norme apparentemente a favore di questo ma che, in realtà, non vengono poi attuate o, peggio, vengono “aggirate” da altre norme. L’attività legislativa è il “cavallo di Troia” attraverso cui il politico entra nel cuore dell’elettore e nel tempo abbiamo significativi esempi di come il voto sia stato da questa influenzato: la politica industriale del sud voluta dalla DC; lo statuto dei lavoratori voluto dal PCI; la ristrutturazione della pubblica amministrazione voluta dal PSI etc. etc. . Nel corso degli anni, con il repentino degrado involutivo del politico (inteso come tipo di persona fisica) anche la sostanza delle norme legislative si è involuta e a Leggi che rinviavano a norme attuative mai emesse (la riforma scolastica, l’eliminazione delle Provincie, la riforma fiscale regionale, il finanziamento dei partiti etc.etc.) abbiamo assistito a veri e propri proclami elettorali rivelatosi poi chimere o specchio per le allodole. Vorrei, quindi, limitare le mie riflessioni più sugli effetti  che questo modo di legiferare produce e voglio farlo tentando di analizzare l’ultimo “sforzo” dell’attuale Governo

L’IMU del 2013 non sarà pagata e dal 2014 avremo la tassa dei sevizi; sono stati stanziati fondi per gli esodati, i cassa integrati ed emessi provvedimenti a favore dei precari; sono state concordate norme per rilanciare il mercato immobiliare attraverso la riqualificazione degli immobili e l’intervento pubblico nel settore; le imprese limiteranno la spesa per la sicurezza sui posti di lavoro. Sono queste le norme che servono al Paese per uscire da una crisi che gli altri (compresa la Spagna) sembra abbiano superato?....io non credo e vedo i due partiti promotori inneggiare ai propri personali trionfi concretizzatisi attraverso il provvedimento dell’IMU, per il PDL, e gli ammortizzatori sociali per il PD mentre gli italiani continueranno a pagare tasse e balzelli che non hanno eguali in alcun altro paese. Qualcuno mi dirà che non conosciamo l’ammontare della tassa dei servizi mentre sappiamo per certo che, per l’anno in corso, non pagheremo l’IMU; ma abbiamo già avuto recenti passate esperienze sugli effetti della traslazione fra imposte statali e territoriali con l’effetto finale che il cittadino pagava complessivamente di più; inoltre l’assoluta mancata regolarizzazione sulle modalità che i Comuni dovranno adottare per definire le varie imposte, creerà diseguaglianze fra i cittadini e malumori nel governo delle Regioni. Gli interventi sugli ammortizzatori sociali sono una cosa utile ma in controtendenza per chi dichiara di voler uscire dalla crisi. In altre occasioni ho già detto che la crisi di un qualsiasi organismo sociale (dall’impresa all’amministrazione pubblica) si combatte intervenendo, in primis, sull’abbattimento dei costi fissi e sulla chiusura dei rami improduttivi ma nessuno dei politici che governano dice o attua questo elementare principio che si insegna agli Istituti di Ragioneria. Se in campo economico le esportazioni dei nostri prodotti crescono (ed è quello che avviene negli ultimi due anni) significa che essi valgono e sono apprezzati; il problema delle nostre imprese è quindi da riscontrare nella mancanza di liquidità derivante dalla drastica diminuzione delle vendite interne e dal diminuito supporto bancario. Per le banche resta basilare la credibilità del sistema da parte degli Istituti esteri  (problema parzialmente risolto con la caduta del governo Berlusconi) ma il mercato interno non potrà mai riacquisire vitalità se la tassazione complessiva che colpisce gli italiani non diminuisce.

Oltre all’ammontare della tassazione complessiva, gli italiani hanno anche il triste primato di subire il costo più alto per le energie prodotte dall’ENI; costi che mettono in difficoltà non soltanto i bilanci familiari ma anche le multinazionali straniere che spesso rinunciano ad investire nella penisola. Dai pochi Vostri commenti quando si è parlato di tangentopoli, desumo che non tutti sanno che la cosiddetta “prima repubblica” si sbriciolò a causa delle tangenti Enimont e che , nel 1996, un certo Paolo Scaroni, dopo essere finito in manette, patteggiò una pena ad 1 anno e 4 mesi di carcere per tangenti di svariate centinaia di milioni di lire, versate al Partito socialista per ottenere l’assegnazione di appalti all’ENEL, all’epoca guidata da Scaroni. La condanna ha comportato allo stesso Scaroni una importante promozione e, dal 2005, egli è l’amministratore delegato dell’ENI la quale ha sottoscritto un contratto a lungo termine con la Russia che prevede la clausola del “take or pay” ; devi, cioè, prenotare il gas ma se non lo ritiri lo paghi lo stesso. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Scaroni, questa clausola genera una perdita annua di circa 1,5 miliardi di euro coperta in parte dallo Stato. Il contratto fra ENI e Russia venne, nel 2007, associato da Ilary Clinton ad accordi poco chiari fra Berlusconi e Putin e chi volesse approfondire l’argomento può trovare molta documentazione su internet ma ciò che fa specie è il fatto che nessun giornalista (a parte la Gabanelli, giornalista verso la quale mi inchino) ne parli e ciò mi porta a pensare che, probabilmente, abbiano notevole importanza i 202 miliardi di euro che, ogni anno, ENI destina alla comunicazione pagando fior di giornalisti fra i quali: Lucia Annunziata, Federico Rampini, Carlo Rossella, Giuseppe Turani e Antonio Galdo; un giornalista può scrivere di ENI in piena indipendenza se lavora per ENI?.
Francesco

sabato 24 agosto 2013

.....sì bella e perduta!!!

Qualche tempo fa, Oliviero, nella sua instancabile opera di ecumenismo divulgativo, aveva inviato le riflessioni di un “Napoletano” che aveva fatto un viaggio a Stoccolma.
Costui, dopo aver elencato le grazie di quella stupenda città nordica, la civiltà civica dei Suoi abitanti, la diffusa percezione di ordine, rispetto e pulizia che ne derivava, le paragonava con le miserie della Sua Napoli, tanto affascinante quanto vilipesa da degrado, inefficienza e inciviltà. (puoi leggere qui)
Carletto, punto nel vivo, non ha perso l’occasione per esternare il Suo pensiero; e lo ha fatto da par Suo, regalandoci quest’analisi storico-cultural-sociologica di primissimo livello che travalica i ristretti confini partenopei per abbracciare –con amaro rimpianto- un’intera Nazione che non ha ancora imparato ad essere Tale.
Buona lettura e….meditazione!!!

Ho letto le riflessioni del napoletano a Stoccolma . Ne condivido appieno il senso. Al momento di dover decidere dove trascorrere gli anni della pensione, Mariolina ed io abbiamo lasciato la bellissima casa di Napoli, con vista del Golfo, per scegliere Roma. Abbiamo preferito la città caotica a quella del costante compromesso. Ma dopo Roma e Napoli molte altre bellissime possibilità offre questo nostro Paese. E , dappertutto , al magnifico Nord come nel meraviglioso Sud si trovano situazioni lontane anni luce da quelle ben disegnate dal nostro napoletano a Stoccolma. Ed anche lì non è tutto oro. Ritengo che a fare la differenza della percezione della civiltà , della rinuncia ad un pezzo di proprio per il benessere collettivo, al trionfo dell' educazione sul l'arroganza, della generosità sull'egoismo , contribuiscano, e non poco, i geni di un popolo. Che poi la politica, una certa genia di uomini che male interpretano la rappresentanza delle esigenze della comunità , prendano strade che affossano il bello ed il buono che ne dovrebbero essere l'essenza , è un altro discorso. Qui , dopo tante, costosissime , chiacchiere si costruisce il nulla, lì un'opera nasce perché serve alla collettività.
Noi non abbiamo la percezione dell'utilizzo della cosa comune , facilmente la distruggiamo, lì ne curano la manutenzione, quasi la coccolano. Ma se tanti napoletani si trasferissero a Stoccolma, tanto da colonizzarla, difficilmente resterebbero in vita le regole oggi esistenti. E la qualità della vita , ne sono certo, peggiorerebbe in brevissimo tempo. E' un fatto di sangue in cui le leggi, quando vengono fatte, devono essere ignorate o, nella migliore delle ipotesi , superate da furbillerie , ladronerie. E, parlando di " migliore ipotesi " non mi trincero dietro al perbenismo di ciascuno di noi. Anche io, talvolta, ho pensato di travalicare i limiti di un regolamento, di una legge perché cozzava contro un mio interesse : non mi assolvo, intendiamoci, ma l'ho fatto. Cose di poco conto, forse, dalle quali nessun danno è scaturito per la comunità e delle quali neanche ho più il ricordo. Ma messo a sistema , il danno è enorme, la Societas ne risente, Stoccolma è lontana. Cosa fare? Per legare alla Regola le nostre persone non basterebbe un guardiano per ciascuno: e, poi, con questo sangue , chi custodirebbe il vigilante? Sono millenni che le cose vanno così ; meritiamo di essere dominati. Abbiamo le feste, la farina scarseggia per alcuni ma non manca, la rivoluzione non ci è consentita perché moltissime sono ancora le pance piene, abbiamo tantissimi esempi di soggetti che conservano immondi segreti e ricattano, non sappiamo staccare teste e farle rotolare nella polvere. Eppure quando qualcuno, nei secoli scorsi, lo ha fatto per noi, cosa è cambiato? Nulla. Anzi qualcosa, forse, è peggiorato. E' ,ahimè , un fatto di sangue, una dura realtà che dobbiamo tenerci.
E chi non ci sta, ha fatto qualcosa per migliorarla? Vorrei vedere come si comporta il mio illustre concittadino quando è tentato, nella città del compromesso, dalle mille sirene che lo invitano, suadentemente o con la violenza , anche morale, a superare lo steccato della Legge.
E' facile criticare, è difficilissimo , e noi non sappiamo farlo, cedere un pezzo di noi per il bene dell'altro.
Un abbraccio, grato per l'occasione che ci è stata data da Ol per parlare di democrazia ed individualismo.
Carloio

domenica 18 agosto 2013

Il Calcio è un vero sport ?!


   
                                
Ho sentito al tg che stasera ci sarà la partita tra la Juve e la Lazio.

Ho subito pensato all’interesse che desta in Ettore ed in tutti quelli che, come lui, professano una così detta “ fede “ calcistica. Io non ho nessun interesse per il Calcio e ho visto un’unica partita allo stadio di  Napoli nel 1968, credo, tra le Nazionali d’Italia e di Romania: non ricordo perché ma entrai gratis!

Il Calcio non mi ha mai interessato, anzi ( ora dirò delle cose che probabilmente non riscuoteranno molta condivisione ) lo ritengo non uno sport ma una attività altamente diseducativa che muove interessi  economici  e malavitosi di grandissima portata.    continua .......

Buona fine estate,
Giovanni.

P.S.
Naturalmente non ho nulla contro chi, lecitamente, segue e tifa per la squadre del cuore  ma……..con giudizio!

martedì 13 agosto 2013

Non siamo soli!


Quanto segue, è   la risposta che l’Ingegner Giovanni Molfesi ha dato a Massimo Scivicco che Lo aveva reso partecipe della Nostra lettera al Ministro della Difesa a seguito della scarsa partecipazione dei parlamentari alla commemorazione del Maggiore La  Rosa.
L’Ingegnere, informato della volontà di rendere noti i Suoi sentimenti, si è detto ONORATO della Nostra considerazione nei Suoi confronti.



  Egregio Dottore,
è con il più alto sentimento di riconoscenza che desidero testimoniarLe tutta la mia gratitudine e, nel contempo, il più sincero apprezzamento per avermi reso partecipe di una iniziativa tanto nobile quanto opportuna, oltre che necessaria. Sono queste le iniziative che fanno bene alla Nazione, così come i concetti ed i sentimenti che esse veicolano contribuiscono in maniera determinante a formare la morale individuale e l'etica di una società civile.
L'onore ed il tributo ai martiri, affinché sorga prepotente e fiero in tutti il desiderio di eroismo, figlio primogenito dei sani principi e del rispetto verso il prossimo;  purtroppo questa Nazione, così come anche altri Stati, ha scelto la strada opposta: sacrificare l'etica ed i principi in favore di una anarchia di pensiero e di azione, volta a garantire la totale assenza di responsabilità, con l'ovvia e diretta conseguenza dell'impunibilità, e l'assoluta certezza di consegnare i nostri figli al caos più nero e pericoloso che l'umanità abbia mai affrontato.

Con i saluti più distinti.
 



 

sabato 3 agosto 2013

Spes ultima Dea


"Uno che viene colto con le mani nel sacco e che subisce una condanna definitiva in cui si dimostra che lui è stato evasore del fisco, io credo abbia il buon gusto di mettersi da parte".

Questa frase non è del solito giustizialista-comunista, bensì fu pronunciata da B. qualche anno fa in una trasmissione di Santoro.
Voi mi direte: ne ha dette tante ed ha fatto sempre il contrario (famoso il “Contratto con gli Italiani” da Vespa!) per cui c’è poco da meravigliarsi. Forse è proprio così; tuttavia, bisogna mettere in bilancio anche il fatto che, dopo quasi venti anni, Uno potrebbe anche essersi rotto ad essere preso continuamente in giro.
Ed invece, no! Invece c’è gente che si straccia le vesti, che grida (guarda un po’!) al “complotto”, ad una “democrazia in pericolo”, allo strapotere delle “toghe rosse” e, via via farneticando, ripetendo una litania stantia che ha raggiunto il massimo nelle irresponsabili affermazioni di oggi su una probabile “guerra civile”.   leggi ancora .....



Un abbraccio a tutti,

Ettore.