Carissimo Ettore,
ti scrivo d'impulso dopo aver terminato di visitare il Vostro bellissimo Blog, di cui, peraltro, già da tempo mi avevi mandato i riferimenti necessari e che colpevolmente solo oggi sono riuscito ad "aprire". Complimenti è un ottimo prodotto per impostazione grafica e soprattutto pregevole fonte di informazioni storiche, politiche e sociali, nonché veicolo di quei valori etici propri di noi militari. Non voglio cimentarmi in commenti e analisi sui fatti che caratterizzano il momento storico-sociale che sta attraversando il nostro Paese. Sicuramente non avrei nulla da aggiungere a quello che tu e i tuoi compagni di Corso state dicendo così bene. Consentimi, invece, di narrarti e narrarvi (se poi vorrai inserire questo mio scritto nel Blog) le sensazioni che ho provato e le impressioni che ho sviluppato al termine della visione e della lettura del Numero Unico redatto in occasione del vostro Quarantennale.
Voglio prima di tutto dirti che il gesto da te compiuto domandandomelo non mi ha sorpreso, perché tale gesto è proprio del tuo modo di saper essere amico. Un amico nel senso più compiuto del termine; amico che non permette al tempo che trascorre di intiepidire i rapporti; un amico che quando forse non ci pensavi più compie un gesto che ti fa dire: Ettore riesce sempre a farsi sentire vicino. AMICO, ti prego di credermi, queste non sono parole di circostanza. Sono espressioni di un sentire e di una convinzione che mi accompagnano da quando ho avuto modo di conoscerti in profondità.
Ora basta, voglio parlarti del vostro Numero Unico. Opera pregevole.
Ho riletto tutto di un fiato la memoria storica della Battaglia di Vittorio Veneto, documento che già conoscevo, ma del quale non avevo avuto modo di esaminare la cartografia.
Sono passato quindi alla consultazione del "Ruolino, comportamento a tavola, valutazioni del tirocinio e calendario d'esami". Non ricordo, al di la del calendario d'esami, di aver mai visto cose simili relativamente al mio Corso. Un po' mi dispiace: sai le risate nel leggere il mio numero di matricola preceduto dal codice FAVE ("SI ! , e er pecorino 'ndo sta ????"). Favoloso il manuale di comportamento a tavola. Ma in quale altro luogo al mondo si impartivano o si impartiscono ancora certe regole di vita sicuramente non secondarie (sono sempre stato convinto che la forma è anche sostanza).
Ho lasciato per ultima la consultazione del Numero Unico, perché sapevo che sarebbe stata la più difficile da gestire per quel fiume di ricordi e di suggestioni che avrebbe generato in me. SI ! caro Ettore, ricordi e suggestioni che ho provato anche se non provengo dal vostro Corso. Ricordi e suggestioni che forse è possibile attribuire a due ordini di motivi.
Il primo deriva certamente dall'aver frequentato il Corso Superiore di SM, il 108°, insieme a voi, ma non solo. Con molti tuoi colleghi ho anche condiviso bellissime esperienze di servizio.
Come posso dimenticare, carissimo Pierluigi Genta, gli entusiasmanti anni all'Ufficio Armi e Munizioni dello SME, a combattere la nostra battaglia per introdurre in servizio il SAGAT e per portare avanti tutti gli altri programmi di ammodernamento e rinnovamento della Forza Armata. Quanto arricchimento professionale, culturale e soprattutto umano.
Carissimo Alessandro Pompegnani, come non commuoversi nel vedere la tua foto e ricordare quei meravigliosi anni al 132° rgt. a. cor. "Ariete", lo sferragliare dei nostri semoventi sul Cellina-Meduna, a sfidare la silicosi come amavi chiosare tu; il tuo gesto meraviglioso di avermi voluto inviare una copia del libro da te prodotto mentre eri al comando di quella nostra meravigliosa Unità. Ti ricordasti di me anche se in quegli anni mi ero mimetizzato altrove.
Si ricordo anche te, Silvano Bigongiari, sciagurato toscanaccio; ricordi quando voi bersaglieri e carristi di Aviano chiamavate noi artiglieri di Maniago "cugini di campagna".
Come non ricordare te, carissimo Nicola Cortina e la tua vicinanza durante il mio periodo di comando a Pistoia.
Come dimenticare te, carissimo Vito Di Ventura, per la comune esperienza allo SME.
Ricordo con tanto affetto anche te carissimo Giacomo Guarnera, che meraviglioso anno è stato quello vissuto a Firenze.
Anche di te, carissimo Carlo Gibellino ho una montagna di ricordi, ma quello che più spesso mi torna alla mente è relativo al viaggio che facemmo insieme da Roma a Civitavecchia, alla vigilia della prova scritta per l'ammissione al 108° Corso Superiore di SM. Ricordi? durante quel viaggio la tua malandata macchinina consumò più olio che benzina.
E poi Leonardo Prizzi (a proposito, carissimo Leo, conto di venirti a trovare presto a L'Aquila).
E poi te, grandissimo Granatiere di Orbetello Umberto Caparro. E poi te Raffaele Palmieri e la tua sempre sottile ironia.
Adriano Santini, meraviglioso Ufficiale ed Uomo di straordinaria grandezza d'animo. Caro Adriano, mia moglie ed io ricordiamo sempre con tanto affetto la tua meravigliosa famiglia ed in particolare tua moglie che (e siamo sicuri che non ti dispiacerà) giganteggia con te in fatto di coraggio e grandezza d'animo.
E poi, e poi, e poi, e poi, diceva una bella canzone di Mina. La finisco qui, caro Ettore perché mi sembra di rileggere punto per punto il vostro Ruolino. Di te e di Gigi Pellegrino non dico nulla é vi considero parte della mia quotidianità.
Passo ad illustrare il secondo dei motivi che mi legano al vostro Corso, anzi presuntuosamente dico che lega il vostro al mio, il 148° o 23° che dir si voglia. Legame che ho scoperto guardando le foto che illustrano i momenti più significativi dei vostri due anni in Accademia. Foto che riproducono luoghi, circostanze e volti che potrebbero trovare idonea collocazione anche nel nostro Numero Unico, quello del 148° per intenderci. Mi spiego meglio. Nel mio personale album dei ricordi ho immagini del tutto simili, oserei dire identiche alle vostre. Stessa mano, stessa regia, identiche le luci, le ombre, le uniformi. Medesimi i luoghi e le circostanze. E fino a qui nulla di sbalorditivo direbbe qualcuno: eravamo Corsi talmente vicini temporalmente. Ma non è così, lo sbalordimento inizia quando si osservano i volti: anche questi sono gli stessi e ciò, consentitemi, non è poi così usuale. Nelle mie foto ho riconosciuto fisionomie di molti di voi e nelle vostre ho visto molti dei miei compagni di Corso: lo stesso entusiasmo per una particola scelta di vita, l'esuberanza dei vent’anni, la speranza, i sogni, le promesse fatte a noi stessi, la fede in qualcosa di più grande di noi. E' questa forse la considerazione/costatazione più forte che emerge: voglio pensare che l'Accademia di Modena, l'Accademia dell'Esercito Italiano ha generato un continuum di cui siamo parte. Non siamo allievi del 148° o 150° Corso, noi apparteniamo a tutti i Corsi che si sono avvicendati e si avvicenderanno nel Palazzo Ducale di Modena. Noi apparteniamo all'Accademia, Noi apparteniamo all'Esercito Italiano. Come nel bellissimo film ambientato a West Point, " La lunga linea grigia", noi siamo una lunga linea, non so di quale colore, che continuerà a snodarsi ed a farsi ossatura del nostro Paese..
Carissimi amici, carissimi fratelli, pensiamo sempre a questo e poi sbattiamocene di quanti diranno che vigiliamo il Deserto dei Tartari. Quando costoro saranno scomparsi con tutte le loro miserie e meschinità, noi saremo ancora lì a vegliare sulla nostra Bandiera, sulla Nazione e sulla Sua gente.
Vi abbraccio tutti.
Vero Fazio.
Siamo Giovanni Pesce, Braganti Romeo e Buttarelli Giovanni, vorremmo contattare Leonardo Prizzi per una rimpatriata. Se Leonardo Prizzi è il tenente che nel 74 comandò il plottone di assaltatori del 4° Battaglione della caserma brunelleschi di Torino, per cortesia, contattateci!
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Pesce Giovanni 347 6103173
Braganti Romeo 0575741814