domenica 1 marzo 2015

De bello

Confesso che quando, sull’onda emotiva (al limite dell’isterismo) della situazione in Libia, ho sentito i nostri cosiddetti “politici” usare espressioni a dir poco inusuali nella logorrea dell’inconcludente politica estera italiana, per un istante ho pensato ad un rigurgito di fantomatici ritorni imperiali su i “colli fatali”.
Come era logico, i pruriti “imperiali” sono durati il tempo di un battito di ciglia, subito soffocati da più realisti ed autorevoli interventi improntati a quella che si chiama realpolitik; in tutti gli interventi, la parola guerra era sapientemente evitata, quasi fosse una bestemmia. Ancora ........
Ettore.






2 commenti:

  1. Nelle religioni dell'antica Grecia Ares è il figlio di Zeus ed Era. Viene molto spesso identificato tra i dodici Olimpi come il dio della guerra in senso generale, ma si tratta di un'imprecisione: in realtà Ares è il dio solo degli aspetti più violenti della guerra e della lotta intesa come sete di sangue.
    Per i Greci Ares era un dio del quale diffidare sempre.
    Caro Ettore, come vedi non ho avuto necessità di aiuti per dirti cosa rappresentava l'immagine da te posta in questo articolo.
    Molto bene la punteggiatura, si vede che vieni da studi e scuole di alto livello.
    Peccato per i contenuti. Anche se la Tua penna "facile" riesce a dare un tono a cose insignificanti. Nulla di nuovo. Argomenti triti e ritriti su internet, sui giornali e in vari dibattiti televisivi. Manca fantasia nelle soluzioni.
    Lo sai, non amo scrivere; non amo scrivere in questo blog dove ancora si insiste nel parlare di
    politica e nel criticare coloro che rappresentano, a torto o a ragione, le istituzioni.
    Non intendo iniziare alcun contradditorio in merito.
    Pierluigi

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    Risposte
    1. Massimo RICCOBALDI3 mar 2015, 14:14:00

      Carissimi Ettore e Pierluigi,
      apprezzo ciò che ha scritto Ettore, rispetto ciò che ha commentato Pierluigi.
      Siccome, fortunatamente, non siamo tutti uguali, manifestiamo pure i nostri lati migliori come meglio sappiamo fare.
      Parliamo di tutto, ma parliamo.
      Ho già avuto modo di dire che in un bar vicino a casa mia troneggia un cartello con la scritta: "NON SI PARLA DI POLITICA"; ma non essendo noi persone dedite agli eccessi alcolici, credo, che tale divieto sia superfluo..
      Per quanto riguarda il rispetto delle Istituzioni, concordo con Pierluigi; credo, comunque, che una sana critica a chi le rappresenta, sempre se necessaria, non sia reato.
      Un abbraccio a tutti e due,
      MASSIMO

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