Cari amici, qualche giorno fa ho sentito in tv un intervento del Ministro della Difesa (Ignazio, come dice Fiorello) che ha risvegliato in me alcune perplessità latenti fin dai tempi delle operazioni in Kosovo. Ho contattato Ettore per farlo partecipe dei miei dubbi e, se ora vi dovrete subire questo Papi-pensiero, lo dovete proprio a lui che mi ha invitato ad inserirlo nel nostro sito.
Ecco i fatti : Ignazio ha detto che il nostro contingente in Afganistan sarebbe stato aumentato in occasione della prossime elezioni (vigilanza ai seggi ?). Il Ministro ha precisato che i Carabinieri avrebbero avuto compiti di addestramento delle polizie locali e l’aviazione non avrebbe avuto ruoli di combattimento. E allora mi è saltato in mente il dubbio che mi attanagliò anche quando D’Alema (allora 1° Ministro) parlava di aviazione senza compiti offensivi in Kosovo ma poi venne puntualmente smentito dai piloti; qualcuno ricorda che fu coniato il termine “bombardamenti difensivi”. Perché in tutti i nostri governanti c’è questo falso pudore che li spinge a non voler vedere in faccia la realtà ?
Da comune cittadino, come tanti, ritengo che sia implicito l’uso della forza quando si impiegano reparti militari per riportare l’ordine e la sicurezza in qualunque regione del mondo. Da questo scaturisce che l’uso della forza inevitabilmente produce effetti che, anche se limitati e selettivi, provocano danni a cose e soprattutto a persone. Se non si vuole ammettere questo allora si mandino i boy scout oppure qualche associazione di pacifisti magari dei centri sociali. Se si devono evitare bombardamenti si mandino alianti e mongolfiere, almeno si risparmia il carburante!
Ci sono altre due cose che mi lasciano perplesso.
Perché i nostri soldati (termine che comprende sia uomini che donne perché (se la grammatica non obbedisce ancora al politicamente corretto, un vocabolo al plurale maschile comprende anche quelli femminili) sono sempre “ragazzi” e non, come si dovrebbe, Carabinieri, Paracadutisti, Granatieri, Lancieri, Piloti etc.? Forse anche questo appellativo serve ad ingentilire la realtà e rendere più simpatici i nostri soldati, che, comunque , devono comportarsi da soldati e non da “ragazzi”.
L’altra: in Afganistan per l’impiego delle nostre truppe anche in settori diversi, sono necessarie sei ore di tempo per consentire al politico (non al Comandante sul posto) di valutare se autorizzare o meno. Questa procedura, oltre a mettere i nostri reparti in una posizione almeno curiosa nei confronti di chi, in quelle sei ore, continua ad operare da solo, non tiene conto di quante cose possono e sono accadute i sei ore : l’attacco alle torri gemelle, la Passione di Cristo, l’attentato a via Rasella, lo sbarco in Normandia, Hiroscima, la carica del Gen. Desaix a Marengo , la caduta del Fascismo e , forse, anche Caporetto!
Un saluto da Giovanni Papi
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