Fra pochi giorni
avremo ancora una volta il piacere di incontrarci: celebreremo in modo
solenne il nostro “Addio alle Armi” al
sacro cospetto del Milite Ignoto e trascorreremo qualche ora insieme.
Formalmente ed
anagraficamente, si chiude un ciclo che ha visto il 150° “Montello” attivo
protagonista delle vicende dell’Esercito e dell’Arma; ognuno di Noi ha dato il
massimo che potesse dare; ognuno di Noi ha servito, con dignità ed onestà,
quell’Istituzione cui ci eravamo liberamente legati quarantaquattro anni fa;
ognuno di Noi l’ha lasciata nella forma ma l’ha conservata nel cuore.
Vivremo un
momento decisamente molto importante e particolarmente significativo al quale
avremmo voluto, con l’animo, che fosse con Noi il Generale Duranti: Lo avremmo
volentieri rivisto ed abbracciato, sentendoci rassicurati, ora come allora,
dalle Sue parole e dal Suo sorriso paterno.
Ciò, purtroppo,
non sarà possibile: a spiegarcene i motivi, è stato uno dei figli, Pierluigi,
al quale ci eravamo rivolti , facendogli presente che avremmo accolto , con
orgoglio , onore e gioia , il nostro
Comandante.
Egli ci ha partecipato che il Papà -che nello scorso maggio ha compiuto novanta anni- accompagna alla Sua menomazione ed agli inevitabili acciacchi dell’età -vissuta ancora oggi con la Sua forte fibra di combattente- una minore lucidità , perdendo spesso la coerenza temporale.
Pur avendo
considerato l’ipotesi di farGli vivere ancora una volta una “ grande
avventura”, accompagnandoLo a Roma per il nostro Raduno, i figli hanno
ritenuto, con dispiacere , di dover soprassedere. E ci hanno assicurato di aver
così deciso , con cosciente consapevolezza, sia per le reali difficoltà logistiche
connesse al Suo stato, sia, e soprattutto, per evitarGli la sofferenza e
l’umiliazione che Egli oggi prova quando si rende conto dei Suoi vuoti di
memoria.
Gli stessi figli
ci hanno assicurato che il nostro Comandante vive le Sue giornate nel ricordo
nostro e di quel periodo tanto che, a fronte delle perplessità palesateGli di venire a Roma, si è rivolto Loro con tono
autoritario, affermando che, allora, “avrebbe
usato la macchina di servizio”. Spesso, poi, da quel giorno, pretende di
alzarSi per poter partire, dovendo “partecipare
alla cerimonia di inaugurazione del Corso”…..
Nel mentre
formuliamo al Gen. Duranti, il nostro Comandante, l’augurio più fervido per la
Sua salute, affermiamo con orgoglio che i Suoi Allievi, riconoscenti e memori dei
Suoi insegnamenti e della Sua autorevole e paterna guida, lo hanno avuto, per
tutta la loro non breve vita militare, al proprio fianco.
E tale stato di
grazia per il Suo 150° Corso “Montello” troverà nuovo vigore anche il 13 ottobre
, su quella sacra Scalea: oggi come nel lontano ottobre 1968.
Q.d.B.
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