martedì 7 giugno 2011
Perché vado a votare
Anche se la gioia per il giorno genetliaco del Basso Padano più grande dell’universo consiglierebbe di parlare solo di cose amene, non posso esimermi dall’affrontare un argomento che ci tocca tutti, in qualità di Cittadini di questo sgarrupato Paese: sono certo che Lui capirà questa mia invasione di campo e mi perdonerà.
Se devo essere sincero, non è che sia un fervente sostenitore dell’Istituto referendario, specie dopo l’ubriacatura degli anni scorsi -quando si era chiamati a votare su questioni di scarso o punto interesse generale- che ne ha annacquato l’interesse; per contro, quando la consultazione era inerente a tematiche di ampio respiro (come il divorzio e l’aborto), la partecipazione fu massiccia ed i risultati modificarono i confini etico-morali del popolo italiano.
Questa volta non si tratta né di etica né di morale; si tratta di questioni diciamo pure più “materiali” (giusto per fare una differenziazione) ma, comunque, non vi è dubbio che il responso (in un senso o nell’altro) modificherà i confini della convivenza civile, del progresso e dell’immagine stessa della nostra Nazione.
Andrò a votare non tanto e non solo per romantiche nostalgie dell’agorà, quanto perché sono convinto che un popolo maturo debba far sentire la sua voce quando sono in gioco non interessi partitici, bensì il futuro di intere generazioni verso le quali la nostra ha l’obbligo deontologico di consegnare un Paese in grado di andare avanti nel benessere e nell’eguaglianza.
Andrò a votare perché credo che la scelta sul sistema di produzione energetica rientri nel novero di quelle strategiche, quelle cioè che condizionano l’esistenza (e pure le tasche) di milioni di persone; certo l’argomento è spinoso, condizionato da approcci emotivi non del tutto ingiustificati, ma anche presentato in maniera inadeguata e spesso manichea.
Andrò a votare perché non mi sembra proprio il massimo della eguaglianza il fatto che un bene primario come l’acqua sia affidato agli interessi privati, con l’aggiunta che questi verrebbero comunque garantiti, anche in presenza di disservizi e/o perdite economiche: cornuti e mazziati, insomma!
Andrò a votare perché credo che il principio dell’eguaglianza di tutti i Cittadini difronte alla Legge sia il cardine di qialsiasi convivenza civile basata sul Diritto; conditio sine qua non è possibile appellarsi al principio di Libertà senza però assumersi le proprie responsabilità individuali quando si sbaglia.
Andrò a votare perché non mi sono piaciute affatto le manovre e le manovrine per svuotare la consultazione dei suoi contenuti; se centinaia di migliaia di Italiani hanno sottoscritto l’iniziativa, non è corretto cambiare le carte in tavola a partita iniziata: ma questo è un altro argomento di cui parleremo in seguito!
Scusami Oliviero se ho un po’ appannato la Tua festa ma...non ce l’ho proprio fatta a trattenermi.
Un abbraccio a tutti,
Ettore.
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Ciao Ettore, io andrò a votare perchè voglio dire la mia sulle leggi interessate indipendentemente da come la pensa la destra o la sinistra. Io ho a cuore particolarmente il problema dell'acqua e molti dicono che la legge sia stata ripresa da una iniziativa di Bersani. Ciò potrebbe anche essere vero e, se così fosse, rafforzerebbe la mia convinzione sul fatto che Bersani sbaglia su molte liberalizzazione dallo stesso ipotizzate.
RispondiEliminaNon cambierebbe però il giudizio sulla legge la quale, venga essa dalla destra o dalla sinistra, resta, per me, sbagliata ed ingiusta.
Un abbraccio
Francesco
Dice Ettore: "Andrò a votare non tanto e non solo per romantiche nostalgie dell’agorà, quanto perché sono convinto che un popolo maturo debba far sentire la sua voce quando sono in gioco non interessi partitici, bensì il futuro di intere generazioni verso le quali la nostra ha l’obbligo deontologico di consegnare un Paese in grado di andare avanti nel benessere e nell’eguaglianza."
RispondiEliminaIo non andrò a votare (esercitando così un diritto attribuitomi dalla Costituzione e quindi altrettanto rispettabile dell'andare a votare) per non contribuire al raggiungimento del "quorum" per gli stessi identici motivi esposti da Ettore. E, come affermano sia Francesco che Ettore, la mia posizione prescinde dalle direttive di partito anche perchè, a differenza di Fini e di Bersani, il PdL non ha dato indicazioni di voto.
Cercare di evitare gli sprechi nella distribuzione dell'acqua (premiando chi ha successo in questa azione, anche se un privato), consentire la ricerca sul nucleare (di questo si tratta oggi), non consentire alla Magistratura di decidere chi deve governare senza per questo sottrarre nessuno alla legge, ma solo posponendo il giudizio questi mi sembrano oggi le azioni necessarie per garantire il futuro dell'Italia e dei nostri figli.
Sono perfettamente allineato con Gino. Trascorrerò molte ore al seggio essendo stato nominato presidente, ma non voterò ugualmente. Sono convinto che un qualunque voto contrario al nucleare ci porti ad'unautocastrazione. Vuol dire che tra poco distribuiremo a tuute le famiglie un generatore a pedali come quelli in dotazione alle truppe alpine quando eravamo giovani...scusate subalterni.
RispondiEliminaSul nucleare posso dire ben poco e vorrei capire perchè paesi come la Germania e Francia hanno fatto un così pesante passo indietro.
RispondiEliminaSul legittimo impedimento la penso in maniera opposta a Gino perchè, probabilmente, abbiamo una diversa concezione sul ruolo della magistratura ma credo che gli italiani comincino a capire il vero scopo che vogliono perseguire certe leggi.
La possibile di dare ai privati alcune funzioni pubbliche, tipo la sicurezza, è un pallino della Lega e, francamente, non capisco come possa essere accettata da chi, come Voi, ha servito per una vita lo Stato.
Per l'acqua non credo che sia un problema di sprechi; se così fosse dovremmo pretendere che i dipendenti pubblici e i relativi enti funzionino meglio altrimenti perchè paghiamo le tasse in misura maggiore a qualsiasi altro paese? Io credo che sia solo un interesse imprenditoriale tant'è che la norma che si vorrebbe abrogare riguarda la remunerazione dell'investimento e permettere ad alcuni privati (si può immaginare come saranno dati gli appalti) di lucrare su un bene della natura è in controtendenza con l'aumento della povertà che, per il nostro paese, rappresenta un dato certo.
Mi e Vi domando: qual'è la differenza fra il non andare a votare e votare no?
Un abbraccio
Francesco
Sono in questo caso totalmente d'accordo con Francesco.
RispondiEliminaChiedo ai miei vecchi compagni: ma perché non si appalta anche la Difesa ai privati.Sicuramente ci saranno meno sprechi.. tipo un Generale a comandare una biblioteca..
Massimo
Caro Francesco,
RispondiEliminase permetti ci provo io a rispondere alla tua domanda con questo mio semplice e, forse, banale ragionamento.
Inizio anche io con un paio di domande: perché dei Cittadini integerrimi, quando si tratta di sostenere con il voto le leggi emanazione del Governo che, legittimante, sostengono ed apprezzano preferiscono "astenersi"?!
Non è che un simile atteggiamento possa farli rientare in quella grande schiera di astensionisti cronici ai quali -per ignoranza, per incapacità o per ignavia- non gliene frega proprio nulla del vivere sociale?!
Se io fossi veramente convinto della bontà delle proposte fatte da chi reputo essere i migliori, andrei a votare di corsa, non fosse altro che per dimostrare che la giustezza delle mie convinzioni è condivisa da molti: anzi moltissimi.
Non capisco perché in molti ostentino la loro assenza ai seggi, a cominciare dai politici che, invece, dovrebbero essere i primi a sostenere il diritto/dovere del voto.
Non capisco come si faccia a dimostrare il proprio sostegno senza farlo attraverso un voto favorevole: boh!
Non capisco come il non-raggiungimento del quorum possa valere come una vittoria dei NO, visto che già un 35/40% è allergico al voto; ma se, per ipotesi, si superasse il fatidico quorum e vincessero i SI, che significato si dovrebbe attribuire a questo risultato?
E, dato che ci siamo, concedetemi una riflessione.
I cantori dell'astensione sembra vogliano dire: "non andare a votare, tanto il tuo voto non
conta niente; cosa vuoi saperne tu di acqua, di nucleare di giustizia: vai al mare che ci siamo noi qua a pensare pure per te!!!
Gaber -noto comunistaccio, peraltro nemico giurato del sapone- cantava "democrazia è partecipazione"; se qualcuno mi dimostra che esiste uno strumento migliore del referndum popolare per "partecipare", gli pago una cena nel ristorante da lui scelto!
Ciao a tutti,
Oliviero.
P.S.
Ditemi mo ben: perché un Ministro in carica può permettersi di raccogliere le 50.000 necessarie per una "legge di iniziativa popolare" su un argomento che interessa al massimo lo 0.00001% del popolo italiano?
In questo caso, l'appoggio del popolo è giusto?
Questa è vera "democrazia"?
Altra cena a chi (può essere benissimo lo stesso) scioglie il dubbio.
Ariciao.
Caro Francesco e caro Oliviero, prendo a prestito lo scritto di Magdi Allam per rispondervi: http://www.ilgiornale.it/interni/lettera_napolitano_astenersi_e_diritto/09-06-201...1/articolo-id=528302-page=0-comments=1. E sintetizzo il mio pensiero in merito: per essere valido il referendum (abrogativo), i proponenti devono, secondo Costituzione, convincere innanzitutto più della metà degli italiani che valga la pena di andare alle urne. Questo significa che la Costituzione chiede che almeno 1/4 degli elettori più 1 dica SI' per dire NO. Tutto sommato mi sembra un requisito minimo per un qualcosa che deve avere valore erga omnes. Se questo non piace, si chieda di cambiare la Costituzione (ops!?! forse ho detto una bestemmia?).
RispondiEliminaCaro Gino, riprendo l'ultima parte della risposta in face. Considerato che gli italiani, per il il 30%, non va mai a votare, potremmo trovarci nella situazione che partecipino al referundum il 49% degli italiani e il 45% dica si. Il referendum non sarebbe valido e, di fatto, le leggi passerebbero nonostante il 64,29% effettivi (45:70=X:100) non le vogliono; continueresti a dire che sarebbero leggi volute dagli italiani?
RispondiEliminaPenso che se una cosa e' lecita e prevista dall'ordinamento democratico, nessuno dovrebbe ergersi a giudice delle scelte altrui, quando sono legittime, compreso il Presidente ( dai noti tracorsi...). Va da se che la sinistra continua a considerare democratico solo quello che e' in linea con il suo pensiero. Ecco quindi il diktat di andare a votare : per fortuna che siamo veramente in uno stato democratico. La Storia ci ricorda quello che la sinistra e' stata in grado di fare in altri tempi e in altri regimi un po' meno democratici. Personalmente attendo con indifferenza l'esito della consultazione che prevedo valida e favorevole per il si(.....MA POSSO SEMPRE SBAGLIARMI !!!)
RispondiEliminaSaluti a tutti i lettori. Giovanni
Saluti a tutti i lettori.Giovanni
Cari Ragazzi,
RispondiEliminaVi ringrazio della Vostra partecipazione critica a quanto avevo scritto, soprattutto perché ciascuno ha espresso la propria opinione sull'argomento, senza screditare o ridicolizzare quella degli altri.
E' questo che vorrei, che vorremmo che fosse il NOSTRO Blog: un salottino (possibilmente con caminetto) dove dei gentiluomini -che si conoscono da sempre ma che non si sono mai frequentati assiduamente- si riuniscono per dibattere dei problemi che, in quel momento, interessano il Paese che hanno servito per tanti decenni.
Ragazzi, diciamoci le cose come stanno: sarebbe utopistico pretendere che. alla nostra quasi venerabile età e con le sperienze che abbiamo alle spalle, qualcuno possa essere in grado di farci cambiare idea e/o atteggiamento.
Però, ciò non significa che ognuno non possa o non debba far conoscere il proprio punto di vista su qualcosa di importante per l'Italia; anzi, proprio perché abbiamo ahimé perduto i bollori giovanili, possiamo confrontarci senza peli sulla lingua, nel pieno rispetto delle rispettive posizioni.
Non credo che questo significhi "fare politica", anche se non ci troverei niente di male; male che, invece, troverei se si facesse "propaganda politica"; se si invitasse cioé a votare in una certa maniera piuttosto che in un'altra e non, come abbiamo fatto noi, limitarsi a spiegare PERCHE' uno vota in una maniera piuttosto che in un'altra.
Qualcuno dice che sono un inguaribile ottimista, però sono convinto che abbiamo imboccato la strada giusta per continuare a "scornarci" sui prossimi fatti che ci riserveranno i giorni futuri.
Ciao a tutti con un bel GRAZIE,
Ettore.
Mi sembra che si stia delineando la vittoria del SI. Comunico che non sono andato e non andrò a votare poiché concordo pienamente con quanto hanno scritto Gino e Giovanni. Siccome non voglio l'abrogazione di leggi che approvo, se fossi andato alle urne avrei votato 4 NO. Il motivo del mio mancato voto è semplice. Il centro-destra va poco a votare soprattutto nei referendum. La sinistra ha una capacità di mobilitazione delle masse che la destra non ha. Rifondazione Comunista, che non ha lasciato liberi di votare i propri elettori, è divenuta il megafono della sinistra. Imperversa e terrorizza con la sua tambureggiante propaganda per il SI(almeno qui da noi). Per questo motivo, se si raggiungerà il quorum la sinistra vincerà. Ne deriva che se si vuol far vincere i NO bisogna puntare a non far raggiungere il quorum.
RispondiEliminaAndando sugli specifici argomenti del referendum, rilevo:
Il nucleare, UNICA FONTE DI ENERGIA PULITA, viene valutato sotto l'onda dei fatti giapponesi. Il giudizio sarà per lo più irrazionale ed emotivo, come quello espresso dopo Cernobil. la vittoria dei Si condizionerà il futuro dei nostri figli e limiterà al nostra libertà perché dovremo sempre dipendere da altri per sopravvivere. (Per inciso rilevo che non credo affatto che Francia e Germania - quest' ultima massima produttrice di pannelli solari - rinunceranno al nucleare. Sono solo affermazioni elettorali e verranno chiuse solo le centrali più vecchie: scommettiamo?. La Russia, dopo i fatti di Cernobil, ha costruito altre 9 centrali, ne ha così 15 e raggiungerà le 20 entro i 2030. Il Giappone non pensa nemmeno nell'anticamera del cervello di rinunciare al nucleare).
La legge sull'acqua, a seguito di una direttiva comunitaria - dice solo che i privati POTRANNO partecipare, assieme agli enti pubblici, alle gare per l'assegnazione degli appalti per la gestione delle linee di distribuzione (la proprietà dell'acqua resta e resterà dello Stato). Sarà compito di chi farà i contratti farli bene e tutelare i cittadini. Ora i carrozzoni pubblici sono "inzeppati" da amici e da amici degli amici che provocano perdite enormi nel settore idrico, perdite che, è vero, non vanno ad incidere sulla "bolletta" ma che paghiamo con le tasse.
Il legittimo impedimento è un pannicello caldo, un timido tentativo di lavorare in pace da parte di chi è stato eletto dalla maggioranza dei cittadini. Tenta di limitare l'inarrestabile invadenza di certa magistratura. Il provvedimento scadrà ad ottobre ed è stato talmente ridimensionato dalla Corte Costituzionale, che tutela ben poco chi dovrebbe stare in "plancia" e non nelle aule di tribunali, almeno fino a fine mandato.
Ritengo che questi Referendum si basino sulla ignoranza e sulla emotività degli Italiani ed io, forte dell'Articolo 75 della Costituzione, farò la cosa per me più razionale: non andrò a votare.
Un abbraccio a tutti.
Luigi (Giggione)
Caro Giggione, le tue argomentazioni sono rispettabili come quelle di coloro (fra i quali io) che la pensano in maniera diversa ma perchè affermare che la vittoria dei si è una vittoria di sinistra? Hanno invitato a votare Fini, Casini e persino il Papa e questi, come me, non hanno nulla a che fare con rifondazione comunista. Sono convinto che molti lo hanno fatto per dare una spallata a Berlusconi e questo è sbagliato ma, per la maggior parte è stata l'analisi delle leggi il vero motore.
RispondiEliminaUn argomento che mi piacerebbe trattare con tutti voi che avete rappresentato lo Stato è l'efficenza della Pubblica Amministrazione ed i relativi costi. Siamo tutti d'accordo che la struttura pubblica debba funzionare meglio e che tanto potrebbe essere dato ai privati ma perchè questo non avviene contestualmente ad una minore imposizione fiscale? Se devo dare ai privati la gestione dell'acqua per farla meglio funzionare, perchè non mi scalano dalle tasse quello che pago per i dipendenti e gli impianti pubblici di gestione?
Ciò che mi ha portato a valutare con criticità e negatività l'azione della maggioranza berlusconiana è stato il "non fare" dopo i proclami e non puoi dire che questo è colpa dell'opposizione o del poco tempo a disposizione.
Se privatizzassimo tutto con appalti seri(tranne le Forze Armate e le Forze dell'Ordine) le necessità dello Stato si ridurrebbero di 3/4 e, accontanando 1/4 per garantire il minimo ai veri bisognosi, potremmo ridurre le tasse del 50%; a quel punto tutti accetteremmo di buon grado maggiori tariffe con un miglior servizio ma non è questo che ci viene proposto.
Ti abbraccio
Francesco
Caro Francesco, mi avrebbe fatto piacere leggere queste tue considerazioni prima del voto: sarebbe stato un modo efficace per discutere come mettere in pratica un principio buono e necessario (quello delle privatizzazioni)ma che tu avevi dipinto finora come la madre di tutti i mali antidemocratici. Ora che i buoi sono scappati è troppo tardi per chiudere la stalla. Personalmente, questo mi convince ancora una volta che, nonostante tutti i proclami, l'obiettivo di molti di voi era il Governo, non la tutela degli interessi della gente.
RispondiEliminaCaro Gino è probabile che non sappia esprimere compiutamente le mie idee ma, anche rileggendo ciò che avevo scritto sull'acqua, non mi sembra di aver parlato di antidemocraticità o di disastri apocalittici. Ho semplicemente detto che l'acqua è un bene primario e che remunerarla, così come voleva la legge, per me giustamente abrogata, sarebbe stato dannoso per i poveri che nel nostro paese aumentano sempre più. Puoi anche considerarmi fazioso perchè critico la maggioranza che a te sta bene ma, che tu ci creda o no, mi sforzo sempre di guardare gli effetti non la provenienza dei provvedimenti. Se poi, come tu dici, l'biettivo di "molti di noi" era il governo e non l'interesse della genta devo dire che questa può definirsi una affermazione faziosa perchè non tiene conto che chi ha votato contro le leggi emanate dal governo rappresentano un numero nettamente superiore a coloro che hanno permesso l'esistenza di questo governo.
RispondiEliminaSai ora cosa desiderei ardentemente, e giuro sui miei figli che è così, che Berlusconi (non chi lo circonda per i quali non ho alcuna considerazione), torni a ragionare da imprenditore capace e capisca che ha due anni di tempo per fare qualcosa di buono per tutti coloro dai quali, negli ultimi diciotto anni, è stato osannato. Se cosi fosse, seppure turandomi il naso perchè nella mia vita non ho mai rubato o corrotto o usato le istituzioni per miei interessi, lo voterei.
Francesco
Caro Francesco, come vedi la mia previsione era giusta. L’unico modo per far vincere i NO era non andare a votare. Se quel 5% di NO fossero andati al mare e se un 2% di SI si fossero informati meglio, non ci troveremmo senza un piano energetico nazionale, con 23.000 addetti pubblici alle aziende gestrici dell’acqua ( in genere il rapporto tra aziende pubbliche e private è di 5 1, vale a dire che, per la stessa funzione, il privato usa 1 persona e il pubblico ne usa 5 e li paghiamo noi), con l’abrogazione di una legge di fatto già abrogata dalla Consulta. Proprio un bel risultato.
RispondiEliminaAffermo che la vittoria dei SI è una vittoria , di Pirro, della sinistra, perché è la sinistra che ha voluto i referendum ed è la sinistra che ha sfruttato ogni occasione, lecita e meno lecita, per fare propaganda al SI.
Fini e Casini, vecchi volponi della politica sempre al limite della sopravvivenza, hanno fiutato l’aria e si sono subito allineati a favore del vento dominante. Il povero Papa non ha mai pensato di pronunciarsi in merito. Una sua frase rivolta al mondo riguardante il disastro di Fukushima - “per la sopravvivenza dell’umanità bisogna rispettare l’uomo e la natura……..è necessario sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie salvaguardando l’uomo e la natura” - con una piroetta degna del miglior Nurejev, è stata interpretata, a sinistra, come una dichiarazione in difesa dell’acqua e contro il nucleare. Ci vuole una bella faccia di bronzo !
Non c’è dubbio, la sinistra non avendo altri argomenti da contrapporre se non l’esuberante sessualità del Berlusca, cavalcando l’emotività e la scarsa informazione, ha voluto portare un attacco politico di tipo diverso al Governo come confermano i toni trionfalistici di Bersani – che a suo tempo aveva firmato con Di Pietro un disegno di legge sull’acqua analogo a quello che ora ha voluto abrogare (!) - e l’invito al Berlusca di dare le dimissioni. Tutto previsto, tutto già visto, tutto stomachevole. Ho sinceramente la nausea di queste battaglie per bassi fin di “cadrega” spacciate come difesa di grandi principi per la salvezza dell’Italia e dell’umanità.
Quanto al tuo discorso sulle tasse non mi è ben chiaro. Con il privato, l’eventuale suo utile l’avremmo trovato in bolletta e l’avremmo pagato in rapporto all’effettivo consumo dell’acqua, con il pubblico la spesa verrà spalmata su tutti i cittadini, direttamente o indirettamente, sia che abbiano tre piscine o una fontanella fuori casa.
Quanto al fare dell’attuale governo mi sembra che abbia fatto tantissimo, nonostante gli infiniti tentativi di bloccarlo e non farlo lavorare. Certo, poteva fare di più e meglio ma sono convinto che nessuno dell’opposizione, un’accozzaglia multicolore senza capo ne coda, avrebbe potuto fare di più e meglio.
Un abbraccio.
Luigi (Giggione)
Caro Giggione, le tasse che paghiamo sono utilizzate per far funzionare tutto ciò che è pubblico (in relazione all'acqua, servono per pagare i dipendenti e manutenere gli impianti). Se la società o l'ente avente a carico i dipendenti e gli impianti passa a capitale privato il primo risultato dovrebbe essere l'eliminazione dei costi che lo Stato sostiene e, conseguentemente, la riduzione delle tasse ma così non è.
RispondiEliminaIn una vera economia di mercato libero e concorrenziale, lo Stato non dovrebbe avere alcuna influenza e il prelievo fiscale dovrebbe ridursi allo stretto necessario per pagare i costi relativi a servizi utili per tutti i cittadini. In Italia così non è stato e lo sperpero del denaro pubblico è incominciato negli anni 50 con la nascita di carrozzoni che avrebbero dovuto dare lavoro e progresso. Oggi tornare indietro è molto difficile perchè si è creata una commistione tra politici ed imprenditori per la quale entrambi cercano il profitto personale addossando i costi sui cittadini e questo viene fatto attraverso tasse e balzelli.
Se fosse passata quella legge, i privati sarebbero entrati nella gestione dell'acqua senza alcun rischio imprenditoriale perchè la remunerazione del loro capitale investito sarebbe stata garantita dal legislatore ed il cittadino non avrebbe avuto alcun vantaggio economico...anzi!.
Una vera economia libera si può realizzare solo in presenza di leale concorrenza e assenza di corruzione e concussuione.
Francamente io non ho visto quel tantissimo fatto dal governo e, con la maggioranza che si ritrova, non si può dire che sia stato ostacolato dall'opposizione comunque, da ottimista quale credo di essere, rinnovo la speranza che gli ultuimi due eventi siano uno stimolo a tirare fuori le palle e a lavorare per gli interessi dei cittadini altrimenti, comunisti o non, si cambierà squadra.
Un abbraccio a te
Francesco
Ragazzi,
RispondiEliminaVi sono sempre più grato per la bella, pacata e costruttiva chiacchierata che avete sviluppato su questo argomento che ha riempito le nostre ultime settimane, quale naturale prosecuzioen di quanto era avvenuto in occasione delle Amministrative.
Prima di dire la mia, permettetemi tre premesse:
- 1°: io ho sempre votato a destra, comprese le ultime Politiche, per cui c'è anche il mio voto tra quelli che hanno contribuito ad eleggere questa maggioranza;
2°: ho votato NO per il nucleare e per l'acqua;
3°: ho forti e motivati dubbi che i risultati referendari non verranno in qualche modo "aggirati" (ricordate come sono andati a finire quelli sul "finanziamento pubblico dei partiti" e quello sulla "responsabilità civile dei giudici"?!)
Ciò detto, concordo con Gino nella sostanza, anche se non nei termini barricadieri da "noi" contro "voi" che mi sembrano un tantino esagerati e spropositati.
Sì, caro Gino, da elettore di "questa" maggioranza e, quindi, del suo leader rivendico il diritto-dovere di far giungere all'una ed all'altro l'eco di tutta la mia delusione per quanto è successo in questi tre, lunghi anni.
Non so dove Giggione veda quel "tantissimo" (nel mio piccolo, vedo solo due cose lodevoli: il contenimento della spesa pubblica e la riforma della scuola) ma, se anche fosse solo un più modesto "tanto", non sarebbe comunque sufficiente a mitigare gli effetti negativi di un comportamento, ad esser buoni, "poco consono".
Ragazzi, oggi ho sentito che il nostro debito pubblico ammonta a 1900 mld.€ (non riesco nemmeno ad immaginare come si scrive!), che il Consiglio d'Europa ha detto papale papale che il "processo breve" sarebbe un incentivo alla corruzione, che l'Europa intera ci dice che una riforma fiscale, per quanto lieve, sarebbe un suicidio, che.....e noi abbiamo buttato via tre anni tre dietro cofanate di puttanate, compresa quella che hanno sottoscritto in 315 "eletti" circa presunte parentele internazionali!
Qui non si tratta di "destra" o di "sinistra": qui si tratta semplicemente di smetterla di pazziare e di mettersi a fare le cose che bisogna fare con serietà e senza altri fini personali.
Bisogna smettere i panni da "re sole"; bisogna liberarsi di una corte appecoronata ed ignorante; bisogna smetterla con il populismo da avanspettacolo e prendere le distanze da chi concepisce la "politica nazionale" come fosse quella del cortile di casa propria; bisogna smetterla di nascondersi dietro il dito che gli "altri" non avrebbero saputo fare di meglio, quando basterebbe FARE qualcosa di proprio; bisogna pensare ad un "dopo" che, inevitabilmente, arriverà; bisogna meritarsi quella fiducia che tanti Italiani (me compreso, ripeto)hanno dato.
Se così sarà, non avrò bisogno nemmeno di turami il nasoo come Francesco, per continuare a votare ancora come ho sempre votato,
Vi abbraccio,
Ettore.