5giugno1943:
l'Esercito britannico attacca in forze l' isola di Lampedusa per assicurarsi
una posizione avanzata in appoggio alle Forze anglo-americane prossime allo
sbarco in Sicilia. Inizia una lunga serie di bombardamenti. Bombardamenti che
termineranno alle prime luci del 12 giugno quando le difese dell'Isola, vista
l'impossibilità di contrastare le Forze nemiche, si arrendono. Per oltre
quattromila uomini, civili e militari, inizia un lungo periodo di prigionia.
Tra essi si trova il perito tecnico Alberto Riccobaldi, giunto dallo
Stabilimento S.Giorgio di Genova per controlli tecnici ai pezzi di artiglieria
schierati in difesa di Lampedusa e Pantelleria.
Un
lavoro che lo avrebbe tenuto lontano da casa alcuni mesi. Il destino disporrà
diversamente. Quello che vi offro sono alcuni brani stralciati da un diario
scritto da mio padre suo ritorno dalla prigionia. Diario purtroppo in gran
parte andato perduto. continua a leggere .....
I nostri Padri hanno tutti vissuto le tragiche esperienze della guerra.
RispondiEliminaRiviverne le scelte, le decisioni, le ansie attraverso le loro stesse testimonianze potrebbe essere un modo adeguato per onorarne la memoria.
Caro Massimo,
RispondiEliminagià avevo definito "terribili" le parole di tuo padre; ora che le ho rilette, provo un profondo senso di ammirazione per Uomini come Lui che hanno dovuto sopportare violenze fisiche e, soprattutto, morali.
No, non era uno "strano personaggio", bensì solo una Persona che ha vissuto un periodo atroce dove la scala dei Valori si era mostruosamene accorciata, fin quasi a ridursi a zero.
Ma la cosa più umiliante, credo, non deve essere stato quello che ha vissuto in prigionia (che ci può pure stare, nell'ottica della guerra), quanto quel distacco sospettoso di Suoi compatrioti che magari erano rimasti imboscati ma che si erano arrogati, con supponente arroganza, il diritto di giudicare chi non era stato "purificato".
Erano i prodromi della "superiorità morale"!!!
Un abbraccio,
Ettore.