venerdì 9 dicembre 2011
...e Noi, possiamo farlo?!
Ragazzi,
ci eravamo impegnati a non “parlare di politica”, non fosse altro perché “questa” politica ci avrebbe indotto più al turpiloquio che a considerazioni serene ed oggettive.
Però siamo anche Cittadini adulti di un Paese avanzato e, come tali, abbiamo il diritto/dovere di porci delle semplici domande, specie quando si entra nel campo della convivenza civile che, a sentire i più, dovrebbe essere improntata al rispetto delle regole della democrazia: un termine, lasciatemelo dire, che è stato violentato, di cui tanti, troppi si sono riempiti la bocca, il più delle volte per millantare le proprie magagne.
Allora, siccome Noi amiamo questa nostra sventurata Italia, da quasi due millenni alla mercé di un “qualcuno” che ne ha fatto quello che voleva (senza nemmeno chiederle se le piaceva!), allora sottopongo alla Vostra meditazione il discorso tenuto da Pericle agli Ateniesi nel 461 a.C., così, giusto per ritemprarci lo spirito:
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Vi abbraccio,
Ettore.
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Grazie Ettore.
RispondiEliminaPerò vorrei fare una riflessione/provocazione: sono belle parole, come quelle dei nostri politici e magari fra duemila anni qualcuno potrebbe ripetere; mi sono sempre chiesto se a quei tempi la politica era onesta e pura come la vogliamo noi?
Un saluto Suff