sabato 12 marzo 2011
Per non dimenticare
L'iniziativa denominata "Progetto El Alamein", è ideata e coordinata dall'Università di Padova e dal S.I.G.G.MI. (Società Italiana di Geografia e Geologia Militare) e coinvolge anche importanti organismi italiani ed egiziani. Il supporto operativo è assicurato dall' ANPdI e Congedati Folgore ed il progetto ha avuto il patrocinio della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.
Scopo dell'iniziativa è la salvaguardia dei luoghi della Battaglia attraverso la creazione di una banca dati geografica, al fine di creare un parco museale naturale, per la valorizzazione storico-culturale e turistica dell'intera area.
Siamo partiti il 20 gennaio da Malpensa e nel pomeriggio siamo arrivati al Cimitero Inglese di El Alamein. Il campo viene montato a Naqb Rala (zona del fronte più a sud dove operò in gran parte la Divisione Folgore e la Pavia).
Il giorno seguente ci dirigiamo a Quota 105, dove era attestata la 19^ compagnia del VII battaglione in prossimità proprio del campo minato. Qui si verificò forse il più furioso attacco della III battaglia. Infatti, nella notte del 23 ottobre 1942, unità di fanteria ed una brigata meccanizzata (3500 uomini e 80carri armati) ed altre unità specializzate attaccarono le suddette postazioni difese da 350 uomini con una batteria controcarro da 47mm e due plotoni mortai. Resistendo sopra ogni limite, all'alba la 19^ Cp. e la 6^ Cp,. furono annientate.
Suddivisi in squadre, abbiamo mappato e censito 110 postazioni. Nel pomeriggio ci dirigiamo a Qaret el Himeimat, due colline coralline che appaiono su una piana che si perde verso quelle che furono le linee nemiche. In questa posizione un manipolo di eroi ha resistito ai colpi delle artiglierie fino all’epilogo finale: nessuno si arrese e nessuno indietreggiò di un metro.
Rientrati al campo ci rechiamo alle postazioni di Naqb Rala dove fu il comando del V Btg. del 186° Reggimento. Proseguendo siamo giunti dove il Magg. Izzo MOVM e un gruppo di suoi uomini fronteggiarono con successo i Legionari Francesi: dei 98 paracadutisti ne sopravvissero in 34.
Sabato 22 gennaio riprendiamo il lavoro interrotto il giorno precedente e mi rendo conto come il terreno sia assolutamente piatto e pietroso e come sia stato difficile ripararsi dalla tempesta di fuoco che investì quest'area. Individuato un articolato caposaldo, provvediamo a gruppi al ripristino dello stesso, scavando fino allo stato in cui si trovava nell'ottobre del 1942, catalogando i reperti rinvenuti e ripristinando e rendendo il tutto ben visibile. Nel pomeriggio ci portiamo alle postazioni della 21^ Cp. del VII Btg dove abbiamo ricordato la figura del nostro Eroe senese, la MOVM Roberto Bandini. Ripartendo ci dirigiamo a Deir Alinda dove si immolò la MOVM Magg. Rossi e lo ricordiamo proprio sulla sua postazione di comando. Qui abbiamo rinvenuto degli spezzoni di miccia a lenta combustione che, accesi, erano ancora efficientissimi. L'ultima visita è stata fatta all'ospedale di Qaret el Abd detto anche "ospedale della Brescia", costituito da una serie di camminamenti, camere sotterranee e prese di aerazione protetti da sacchi in iuta ancora integri e da un alto muro perimetrale.
La mattina seguente, domenica 23 gennaio, provvediamo a smontare il campo e alle 8.30 giungiamo al Sacrario di El Alamein. Abbiamo poco meno di 1 ora e 30 per cui ci inquadriamo ed entriamo in punta di piedi, senza neanche respirare. L'emozione è forte e schierati davanti all'altare diamo inizio alla Cerimonia; provvedo a leggere la preghiera del Decorato per ricordare tutti coloro che hanno perso la vita in questo lembo di terra, riuscendo a stento a trattenere le lacrime.
Malinconia e dolore li ho provati osservando le migliaia di lapidi che circondano le pareti delle varie sale del Sacrario al cui interno sono contenente le spoglie dei Caduti e ancor più colpiscono le lapidi con la scritta IGNOTO che si perdono a
vista d'occhio. L' esperienza vissuta nei luoghi dove, settanta anni or sono, soffrirono e si immolarono eroicamente questi uomini ha lasciato in me sensazioni ed emozioni davvero difficili da descrivere.
Spinto da un fortissimo richiamo, l'aver potuto calpestare la stessa sabbia, osservare lo stesso cielo stellato, scavare le stesse buche mangiando la stessa polvere, anche se in circostanze molto diverse, mi ha fatto comprendere le gravi difficoltà in cui dovettero operare i nostri soldati, facendo fronte a problemi che spesso li portarono a compiere il sacrificio più estremo. Sono sicuro che simili gesta, anche se si tramutarono in sconfitte, devono rendere fieri come alcune strepitose vittorie. Infatti, nella convinzione degli ideali che mi animano, questa esperienza ha rafforzato ancor più i miei principi di devozione riguardo a coloro che hanno combattuto con onore, compiendo senza alcuna esitazione il proprio dovere di Soldato. Le emozioni sono state forti e sentite ad ogni cerimonia, consapevole e orgoglioso che era mio dovere ricordare anche tutti i Decorati al Valore Militare e l'Istituto che li rappresenta.
La magnifica esperienza, anche se di pochi giorni, resterà un qualcosa di speciale e di memorabile, che porterò dentro di me per tutta la vita, pronto non appena possibile. a ritornare in questi luoghi per contribuire a perpetuarne il ricordo.
Marco Cetoloni (°)
(°) Presidente della Federazione del Nastro Azzurro di Siena.
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