lunedì 31 agosto 2009

Intercettazioni, ideale politico ed ideale sociale.

Finite le vacanze estive ho riaperto il nostro luogo d’incontro con la stessa voglia infantile di rivedere gli amici di classe e, dopo aver letto gli scritti di Giovanni e Raffaele, mi sono soffermato sulle considerazioni che Ettore ha esternato in relazione alle “intercettazioni”.
Il suo finale atto di accusa nei confronti della magistratura in generale e del sistema processuale in particolare è sostenibile perché fondato su elementi oggettivamente rilevabili ma parte dall’errato presupposto che le mie personali valutazioni sulla futura efficacia di quel mezzo, possano scaturire da una innata contrarietà all’attuale governo; non è così.
Quando parlo di calcio o di moto sento di essere un tifoso e, in quanto tale, potrei arrivare ad affermare che la Juventus sia la squadra più forte del mondo o che il motore Harley non abbia concorrenti ma quando si trattano argomenti che interessano il vivere sociale mi spoglio di ogni faziosità e cerco di esprimere concetti che possono anche risultare errati ma che, in ogni caso, analizzano sempre gli effetti non l’ideologia.
Credo in un ideale sociale che ponga il rispetto della dignità e della libertà morale dell’uomo al di sopra di tutto e che la politica debba essere considerata un mero strumento amministrativo per il miglior raggiungimento di questo obiettivo non una verità assoluta alla quale aggrapparsi per appagare frustrazioni o alimentare l’innata voglia di potere.
Se volessi trattare argomenti che facciano campagna elettorale parlerei della struttura culturale e morale dei singoli rappresentanti o della contrapposizione socio/economica fra l’ideologia di destra e quella di sinistra ma, così facendo, propaganderei idee inculcatemi, in maniera diretta o mediatica, da altri mentre il mio obiettivo è l’esatto contrario; vorrei che ogni umana valutazione si fondasse sulla personale analisi, sul confronto con gli altri e sulla verifica dei risultati.
Sulle intercettazioni ho posto in evidenza quali siano gli elementi attualmente caratterizzanti e le variazioni proposte dal governo, lasciando a ciascuno ogni possibile previsione sulla futura efficacia di questo mezzo probatorio; quale attinenza c’è con gli stipendi dei magistrati o la lungaggine dei processi o le differenze interpretative fra i diversi gradi di giudizio!?.
Si parla di politica o si fa campagna elettorale quando si tralascia l’argomento specifico per entrare in contesti generali ed eterogenei dove è più facile svincolarsi da una posizione sfavorevole attraverso l’ovvietà. E’ come se un ideologo anti fascista commentasse l’ultimo intervento di Giovanni Papi parlando dello sterminio degli ebrei e delle “purghe” della milizia tralasciando, invece, gli elementi che da detto intervento emergono e che anche coloro di diversa ideologia politica devono ammettere: 1) il popolo italiano è arrivato al fascismo per una carente politica socio economica e non tutti concordavano con le disumane imposizioni dei nazisti; 2) una parte dei partigiani si è comportata peggio degli oppressori; 2) la storia può essere narrata in modo diverso.
Se a qualcuno può interessare avere un’idea su quali potrebbero essere le motivazioni che portano alla lungaggine di un processo sarei ben lieto di esporre le mie conoscenze personali e professionali partendo dagli errori legislativi, fatti sia dalla sinistra che dalla destra, per arrivare al comportamento degli avvocati e all’esiguo orario di lavoro che parte dei magistrati segue ma non concordo con l’articolista del Corriere. La stragrande maggioranza dei giudici è composta da gente onesta e preparata che non difende alcuna casta e cerca di svolgere al meglio il proprio lavoro senza lasciarsi intimorire da alcuno.
Quanto agli effetti devastanti che un errato processo può avere anche sulla carriera di un militare, ne sono ben conscio per averne difeso alcuni ma ti garantisco, carissimo Ettore, che questi sono stati causati più da malafede o dabbenaggine di alcuni organi delle Forze Armate che dalla magistratura.
Un abbraccio a tutti, con la speranza che sparisca al più presto quanto di brutto ci ha raccontato Raffaele.
Francesco

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