Dopo la triste vicenda abruzzese ho voglia di riprendere contatto con Te, pur non essendo un “felice” pensionato e avendo poco tempo da dedicare a tutto ciò che non sia lavoro.
Argomenti, seri o non, da trattare ce ne sarebbero tanti ed è veramente encomiabile lo sforzo di Oliviero ed Ettore di fornire stimoli ad un dialogo telematico che, indipendentemente dal tempo a disposizione, deve comunque essere sentito e voluto.
Personalmente mi piacerebbe avere il parere di coloro che sono ancora in servizio sull’utilizzo dei soldati nell’attività interna di sicurezza; sentire le impressioni ed i travagli, se ce ne sono, di quei pensionati che sono passati da una frenetica e soddisfacente vita lavorativa ad una sedentaria vita casalinga; confrontarmi con i miei coetanei sui problemi, più o meno seri, che il nostro corpo incomincia ad evidenziare; conoscere le “voglie” giovanili che ancora coltiviamo (ero un motociclista oggi sono un fanatico harlysta); etc. etc. etc.
Ciascuno di noi ha acquisito esperienze di vita la cui conoscenza può essere di aiuto agli altri e penso che il senso della socialità e della fratellanza spirituale consista proprio nel voler comunicare con persone verso le quali si nutre un legame affettivo senza alcun fine recondito se non quello di ricevere e dare risposte.
Credo che a nessuno di noi manchino amici da frequentare o associazioni sociali e culturali capaci di soddisfare l’ego ed ogni tipo di curiosità intellettive ma il piacere di rincontrarci dimostrato nel ventennale e nel quarantennale non può essere solo voglia di ritorno al passato e anche se cosi fosse, dobbiamo ammettere che, in quei frangenti, siamo ritornati ai nostri vent’anni sia per il luogo d’incontro sia, e a maggior ragione, perché abbiamo rivissuto i rapporti fra i compagni di corso.
In quel momento i capelli radi, il sovrappeso o il numero delle stellette argentate hanno perso ogni significato e ciò che ha contato è stata la solo voglia di vederci e di parlarci così come facevamo quaranta anni fa.
Dobbiamo aspettare l’incontro di Torino per poterlo rifare?
Ti abbraccio con infinito affetto
Francesco
No, caro Francesco: proprio NO!
RispondiEliminaNon dobbiamo aspettare affatto di incontrarci a Torino per continuare ad essere un Corso e che Corso.
Sono d'accordissimo con te, come avevo già scritto, che non possiamo perdere l'irrepetibile occasione che ci offre questo freddo ma efficace strumento telematico per mantenere vivi quei legami affettivi che non possono o devono essere appannaggio delle sole ricorrenze "canoniche".
Sono ancora più d'accordo con te che non possiamo e non dobbiamo vivere solo di passato, per quanto bello sia stato; basta amarcord, insomma.
Invece possiamo e dobbiamo avere il coraggio di parlare di noi sessantenni con una vita attiva oramai alle spalle per la più parte di noi ma ancora con tante belle cose da progettare e da realizzare; e stavolta con la saggezza e con la destrezza che ci deriva dall'esperienza vissuta.
Che ci piaccia o no, quei ventenni hanno dovuto fare i conti con l'anagrafe che, ahinoi, non mente; direi che sa un pò da "ospizio" stare lì a rimpiangere quello che non c'è più e...rassegnarsi, piagnuculando, ad un amaro destino.
Io personalemente mi sento ancora nel pieno delle mie capacità fisiche e mentali, anche se con un livello di "prestazioni", diciamo leggermente più basso.
Mi occupo di tante cose e sono pronto a discuterne con chiunque a cominciare dalla mia lotta quotidiana con il giardino, dove sono più i guai che combino che le cose buone che faccio; se qualche "agricola" più esperto di me (e ci vuol poco) mi vuole dare una mano, che ben venga!
Ciao Francesco, ti saluto con tanto affetto e con un "grazie" grosso così per il prezioso contributo che stai dando al nostro Blog.
Ettore