martedì 14 gennaio 2014

Democrazia chi?!


Spostando il mio viaggio dei ricordi sul piano politico, mi sono sempre più convinto della giustezza (almeno in Italia) di questa considerazione: l’uso del termine democrazia è inversamente proporzionale alla sua effettiva esistenza.
E mi spiego meglio.

Senza andare a scomodare Paesi in cui Essa, per anzianità di esistenza e/o per maturità sociale, è un dato acquisito ed incontrovertibile, da noi viene tirata in ballo ad ogni stormir di fronde o meglio ad ogni tintinnio di manette; diciamo che è diventato un paravento dietro cui i cosiddetti “politici” si trincerano per mascherare le proprie malefatte, ben consci che chi li ascolta non sa nemmeno di che cosa stiano parlando. Ma si sa; è un po’ come il latinorum di Renzo: tanti paroloni buttati lì a casaccio per abbindolare e raggirare chi non sa o non può sapere.
Al riguardo, ho trovato questa frase di Shakespeare che mi sembra fatta apposta: “che epoca terribile è quella in cui degli idioti governano dei ciechi”. Se si pensa che è stata pronunciata quasi mezzo millennio fa, bisognerebbe rabbrividire e cominciare a porsi serie domande circa le capacità dell’Uomo di trarre beneficio dalle esperienze del passato.

Questa frase si attaglia perfettamente alla situazione italiana: una classe dirigente ignobile, truffaldina, parolaia ed incapace che millanta di governare un popolo ignorante, ignavo e, spesso complice. Non va dimenticato, infatti, il nesso (a)morale verticale che esiste tra questo popolino ed i suoi rappresentanti, nel senso che la società italiana è oramai stratificata in una connivenza di malaffare: chi è più in alto e può, fotte; chi non può (perché troppo in basso)si arrangia, nella speranza di “potere” un giorno e, per questo, complice o, comunque, giustificante delle ruberie di chi può.

Però tutti, dalla mamma iperprotettiva a Salvini (giusto per citare l’ultimo in ordine di tempo) parlano di “attacco alla democrazia” quando, loro o chi proteggono, vengono pescati con le mani nella marmellata; così stando le cose –perché, ahimè, così stanno in Italia o nei Paesi del quinto, sesto mondo- non si può che prendere atto del fatto che il concetto di “democrazia” è stato svuotato completamente, fino ad essere ridotto ad una puerile, abbindolante panacea di ogni malefatta.
E, così, siamo arrivati alla (mia) domanda fondamentale: siamo sicuri che la Democrazia (come il Mercato) è in grado, da sola, di regolare, disciplinare, condurre la libera esistenza dei Cittadini?!

Erodoto, a proposito di Pericle, è il primo che stabilisce un nesso tra democrazia e l’esistenza di un comando, quanto meno, forte. Tucidite Lo descrive come “personaggio potente, per prestigio e lucida capacità di giudizio, trasparente ed incorruttibile, in grado reggere saldamente il popolo, senza però violare la libertà”;  ed ancora capace di non farsi guidare da esso più di quanto non lui” per il fatto che “non cercava il potere con mezzi impropri e, perciò, non era costretto a parlare per compiacere l’uditorio”.
Allora, se la vulgata vuole che Atene abbia rappresentato la sintesi compiuta della Democrazia, come mai ha raggiunto il suo massimo splendore quando Essa era “pilotata” da un solo uomo –seppur di straordinarie capacità- ed ha incominciato a decadere quando di simili uomini non ne ha più avuti?

Nelle scorse settimane, ho seguito con attenzione il “battibecco” a distanza tra Scalfari e Severgnini circa l’ineluttabilità di avere un “uomo forte” che abbia almeno un decimo delle doti che Tucidite attribuisce a Pericle. Il  confronto, purtroppo, è rimasto sul piano teorico quali elitario sia perché coloro che avrebbero dovuto farlo proprio (i politicanti ed il popolino) non hanno le basi culturali per farlo sia e soprattutto perché, semmai fosse iniziato, saremmo stati sommersi dai piagnistei e dagli anatemi delle tante prefiche a pagamento che si sarebbero stracciate le vesti nel cantare il de profundis della democrazia!
E concludo con due riflessioni a mio avviso, correlate.

La prima è racchiusa nella celeberrima affermazione di Platone nel libro III del “De Repubblica”: “Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole….”
La seconda è strettamente personale: purtroppo, non si può più andare a scrivere sui muri aridatece er Puzzone, per il semplice fatto che…. non ce ne sono più in giro, almeno in quella accezione.

Un abbraccio,
Ettore.

6 commenti:

  1. Carissimo Ettore,
    é sempre un piacere leggere i tuoi post(che io mi ostino a chiamare articoli).
    Permettimi un'osservazione: senza arrivare al Puzzone, ci sono tante Repubbliche presidenziali,nel mondo civile, che potrebbero insegnarci molto.
    Massimo Riccobaldi

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  2. Er puzzone non basta perché anche lui fu vittima di un "democratico" esercizio di voto!Ci vuole ben altro,purtroppo.Giovanni

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  3. Francesco Miredi15 gen 2014, 18:32:00

    La democrazia è una definizione prettamente politica che include la sovranità popolare e l'uguaglianza giuridica dei cittadini. E', quindi, rappresentabile da una repubblica presidenzialista o da un organismo parlamentare complesso come nel nostro caso ed esclude le sole tirannie autoproclamanti. Personalmente ritengo che da noi non esista la possibilità di parlare di atti antidemocratici perchè ogni norma giuridica è emessa da un organo eletto (direttamente anteporcellum e indirettamente poi) dal popolo e se mai può sussistere una errata applicazione della Legge che, di per sè, non può essere considerato tale. Su questo dò ragione a Giovanni quando dice, fra le righe, che i danni della democrazia non si riparano con un atto democratico ma, naturalmente, non concordo con la sua soluzione finale. Ettore fa bene a porre l'accento sulle pecche del popolo perchè se sono sacrosante le accuse (ormai litanie) verso i politici dovremmo guardare più a fondo il rapporto individualità/collettività che determina l'esercizio della sovranità da parte di ciascuno di noi....appena avrò più tempo ne parlerò più a fondo. Un abbraccio a tutti
    Francesco

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  4. vuoi vedere che "er puzzone" nuovo sara' Renzi?Io sono andato a votarlo pur non essendo iscritto o favorevole al PD.Stavo per richiedergli indietro i 2 € ma ora attendero' gli eventi. Certo che gli accordi devono essere votati da quelle persone spudorate in parlamento ma bisogna sperare o.........(omissis). Ho votato Renzi proprio perché NON e' un parlamentare!Giovanni

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    1. Caro Giovanni,
      Renzi sarà anche un personaggio fuori dagli schemi ma agisce pur sempre in un partito gretto che di nuovo non ha proprio nulla, quale speranza può darci?
      Con affetto,
      Massimo RICCOBALDI

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  5. No, Giovà, non credo che Renzi potrebbe essere mai "er puzzone": non ne ha né la taglia né l'ambiente di riferimento. Semmai potrà essere "un" puzzone, nel senso che potrà elevarsi un pochino sul mare di .... in cui è immersa la cosiddetta politica italiana.
    Certo che sta giocando duro ed all'insegna del 'ndo cojio cojio; però rischia e pure di grosso perché è circondato da nidi di serpenti: quello che ha in casa e quello, pluridecennale, di B..
    Non vorrei che questa sua foga quasi savonaroliana lo portasse a commettere errori anche veniali che, però, sarebbero subito strumentalizzati ed amplificati dai rettili di cui sopra; non dimentichiamoci mai che i "suoi" sono tutti eredi della scuola delle Frattocchie e che B. la metterebbe in quel posto pure a Belzebù, pur di salvaguardare i suoi interessi.
    Io sono moderatamente, molto moderatamente ottimista e, fossi in te, aspetterei a richiedergli i 2€.
    Un abbraccio,
    Ettore.

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