giovedì 21 agosto 2014

Ferragosto

Ferragosto. 

Accaldato nonostante l'aria condizionata, distrutto dall'umidità che mi tormenta giorno e notte, cerco di sopravvivere sdraiato sul divano. guardando il televisore spento e lasciando la mente libera. E' il mio modo di rilassarmi.
Teo, nonostante la luna piena, è abbastanza tranquillo. Sulla sua ciotola spicca una scritta col suo motto: “Memento Audere Semper”. E lui osa eccome se osa!
 Dalle pieghe della mia mente affiorano ricordi lontani, ricordi di altre estati...o di un'altra vita ?  Una striscia di sabbia  grigia, un muretto antisbarco dell'ultima guerra mondiale per fermare gli invasori (...o i liberatori?), alle spalle un cantiere navale in piena attività. L'odore del salino le onde, il mare con la sua immensità.
 Un gruppo di giovinastri si rincorrono felici, giocano a palla in acqua, si fronteggiano in lunghe nuotate; lottano sulla spiaggia riempendosi gli occhi di sabbia; si tuffano nelle onde usando le spalle dell'amico al posto del trampolino.
Urla disumane, ed ecco che i teppisti gettano in acqua due barche a remi e partono alla volta della foce dell'Entella dove ne combineranno di tutti i colori.
L'equipaggio che giungerà ultimo alle foci del fiume dovrà tuffarsi nudo a mezzanotte nelle acque del mare.  Il guaio è che saranno avvisati tutti gli amici.
 Ferragosto: un lungomare, il nostro lungomare meno bello di oggi ma così romantico...!
Le ragazze di Milano, Roma, Torino escono volentieri con noi; non sono musone come quelle di Chiavari.   Magari hanno il ragazzo a casa...ma a questi figli del mare si può negare un sorriso, un ballo , un bacetto? E...nel cielo brilla la pallida luna.
Le balere del lungomare erano tutte nostre; un patto di sangue stretto con gli amici fissava regole chiare: mai corteggiare in due la stessa ragazza. Il primo arrivato aveva “la precedenza”.   Quando ci penso sorrido ma avevamo veramente una solidarietà e un cameratismo spontanei che solo in Accademia ho ritrovato.                                                                   
E' dolce ricordare gli occhi chiari della fanciulla che ballava con me: mi ci sarei tuffato in quell'azzurro! le parlavo, mi parlava, le nostre labbra si sfioravano...mentre la musica ci cullava. E... sulla spiaggia i fuochi. I fuochi di ferragosto.
Il sudore mi cola dalla fronte, gli occhi socchiusi vedono oltre il televisore..... Mia moglie , finito di lavare i piatti,  entra nel salone diretta sul terrazzo, mi richiama bruscamente alla realtà: "Massimo guarda che il televisore è spento...".
L'incantesimo è rotto. Anche Teo ne è turbato, corre sul terrazzo e in piena crisi di identità ulula alla luna. Alla luna gialla di Ferragosto che, al passo con i tempi, è di colore anche lei.
Grazie per la vostra pazienza,
Massimo RICCOBALDI.


1 commento:

  1. Leggo sul giornale che BISOGNA RISPETTARE GLI ANIMALI NON UMANIZZARLI.
    Giusto.
    Infatti Teo mangia lasagne e tortellini comprati nel Supermercato. Indossa bandane e occhiali da sole rigorosamente non firmati.

    RispondiElimina

Scrivi qui i tuoi commenti .