lunedì 21 marzo 2011

Democrazia, demagogia o opportunismo?

Credo di aver già detto, in precedenti riflessioni, che, quando esistevano i partiti, le mie preferenze elettorali sono state rivolte, alternativamente, al partito Repubblicano e al partito Liberale perché mi piaceva il concetto istituzionale che La Malfa (padre) dava allo Stato e auspicavo la stessa economia in un libero mercato (meritocrazia e non corruzione) voluta da Malagodi. Dei politici di allora, anche se non hanno mai avuto il mio voto, mi interessavano i discorsi di Moro, Berlinguer ed Almirante perché non erano mai faziosi e anche quando trapelava quella ipocrisia che non può prescindere da chi fa della politica la propria professione, in essi si leggeva l’onestà intellettuale, la profonda cultura (ideologica e non) e la voglia di perseguire essenzialmente gli interessi di coloro che rappresentavano.
Gli studi e le attività professionali post Esercito mi hanno permesso di analizzare il fenomeno “tangentopoli” con cognizione di causa e, per questo, ho sempre diffidato degli imprenditori convertiti alla politica; solo nella seconda legislatura, la paura dell’avvento di un’era giacobina impersonificata da Di Pietro (diffido anche dei giudici convertiti in politici) mi aveva indotto a dare il voto al centro destra ma il successivo e relativo pentimento è stato immediato perché mi sono poi convinto che niente possa essere peggiore di ciò che abbiamo.
Ritengo che la potenza economica e la capacità di indirizzare l’informazione di Berlusconi non aiutino lo sviluppo intellettivo del popolo italiano che sempre più spesso si affida ad apodittiche quanto menzognere affermazioni di giornalisti “di bandiera” per memorizzare concetti il cui contenuto richiederebbe uno studio ed una analisi più approfondita (affermare che, nel caso Montecarlo, il proscioglimento di Fini derivi dal fatto che la legge non è uguale per tutti ne è un esempio perché, nella fattispecie, non è stata violata alcuna legge).
L’avvento del bipartitismo, poi, ha completamente snaturato anche l’associazionismo ideologico e ha dato inizio a scellerati patteggiamenti fra gruppi che vent’anni fa sarebbero stati considerati agli opposti estremi di una virtuale linea politica. Il fenomeno Lega, che con Rifondazione comunista rappresentano, per me, i due partiti più pericolosi (la Lega lo è di più perché governa) non è riscontrabile in alcun altro paese che possa definirsi istituzionalmente unito.
Detto questo, veniamo al dunque, nella faccenda Libia mi ritrovo ad essere concorde con quello che ha detto Calderoli e, a parte l’angoscia che ciò mi provoca, mi piacerebbe sentire la vostra opinione.
Ritengo giusto che si partecipi alla guerra (senza chiamarla operazione di pace) perché se Gheddafi dovesse distruggere completamente la rivolta acquisirebbe ancora più onnipotenza e sarebbe una mina vagante per tutti i paesi occidentali che usano il suo petrolio ma perché, per questo, non chiediamo maggiori garanzie ai nostri alleati!
Mettiamoci nei panni degli italiani che vivono a Lampedusa o nei paesi costieri più vicino alla Libia; essi subiranno una invasione di immigrati senza precedenti e se è
giusto essere misericordiosi e altruisti, bisogna esserlo con i propri beni non con quelli di chi, magari, non ha nessuna voglia o possibilità di esserlo.
In questo concordo con Calderoli, uniamoci agli altri in ogni azione contro la Libia ma chiediamo un blocco navale che smisti gli immigrati clandestini verso tutti i paesi alleati ed analizziamo tutto ciò che da questa guerra deriverà, sia in campo militare che economico, ripartendoci equamente onori ed oneri. Voi che ne dite?
Francesco

11 commenti:

  1. Concordo pienamente con te.

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  2. Caro Francesco,
    non posso non concordare sulla sostanza delle argomentazioni esposte nella prima parte del tuo scritto; da sempre, infatti, ho portato avanti il mio rimpianto per i "bei tempi" della Politica (notare la maiuscola!), quando a renderla operativa e partecipativa erano degli uomini e non dei quaqquaraquà.
    Non mi dilungo, perché sono sempre più convinto che il popolo italiano sia entrato in una perversa spirale di "buoismo" (è sempre più bue!) e che non ha più né gli anticorpi né la capacità per porvi rimedio.
    Non concordo, invece, sul tuo accoglimento (ancorché turandoti il naso) delle tesi di quel personagiio leghista che ritengo l'esempio peggiore di questa cosiddetta, deleteria classe dirigente.
    Ferma restando la oggettività di una equa "ripartizione" europea dei migranti nord-africani, che vuol dire "blocco navale"? come e dove dovrebbe essere posto in essere? come ed in base a quali criteri dovrebbe avvenire lo "smistamento" di quei disperati? pensi davvero che gli altri Paesi europei sarebbero lì pronti a prendersene una quota-parte?
    E' solo demagogia, Amico mio, perché quelle operazioni -già di per sé tremendamente complesse- dovrebbero aver luogo SULLE spiagge o NEI porti delle Nazioni da cui partono i barconi della speranza e non certo 'n miezzo 'o mare.
    Bisognerebbe, cioé, che la Tunisia (come fece a suo tempo la Libia)si facesse carico di tale incombenza o, in mancanza di mezzi sufficienti, autorizzasse i Paesi europei interessati a "invadere" la sua sovranità territoriale; e tu o il tuo occasionale mentore pensate che questo sia fattibile?!
    Il problema, a mio avviso, è terribilmente complesso e non si può liquidare con una boutade, buona solo a sfruttare il momento drammaticamente critico per rastrellare qualche consenso, in vista del prossimo turno elettorale amministrativo.
    Se l'Italia incominciasse a far sentire le sue ragioni e non limitarsi ad andare a rimorchio del primo arruffapopolo internazionale, molto probabilmente si eviterebbe a simili personaggi di aprire la bocca ma, molto più concretamente,si potrebbe dare concretezza al tanto sbandierato "ruolo" che staremmo giocando nel mondo.
    Che lo "stratega" in questione e quelli come lui cominciassero a dare una mano concreta a Lampedusa, sostituendo l'aria fritta con l'accollarsi, a cominciare da loro, una quota-parte di quanti sono già sbarcati; la soluzione dei problemi internazionali, specie se complessi, la lasci ad altri: nun è cosa pe' lui!
    Un abbraccio,
    Ettore.

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  3. Caro Francesco,
    concordo pienamente con quanto tu scrivi in merito alla Prima Repubblica. Io votavo allora DC, perchè ritenevo che salvaguardasse meglio i miei ideali di Dio e Famiglia, o Repubblicani, perchè li consideravo i più autentici interpreti della mia idea di Patria e Costituzione. Per questo motivo e per il fatto di indossare orgogliosamente la mia uniforme di Soldato simbolo di Amor per la Patria e per il Tricolore e di servitore dello Stato fedele al suo massimo rappresentante, il Presidente della Repubblica, ero bollato come fascista. In realtà ero allora e sono tutt'oggi un anticonformista. Allora bisognava essere di sinistra, magari, senza dirlo ma sotto sotto lasciandolo intuire, leggermente simpatizzanti dei gruppi eversivi, fare o sottoscrivere qualche proclama di tipo femminista ("il corpo è mio e lo gestisco io", in pratica: lasciatemi fare la zoccola per dimostrare che sono emancipata)per essere considerati illuminati, moderni e avanzati, insomma per essere inclusi nella elite degli intellettuali. Quelli più sofisticati poi sottoscrivevano documenti come quello contro Calabresi dererminandone la condanna a morte (ma guai a dirglielo). Oggi per raggiungere le stesse qualifiche basta essere antiberlusconiani, non importa per fare che cosa, per votare chi e quale coalizione o per realizzare chissà quale programma: essere antiberlusconiani è sufficiente, è catartico e qualificante. Pensa che addirittura Bocchino, da quando ha lasciato Berlusconi, è considerato uno statista degno di pontificare un giorno sì e l'altro pure nientemeno che su Repubblica di Sua Altezzosità Eugenio Scalfari. Di converso, quelli che antiberlusconiani non sono, o perchè sono convinti della bontà dell'offerta del loro leader o perchè non ci sono o non vedono proposte alternative, sono bollati come minus habens intellettualmente o come affaristi o come interessati a qualche losco affare o criminali tout court o tutto questo insieme oppure "buoi". Ricordo che questo è sempre stato un cavallo di battaglia della sinistra: il disprezzo del popolo, cioè di coloro che la pensavano o la pensano in maniera diversa da loro. Abbiamo recentemente letto quello che scriveva Elsa Morante, ho altrettanto recentemente rammentato quello che pensava Togliatti degli Italiani: miserabili mandolinisti e niente più. Oggi non è cambiato nulla (tranne il fatto che oggi le donne emancipate sono tornate ad essere zoccole)....
    (continua)

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  4. Ritengo che la potenza economica e la capacità di indirizzare l’informazione di Berlusconi non aiutino lo sviluppo intellettivo del popolo italiano che sempre più spesso si affida ad apodittiche quanto menzognere affermazioni di giornalisti “di bandiera” per memorizzare concetti il cui contenuto richiederebbe uno studio ed una analisi più approfondita (affermare che, nel caso Montecarlo, il proscioglimento di Fini derivi dal fatto che la legge non è uguale per tutti ne è un esempio perché, nella fattispecie, non è stata violata alcuna legge)." Ho voluto copiare quello che tu hai scritto a conferma di quanto da me asserito. Se poi leggiamo quello che scrive Ettore, ne troviamo il sigillo della interpretazione autentica: i non antiberlusconiani non sono in grado di pensare con la propria testa, ma hanno bisogno di chi indirizza il loro pensiero manipolando l'informazione e fornendo "menzognere informazioni" che gli stupidi, come me, assumono senza ragionare e distribuiscono.
    Intanto, vorrei incidentalmente ricordare che Travaglio, considerato il Guru della obiettività perchè parla sempre per mezzo delle sentenze, ha collezionato da parte della tua infallibile magistratura ben 12 condanne per diffamazione, ma questo non scalfisce minimamente la sua autorevolezza presso gli antiberlusconiani. E veniamo a noi. Nella citazione dell'affaire Montecarlo è (per noi) evidente il riferimento a me (che avevo chiosato l'archiviazione della accusa a Fini "Siamo sicuri che la legge sia uguale per tutti?"). Sicuramente io non ho titoli ufficiali per poter garantire di conoscere la legge e altrettanto sicuramente non la conosco appieno. Ciò nonostante, sono altrettanto sicuro di aver sufficiente buon senso per saper discernere tra cose giuste e cose sbagliate, a prescindere se sono legittime o meno secondo la legge in vigore. Il procedimento contro Fini è stato archiviato dal GIP, quindi è dichiarato ufficialmente non perseguibile, dal punto di vista penale, il comportamento degli indagati. Allora mi chiedo: se la vendita da parte di chi ha il potere di farlo di un bene di un partito ad un congiunto ad un prezzo inferiore a quello di mercato è una cosa così trasparente e legittima, perchè si è fatto ricorso al sistema delle scatole cinesi creando società off-shore ad hoc che è il mezzo per coprire il reale beneficiario della operazione? Perchè Fini si è affannato tanto a dire che non ne sapeva nulla (anche se ci sono testimonianze, non investigate, che dichiarano il contrario)? Siamo forse di fronte a un caso che Cicerone definirebbe "summum ius, summa iniuria?
    A questo punto chiudo perchè ho abusato sin troppo dello spazio a disposizione e della pazienza degli eventuali lettori.
    Gino, un miserabile mandolinista e fiero di esserlo.

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  5. Oh, ragassi ( come direbbe Crozza )..... visto che Berlusconi e' sempre al centro dei nostri pensieri, quando saremo a Roma vogliamo andare a trovarLo?

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  6. Ho paura che non mi riceva, non neanche un filo di tette....

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  7. Francesco Miredi24 mar 2011, 09:54:00

    Da anti berluscononiano non mi sento di appartenere alla catogoria descritta da Luigi ma mi sembra non fosse questo l'oggetto della mia domanda. Come preambolo avevo descritto il mio iter ideologico politico per ribadire di considerami un moderato, amante dello Stato e di una economia basata sulla meritocrazia e, per questo, contrario a Berlusconi e alla Lega, ma che, ciò nonostante, nel caso Libia le mie idee erano in linea proprio con la Lega. E' solo su questo punto che volevo il vostro parere. Sarà vero che la vecchiaia fa aumentare la permalosità?
    Un abbraccione
    Francesco

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  8. Dai ragassi,.....Massimo si mette un reggiseno imbottito e poi andiamo tutti a Palazzo Chigi e gli facciamo una sorpresa!Se no, invitiamolo alla Pio IX.

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  9. Caro Francesco,
    scusami se mi sono permesso di commentare la parte che costituisce più di metà del tuo post.
    Volevi solo risposta alla tua domanda perchè forse ritieni che tutto il resto è così ovvio e lapalissiano da non poter essere criticato? D'altra parte se avessi saputo che fosse sufficiente dire "non mi riconosco" per azzerare tutte le tue affermazioni, non mi sarei sprecato così tanto. Chissà perchè, questo approccio non mi è nuovo. Ricordo almeno un altro grande Padre della Patria a cui fu sufficiente un "IO NON CI STO" per bloccare qualunque indagine della magistratura e qualunque accenno di critica. Ma forse bisogna avere la caratura morale e intellettuale degli antiberlusconiani per potersi esprimere in questi termini.
    Ti rinnovo i sentimenti di stima e affetto,
    Gino

    PS Penso che sia vero che la vecchiaia fa aumentare la permalosità. Sono contento di essere il più giovane tra quanti frequentano questo blog.

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  10. Francesco Miredi25 mar 2011, 15:37:00

    Caro Gino, per me è ovvio e lapalissiano che la faccenda di Montecarlo non costituisca violazione di legge e che non possa minimamente essere posta a confronto con le telefonate menzognere per liberare una accusata di furto o con la corruzione o con il falso in bilancio etc.etc.. E' altrettanto ovvio e lapalissiano che la mia visione dei principi e dei valori sociali non coincidono con quelli che tu hai attribuito agli anti berlusconiani e, per questo, non mi riconosco in essi. Il mio preambolo ha preso più della metà del post ma è una mia tara soffermarmi sui presupposti perchè, a torto o a ragione, li ritengo fondamentali per capire al meglio la trama; comunque il tuo intervento è stato più lungo del mio e tu non hai neanche toccato l'argomento del quale volevo discutere. Infine, chi ha mai usato la parola "non ci sto"? Se non accettassi la critica non parteciperei a questi "dialoghi". Forse il problema è più tuo perchè se interpreti la parola "non mi sento di appartenere" con un "non ci sto" o con la non accettazione di critica alle proprie idee, non dimostri una grande propensione al dialogo.
    Con immutata stima ed affetto
    Francesco

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  11. Oh, ragassi ....volemose bene !Io ho preparato una vignetta ( anzi due , ma la prima mi hanno detto che non e' pubblicabile) cosi' spero che quando la vedrete spingera' tutti ad una pacata riflessione. Non vorrei pero' che butti altra benzina sul fuoco ,,,, non sarebbe certamente il mio scopo. Mo vi do un'altra buona notizia : il 1 aprile a Roma ci sara' lo sciopero dei mezzi pubblici. Di chi e' la colpa ? Di B.? Ai posteri l'ardua sentenza. A presto. Giovanni.

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