sabato 3 dicembre 2011

La vita secondo Pier

Cari Amici,
leggo sempre il nostro Blog ed in particolare mi soffermo sulle vostre attente considerazioni sulla situazione politica ed economica, sulle vostre esternazioni e preoccupazioni sulla situazione attuale, sui vostri pensieri pessimistici circa le prospettive di un futuro più o meno prossimo che coinvolge i nostri figli, ai quali abbiamo insegnato, occorre riconoscerlo, valori e capisaldi ormai obsoleti. La verità è che nel passaggio dalla nostra generazione a quella dei nostri figli avete perso di vista il filo conduttore dell'evoluzione della società italiana. Attenzione: ho detto “avete” e non “abbiamo” perché io, a differenza vostra, ho avuto la buona sorte di riuscire ad inserire miei figli nell'onda lunga della nostra nuova società e dei suoi parametri del successo.
Veniamo ai fatti.


Mia figlia maggiore (che per questioni di privacy chiamo Maria Giovanna) è riuscita, grazie al CEPU e ai nostri notevoli sacrifici finanziari, a conseguire a 19 anni la licenza di scuola media inferiore. Non è riuscita (nonostante il CEPU) ad andare oltre la 1^ superiore, che ha abbandonato all'età di 23 anni. Le sue migliori qualità culturali ed intellettuali sono rappresentate da una grande capacità di sintesi; infatti riesce a farsi capire anche se il suo vocabolario è costituito da non più di 250 vocaboli, parolacce e verbi inclusi (ma non chiedetele di coniugarli!).
Qualche anno fa nel suo girovagare per l'Italia alla ricerca di se stessa, si è imbattuta a Roma in una lunga fila davanti a un teatro a Cinecittà. Non avendo alcun impegno, si è messa in coda, utilizzando il tempo di attesa per mandare sms incomprensibili agli amici di tutto il pianeta. In realtà uno era indirizzato a me e diceva:” Pà, karikami il trillino che non ciò kredito”. Dopo 12 ore di attesa, è entrata in uno “studio” dove ha fatto un “provino” , stupendo tutti per la sua ignoranza in tutti i campi, per le sue doti caratteriali di prepotenza e strafottenza e per il suo vocabolario infarcito di contumelie, insulti ed oscenità. Tutto questo rappresentava titoli di credito, beninteso!
In breve, attraverso questo provino è diventata concorrente del “Grande Fratello”. La vita dentro la Casa per lei è stata semplice, non dovendo modificare nessuno dei suoi atteggiamenti e comportamenti abituali. Ha continuato ad essere se stessa: ignorante, maleducata, aggressiva, arrogante. Proprio il tipo di persona che gli italiani amano e nella quale si identificano. Almeno a giudicare dalle votazioni telefoniche che l'hanno vista primeggiare per almeno 4 mesi. Per non farsi mancare niente e per accrescere la sua popolarità, ha flirtato con tutti i maschi della “casa” e litigato violentemente con tutte le altre ragazze. Ma la sua vita ha avuto una svolta dal punto di vista economico. Sappiamo che è un aspetto secondario della vita, ma tant'è! Infatti alla fine il G.F.(Grande Fratello, non perdete il filo) le ha staccato un assegno da 180.000 euro. Da allora Maria Giovanna partecipa, in qualità di esperta “tuttologa”, a talk show televisivi che dissertano per ore sulla presunta gravidanza di Belen, sulla paternità del nascituro, sul fondoschiena di Sara Tommasi, sulle lacrime di Karina Cascella. Tutti argomenti, è evidente, senza i quali gli italiani non potrebbero vivere. E per i quali mia figlia percepisce un cachet di 10.000 euro a puntata. Trascorre tutti i fine settimana in giro per l'Italia come testimonial nelle discoteche dove, oltre a mostrare generosamente le sue curve e far finta di ballare, fa la testimonial e la pubblicità del locale alla modica cifra di 5000 euro a serata. Quanto guadagna? Presto detto: circa 120.000 euro netti al mese, ma sapendo che la sua gioventù passerà abbastanza in fretta, è già cliente fissa di un chirurgo estetico e saggiamente investe sul mattone!
Ma mia figlia maggiore non ha dimenticato la famiglia. In una delle sue frequentazioni televisive ha conosciuto Maria e dopo un occasionale flirt con lei, le ha “raccomandato” il fratello per la trasmissione “Amici”.
Il mio secondogenito (che, per privacy, chiamiamo Neurone) infatti, come la sorella, ha ottenuto a 20 anni la licenza media (inferiore, per intendersi) col CEPU e dopo, con grande onestà, ci ha informato che la scuola non era fatta per lui, così come non si sentiva portato per il mondo del lavoro. Preferiva fare l'artista (in senso lato), ma senza impegni di studio di nessun tipo di Arte. Lui amava la vita di artista di strada. Stancatosi di fare il mimo ad Amsterdam (troppo tempo per truccarsi, ore ed ore fermo sulle strade con un clima non adatto al suo essere mediterraneo, ed oltretutto raccogliendo solo qualche centinaio di euro al giorno; unico vantaggio consumare la “roba” senza problemi legali), dopo poche settimane è rientrato in Sardegna, dove saltuariamente faceva il saltimbanco davanti ai centri commerciali, rientrando a casa solo per mangiare, dormire e chiedere la paghetta, con tredicesima, quattordicesima ed extra inclusi. Grazie alla sorella, però, anche lui ha svoltato. Una volta dentro al cast di “amici” si è saputo destreggiare bene come ballerino, pur non sapendo ballare. Anche perché, da buon ruffiano, ha flirtato con Garrison (l'insegnante di ballo) ed è uscito due volte a cena con Luca (l'autore) dandogli anche un tenero bacino. Per farsi apprezzare di più dai ragazzi ha, ad ogni puntata, riempito di contumelie tutto il corpo insegnante. Così ha vinto il concorso di amici! Ma perché davvero possa imparare a ballare, Maria gli ha dato una borsa di studio di 250.000 euro e lo ha iscritto a una scuola di ballo a New York, dove, vitto e alloggio inclusi, si tratterrà per due anni. Rientra in Italia tutti i fine settimana (che faticaccia!) per fare da testimonial in varie discoteche con un cachet di 10.000 euro a weekend più le spese di viaggio da e per New York.
In prospettiva futura, appena finita la vita da povero emigrante negli USA, ha già un contratto per entrare nel cast di “Uomini e donne” come “tronista”, con un contratto triennale da 20.000 euro al mese più vitto e alloggio a Roma.
Ma gli insegnamenti dei genitori hanno lasciato una traccia profonda nei sentimenti dei due figli maggiori, che preoccupati perché la loro sorella minore (la chiameremo Sciappa) stava per conseguire la licenza di scuola media superiore, pur essendo ancora molto giovane (24 anni) per poi magari avviarsi alla carriera di disoccupata cronica, l'hanno convinta ad abbandonare ed introdotta nel mondo della televisione.
Dotata di cultura e buona memoria (un cervello quasi nuovo, perché usato pochissimo, funziona meglio di uno logoro!) è stata inserita nella lista ristretta dei partecipanti ad un quiz televisivo. Per settimane è stata impegnata a rispondere a domande difficilissime, quali “ il famoso cantante Battisti si chiamava Lucio o Cesare?” “Facile: è Lucio, Cesare Battisti esiste solo come nome di una via!” “La capitale della Francia è Parigi o Tokio?” “è Parigi; sono andata una volta a Eurodisney, che non mi sembra sia a Tokio, ammesso che Tokio sia una capitale!”
Con sicurezza disarmante e sbaragliando tutti i concorrenti, forse (ma è solo un sospetto) con l'aiutino della produzione (amici e fans dei fratelli maggiori, ormai celebrità) ha incassato 500.000 euro di premi e cooptata nel ruolo di valletta (letterina o numerino o forse velina … non me lo ricordo) in una trasmissione culturale sul mondo della televisione italiana e dei suoi personaggi. Ha così conosciuto gli ospiti fissi, personalità come Fabrizio Corona, Lele Mora, Costantino Vitigliano, Cristina Plevani, Daniele Interrante ed altri che, sotto l'ampio scudo della loro erudizione, sono pietre miliari e simboli incommensurabili della cultura Italiana.
Sciappa, nelle sue frequentazioni mondane, ha anche conosciuto un bravo ragazzo, colto (3^ media ma conseguita a soli 18 anni) ed educato (dice solo le parolacce che il mister ha autorizzato). Mancino (questo è il suo nome) stancatosi di aspettare un posto di lavoro, si è dedicato allo sport, e fa il calciatore professionista in serie A.
Così va la vita!!!!!!
Sfortunatamente (o FORTUNATAMENTE?) i Miei figli sono infinitamente più poveri dei personaggi (ahimè veri) su descritti, ma almeno sono infinitamente più educati, colti e soprattutto sono persone vere, giovani che, faticosamente, cercano di inserirsi nella società italiana e nel mondo del lavoro. E, lo dico con orgoglio di genitore; quando ci saranno riusciti, contribuiranno con le loro capacità e la loro onestà a migliorare il nostro Paese.
Ciao a tutti,
Pierfranco.

6 commenti:

  1. Sei fortissimo, caro Pierfranco! Prima ci fai un prologo lunghissimo e gonfiapalle e poi alla fine rettifichi tutto con due righe lasciandoci tutti con un palmo di naso (due per me che già uno ce l'ho per conto mio). Mi fa piacere constatare che sei rimasto tale e quale.Meglio così.Il passare degli anni ti (se scrivo "Ti" poi mi cazziano) ha fatto una ....!,come signorilmente si dice in quel di Arezzo! Ciao Pierfranco. Un abbraccio. E' stato un vero piacere leggere qualcosa di più ameno e forse, aimè,di più realistico. Carlo

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  2. Caro Pierfranco,
    la tua pittata di una ahimé diffusa concezione del "successo" è, al contempo, magistrale ed amara.
    Se ben ricordi, già tempo fa anche io mi ero avventurato su questo terreno ma con toni più severi e non ironici come i tuoi.
    Avevo denunciato la fatuità della stragrande maggioranza dei giovani che, priva e privata di punti di riferimento ideali, vaga alla disperata ricerca di un qualcosa cui aggrapparsi, cui credere: e, alla fine, trova la via più facile ma più pericolosa.
    Fui tacciato di "disfattismo pessimista", io che, nella vita, ho visto il bicchiere sempre mezzo pieno, anche quando bisognava fare un grande atto di fede.
    Ora che anche tu (non è che é un marchio di Plotone?!) stai battendo lo stesso tasto, mi sento meno isolato.
    Grazie per queste tue pregevolissime "incursioni", un abbraccio,
    Ettore.

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  3. Caro Ettore, ricordo benissimo il tuo scritto e l'ho condiviso in pieno. Aggiungo che le nuove generazioni prive e private di punti di riferimento, nella maggior parte delle volte sono stati "confusi" dai loro genitori che, sperando il meglio per i figli, hanno incoraggiato la ricerca spasmodica di un successo materiale senza curarsi di aspetti fondamentali, quali il rispetto, il successo, il merito ecc.
    Ho esperienza diretta di genitori che in partite di calcio a livello giovanissimi perdono il lume della ragione ed esigono dal figlio (9, 10 anni) prestazioni che lo facciano emergere. In una scuola calcio della mia città (convenzionata con il Parma calcio e con il Brescia calcio) è stato scoperto che alcuni genitori, d'accordo con alcuni preparatori, facevano utilizzare ai loro figli integratori dopanti (!) per aumentare la loro struttura muscolare per meglio avviarli (a 8 anni) ad una promettente carriera professionistica!
    In generale credo che i "vecchi" valori che i nostri genitori ci hanno inculcato dovrebbero superare le barriere del tempo ed essere eterni. Tanto più che il progresso della società in ogni settore dovrebbe rappresentare un miglioramento, non solo un cambiamento. Un abbraccio a te, al mitico 3° plotone, a tutto il 150°

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  4. Francesco Miredi5 dic 2011, 12:55:00

    Ah Pierfrà, va beh la simpatia ma sei un po' obsoleto...vatti a guardare lo share televisivo di ieri sera dalle h 20,00 in poi e capirai quali sono le vere cose importanti per noi....e quando dico noi non mi rivolgo ai soli giovani.
    Un abbraccio e, questa con serietà, faccio i complimenti ai tuoi figli e auguro loro ogni fortuna.
    Francesco

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  5. Complimenti Perfranco. Amaramente divertente, sicuramente più interessante della satira pateticamente volgare di Benigni ieri sera. Purtroppo io non ti posso assegnare un oscar, ma posso assicurarti la mia stima.

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  6. Caro Francesco,
    se c'era ancora un pò di margine a qualche barlume di speranza, gli hai dato una mazzata terrificante.
    Bisognerebbe vergognarsi di fatti come quelli cui hai accennato: altro che godere per lo share!!!
    Una domanda ad un tecnico come te: in questa nuova Era orweliana (vds. i nostri conti correnti bancari), non è possibile accroccare su un "grande fratello" per pizzicare i beoti che vedono simili idiozie?!
    Un abbraccio,
    Ettore.

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