domenica 26 giugno 2011

Quesiti


Cari Amici,
la lettura dei giornali di oggi,il ripetersi di straordinarie rivelazioni acquisite attraverso straordinari mezzi tecnologici, l' inchiesta denominata troppo sbrigativamente P4, mi fa porre al vasto pubblico del blog alcune domande, la risposta alle quali è fondamentale per la mia comprensione della società in cui viviamo:

- quale può essere il nesso teleologico tra P2, cosa seria ed altrettanto sconvolgente, e P4 ?

- qual’è il confine, sottile, intrigante, tra ladrocinio, affari disonesti nei meandri della politica, malcostume, frequentazioni DOC di persone che tutti - tranne alcuni che ne pensano un gran bene per trarne benefici - sanno essere all'indice?


- quali sono i confini delle lobby ?
In particolare e' giusto che la meritocrazia venga mortificata dalla più nota (creo un nuovo vocabolo, me lo si perdoni), "inculomettia"?
Potrei continuare cosi.
Ma la Vostra risposta, da chiunque di Voi venga, conterrà indubitabilmente altre domande.
Vi lascio con tanti perché ed un abbraccio.

Carlo Minchiotti, da Positano

domenica 19 giugno 2011

In che mani siamo!!!


L’attesa che si era formata attorno a quello che sarebbe potuto succedere oggi sul “sacro prato” di Pontida si rivelata per quello che non poteva non essere, visti i protagonisti: una bolla di sapone piena di demagogia o, se preferite, una patetica arrampicata sugli specchi (inclinati e cosparsi di sapone, per di più) alla ricerca di un consenso sempre più evanescente da parte di un "popolo" che sta, fortunatamente, evolvendo da "bue" a qualcosa di "pensante".
Chi (come me) si aspettava indicazioni concrete per uscire dalla paurosa e pericolosa situazione in cui versa il Paese è rimasto deluso, profondamente deluso.
Oddio, non è che da determinati personaggi ci si sarebbe potuto aspettare qualcosa di meglio, però dico io –umile Cittadino/contribuente- possibile che il destino di un intero Paese debba essere gestito da chi non riesce a vedere oltre il proprio naso, riducendo l’intera politica nazionale alla salvaguardia di poveri interessi locali?
Eppure, all’evento sono stati dedicati “speciali TV”, si sono mobilitate frotte di tuttologi che non hanno lesinato carriolate di aria fritta, sono stati versati fiumi d’inchiostro, con il risultato di assistere ad una gita fori porta un po’ più nutrita, sotto la regia di quattro guitti di bassa provincia.
Possiamo dirci fortunati che almeno ci sono stati risparmiati i medi alzati e le pernacchie: quasi una cosa da persone civili!!!
Vuoi mettere l’importanza di avere i ministeri a Monza (ma perché no a Solbiate Olona?) con quei cartellini arancione che le due maggiori agenzie di rating internazionale ci hanno sbattuto in faccia?!
Vuoi mettere l’importanza delle bollette con i quasi 1900 mld. di debito pubblico?
Che domande, mi direte; ed è vero perché, ancora una volta e nonostante l’età, mi ero illuso: credevo, infatti, che sotto-sotto anche in simili personaggi ci fosse qualche millimetro di amor proprio!
Prepariamoci a sorbirci le solite “dichiarazioni” che non dichiarano proprio niente; prepariamoci al solito balletto da asilo infantile di scarica-barile; prepariamoci a vivere un’altra estate avvelenata; prepariamoci al momento in cui il “padano” annuncerà urbi et orbi che l’alleanza è finita perché “l’altro” non ha rispettato i patti, cioè non ha accettato le sue condizioni.
Ciao a tutti,
Ettore.

venerdì 17 giugno 2011

Neanche le bestie ............

Sul Corriere di oggi (clicca qui per saperne di più)

....neanche le bestie si comportano così con i propri simili in difficoltà.
Persino quell'istituzione che dice di essere la migliore, anzi "l'unica" interprete della pietà ha permesso che si consumasse una simile tragedia.
Domanda: ma chi e quali sono le vere bestie?!
(U.d.B.)

giovedì 16 giugno 2011

Dove abbiamo sbagliato?!

Questa mattina sono stato partecipe di un avvenimento che vi voglio raccontare e vorrei sentire cosa ne pensate.
Verso mezzogiorno, mentre stavo rientrando a casa, a pochi passi dall’Accademia un signore che come me inforcava la bicicletta, nell’attraversare la strada, è stato leggermente urtato da un motociclista ed è caduto per terra.
Ovviamente mi sono subito avvicinato a lui per sincerarmi del suo stato di salute ed eventualmente prestargli i primi soccorsi.
Il poveretto, ancora sdraiato per terra, tremava dallo spavento ma non presentava nessuna ferita evidente.
Un ragazzo, di 25/30 anni, arrivato sul posto anche lui in bici solo pochi istanti dopo l’incidente, si è avvicinato al malcapitato e si è presentato come volontario del 118 ; gli ha stretto un braccio per sentirgli le pulsazioni, lo ha invitato a calmarsi e ha continuato a fargli delle domande sul suo stato di salute.
“Come va? Sente dolore ? Le gira la testa ??? mi sente , vede bene ???” e altre domande ancora .
Poi, facendomi un segno con la testa, mi ha invitato a sollevare il poveretto al suo segnale.
Il ragazzo, continuando a fargli delle domande anche su eventuali patologie e sui medicinali che assumeva, successivamente lo ha accompagnato fino all’abitazione non tanto distante dal luogo dell’incidente.
Rimontato in bicicletta ho cominciato a fare le seguenti riflessioni :
- se il ragazzo era in giro in bici a quell’ora o era un “bamboccione” o era un precario ;
- era stato talmente professionale il suo intervento (non so se il mio medico, che vedo ogni tanto solo per ritirare le ricette, avrebbe avuto le stesse accortezze), che sicuramente il suo impegno al 118 non era solo un fatto episodico ma una costante del suo tempo libero;
- come mai un ministro ( minuscolo in tutti i sensi) si permettere di offendere questi ragazzi ??? e, nonostante questo, merita ancora quell’incarico ???
- quasi tutti noi abbiamo dei figli precari o bamboccioni : dove abbiamo sbagliato per aver creato un’Italia tanto sbagliata???
Grazie per l’attenzione e per le risposte,
Oliviero.

giovedì 9 giugno 2011

Ho incontrato Ratko Mladić


Era il mese di settembre del 1995. Mi trovavo a Belgrado, ospite dell'hotel Jugoslavia, con l'incarico di monitor della ECMM (European Community Monitor Mission) in transito per la mia destinazione di lavoro al Centro Regionale di Podgorica. Avrei dovuto prendere il volo per la capitale del Montenegro l'indomani mattina alle sette. Ma la sera accusai un forte mal di testa ed una temperatura corporea alta. Chiesi soccorso ad un collega ed amico italiano (allora Capitano Giovanni Maccanti) che lavorava a Belgrado. Venendo a portarmi una aspirina, Giovanni notò che io, sdraiato sul letto, non avevo piena coscienza e “vaneggiavo”. Preoccupatosi immediatamente chiamò l'Ambasciata Italiana che provvide ad inviarmi un medico, il quale mi trovò la febbre a 41,6° e decise per un immediato ricovero presso l'Ospedale Militare di Belgrado con la diagnosi, poi confermata, di polmonite virale. Il mio ricovero durò tre settimane durante le quali oltre ad essere stato curato perfettamente, ebbi la possibilità di conoscere il Generale Serbo -Bosniaco Ratko Mladic, anch'egli ricoverato nello stesso ospedale per problemi renali.

Andò così: Il Generale, saputo del mio ricovero, volle fissarmi, a mezzo del mio medico curante (Capitano Petar Lilijć), un appuntamento privato nella sua “suite”, al settimo piano dell'ospedale, per una chiacchierata informale, una tazza di te ed una partita a scacchi.

«Buongiorno, piacere mi chiamo Pierfranco Faedda, sono italiano, monitor della ECMM» … «Doberdan, drago mi je, moje ime Pierfranco Faedda, Ja sam talijanski, Promatračku Misiju Europske Komisije» …. «Hello, nice to meet you ….»
“Piacere mio, Ratko Mladić, Serbo di Bosnia, Tenente Colonnello Generale, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Serbo di Bosnia. Il suo italiano è impeccabile, il suo inglese buono, il suo serbo è pietoso, con un bruttissimo accento croato. Adesso, se desidera, usciamo dalle formalità, beviamo un buon te e chiacchieriamo un po'. D'accordo? Mi piacerebbe continuare nella sua lingua, così la pratico, visto che non la parlo da almeno 5 anni, un lustro, si dice così?” (Tutto questo in italiano corretto e con una pronuncia “veneta”)
«D'accordo. Complimenti per il suo Italiano. Impeccabile. Dove la ha imparato?»
“ Sono un autodidatta. Ma che cosa ci fa un ufficiale italiano nell'ospedale Militare di Belgrado? Nuovi accordi con Milosević?”
«Stavo andando a lavorare in Montenegro, quando sono stato colpito dalla polmonite e così mi stanno curando qui. Non ci sono accordi con il Presidente Milosević. Perchè non glielo lo chiede ? E lei, Generale? Come mai ricoverato? Non c'è un ospedale a Pale?»
“Fastidiosi calcoli renali. Questo ospedale è il migliore in Jugoslavia e non ho molto tempo per incontrare il compagno Slobodan. Pale è la mia capitale e, mi creda, è un paradiso terrestre … un giorno la inviterò a venire a visitarla come mio ospite speciale”.
«Voglio dirle francamente che mi sembra un pò rischioso, visto quello che è successo alla Delegazione spagnola dell'ECMM che è arrivata come sua ospite ed è finita sequestrata. Altrettanto francamente vorrei dirle che le accuse mosse contro di lei sono molto pesanti ….sterminio, genocidio …. »
“ Le dirò, e lei dovrebbe saperlo perché è un militare, che le regole della guerra sono spietate, a volte incomprensibili, a volte immorali, a volte terribili. Ma noi dobbiamo fare il nostro dovere, dobbiamo pensare e fare quello che è meglio per la nostra patria. Se lei avesse un po di cognizione dei popoli jugoslavi, capirebbe che anche i Musulmani e i Croati pensano ed agiscono allo stesso modo. Solo che loro hanno la protezione del vostro mondo occidentale.A loro è permesso tutto e non pagano dazio. Anzi! Io sono considerato da voi un criminale e dai miei un eroe. Si ricordi che la storia la scrive chi vince, mai chi perde. Se avremo la sorte e la capacità di vincere, sarò consegnato alla storia come un eroe, altrimenti non importa. Voi avete già scritto questa storia: io sono un criminale a prescindere se sia vero o no. Il mio comportamento con la Delegazione Spagnola e con il suo supponente Ambasciatore è stato impeccabile. Non avevo fatto nessuna promessa e loro, che mi considerano un criminale, volevano farmi credere che avrei ottenuto la pace con tutti gli onori ed il riconoscimento della mia nazione. Sono un Comandante di un piccolo esercito che forse considerate arretrato, ma non sono uno stupido. Non si fanno trattative con chi non ti rispetta. La mia unica debolezza è stata quella di cedere alle insistenze di Milosevic per liberarli”.
«Abbiamo pareri completamente diversi, e non mi sembra il caso di continuare a discuterne, tanto non ci troveremo mai d'accordo. Meglio se accetto la sua sfida a scacchi e cominciamo la partita. Però voglio dirle prima un'ultima cosa : i suoi occhi chiari e penetranti ed il suo sguardo aperto lasciano intravedere una persona leale e coraggiosa. Voglio pensare che lei abbia agito e agisca convinto di fare il suo dovere, anche se le sue convinzioni non possono essere le mie»
“ Ha ragione, giochiamo la partita e parliamo d'altro. Lei è sposato? Ha figli? Dove vive quando non lavora in Jugoslavia?”
« Si sono sposato, ho tre figli – un maschio e due femmine – e vivo in Sardegna, un'isola ….»
“ Si lo so che cosa è la Sardegna . Anche io sono sposato con due figli. Mia moglie si chiama Bosa e i miei figli Darko e Ana. Solo Darko è vivo. Purtroppo mia figlia Ana è morta l'anno scorso. Me l'hanno ammazzata i miei nemici. Ma vede caro Pierfranco, come uomo, come padre non cerco vendetta, ma solo pietà per i sogni che mia figlia non ha potuto realizzare ...”

A quel punto ho sentito una profonda pena per quel padre e in silenzio abbiamo iniziato e rapidamente concluso la partita con uno sacco matto al mio re nero. Ci apprestavamo a predisporre i pezzi per una rivincita (o meglio, riperdita), quando delle persone in borghese entrarono e parlarono fitto e a bassa voce con il Generale Ratko.

Dopo averli congedati, Mladic si rivolse a me dicendomi:
” Le mie cure sono finite ed il mio amico Milosevic vuole che parta immediatamente per rientrare a Pale; sembra che sia imbarazzante la mia presenza qui. Vorrei chiederti un favore da padre a padre. Il Capitano Lilijc mi ha detto che sarai dimesso la prossima settimana e che dovrai stare a Belgrado per qualche giorno di riposo prima di partire in convalescenza. Se hai tempo e voglia, vai al cimitero di Topcider a Belgrado e deponi per me dei fiori sulla tomba di mia figlia Ana. Te lo chiedo da padre a padre. Ti lascio questa busta con le indicazioni precise per trovare la tomba. Ti accompagnerà Petar (il Capitano Lilijc). Vorrei andare io, ma come già sapevo devo lasciare subito la Serbia. Potrei mandare mille persone che eseguirebbero immediatamente un mio ordine. Ma mi piacerebbe che andassi tu perché significherebbe che il mio dolore merita il rispetto delle persone perbene, come te. Per quanto poco possa onorarti, voglio che sappia che ti ritengo una persona in gamba”.

Subito dopo partì ed io rientrai nella mia camera accompagnato dal mio medico. La settimana successiva mi recai al cimitero di Topcider con l'Ufficiale medico. Giunto davanti alla tomba di Ana Mladic, pregai per lei e le chiesi di intercedere presso Dio per suo padre e per tutte le vittime di cui probabilmente Ratko era responsabile.

Pierfranco Faedda

martedì 7 giugno 2011

Perché vado a votare



Anche se la gioia per il giorno genetliaco del Basso Padano più grande dell’universo consiglierebbe di parlare solo di cose amene, non posso esimermi dall’affrontare un argomento che ci tocca tutti, in qualità di Cittadini di questo sgarrupato Paese: sono certo che Lui capirà questa mia invasione di campo e mi perdonerà.
Se devo essere sincero, non è che sia un fervente sostenitore dell’Istituto referendario, specie dopo l’ubriacatura degli anni scorsi -quando si era chiamati a votare su questioni di scarso o punto interesse generale- che ne ha annacquato l’interesse; per contro, quando la consultazione era inerente a tematiche di ampio respiro (come il divorzio e l’aborto), la partecipazione fu massiccia ed i risultati modificarono i confini etico-morali del popolo italiano.
Questa volta non si tratta né di etica né di morale; si tratta di questioni diciamo pure più “materiali” (giusto per fare una differenziazione) ma, comunque, non vi è dubbio che il responso (in un senso o nell’altro) modificherà i confini della convivenza civile, del progresso e dell’immagine stessa della nostra Nazione.
Andrò a votare non tanto e non solo per romantiche nostalgie dell’agorà, quanto perché sono convinto che un popolo maturo debba far sentire la sua voce quando sono in gioco non interessi partitici, bensì il futuro di intere generazioni verso le quali la nostra ha l’obbligo deontologico di consegnare un Paese in grado di andare avanti nel benessere e nell’eguaglianza.
Andrò a votare perché credo che la scelta sul sistema di produzione energetica rientri nel novero di quelle strategiche, quelle cioè che condizionano l’esistenza (e pure le tasche) di milioni di persone; certo l’argomento è spinoso, condizionato da approcci emotivi non del tutto ingiustificati, ma anche presentato in maniera inadeguata e spesso manichea.
Andrò a votare perché non mi sembra proprio il massimo della eguaglianza il fatto che un bene primario come l’acqua sia affidato agli interessi privati, con l’aggiunta che questi verrebbero comunque garantiti, anche in presenza di disservizi e/o perdite economiche: cornuti e mazziati, insomma!
Andrò a votare perché credo che il principio dell’eguaglianza di tutti i Cittadini difronte alla Legge sia il cardine di qialsiasi convivenza civile basata sul Diritto; conditio sine qua non è possibile appellarsi al principio di Libertà senza però assumersi le proprie responsabilità individuali quando si sbaglia.
Andrò a votare perché non mi sono piaciute affatto le manovre e le manovrine per svuotare la consultazione dei suoi contenuti; se centinaia di migliaia di Italiani hanno sottoscritto l’iniziativa, non è corretto cambiare le carte in tavola a partita iniziata: ma questo è un altro argomento di cui parleremo in seguito!
Scusami Oliviero se ho un po’ appannato la Tua festa ma...non ce l’ho proprio fatta a trattenermi.
Un abbraccio a tutti,
Ettore.

venerdì 3 giugno 2011

Goal

Che bello!
Che vergogna!
Non sono mai stato tifoso di una squadra di calcio ne ' questa attivita' sportiva ho mai praticato. Credo , pero' , che tutti coloro che seguono con attenzione le sorti di una compagine o che si dedicano a sane ed impegnative sgambettate per mettere la sfera nella rete dell' avversario meritino rispetto.
Ma le notizie di cronaca che giungono da Cremona, ancora senza un rilievo mediatico assordante ed assorbente, non rendono giustizia a chi nel calcio e nella Sua organizzazione crede.
Sono convinto che anche questa volta le indagini che, dalle prime battute, sembrano essere svolte con oculata serietà, non si fermeranno ai livelli appena scoperti; aumenteranno i " rumores", si scopriranno impietosamente altri nomi, verranno spesi fiumi di inchiostro per tentare di spiegare il perché di tanta corruzione in un mondo che di professionale ha poco, di sportivo meno ma che richiede investimenti sempre maggiori, esposizioni e giochi finanziari con cifre da capogiro.
L' incipit di Cremona mette in risalto la corruzione di un gruppo e la disponibilità di giocatori , ex od attuali, che violano le leggi in barba alla serietà di tanti altri , famosi e non, che amano partecipare alle competizioni secondo le regole, senza condizionamenti e ricatti. Ma , con Cremona, si apre un' altra pagina nera della nostra cronaca non sportiva ma collegata al mondo delle scommesse .
In tanti, soprattutto quelli che sudano calciando la palla o , sdraiati su poltrone e divani, seguendo i loro funamboleschi idoli, grideranno allo scandalo. Da parte mia, che manco delle giuste dosi di conoscenza per adirarmi, una domanda a tutti Voi: ma questo modo di agire, questa offerta frequente e sembra accorsata, di delinquere, non corrisponde ad una domanda pressante di guadagno ,illegittimo e forse facile, che proviene da un popolo di idioti , ormai drogati anche dalla semplicità con cui lo Stato delle tante lotterie istantanee, dei gratta e vinci, dei Superenalotto ad ore e muti, puttano tra le puttane, li ha abituati ? Ed allora e' immorale solo Beppe Signori, qualora se ne dovessero confermare le responsabilità , gli altri artisti del pallone coinvolti, gli " zingari" , che fanno bene, da par loro , i delinquenti, oppure chi ci ha abituato allo sfregio del risparmio e della onesta condizione della formica che non esce dalle sue ataviche, condizionanti ma pur sempre auliche regole?
Prima che altre notizie si aggiungano a queste prime, devastanti anticipazioni, mi farebbe piacere avere il Vostro parere.
Vi abbraccio Tutti .
Carlo Minchiotti