Non
credo di essere tanto lontano dal vero nell’affermare che, dopo o al pari di “Volare”, il refrain italiano più noto
nel mondo sia “riforme”.
Da
almeno una trentina di anni, però, politici, sindacalisti, imprenditori,
politologi, cardinali, tutti ma proprio tutti si sono riempiti la bocca di
questa parolina che, per magia, avrebbe dovuto trasformare la “zucca” se non
proprio in un tiro a quattro reale,
almeno in un landò.
Ma
chi dovrebbe farle queste benedette riforme, se non la Politica che ne
partorisce l’intelaiatura e ne affida la realizzazione alla cosiddetta classe
dirigente?! continua ......
Ettore.
L'unica parola che mi viene in mente e' sempre la stessa: flammenwerfer mod.35!!!! Giovanni
RispondiEliminaDal momento che "cambiare tutto per non cambiare niente" è troppo complesso, ecco come vedo le RIFORME:
RispondiEliminadopo un ampio e sereno confronto con le minoranze della maggioranza, un fruttuoso dibattito con i sindacati,un democratico ascolto delle opposizioni il governo inizi a lavorare in un clima di moderato ottimismo per " cambiare nulla per non cambiare niente."
Ecco come va affrontato io problema.
Predico da sempre i difetti del "popolo italiota" e, conseguentemente, non posso che concordare pienamente con le riflessioni di Ettore. Non credo, però, che possano sussistre dubbi sull'esistenza o meno della democrazia. I rappresentanti sono quelli voluti, direttamente o per delega, dal popolo; esiste libertà di espressione; il mercato è apparentemente libero e a decidere è sempre la maggioranza. Affermare che la classe politica non sia sempre stata l'espressione della maggioranza degli elettori è una puerile menzogna che rivolgiamo anche verso noi stessi per non ammettere di aver sbagliato. Oggi le riforme sono indispensabili perchè l'economia può ripartire solo se i politici saranno capaci di diminuire le tasse e ciò è realizzabile solo previa diminuzione del debito publico.....ma quanti di noi saranno disposti a rinunciare anche parzialmente ai privilegi acquisti grazie alla poca lungimiranza dei politici eletti? Un abbraccione
RispondiEliminaFrancesco
Leggo sui giornali che in merito alla grave notizia sulla salute del nostro Maro prigioniero in India, il Ministro della Difesa signora Pinotti ha precisato che la priorità resta quella di riportare a casa i nostri militari
RispondiEliminaDi contro fanno eco altri rassicuranti comunicati dal ministero degli Esteri in merito all'intenzione di propendere per una internazionalizzazione della vicenda.
E...soprattutto quello che maggiormente ci rasserena è la certezza che il dialogo col nuovo governo indiano resta sereno e costruttivo.
Virus, a modo suo, ha messo il dito sulla piaga. Mi scuso se mi discosto dall'argomento trattato ma....
RispondiEliminaQualche tempo fa avevo proposto alcune iniziative per dimostrare la nostra( spero) unanime vicinanza ai nostri Fanti di Marina. Erano iniziative dettate dal cuore, come il buon Ettore mi ha pazientemente fatto capire, quindi di difficile realizzazione.
Dopo la malattia di Massimiliano, credo diventi un obbligo far sentire la nostra vicinanza ai due prigionieri di pace.
Almeno un messaggio di solidarietà per entrambi e un augurio di pronta guarigione per Massimiliano, tramite la nostra Ambasciata di Nuova Delhi, riusciamo a produrlo!?
Mi rivolgo a tutti voi amici carissimi, produciamo qualche cosa di concreto per dimostrare che nonostante l'età siamo ancora vivi e sensibili. Fate proposte.
Vi abbraccio,
MASSIMO
Caro virus, non riesco a capire se parli sul serio o, piuttosto, se nascondi dietro questa amara ironia tutta la tua (e nostra) incazzatura: immaginando chi tu possa essere, opino per questa seconda ipotesi.
RispondiEliminaCaro Massimo, sul "concreto" ti ho espresso già le mie perplessità; starò fuori Italia fino a domenica sera: se mi fai trovare l'indirizzo e-mail dell'Ambasciata (o dei Fucilieri), ti prometto che sottoporrò alla Vostra approvazione una "bella" letterina.
Francé, che dirti: il nocciolo del problema sta proprio in quel "quanti di noi..."!
Mi lascia qualche motivata perplessità l'affermazione che, a decidere, sia sempre la maggioranza: pensi che si possa applicare una simile "verità" ad un Paese che si è ridotto come si è ridotto grazie alla concertazione ed all'inciucio?!
Un abbraccione,
Ettore.
Sito WEB Ambasciata:
EliminaAMBASCIATA D'ITALIA A NEW DELHI
50E, CHANDRA GUPTA MARG
CHANAKYAPURI
NEW DELHI 110021(INDIA)
TEL. 91 11 26114355
FAX 91.11.26873889
e.mail: ambasciata.newdelhi@esteri.it
Caro Ettore, durante l'ultima lunga vacanza agostiana ho avuto modo di parlare con i soliti amici del sud e del nord e con i figli di questi che, aggiunti ai miei giovani nipoti locali, formano una schiera di circa venti baldi giovanotti. Di questi solo tre (laureti negli anni giusti e con voti elevati) lavorano, gli altri aspettano il momento giusto perchè sia loro che i loro genitori sono convinti che si vada avanti solo con i Santi in Paradiso. Ho cercato di spiegare che quando ero giovane la situazione lavorativa era la stessa e che non ho mai usufruito di "raccomandazioni" ma velatamente mi hanno dato del presuntuoso e del mentitore. Purtroppo l'inciucio a cui fai riferimento e l'adorazione verso la furbizia e la scaltrezza (poco importo se lecita o no) è nel dna del nostro popolo.
RispondiEliminaCarissimo Massimo e sconosciuto virus, abbamo ampiamente dibattuto il problema dei nostri sfortunati soldati e ho già espresso l'opinione secondo la quale il j'accuse va rivolto esclusivamente sia al governo che varò la normativa sull'uso dei militari sulle navi mercantili senza specificare esattamente le competenze di comando, sia sulla persona fisica che ordinò la navigazione verso le acque indiane. Forse, come dice Ettore, a volte la mia dichiarata razionalità cela cinismo ma a cosa può servire una nostra lettera?. L'attuale governo si sta muovendo al meglio; la non applicabilità della legge sul terrorismo è un successo e se dovessero arrivare all'arbitrato internazionale (per me stortura giuridica accettata dallo stato indiano solo per compiacerci) potremmo dichiaraci veramente fortunati. Col cuore vorrei indossare la mia vecchia divisa e dichiarare guerra all'India ma sappiamo tutti che è impossibile e le continue lamentele hanno portato all'esclusione di Finmeccanica da tutti i bandi di gara indiani....avete idea di quanti posti di lavoro persi, mancati ricavi e mancati introiti per tassazione si parla? Un abbraccione
Francesco
Visto che si parte da un argomento e si arriva ad un altro, mi permetto di ricordare quanto sta succedendo in Ucraina. Io non me ne intendo molto e rimpiango la netta distinzione del passato quando la Nato aveva un avversario chiaro e definito. I suoi compiti erano definiti come i Paesi che avevano aderito al Patto Atlantico.
RispondiEliminaOra non mi pare che l'Ucraina faccia parte della Nato ( e nemmeno dell'Europa ) e perciò mi domando che senso hanno i preparativi difensivi che si stanno mettendo in atto. Io credo che dovremmo rispettare l'auto determinazione dei popoli ( tanto decantata) sempre e non solo quando fa comodo. E poi da quelle parte di guerre ne hanno già fatte tante e con la Russia ci hanno rimesso le penne in tanti, a partire da Napoleone....... oppure ci piacerebbe vedere un'altra carica dei Seicento a Balaclava? Giovanni
Con buona pace di Giovanni,ecco un altro salto........
Oggi è l'otto settembre. Il mio deferente pensiero va a tutti i Militari che in quel triste giorno del 1943, lasciati soli, senza direttive nè validi punti di riferimento, hanno saputo onorare il loro Giuramento anche a costo della loro vita.
L'Esercito non è morto in quel giorno. L'8 settembre sono morti la Monarchia con l'intero Stato Maggiore.
MASSIMO.
Come ho avuto modo di dire altre volte, la Monarchia almeno aveva l'alibi di salvaguardare, con se stessa, l'esistenza dello Stato; lo SM proprio no. Ci fu qualcuno , però, che ebbe il coraggio di dire davanti al Re e Badoglio che andarsene senza combattere era da vigliacchi. Ricordo per questo l'allora Maggiore Marchesi che sarà poi Capo di SME. E poi il Generale Utili, Comandante del Corpo Italiano di Liberazione che da tempo riposa a Montelungo. Saluti.Giovanni
RispondiEliminaCaro amico,
Eliminatroppe erano le responsabilità che gravavano sulle spalle di Vittorio Emanuele III e dei suoi diretti collaboratori per poter salvare tutto e tutti con una poco elegante fuga...perchè di questo si è trattato..
Il Re e lo Stato Maggiore dovevano dignitosamente restare a Roma, al proprio posto offrendosi per primi a quel sacrificio che era stato chiesto all' intero Esercito.
La continuità della casa Savoia avrebbe potuto continuare mettendo in salvo il solo diretto erede e un ristretto nucleo di collaboratori.
Così la vedo io che non sono nè politologo nè storico.
Ti abbraccio,
MASSIMO