Non so che sensazione abbiano avuto quegli addetti ai lavori che come me hanno dovuto accontentarsi di vedere la tradizionale Sfilata militare che, ogni 2 giugno, si svolge su Via dei Fori Imperiali, per cui vi racconto o meglio, vi confesso la mia.
Premetto che quello che narrerò non vuole assolutamente sminuire l’impegno e la fatica degli organizzatori e dei protagonisti; impegno e fatica molto spesso negletti e rapidamente relegati nel dimenticatoio, salvo sottolineare pesantemente piccoli ed inevitabili errori come sciagure nazionali.
Quello che non sono riuscito proprio a capire perché si sia voluto usare l’aggettivo militare quando la componente militare vi ha recitato la parte del comprimario, sia sul terreno sia nei commenti televisivi. Quando ero ancora attivo e mi interessavo anche di queste cose, in una delle tante riunioni nelle stanze che contano, al tentativo di aumentare la componente con le stellette mi fu fatto notare giustamente che si trattava della festa della Repubblica e non solo delle FA, anche se queste ultime avrebbero avuto la parte del protagonista.
E’ vero che, da allora, non solo le FA difendono l’integrità repubblicana e, siccome non c'è più nessun nemico da cui difendersi, è giusto che tutte le altri componenti dello Stato che operano a difesa dell’incolumità pubblica abbiano i dovuti palcoscenico e plauso nazionali. Ma allora, togliamo l’aggettivo militare perché non ci azzecca proprio nulla; anzi, toglie lustro agli altri protagonisti!
E’ vero che manifestazioni di tal genere non servono più a mostrare i muscoli (ammesso che noi si sia stati mai in grado di farlo), come è vero che non è il caso di sperperare danaro in tempi di vacche magre come questi; però un elicottero uno, un aereo uno, una blindo una (di quelle che sono sulla Flaminia Vecchia, nemmeno tanto lontano), uno shelter trasmissioni uno, un mezzo del Genio uno...non credo che avrebbero inciso più di tanto: forse bastava un solo passaggio della PAN e qualche mezzo civile in meno per pareggiare o quasi i conti!
Ed invece, niente, assolutamente niente! Tutta la militarietà della sfilata si è concretata in due pezzi ippotrainati delle Voloire!!!
Mi si obietterà che così è politicamente corretto e mi sta pure bene, anche se non lo capisco; ma allora, ripeto, togliamo militare, così lo sarà ancor di più: facciamo un qualcosa che ricordi le FA, quasi le simuli, come nelle esercitazioni di allarme in caserma in cui tanti cartoncini di colore rigorosamente diverso simulavano dotazioni e scorte di ogni genere.
E passiamo alle riprese ed ai commenti televisivi.
Tutte le Autorità sono state riprese con primi piani perfetti, salvo quelle militari che entravano nello schermo solo se l’inquadratura riguardava le altre. Il Capo di SMD è stato citato per nome un paio di volte, gli altri di FA nemmeno una: però, si trattava di una sfilata militare! Il regista, forse poco fiducioso delle capacità di memoria dei telespettatori, continuava ad inquadrare sempre le stesse, anche quando stava sfilando una nuova formazione ed i commentatori subito pronti a farci notare un nuovo particolare, rispetto a quello di trenta secondi prima.
Ma quello che mi ha più convinto circa l’imprescindibilità e l’irreversibilità del politicamente corretto è stata l’ossessionante ripetizione del ruolo femminile nelle FA fatte di volontari; non voglio sembrare più maschilista di quanto non sia, però qualche maschietto ci sarà pure rimasto sotto le armi! E c’era la donna-Alfiere, la donna-pilota, la donna-parà, la donna-Comandante.... c’erano insomma delle FA in rapida femminilizzazione, certamente più politicamente correte della precedenti. Ma la chicca è stato il vasetto del mettere quale primo uomo a sinistra una donna, in modo tale che, nel corso dell’attenti a , fosse bene ed a lungo inquadrata; ed erano tutte belle ragazze, accuratamente truccate ed acconciate: neanche una buzzicona!
In conclusione, devo confessarvi la mia delusione; non perché non sia più che sacrosanto lasciare la scena a chi, come i rappresentanti della Protezione Civile (anche i militari vi concorrono, ma non sempre viene sottolineato) hanno dato prova di maestria, abnegazione, coraggio e tanto altro ancora; sono deluso perché pensavo, parafrasando l’amico Sandro , di essere un vecchio soldato e mi sono accorto di vivere in un mondo in cui sono solamente un soldato vecchio.
Ettore
Chiavarelli commenta:
Purtroppo condivido l’amarezza di Ettore e vi è un’altra considerazione da fare. Vigili del fuoco, Protezione civile, Croce Rossa, forze di polizia ecc.
sono costantemente sotto gli occhi della gente, operano in mezzo alla popolazione, le cronache parlano di loro continuamente.
Le Forze Armate no. Vigilano sulla sicurezza nazionale in posti inaccessibili o poco visibili, in Italia e all’estero. E’ raro che vengano visti soldati per le strade se non in casi eccezionali di supporto alle Forze di Polizia e alla Protezione Civile e sempre in ruoli subordinati, molto poco valorizzati dai media. Per contro il contributo alla conquista della libertà repubblicana e il
sacrificio di vite è incomparabilmente superiore. Di tutto ciò si teneva
conto un tempo ringraziando e salutando le Forze Armate una volta all’anno, il
2 giugno.
Oggi, invece, in questo mondo svirilizzato, dove si esorcizza la guerra non pronunciandone il nome e nascondendo le attività belliche, i soldati creano imbarazzo come la biancheria sporca esibita nel salotto buono.
Luigi Chiavarelli
Anche Sandro ci scrive:
Carissimi Oliviero ed Ettore , entrambi conoscete la mia posizione nei confronti dei "forum via etere".
Posizione di grande rispetto ma di riluttanza a parteciparvi, perché la mia "penna" non è tanto efficace da risultare piacevole per chi legge e, soprattutto, perché gli interlocutori - spesso celati sotto ermetici e ridicoli pseudonimi - mi piacerebbe guardarli negli occhi, piuttosto che immaginarne le repliche o le smorfie di sufficienza o di disappunto.
Tuttavia, questa volta ho deciso di superare la mia ritrosia e, visto che non è la prima volta che mi "stuzzicate", ho deciso di darvi un riscontro al condivisibilissimo commento di Ettore alla manifestazione dello scorso 2 giugno, perché è come se mi aveste toccato un "nervo scoperto".
Come vedete, lontana da me l'idea di definire "parata militare" ciò che non è andata oltre una modesta manifestazione, nella quale ha avuto un pò di visibilità anche qualche formazione di soldati.
Perché di questo si è trattato e la cosa non mi ha meravigliato più di tanto.
E allora, direte, perché il "nervo scoperto" ?
Nessuno più di voi conosce quel "perché", lo conosce da quando ha ricevuto la mia "lettera aperta" in occasione del nostro "Quarantennale", dalla quale Ettore trae spunto per parafrasarmi.
Parafrasi che mi lusinga, perché a distanza di molti mesi Ettore ancora ricorda le mie parole, modeste ma profondamente sentite allora come oggi.
Ma è proprio sulla parafrasi del " vecchio soldato/soldato vecchio" che Ettore fa a conclusione del suo scritto che non sono d'accordo.
Anzi, se la "manifestazione" dello scorso 2 giugno (insieme a quelle degli ultimissimi anni) ha avuto su di me un effetto positivo è stato proprio quello di farmi sentire un "vecchio soldato" e non un "soldato vecchio".
Infatti, chi, come me, ha avuto la fortuna di sfilare cinque volte in Via dei Fori Imperiali - quattro vote a piedi e una volta con la Bandiera di Guerra montata su cingoli - ha un'immagine della "parata militare" che nulla ha a che fare con la "mestizia da paese" che ci è stata propinata e, quindi, nel prendere le distanze da uno spettacolo che non gli appartiene, sente di essere stato parte di qualcos'altro e di ciò si sente orgoglioso, non certo superato.
Non voglio fare alcuna dietrologia né annoiare alcuno di voi con i ricordi del passato, ma vedere reparti striminziti che quasi non si notano nella straordinaria cornice dei Fori inevitabilmente rattrista troppo questo "vecchio soldato".
"Vecchio soldato" che, come voi, ha visto correre i Bersaglieri con formazioni da "18 x 18", con una fanfara che era più consistente di "quei quattro spiumettati" (lo dico con grandissimo affetto) che nella circostanza hanno rappresentato i figli di La Marmora, nonché con un Alfiere che era un tutt'uno con la Bandiera e che volava con sicurezza verso Piazza Venezia.
Tu, carissimo Ettore, hai citato molte cose che sono mancate, ma lasciami aggiungere, solo per amore di specialità, "un carrarmato uno, un semovente uno"...
Ma non è tutto e nemmeno ciò che conta di più! Fortunatamente non si è trattato di "una parata militare" (adesso sono volutamente ironico) altrimenti sarebbero ben altre le cose per le quali indignarsi.
Ad esempio, perché i Quadri della Polizia di Stato (che guardo con rispetto e ammirazione di cittadino) continuano ad indossare con l' uniforme della festa "Sciarpa Azzurra e Sciabola" ? Non hanno da tempo realizzato il loro processo di "smilitarizzazione" ? Non sono quelli i simboli che, insieme alle insegne di grado, contraddistinguono gli Ufficiali di una Forza Armata (non di un Corpo Armato dello Stato) ? E noi continuiamo ad accettarlo ?
Perché il Carabinieri del "Tuscania" - li guardo con un affetto profondissimo che deriva da molte attività che ho con loro condiviso - continuano a gridare "Folgore !" e ad indossare il basco amaranto? L'arma dei Carabinieri non ha fatto di tutto per divenire una Forza Armata autonoma, separata ed estranea all'Esercito? E il basco amaranto non è forse il simbolo della specialità paracadutista dell'Esercito? E noi continuiamo ad accettarlo? Si, lo accettiamo con la stessa acquiescenza con cui abbiamo accettato ( io mai!) che l'uso del basco nero fosse esteso anche ai piantoni dei Magazzini di Commissariato (massimo rispetto per loro), notoriamente molto addestrati ad operare con le unità corazzate.
E non voglio dilungarmi sulle scelte della regia - non mi riferisco a quella televisiva, ma a quella che ha concepito l'avvicendamento delle diverse formazioni - perché quanto a chiarezza e logica io non le avrei dato nemmeno "diciotto e palla".
Contestualmente, per quanto ha tratto con il commento ed il lavoro degli "speakers" la mia (anche qui molto personale) valutazione è "dieci alla Anzelmi", "nove al giornalista uomo" di cui non ricordo il nome e ... lascio perdere il resto per non avventurarmi nel quarto quadrante, che come noto, è quello dei numeri immaginari.
Concludo e lo faccio da "vecchio soldato" : ho assistito ad una "manifestazione" alla quale hanno partecipato alcuni militari, alla cui visibile e parziale marginalità ha fatto da contrappunto sulla Tribuna d'Onore, oltre ad una pletora di politici sovente militesenti, una schiera di rappresentanti di alto rango, impettiti (o quasi) in una vetrina ritenuta imperdibile ed importante come lo studio di "Porta a porta", anche loro propensi ad assomigliare sempre più alle foche (mi riferisco al disgustoso vezzo di applaudire e di applaudirsi per qualsiasi stupidaggine, ormai in uso per ogni circostanza, persino in chiesa dopo un funerale).
Non voglio andare oltre, ma mi chiedo cosa abbiano visto - ripeto, non solo quest'anno - da quella vetrina.
E mi chiedo anche di cosa si interessino e cosa facciano i Capi ed i Vice Capi di Gabinetto o i così detti Consiglieri Militari delle cariche politiche che contano, oltre ad essere un orpello al seguito delle stesse?
Domande alle quali un "vecchio soldato" non ha grande interesse a ricercare le risposte, per non essere nauseato da quell'ambiguità tipica di spiegazioni permeate di convenienza e farcite di compromessi, spiegazioni che invece risultano convincenti ed accettate dai "soldati vecchi".
Vi abbraccio entrambi con il fraterno affetto di sempre e non ... stuzzicatemi .
Sandro
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