sabato 31 gennaio 2009

Il "Quarto Plotone"


"Mi sono fatto un regalo, lo dedico a tuto il 150° Corso."

GALLERIE FOTOGRAFICHE

Si assomigliano ?????

Da oggi il blog ha una nuova rubrica : "GALLERIE FOTOGRAFICHE" nella quale si possono inserire album fotografici o singole fotografie.
Chi volesse pubblicare foto può : inviarci la/e foto per posta elettronica, oppure per gallerie fotografiche messe sul web, (face book , picasa , etc) indicarci il link dove trovarle.

giovedì 29 gennaio 2009

Pensieri a margine del deserto dei Tartari.

Sono certo che il nostro Amico, con l’intelligenza e l’equilibrio che lo contraddistinguono, avrà fatto notare al premier la castroneria che ha profferito. Ma sono anche sicuro che Lui non capirà. “Ma come” affermerà, “vi do la possibilità di mettervi in mostra in tutta Italia, vi dedico gratis uno spottone mega e voi vi lamentate?

Temo che il presidente del consiglio, che peraltro stimo per il suo pragmatismo e dinamismo, non potrà mai comprendere la mentalità di noi militari così lontana da quella visione materialistica e consumistica del mondo di cui è un eminente rappresentante.
Ancora una volta noi siamo uno strumento, un semplice strumento da utilizzare per convincere gli Italiani che il governo del momento fa il massimo per risolverne i problemi, in questo caso la sicurezza.

D’ altra parte una buona figura all’estero la stiamo facendo e con il minimo delle risorse, una buona figura che consente ai nostri rappresentanti di sedere tra i “grandi” e questo basta, chè alla gente, alla gente che vota, del Libano, dell’Afghanistan, dell’Iraq e compagnia bella, non gliene può importare di meno. Le pattuglie in mezzo alle montagne, gli scontri a fuoco, i rischi quotidiani, i disagi, la lontananza dalle famiglie, non si vedono, non si “vendono”, non fanno notizia pertanto non colpiscono né la mente né il cuore di chi ci governa.
“E poi scusate, ma di che razza sono sti militari. Non scioperano, non protestano, non ricattano, si accontentano di quattro soldi e per questi quattro soldi sono disposti a morire. Parlano di Patria, di Dovere, di Onore, ma sono matti ? Ma da che pianeta sono caduti?”
Penserà questo il nostro “capo”? Mi auguro di no ma……….. .

In realtà temo che anche Lui, rigorosamente militesente, rigorosamente ignorante di cose militari, pensi quello che pensa “l’uomo della strada”:
“Ma che fanno tutto il giorno i militari? Parate, unò-duè e feste al circolo Ufficiali ”. E le missioni all’estero? “Ma quelle sono missioni di pace, tanti soldi e poco rischio…e noi paghiamo ! ma i morti, i feriti……. “cavoli loro se hanno scelto questo mestiere, chi glielo ha fatto fare”.

Si lo so, mi sto facendo del male e vomito bile senza trarre delle conclusioni ma che conclusioni trarre se da quando sono entrato in Accademia, quarant’anni fa, queste cose le sento affermare, urlare, sussurrare, sibilare a denti stretti , profferire quasi senza contraddittorio in ogni dove mentre noi ci rompiamo il …l’anima per fare bene e con onore il nostro dovere. Mi ritrovo a provare di nuovo quei sentimenti che tante, tante volte ho provato durante la mia vita di soldato: amarezza, rabbia, senso d’impotenza, di fronte ad ingiustizie che si perpetuano nel tempo per colpa di chi, non solo non conosce le Forze Armate ma, di conseguenza, nemmeno conosce il popolo italiano e tuttavia pretende di governarlo.
(Giggione)

mercoledì 28 gennaio 2009

Sempre sui "Tartari"

Il commento dell'"Anziano".

Condividere in pieno le osservazioni di Ettore è, almeno per me, ovvio.
L’ autorevole affermazione di cui si parla, secondo cui io ho (e noi tutti abbiamo) solo giocato al Tenente Drogo mi evoca il famoso dubbio di Cipputi al quale Altan fa dire “Vorrei sapere chi è il mandante di tutte le ca***te che ho fatto”.
Che dalle nostre parti le istituzioni militari non godano grande considerazione mi pare storia vecchia. Forse dipende dal fatto che esse si informano alla disciplina ed a parecchi compatrioti (pecore anarchiche, secondo una definizione di Roberto Gervaso) le regole fanno venire l’orticaria. Poi mi pare che i vertici istituzionali del Paese ed anche quelli dell’ Azienda abbiano compiuto sforzi meno che erculei per rendere merito alla valenza ed al prestigio della compagine militare. Ricordo un alto esponente della Forza Armata che, invitato qualche anno fa a confutare pubblicamente una campagna di discredito nei confronti dell’ Esercito, rispose: “Io non replico. Agisco, e parleranno i fatti!” Del seguito non ho notizia.
Le istituzioni militari sono state considerate molto spesso come un enorme PAO adatto a fronteggiare alluvioni, terremoti, emergenze interne di qualunque tipo. Tuttavia, non producendo esse nella vita di tutti i giorni alcunché di visibile o misurabile, il senso della loro funzione, l’apprezzamento del loro operato ed l’utilità del loro “enorme” costo sono stati lasciati alla libera valutazione del grande pubblico.
Dopo la ferma non pochi soldati hanno riportato - ed avrebbero potuto utilmente diffondere nelle loro cellule sociali - un’ opinione del proprio servizio difformi dalla letteratura dei luoghi comuni. Eppure molti di essi esprimevano queste confidenze con cautela, misurando gli occasionali ascoltatori prima di manifestarle.
L’ assolvimento di un dovere - tanto più se modesto e oscuro - raramente è considerato un valore che comunque è secondario alla furbizia, all’ effimero, alle scorciatoie, al tutto-e-subito a spese e scapito di qualcun altro. La dignità ed il privilegio del sacrificio sono stigmi che appartengono a chi ha il dono di sentirli e la capacità di viverli; agli altri restano i convincimenti che si formano estemporaneamente, anche nella scia delle esternazioni da parte di fonti che si supporrebbero autorevoli.
Di nuovo secondo Gervaso, nel Paese non esiste un “opinione” ma un’ “emozione” pubblica, per ciò stesso ondivaga e suggestionabile. Forse, anche all’ accarezzamento strumentale di questa è riconducibile la proporzione inversa fra l’impiego crescente dei militari in contesti molto meno grigi della Fortezza e l’assottigliamento inarrestabile delle risorse disponibili. E, per buon peso, ogni tanto arriva anche qualche stilettata amara ed improvvida proprio da dove meno te l’aspetti.
(F.I.G.L.d.M.)

Commento di G. Manco

Condivido appieno le amare considerazioni di Ettore e Fabio. Mi chiedo solo se la colpa di questo stato di cose debba essere attribuita solo agli altri e non anche a noi stessi. Siamo sicuri che tra di noi, e in questo momento mi riferisco in particolare a coloro che sono in servizio, coloro che sono in "Ausiliaria" e , last but not least, anche a coloro che sono nella "Riserva", ci siamo sempre dimostrati il rispetto che ci aspettiamo dagli altri? Le mie esperienze personali di questi ultimi tempi (che non cito per non scadere nella polemica) mi porterebbero a pensare che questo rispetto non ci sia e quindi mi fa male, ma non mi meraviglia la scarsa considerazione dimostrata dal Presidente del Consiglio.
D'altra parte la mancanza di prese di posizione dei nostri vertici (e dire che ci avevo sperato in un sussulto di dignità) dimostra che ci meritiamo questi trattamenti.
G. Manco


Commento di Anonimo

Come sempre le Forze Armate sono tollerate e considerate utili solo per le esigenze personali,di partito. Ometto il commento sul "Deserto dei Tartari" ... !!! Gravissimo.
Ormai le Forze Armate sono considerate una manovalanza a costo zero e in tale ottica vengono utilizzate, spazzatura ed altro ... ogni cosa che le altre Amministrazioni non riescono a fare.
Basterebbe fare due conti per sbugiardare quanto affermato: 10.000 uomini all'estero = disponibilità di 30.000 uomini, 30.000 uomini sulle strade (a mostrar bandiera) vuol dire 60.000 uomini disponibili. Con l'attuale disponibilità, 112.000 con obbiettivo di arrivare a 80.000 è evidente che l'idea è insensata.
Tuttavia, il ministro della difesa (ho volutamente scritto in minuscolo) dice che la cosa è fattibile. E l'addestramento? Ancora una volta ci avviliscono, come sempre e pensare che ci siamo sempre considerati importanti e sacrificati per la nostra idea.
Anonimo.


Commento di F. Miredi

Premetto che costringere il soldato a svolgere funzioni di ordine pubblico interno viola diritti, di natura sia pubblici che privati, che così sintetizzo:
a) il diritto del soldato a poter eseguire le mansioni per le quali è stato assunto, addestrato e pagato.
Non esistono interessi pubblici che possano legittimare il datore di lavoro ad imporre, al proprio subordinato, mansioni non concordate. Fatti sopravvenuti al rapporto contrattuale giustificano la mobilità del lavoratore ma previo specifico addestramento e modifica degli iniziali accordi con particolare riferimento a quelli economici;
b)il diritto del cittadino alla dignità personale e alla salute.
Il soggetto al quale vengono affidati compiti di ordine pubblico deve conoscere quali siano i limiti imposti, dall'ordinamento giuridico, all'esercizio delle sue funzioni e come usare il potere che gli è stato dato. La mancanza, totale o parziale, di queste conoscenze potrebbe avere, come conseguenza, una condotta assolutamente lesiva degli altrui personalissimi diritti.
Queste inconfutabili considerazioni non presuppongono una professionale conoscenza giuridica e sono la logica conseguenza dei principi che regolano i rapporti all'interno di una comunità democratica; ciò nonostante di esse non si è tenuto conto.
Il raggiungimento di un obiettivo presuppone sempre l'analisi e la valutazione delle conseguenze che ogni relativa decisione comporta. Nella fattispecie, il governo ha valutato che le considerazioni sopra esposte non avranno alcuna conseguenza negativa nel proprio elettorato perché non ritenute degne di riflessioni o di sforzi mentali.
Il cittadino che vede il soldato per le strade, accanto all'agente di polizia, si sente più protetto e pensa che in questo modo si fa fare qualcosa di utile a chi normalmente "vegeta" in caserma, con conseguente risparmio dei costi pubblici.
Il governo ha quindi dimostrato di aver assolto all'impegno sulla sicurezza, preso in campagna elettorale, e può inviare messaggi subliminali sulla faziosità ed irresponsabilità di chi, sull'argomento, la pensa diversamente.
Non fraintendetemi, la mia non è una esternazione antigovernativa ed esempi di analoghi comportamenti sono addebitabili anche all'altra fazione ma, così come premesso, una valutazione, il più possibile razionale, su un fatto proprio del bel paese.
Francesco Miredi >

lunedì 26 gennaio 2009

Amarezza di un ex guardiano del deserto.

Si sa, quando si arriva alla fatidica ed ineluttabile data del pensionamento si fa un bilancio della propria vita, mettendo sul piatto della bilancia sia il proprio personale impegno alla crescita dell’Azienda in cui si è lavorato sia quanto questo impegno possa aver contribuito a garantire un futuro –se possibile migliore- ai propri successori.
Quasi sempre, si tende ad essere piuttosto indulgenti verso se stessi, arrivando a sopravvalutare i propri meriti ma guardando con fiducia al futuro dell’Azienda che si sa essere solida e, soprattutto, apprezzata dai Capi.
Già, quasi sempre! salvo che per le Forze Armate italiane e, in particolare, per l’Esercito.
Ad essere onesti, non si può certo dire che nell’oltre mezzo secolo repubblicano Esse abbiano goduto di stima e di considerazione (non parliamo di “affetto” per carità di patria) sia nell’ambito politico sia presso la cosiddetta “opinione pubblica”. Dovevano esistere perché così imponeva l’adesione ad Alleanze internazionali ma mai un riconoscimento concreto, né tanto meno un provvedimento che le facesse apparire tra le principali componenti dello Stato: tanta vuota retorica e bilanci sempre più striminziti. Diciamo pure che venivano sopportate come un orpello di cui non si può fare a meno, salvo ricordarsi della loro esistenza quando servivano per tappare i buchi di altre istituzioni statali, ben più considerate e rispettate.
Ma occupiamoci dell’Esercito, del NOSTRO Esercito in cui abbiamo servito con lealtà per decenni e che abbiamo visto passare da una “ristrutturazione” ad un’altra e ad un’altra ancora, fino a ridursi ad una timida imitazione di quella che, nell’accezione più comune, viene definita una “forza” “armata”.
Ed in più, per giustificarne le utilizzazioni più “strane”, è stato pure accusato di “fare la guardia al deserto dei tartari”; come dire: al danno di averlo ridotto come una misera cenerentola stracciona, si unisce la beffa dell’accusa di non saper fare la principessa!
C’è da che essere indotti al suicidio nel constatare che quell’Entità astratta cui hai dedicato tutta la vita ed in cui avevi creduto fino a sopportare una buona dose di sacrifici per te e per la tua famiglia, è considerata come INUTILE.
Quanta amarezza in tutto ciò: quanta tristezza!
Eppure, a ben pensarci, noi “in Ausiliaria” qualche ricordo positivo lo abbiamo, qualche soddisfazione ce la siamo goduta, a parziale compensazione dei tanti sacrifici patiti. Ciascuno di noi ricorda con legittimo orgoglio le tante esercitazioni a fuoco fatte senza il minimo incidente; o le tante scuole-tiro di Artiglieria portate a termine; o le estenuanti esercitazioni in bianco “a partiti contrapposti” che duravano giorni e notti interi ma che, alle fine, ti facevano sentire come se li avessi passati in un albergo a cinque stelle, con piscina e sauna annesse.
Ciascuno di noi porta nel cuore il ricordo delle migliaia di soldati che hanno obbedito ai suoi ordini, che si sono fidati di lui, che con lui affrontavano la pioggia, la neve, il fango, il solleone e con lui si facevano pure una cameratesca grigliata mista sul fuoco di un bivacco.
Possiamo dire, noi “in Ausiliaria”, che, pur nella miseria più nera e con il “fil di ferro” sempre a portata di mano, noi, SOLDATI, lo siamo stati sul serio ed abbiamo potuto addestrare altri soldati.
Ma i nostri successori che speranze hanno? Che faranno tutti i giorni se la mannaia sui bilanci imporrà come obiettivo, al massimo l’addestramento di squadra o non consentirà l’effettuazione di nessuna suola-tiro o garantirà un’efficienza dei mezzi ridotta al 30-40%?
E, questo, vogliamo continuare a chiamarlo “Esercito”? E temo che anche in mare ed in cielo le cose non andranno meglio!
Allora, cari successori, noi dobbiamo chiedervi scusa per quanto vi abbiamo lasciato in eredità; vi dobbiamo chiedere scusa se non siamo stati capaci di proteggervi dall’indifferenza e dall’ ostilità che si nutrono nei nostri e nei vostri confronti; vi dobbiamo chiedere scusa se, dopo la “campagna della monnezza”, dovrete affrontare quella della “salute pubblica” e chissà quante altre ancora, finché esisterà un simulacro in uniforme da spremere.
Ci dispiace molto, cari successori: ce l’abbiamo messa tutta, credeteci, per lasciarvi in eredità un Esercito migliore del nostro ma, con tanta amarezza, dobbiamo constatare che vi abbiamo lasciato solo un ammortizzatore sociale.
(E.M)

Almanacco storico FEBBRAIO

Fatti e protagonisti della storia militare nazionale
1. Rioccupazione di Saati, Eritrea, 1888 (Gen. Alessandro Asinari di San Marzano).
2. Battaglia di Cheren (inizio), Africa Orientale Italiana, 1941 (duca Amedeo d’Aosta).
3. Conferimento della prima M.O.V.M. da poco istituita, Pont des Echelles, Savoia, 1834 (carabiniere Giovanni Battista Scapaccino, alla memoria).
5. Sbarco a Massaua, Eritrea, 1885 (Col. Tancredi Saletta).
8. Battaglia di Roverbella, Mantova, 1814 (Eugenio Beauharnais, vicerè d’Italia).
9. Battaglia di Telepeni (inizio), combattimenti di Marizai e Mali Scindeli, Fronte greco-albanese, 1941.
11. Beffa di Buccari, Croazia, 1918 (C. F. Costanzo Ciano).
12. Combattimenti di Trebescines, Scindeli, Beshishtit, Bregianit e Golico sul fiume Vojussa, battaglia di Telepeni, Fronte greco-albanese, 1941 (Divisioni “Ferrara” e “Julia”, con 3° Reggimento “Granatieri di Sardegna”).
15. Distruzione dell’Abbazia di Montecassino, Frosinone, 1944 (30 bombardieri statunitensi).
27. Conquista delle alture del Mergheb, Libia, 1912 (Gen. Ezio Reisoli).
27. 2a battaglia del Tembien, Africa Orientale Italiana, 1936 (Gen. Ettore Bastico).

sabato 24 gennaio 2009

Riflessioni su Obama.


Nel leggere il discorso di insediamento di Barak Obama quale 44° Presidente degli Stati Uniti d’America, si resta colpiti, oltre che dalla universalità dei temi trattati, anche dall’umiltà con cui si riconoscono gli errori del passato e dalla fermezza con cui si intende rimediare alle conseguenze di quegli errori: in tutti i settori.
Certo, l’uomo più potente del mondo, alla guida dell’unica Superpotenza esistente, non poteva che esprimersi con una visione globale in cui l’America, ancorché abbia visto ridimensionata la sua posizione centrale, è pur sempre quella che continua a tenere in mano il pallino del gioco mondiale.
Non è possibile, quindi, fare parallelismi con analoghe circostanze nostrane, considerata la siderale differenza tra i nostri ed i loro problemi e tra le nostre e le loro potenzialità, a meno che non si voglia imbastire una pantomima di fantapolitica che lascerebbe il tempo che trova, oltre che indurre serie e motivate perplessità sullo stato di salute mentale di chi la scrive.
Mi limiterò quindi a riflettere solo su un tema che, a mio avviso, può e deve interessare ogni singolo Paese, preso nella sua individualità e, cioè: la ricerca del bene comune o, come afferma lui stesso, il diritto alla felicità.
Il neo Presidente indica un filo conduttore ottimale per chi, eletto o funzionario, è responsabile della migliore gestione della res publica; quasi un codice comportamentale, solo apparentemente pieno di “frasi fatte”, il cui fondamento è la prevalenza del concetto di servizio su ogni altro, laddove per “servizio” si intende il compimento del proprio dovere a beneficio dell’intera comunità.
Obama esordisce in materia, auspicando “l’unità degli scopi sul conflitto e sulla discordia, la fine delle inutili lagnanze e delle false promesse, delle recriminazioni e dei dogmi logori”......”che hanno strangolato la politica”.
Continua, tuonando che “chi gestisce dollari pubblici sarà chiamato a renderne conto, a spendere saggiamente a riformare le cattive abitudini”....così da “restaurare la fiducia vitale tra un popolo ed il suo governo”.
Conclude, additando ad esempio supremo gli Eroi Caduti che “...rappresentano lo spirito di servizio, la volontà di trovare un significato in qualcosa che trascende”: uno “ spirito che deve animare tutti”.
Sono, questi, concetti quasi ovvi ma che, enunciati al cospetto di centinaia di milioni di persone, assumono una valenza che non può essere ignorata o, peggio ancora, relegata al rango di “affari interni”.
Non credo ci sia nessun Paese al mondo che possa non riconoscere quei mali e quelle esortazioni come suoi.
Non credo ci sia nessun Governante al mondo che non invidi quell’uomo così potente per il coraggio che ha avuto nel pronunciare quelle frasi che mettono alla berlina del mondo i mali del suo Paese.
Però, penso che saranno o sarebbero pochi i Governanti che sapranno o saprebbero imitarlo: quanto meno a parole!
Nella mia non breve esistenza, sono stato bersaglio di raffiche reiterate di promesse, di rimbocchiamoci le maniche, di solenni dichiarazioni di guerra agli sprechi, di moralizzazione, di inchieste e controinchieste ma........talvolta è stata sufficiente un’intercettazione telefonica per far crollare il castello.
Che dire allora? Obama è un inguaribile ottimista ed il popolo americano avrà ingoiato un’altra promessa fine a se stessa oppure quest’uomo che, già nel colore della sua pelle, è testimonianza del nuovo lo sarà anche perché tradurrà in fatti concreti le dichiarazioni d’intenti?
Personalmente, penso che se un uomo a quel livello non ha remore a denunciare così apertamente le magagne del suo Paese come non ne ha nell’offrire la mano tesa a chiunque voglia stringerla, ovunque sia nel mondo e qualunque sia il suo credo, allora quell’uomo merita ogni stima e fiducia.
(Ettore M.)

mercoledì 14 gennaio 2009

La Signora.

C’era una volta un Paese quasi felice, abitato da gente operosa ed allegra che lavorava sodo e prosperava.
Il buon Dio lo avevo dotato di estasianti bellezze e di un suolo ricco e generoso.
Anche la sua posizione geografica lo favoriva e lo aveva fatto diventare il crocevia delle rotte commerciali del mondo intero. I continui incontri avevano favorito una vivacità culturale che avrebbe prodotto geni inarrivabili in tutte le discipline.
Insomma: proprio un bel posto dove vivere.
Gli abitanti, agiati e senza preoccupazioni per il futuro, facevano a gara per primeggiare, non lesinando l’esborso di ingenti somme; specialmente le famiglie più antiche, quelle dei Padri fondatori, avevano monopolizzato la competizione, cui invitavano però anche le famiglie dei nuovi ricchi, tenendole tuttavia a debita distanza.
Si era formato quasi spontaneamente un salotto buono che era frequentato da pochi eletti; vi si discuteva di affari, di prospettive per il futuro ed anche della competizione.
L’indiscussa regina era quella che unanimemente veniva chiamata la Signora.
La naturale eleganza, il tratto affabile e cortese, l’indiscussa ed indiscutibile onestà le conferivano un fascino ammaliatore che conquistava i cuori e le menti di quanti avessero la fortuna di conoscerla.
Il suo potere non era prepotenza, era un atto dovuto. La sua forza non era arroganza, era un dato di fatto. La sua supremazia non era usurpata, era una conseguenza logica.
Gli altri frequentatori del salotto mal digerivano tutto questo e incominciarono a coltivare la mala pianta dell’invidia, cercando di fare accoliti tra quei nuovi ricchi che, pur di entrare in quel mondo loro precluso, avrebbero venduto l’anima al diavolo.
Quei frustrati dall’impossibilità di eguagliare la Signora, dopo aver dilapidato inutilmente interi capitali, ricorsero all’unica arma che i loro cuori aridi potessero concepire: la calunnia.
Utilizzarono ogni mezzo, diffondendo fandonie e maldicenze, prezzolando millantatori, insinuando subdoli dubbi sulle sue virtù immacolate.
Ci vollero molti anni ma alla fine, come l’acqua che incide inesorabile anche la roccia più dura, portarono a termine il loro diabolico progetto, grazie all’intervento partigiano di coloro che, invece, erano stati eletti per essere imparziali.
La Signora fu costretta a subire l’onta del giudizio; l’onta dell’ostracismo; l’onta di taluni transfughi che si vendettero per tanti danari; l’onta di vedersi derubata di quanto era legittimamente suo.
Il mondo intero era allibito, incredulo, di fronte a cotanta nefandezza.
Ma il suo fascino non ne risentì, anzi si accrebbe ancora di più e conferì una dignità fino ad allora sconosciuta a coloro presso i quali era stata relegata.
I millantatori, non tenuti più a freno dalla supremazia morale della Signora, trasformarono ben presto quella che era sempre stata un competizione cavalleresca in una volgare zuffa.
Ma la Signora, di lì a poco, ritornò più affascinante che mai; i millantatori si rintanarono, goffi ed incattiviti, nel loro angolo a masticare fiele; la competizione riacquistò l’antico splendore ed il mondo intero ricominciò a guardare con benevolenza al Paese.
E poi venne anche il momento dei “partigiani” che si videro sbugiardati da veri giudici imparziali e, forse, stanno temendo l’arrivo del giorno in cui saranno chiamati a rispondere del loro misfatto.
La Signora ora occupa il posto che le è stato assegnato dalla Storia; forse non farà nulla a che le venga restituito il mal tolto che resta pur sempre suo; ma si sa: signori si nasce!

P.S. : Sono stato costretto , sotto minaccia armata, ad inserire questo "racconto" ; mi dissocio da quanto scritto e spero che qualcuno abbia la volontà di controbattere a tanta violenza. o.m.

Primo commento : Concordo pienamente e mi sentirò in pace con quella torma di invidiosi parolai solo dopo che la Signora si sarà riappropriata di un paio di ... cosucce, meritatamente vinte sul campo!
Sandro

martedì 13 gennaio 2009

I ricordi di Gigi.

Gigi con macchina fotografica e Razione K
Spesso il pensiero ritorna ai volti, indimenticabili, dei miei primi soldati. A quel plotone di ‘Fanti di Linea ‘, ’’piedi neri’’ purosangue del 1° battaglione del 17° rgt Fanteria che il destino pose al mio Comando in quel non vicino 1973.
Il battaglione ramazzava da tutta la Divisione “Granatieri di Sardegna” le teste calde, i delinquenti, i fetentoni e li ammassava al 1° battaglione , tra le montagne d’Abruzzo in quel di Sulmona, affinché la Grande Unita’ non fosse inquinata da quella feccia e potesse operare in serenita’.
Quel plotone, il 1° della 3^ Cp fucilieri, era composto da trenta persone, tutti pregiudicati campani, sardi, siciliani, pugliesi e calabresi. Papponi, contrabbandieri, grassatori, piccoli mariuli, camorristi.
Mi accolsero come si accoglie al mattino un brufolo spuntato sulla punta del naso: un misto di disappunto e di schifo. “ Ma che vuole quest’altro caga c….” .
Alla mia prima sveglia, un calabrese dalla faccia patibolare aveva accolto con un sonoro ‘’Vaffa’’ le mie sollecitazioni a che lasciasse la branda e si era voltato dall’altra parte riprendendo a dormire.
Alcune mie certezze cominciarono a vacillare, la stellette nuove di pacca, fresche di Scuola militare, cominciarono a brunirsi.
Iniziai una dura marcia in salita, una lotta certosina per aprirmi un varco attraverso la dura corazza di diffidenza e ostilita’ che si erano creati per sopravvivere nel mondo spietato da cui provenivano.
Non fu facile. Mi dovetti guadagnare la loro fiducia pian piano, attraverso piccole cose concrete. Si accorsero che non li volevo fregare. Si accorsero che forse ero un po’ “frescone” ma innocuo e che credevo in quello che dicevo .
Parlammo a lungo , di notte, dopo il silenzio, nei bagni della compagnia. Cominciai a conoscerli uno ad uno, cominciai a capirli. Finche’ un giorno Ienco mi disse : “Sor tene’ vuie nun site proprio malamente” Mai complimento mi fu piu’ gradito.
Avevo 23 anni, loro 20 o 21, eravamo quasi coetanei eppure le nostre vite erano state talmente diverse che non ci capivamo.
Un giorno che cercavo di far comprendere a Rapicano che “prelevare” sacchi di zucchero o di caffe’ dalle merci ammassate sui moli del porto di Napoli era comunque un furto anche se non si conosceva il proprietario, questi mi disse una grande verita’ “Sor tene’ nun potete capi’. Voi siete nato col culo nella panna” Era vero, l’immagine dolciaria era estremamente efficace e metteva in luce l’abisso che ci divideva.
Ma l’abisso pian, piano si ridusse, si formo’ un legame forte e se io mi sentivo protettivo verso di loro (mi infuriavo se qualcuno li puniva o li “cazziava” ) loro lo diventarono nei miei confronti, in una forma ingenua, spontanea, spesso quasi commovente.
Lentamente diventai il “loro” Tenente, il plotone divento’ il “nostro” plotone: sicuramente il migliore |!
Dopo un anno me ne andai, trasferito ad un ambitissimo battaglione Paracacadutisti. Ci fu la cena d’addio, ci furono le bevute, i canti e le facezie ma ci furono anche le lacrime e gli abbracci.
Non li ho piu’ rivisti.
Spesso penso a loro e mi piace pensare che forse qualche buona parola ha attecchito nei loro cuori offesi ed umiliati. Mi piace pensarli padri di famiglia e buoni mariti ma la vita purtroppo non e’ una telenovela e il lieto fine non e’ affatto scontato.

Almanacco storico GENNAIO

Fatti e protagonisti della storia militare nazionale.

1, Inizio 3^ fase di combattimenti della ritirata di Russia , 1° - 18 Gennaio 1943.
7, Giornata Nazionale della Bandiera .
10, Battaglia di Rakowitz (guerra turco-magiara, 1475) : vittoria sui Turchi di Stefano di Valacchia.
12, Inizio Grande manovra del Ganale Doria (Fronte Somalo, 1936) da parte del Gen. R. Graziani , si concluderà con la conquista di Neghelli.
13, Combattimento di Coatit (Eritrea, 1895)
14, Combattimento di Senafè (Eritrea 1895.
15, Trionfale conclusione a Rio de Janeiro della 1^ Trasvolata Oceanica in formazione di 10 velivoli italiani al comando di Italo Balbo.
16, Battaglia di Rossosch contro preponderanti forze sovietiche, si distingue il Btg. Alpini "M. Cervino". (Fronte Russo 1943)
19, Inizio 1^ Battaglia del Tembien (1938) conclusasi il 23 s.m. con la Battaglia di Passo Uarieu.
Inizio 4^ fase di combattimenti della ritirata di Russia , 19-25 Gennaio 1943.
21, Caduta di Forte di Makallè con l'onore delle armi all'erioco III Btg. Eritreo "Galliano" (1896).
Fine della Battaglia di Tarnova della Selva , in cui preponderanti forze dl IX Corpo Jugoslavo di Tito, dirette a Gorizia, sono respinte dal Btg. "Fulmine" coadiuvato dai Btg. "Barbarigo", "N.P.", "Sagittario" e "Valanga" della X^ Mas (1945).
22, Combattimento di Georgiewskij , (ritirata di Russia 1943) : annientamento 8° rgt. alp. e gr. a. alp. "Conegliano" della "Julia".
Combattimento di Scheljakino (ritirata di Russia 1943),
Combattimento di Warwarowka (ritirata di Russia 1943) .
Sbarco degli Alleati sulla costa di Anzio e Lavinio.
26, Eccidio di Dogali (Eritrea) , 1887.
Ritirata di Russia, , Corpo d'Armata Alpino, 1943 :
Battaglia di Nikitowka;
Battaglia di Arnautowo;
Battaglia di NicolajewKa;
Battaglia di Valuiki.
27, Giornata della memoria .
Battaglia di Roshdestweno (Ritirata di Russia ,1943).
28, Festa di Corpo della Brigata Sassari, 151° e 152° rgt. Fanteria , fond. 1915.
Combattimento di Col del Rosso (1918)
Combattimeno di Valuiki (ritirata di Russia, 1943).

sabato 10 gennaio 2009

Agli inizi dell'agosto del 1994 ...............

G. Marega
... mentre mi trovavo alla NATO HQ di Bruxelles, ho ricevuto l'ordine dallo SME di rientrare in Italia per assolvere l’obbligo di Comando.
Mi fu assegnato il Reparto Comando e Supporti Tattici della B.”Gorizia” che era in scioglimento.
L'aria che si respirava al Reparto era di sbando e di abbandono, ma cosa aspettarsi da un Reparto senza Bandiera di Guerra, in una caserma fatiscente e in continuo rattoppo, al Confine Italo-Sloveno, e per di più in scioglimento?
Io ne ero il Comandante, dovevo fare qualcosa subito : emanai le seguenti disposizioni :
- ognuna delle tre compagnie doveva avere uno stendardo che la precedesse sempre durante la marcia;
- le tre compagnie dovevano cantare rispettivamente:
. la cp. g. gua. la "Canzone del Guastatore" ;
. la cp. Cdo e la cp. t. il motivetto de "Il ponte sul fiume kwai".

Poi mi ricordai che all’alzabandiera i Francesi cantano la Marsigliese, gli Inglesi God save the Quee, gli Americani The Star Spangled Banner, i Portoghesi A Portuguesa, i Turchi Istikal Marsi, i Tedeschi Heil dir im Siegerkranz , i Norvegesi Ja vi elsker dette landet, gli Olandesi Wihelmus van Nassouve e ..... solo gli Italiani restano muti.
Incominciai allora una incisiva opera di persuasione nei confronti di molti U. e SU. (vero zoccolo duro) circa la bontà della mia iniziativa, mi sfiancai quasi ma alla fine ci riuscii: il RCST “Gorizia” avrebbe cantato l’Inno di Mameli alla cerimonia dell’alzabandiera.
Ero entusiasta e soddisfatto, ma tutto durò molto poco perché il Capo di SM della B. non era per niente d'accordo ed il C.te di B. ancora meno.
Ricevetti prima un caloroso consiglio e poi l'ordine di porre termine all’iniziativa, ma risposi con decisione che non avevo nessuna intenzione di annullare disposizioni appena date.

Dopo poco tempo, una mattina, ecco la doccia fredda.
L'Ufficiale di Picchetto alle 5.30 mi telefona per comunicarmi che il C.te del 5° C.A. era in caserma per un'ispezione; mi presentai immediatamente, e dopo i saluti, mi misi a sua disposizione.
L'ispezione non andò affatto bene: erano troppe le situazioni anomale .
Nel frattempo erano arrivati anche il C.te ed il Ca. di SM della B......la bufera infernal che mai non resta era sempre più padrona del Reparto. Era quasi l’ora dell'alzabandiera.
Mentre i due Generali stanno decidendo la mia sorte, da lontano si sente cantare:"SON GUASTATORE ARRESTO E DISTRUGGO...".
E’ la cp. g. gua. che, stendardo in testa, marcia verso il piazzale, maschera antigas, zainetto tattico, fucile, etc.., la seguono le altre due cp. fischiettando il loro motivetto.
Si schierano di fronte al pennone : il Reparto è pronto per la cerimonia.
Presentazione della forza e... ALZABANDIERAAA!!!!
L'altoparlante diffonde i tre squilli ed a seguire l'Inno... e il Reparto ?
Il RCST “Gorizia” ( in scioglimento ..scusate la ripetizione) va oramai per la sua strada e canta sull'attenti e sul presentat'arm l'Inno di Mameli.

Il C.te di B. mi guarda e ..mi fa capire con gli occhi : "ora ti mando a ramazzare il cortile. Il C.te del 5° C.A. quando sente cantare l'Inno Nazionale si irrigidisce sull'attenti , aspetta immobile che la Bandiera arrivi in cima al pennone e che il Reparto finisca di cantare, e .... MIRACOLO, si volge verso di me chiamandomi per nome e mi chiede un megafono per parlare al Reparto: è visibilmente commosso.
Quanto disse si riassume in questi pochi pensieri "Lo spirito che pervade questo reparto in scioglimento dovrebbe essere lo spirito di tutti i reparti italiani; questo battaglione ha regalato una grande lezione di ORGOGLIO al cuore di un vecchio soldato".

Il C.te del 5° C.A. lascia Gorizia contento e soddisfatto.

Notizie più da radio "scarpa" che da Intelligence, mi riferirono che gli Allievi dell'Accademia Militare dopo alcuni mesi cantano sull'attenti l'Inno di Mameli.
Il Reparto Comando e Supporti Tattici “Gorizia”, continuando a cantare l'Inno di Mameli sull'attenti, partecipa alle operazioni in concorso per pubbliche calamità durante l'alluvione in Piemonte (Asti) e poi alle operazioni in Bosnia-Herzegovina.

Quello che successe dopo è noto a tutti .
Grazie anche alla forte spinta data dal Presidente Ciampi , ora, in tutti i Reparti delle Forze Armate (ma anche nelle manifestazioni sportive), la Bandiera non si alza se non accompagnata dal canto dell’Inno Nazionale.

Che ci piaccia o no, questa è la storia di un Allievo del 150° “Montello”: un Corso che ha scritto molte pagine della STORIA militare nazionale.

venerdì 9 gennaio 2009

Era proprio una di quelle giornate .....

Ettore Magliocchetti

……… che si usa chiamare belle.
Anche le pietraie del greto del Cellina-Meduna sembravano aver abdicato alla loro aridità, per lasciare il posto, se non proprio al rigoglio di colori, almeno ad un qualcosa che fosse più prossimo alla gioia della natura. Era un giorno importante, quello, per i Fanti che si apprestavano ad effettuare la “scuola- tiro missili MILAN”: il sigillo definitivo del loro addestramento
Erano adunati nella zona retrostante la linea di tiro, un po’ in fibrillazione per la prova che li attendeva ma comunque sereni perché sapevano di aver ricevuto un ottimo addestramento che li avrebbe messi nelle migliori condizioni di operare con la massima sicurezza per sé e per gli altri.

Anche i tre Comandanti dei battaglioni di Fanteria meccanizzata erano presenti, pronti a verificare dal vivo i risultati raggiunti dai propri uomini. Non erano in fibrillazione, questo no; però i loro occhi esperti non si stancavano di cercare qualcosa che non andasse per porvi rimedio prima che fosse troppo tardi. Una giusta preoccupazione, insomma, perché sempre di fuoco si trattava: e che fuoco!
I minuti scorrevano tranquilli, in attesa dell’arrivo del Comandante della Brigata e ciascuno controllava per l’ennesima volta che il settore a lui affidato fosse perfettamente in ordine.
Il Direttore di tiro faceva le ultime raccomandazioni agli Ufficiali subalterni che avrebbero affiancato i tiratori sulla postazione di tiro; gli artificieri controllavano il materiale; l’ Ufficiale medico ripassava a mente le operazioni che avrebbe dovuto compiere, augurandosi di non doverle compiere mai; l’Ufficiale addetto dell’Ufficio OAIO riverificava l’ordine dell’osservatorio, accertandosi che i blocchi per appunti in similpelle contenessero le matite, rigorosamente appuntite.
I Comandanti di battaglione erano certi che tutto il prevedibile era stato previsto ed attuato.
Improvvisamente, il calore che fino ad allora aveva beneficiato tutti ebbe un calo verticale ed una specie di gelo innaturale cominciò a serpeggiare nella radura.
No, non c’era stata un’eclisse che aveva oscurato il sole: era semplicemente arrivato il Comandante della Brigata.
Eccolo lì, secco come un chiodo, che avanza con il suo passo deciso verso l’osservatorio ricavato sul cassone di un ACM 80; lo sguardo scruta ogni minimo dettaglio, alla ricerca di quel nonnulla che avrebbe innescato una delle sue proverbiali sceneggiate. Ma nonostante gli sforzi, non riesce a trovare niente; proprio niente: nemmeno un basco calzato con qualche grado di inclinazione in più o in meno.
Allora, rallenta l’anda, spara un sorriso a trentadue denti , si avvicina ai Comandanti di battaglione, risponde al loro saluto e porta a tutto schermo il sorriso di prima. Ma avete mai visto un teschio che sorride?!
Tutti si accomodano all’osservatorio; un breve inquadramento topografico fatto da un Subalterno del gruppo di Artiglieria che, per non farsi prendere in castagna, aveva imparato a memoria tutto, nomi dei sassi compresi; i “lineamenti” dell’attività esposti –secondo libretta- dal Direttore di tiro e poi.....il razzo very d’inizio.
Tutto procedette per il meglio; nessun intoppo, nessun missile “impazzito”, 98% di centri, niente di niente, insomma: un vero successo di cui andar fieri.
Dopo il rituale sospiro di sollievo, i Comandanti di battaglione si apprestavano a ricevere se non proprio una parola di elogio, almeno un timido accenno alla bontà dell’addestramento effettuato.
Erano contenti, loro: per i loro uomini ed anche un pò per se stessi.
Neanche il tempo di scambiarsi delle belle pacche sulle spalle che un grido stridulo fendette l’aria che andava rinfrescandosi in prossimità del tramonto.
Cosa fa quello là? Come si chiama? Di che Reparto è? Il Comandante di battaglione lo accompagni subito da me!
Tutti si girarono verso la direzione in cui erano dirette le urla alla ricerca di chissà quale delinquente in uniforme. Cerca che ti ricerca ma...niente: l’unico essere umano che vedevano ai piedi della piazzola di tiro era il Subalterno, quasi congelato in prossimità dell’AR, investito dall’onda d’urto delle urla ed incredulo sul perché le stesse fossero dirette a lui.
Il malcapitato si avvicinava all’osservatorio, lo sguardo rivolto verso l’alto alla ricerca di un cenno di comprensione, se non proprio di solidarietà; il suo Comandante di battaglione venne investito con le accuse più infamanti e gli venne ingiunto di punire severamente quel Subalterno che aveva assolto il suo compito in maniera tanto indegna.
Il Tenente Colonnello t.SG ripassò velocemente il film della giornata ma, per quanti sforzi facesse, non riusciva proprio a trovare un motivo giustificativo per una punizione.
L’energumeno con la greca forse lesse nei suoi occhi tali perplessità e, magnanimamente, gli urlò: “Non riesce a capire cosa ha fatto? Allora glielo dico io: ha disceso la rampa di accesso alla piazzola di passo, invece che di corsa e questo è inaccettabile. Non si può transigere su mancanze del genere. Aspetto di conoscere quali provvedimenti adotterà”.
Soddisfatto, scese dal cassone dell’ACM, riprese il suo solito passo spedito (quasi isterico), rispose ai saluti ma risparmiò a tutti il sorriso panoramico.
Quel Comandante di battaglione non prese nessun provvedimento e.....gli fu messo nelle Note. Di lì a poco, avrebbe scoperto di essere transitato nella categoria dei V.a P..

giovedì 8 gennaio 2009

Sono arrivati i DVD del 40° - "Come siamo".

Qualche ringraziamento :

Da: Vincenzo Migliozzi

Inviato: Lunedì 5 gennaio 2009, 14:02:19

Oggetto: RICEZIONE DVD

CARO ETTORE,

TI DO' CONFERMA DI AVER RICEVUTI I DUE DVD CHE HO VISIONATO CON MOLTO PIACERE E EMOZIONI.

BRAVI ANCORA E GRAZIE PER TUTTO QUANTO AVETE FATTO PER NOI EX ISTRUTTORI DEL 150 CORSO

CON AFFETTO MIGLIOZZI VINCENZO.

--------------- *** ---------------

Da: aldebrano micheli <mi.al@hotmail.com>
Inviato: Lunedì 5 gennaio 2009, 17:29:02
Oggetto:
Ho ricevuto il pacchetto; grazie buon anno e se vedemo a Torino (Grande Architetto dell'Universo permettendo!)

--------------- *** ---------------


Da: alessandro aragno <aaragno@gmail.com>
Inviato: Lunedì 5 gennaio 2009, 13:54:44
Oggetto: conferma ricezione dvd

Carissimo Ettore,

nel mentre ti confermo la ricezione del plico, ti formulo i migliori auguri per le (passate) festività.

Alberto Aragno.

--------------- *** ---------------

Da: Luciano R.D'Andrea <l.dandrea@libero.it>

Inviato: Lunedì 5 gennaio 2009, 23:22:39

Oggetto: DVD.

Carissimo Ettore

ti confermo che i DVD mi sono arrivati oggi e sono stati proprio un bel regalo per la l'Epifania ! Grazie di cuore a voi che avete lavorato sodo per tutto il 150^.

Un abbraccio e a presto risentirci.

Luciano

--------------- *** ---------------

Da: zambonini giacomo
Inviato: Domenica 4 gennaio 2009, 11:37:23
Oggetto: ricezione pacco

Caro Ettore, ieri ho ricevuto il materiale della memorabile giornata del Quarantennale. Grazie. Approfitto dell'occasione per augurare a te e a tutta la tua famiglia una splendida prosecuzione del Nuovo Anno.Grazie di nuovo con affetto. Giacomo
Giacomo Zambonini

--------------- *** ---------------

Da : "diego.tocco@tiscali.it" <diego.tocco@tiscali.it>

Inviato: Sabato 3 gennaio 2009, 22:58:29

Oggetto: conferma ricezione plico

Carissimo Ettore,

desidero innanzi tutto formulare, a te ed a tutti i tuoi cari, i migliori auguri d'ogni bene nell'Anno appena iniziato; solo in secondo luogo, ma ringraziandoti per l'opportunità che la tua richiesta di conferma mi dà di salutare

un vero amico, ti abbraccio con fraterno affetto.

Diego


>Da: "andrea.caso50@libero.it"

Inviato: Sabato 3 gennaio 2009, 20:10:54

Oggetto: Complimenti ed auguri

Carissimi,

ho ricevuto il "pacco" del quarantennale! Ancora tanti complimenti a voi e a tutti coloro che hanno contribuito al lavoro.

Colgo l'occasione per porgere a voi ed alle vostre famiglie gli auguri di buon 2009.

Andrea Caso

--------------- *** ---------------

Da: francesco_detotero
Inviato: Sabato 3 gennaio 2009, 11:24:46
Oggetto: ricezione materiale 40ennale

Carissimo Ettore, ho ricevuto con molto piacere i due dvd delle belle giornate passate a Modena per il nostro 40ennale. Avete fatto un lavoro eccezionale, di nuovo complimenti e grazie per aver impresso indelebilmente quei bellissimi momenti così che ciascuno di noi possa in un qualsiasi momento rivederli. Un abbraccio affettuoso

Piuma

--------------- *** ---------------


Da: "giovanni49@alice.it" <giovanni49@alice.it>
Inviato: Venerdì 2 gennaio 2009, 20:58:32
Oggetto: plico DVD

Carissimo Ettore,

Ti do conferma di ricezione del plico.

Grazie

Ancora auguri di un sereno 2009

Giovanni Contestabile

--------------- *** ---------------

Da: "m.garin@libero.it" <m.garin@libero.it>

Inviato: Mercoledì 7 gennaio 2009, 17:20:44

Oggetto: ricevimento dvd

Carissimo Ettore

Ho ricevuto il plico con i due DVD

Ti ringrazio ancora per quello che hai realizzato regalandomi una delle più belle giornate della mia vita.

Spero di vedervi per la stelletta anche se purtroppo non l'ho mai presa.

Ti saluto con un forte abbraccio e ancora grazie Il vecchio Massimo

--------------- *** ---------------

Da: "franco.cocozzella@alice.it" <franco.cocozzella@alice.it>
Inviato: Mercoledì 7 gennaio 2009, 18:53:01
Oggetto: conferma ricezione dvd

Ciao Ettore,

Ho ricevuto tutto. Grazie di cuore a te e a tutti gli organizzatori. Siete stati bravissimi.

Buon anno e a presto.

Franco Cocozzella


--------------- *** ---------------

Da: marco maltesi
Inviato: Giovedì 8 gennaio 2009, 20:18:05
Oggetto: Quarantennale 150°

Carissimo Ettore, ho ricevuto con piacere i cd ricordo delle giornate celebrative del nostro quarantennale. Grazie a tutti voi, uomini di grande buona volontà, per quanto siete riusciti a fare per il piacer nostro. Porto sempre nel cuore la dolce memoria di belle persone, ragazzi in gamba, con cui ho condiviso sangue, sudore, lacrime, risate ed ideali, trovando in ognuno grande conforto e sprone. Ancora auguri affettuosi di ogni bene per l'anno nuovo, a Te ed ai tuoi Cari. Alla prossima. Ciao, Marco
--------------- *** ---------------


Da: "marcello carnevali
Inviato: Sabato 10 gennaio 2009, 20:20:09
Oggetto: comunicazione

Grazie, Ettore dell'annuncio del blog a me molto caro perchè, come sai, non ho potuto per motivi contingenti per opera del buon Dio ben risolti, per cui mi sto letteralmente godendo quelle splendide immagini da voi vissute. I ricordi sono tanti ed anche se lontani nel tempo, molto vivi. Ancor più ravvivati da una serie di colleghi che si son "fatti vivi" telefonicamente e con i quali ci siamo ripromessi di vederci quanto prima. Nondimeno, ormai, con il blog ( splendida
iniziativa!) verremo a conoscenza di eventuali notizie che riguardano il 150° Corso in tempo reale e, qundi,di parteciparvi. Grazie, di vero cuore, di tutto. Un abbraccio ad ognuno. Marcello Carnevali
--------------- *** ---------------

Da: Federico Ozzola
Inviato: Sabato 10 gennaio 2009, 19:57:49
Oggetto: RE: Quarantennale 150° "Montello"

Caro Ettore,
ho ritirato stamattina il pacco con i DVD del Qurantennale e tra poco me li guarderò, sicuramente con un misto di sensazioni di gioia e di malinconia per il tempo che passa e ci allontana. Comunque sia, grazie ancora per quanto hai fatto per tutti noi; te ne sono veramente grato. Spero di avere presto l`occasione per potervi abbracciare di nuovo tutti quanti. Non so come funziona il Quarantennale della Stelletta; quasi sicuramente non è prevista la partecipazione di quelli come me che se ne sono andati al termine dell`Accademia, tuttavia vi prego di valutare la possibilità di far partecipare anche noi alla vostra festa. Ne saremmo onorati.
Ti rinnovo tutti i miei auguri per un 2009 radioso per te ed i tuoi cari.
A presto (spero)
Ciao
Federico Ozzola

martedì 6 gennaio 2009

STORIE

Pochi minuti fa mi ha chiamato Ettore al telefono.
"Ti devo raccontare una storia bellisssima - mi dice- una storia che deve essere pubblicata sul blog, la prima storia."
E giù ...... come fa lui con il suo parlare mezzo italiano e mezzo romano, mi racconta una favola:
SI !!! una favola, .... è troppa bella per essere una storia vera ( ve ne accorgerete anche voi quando la pubblicherò) .
Allora ho deciso che , nel blog, ci sarà una Sezione intitolata STORIE dove metteremmo le storie più belle di ognuno di noi e sono sicuro che saranno tante , saranno vere , saranno nostre .