“Un intervento
di peacekeeping” in Libia, ha detto Gentiloni, “rigorosamente sotto l’egida dell’Onu, vedrebbe l’Italia impegnata in
prima fila”. L’intervento militare, secondo il titolare della Farnesina,
dovrebbe però essere “preceduto
dall’avvio di un percorso negoziale verso nuove elezioni” in Libia “garantito da un governo di saggi” senza
il quale la missione “rischia solo di
peggiorare la situazione”.
“Su mandato Onu
siamo sicuramente disponibili ad intervenire in Libia”, per contrastare
possibili degenerazioni nel paese e il prevalere di spinte estremistiche. Ha
detto il 2 dicembre Roberta Pinotti,
rimarcando l’estendersi del rischio del cosiddetto Stato Islamico.
“Il nostro primo
obiettivo è che la Libia non si divida perché sarebbe un gravissimo errore. Già
oggi vi sono due parlamenti e due governi, ma per intervenire occorre farlo col
piede giusto, quindi, la prima decisione dovrà arrivare dall’Onu mentre, altro
elemento, sarà quello di un dialogo con almeno una delle parti in lotta”. Continua a leggere .....
Ettore