A TUTTI I MIEI AMATI COMPAGNI DEL 150° CORSO “MONTELLO”
Non senza esitazione e timore d’essere frainteso circa le finalità delle presenti righe ed incoraggiato dal suggerimento di alcuni di noi, mi accingo a condividere con tutti voi, amati compagni di Corso, una mia personale esperienza umana e spirituale che credo e spero possa rappresentare per credenti e non, per praticanti e non, uno “spunto di riflessione” ........
Leggi tutto
Carissimo Verzega , che piacere risentirti; spero che questa tua sia la prima di una lunga serie.
RispondiEliminaCaro, vecchio, buon Verzega,
RispondiEliminagrazie per questo tsunami di serenità, di gioia e di pace interiori che hai voluto regalarci!
Leggendo dell'entusiasmante percorso che ti ha portato ad essere un "uomo nuovo", mi sono tornate alla memoria le magistrali pagine del Manzoni in cui descrive la famosa notte dell'Innominato: quando cessa dall'essere il principe del Male per avviarsi ad essere quello del Bene. Con una differenza però: mentre il Poeta narra di un qualcun altro, tu narri di te stesso, del tuo travaglio interiore, della tua sofferenza che si è via via trasformata in gioia.
Già una volta ebbi modo di dirti che provavo un pò d'invidia e tu, saggiamente, mi rispondesti che si invidia ciò che non si può avere e, siccome la Grazia è lì a portata di tutti...basta avere il coraggio di approfittarne.
Non so se, questo coraggio lo avrò mai; però so che la tua fantastica esperienza mi aiuterà non poco a trovarlo.
Grazie ancora, Amico di antica data: sappi che con le tue parole hai reso un gran servizio a tutti noi.
Non mollare però; continua a raccontarti ed a raccontarci della tua nuova vita; non c'è bisogno di fare "predicozzi" a chi ha una pur minima predisposizione ad ascoltare.
Con tanto affetto, Ettore.
ho letto con emozione l'esperienza di Antonio.che ti prego di ringraziare per averla voluta condividere con noi.Penso che la tematica da lui affrontata sia di fondamentale importanza,soprattutto per chi,come noi,chiudendo un periodo importante della propria vita, tira le somme della propria esistenza per cercare di capirne il senso .
RispondiEliminaUn abbraccio
Salvatore Bordonaro
Carissimo Antonio, ti rispondo solo adeso perchè il mio computer era in avaria. Ho letto la tua lettera al 150 corso e mi sono commosso. Ho ripercorso ciò che eravamo e ciò che siamo oggi e credo che tutti noi, allora, nel nostro piccolo, eravamo grandi. Grandi nelle nostre speranze, nei nostri sacrifici quotidiani, nelle nostre scelte, nelle nostre aspettative per il futuro. E oggi restiam tali, ognuno per ciò che ha costruito, per ciò che si ritrova tra le mani. Tu carissimo hai potuto coltivare lo spirito, instaurare un dialogo con l'Alto. Ti invidio molto, anch'io ho a volte sperato che scoccasse in me quella scintilla che non vi è stata. E ti sono affettuosamente vicino, oggi che son più maturo e meno "scapocchione", che amo la vita e Colui che mi permette di viverla. Spero di incontrarti un giorno. Ti abbraccio forte e ti auguro ogni bene.
RispondiEliminaFerdinando Schettino
Caro Tonino, non ho potuto leggere la tua lettera per un difetto del computer, ma, deducendone il contenuto dai commenti dei colleghi, mi sorge spontanea una preghiera:
RispondiEliminafra l'uomo vecchio (amabilissimo) ed il nuovo(quasiSanto) sarebbe (almeno per come la vedo io) bello se si potesse trovare una via di mezzo.
Coraggio... anche il Buon Dio Ti capirà.
Un abbraccio Carlo MORI