martedì 17 novembre 2009

C'è ancora una "Una Acies" ???

Pubblichiamo integralmente la lettera di L. Leso, dalla quale Ettore ha preso spunto per "lanciare" la discussione:


Cari Amici e Colleghi
Carabinieri compresi? Ci dovremmo essere anche noi? Vorrei farvi considerare che l'Arma nel 2014 compie due secoli e ancora oggi i suoi ufficiali, prima provenienti dalle fila dell'Esercito, nascono a Modena insieme ai colleghi delle varie armi e servizi appunto dell'Esercito. Sembra, invece, che negli ultimi anni qualcuno di entrambe le istituzioni abbia fatto di tutto per ignorare questa realta' e per sottolineare le differenze e le divisioni. Vi cito solo a titolo di esempio una delle piu' recenti infelici iniziative che, secondo me, vanno in questa direzione. Lo sapevate che il Capocorso non puo' piu' essere un Allievo Ufficiale dei CC, come successo talvolta in passato senza alcuno scandalo. Il motivo, almeno ufficiale, sembra consista nel fatto che, essendo anche l'alfiere della Bandiera dell'Accademia, non potrebbe piu' portare legittimamente il drappo perche' esclusivo dell'Esercito. Come se questo non fosse la Bandiera dell'Istituto e quindi di tutti gli allievi,almeno italiani... Per parte mia sono felicissimo di aderire all'iniziativa, ma sarei ancora piu' contento se potessi constatare la fine di questi distinguo e sentirmi parte di tradizioni condivise. Scusate ma credo che l'Esercito dovrebbe essere fiero di aver inquadrato per tanti tanti anni l'Arma, cosi' come questa dovrebbe essere orgogliosa di avere fatto parte dell'Esercito...Scusate ma credo sia importante per noi tutti ex allievi dell'Accademia affrontare questo argomento per risolverlo insieme una volta per tutte...poi ben venga qualsiasi iniziativa comune.
un saluto caro
Leonardo Leso






A corollario della sua risposta positiva alla richiesta di adesione per la realizzazione di un Monumento all'Esercito italiano, uno dei nostri Carabinieri, Leonardo Leso, fa queste riflessioni, in merito ai problemi di relazione che da sempre caratterizzano i rapporti EI-CC.
Queste riflessioni sono drammaticamente vere perché investono la vita, la passione, l'anima di generazioni di Ufficiali che, per il solo fatto di aver trascorso due anni insieme, hanno stabilito legami di affetto e di stima reciproci che noi tutti abbiamo potuto verificare essere reali, solo un anno fa.
Ed invece sembra che, ora, il CapoCorso di un Corso d'Accademia possa essere solo un Allievo delle Varie Armi perché è l'unico "legittimato" ad essere Alfiere di una Bandiera che è ritenuta "esclusiva" dell'Esercito.

Dove va a finire il significato più sublime di quella ">Acies , una volta “meravigliosa”, che ci ha unito e che ci unisce ancora?
Ettore.



6 commenti:

  1. Luigi Chiavarelli18 nov 2009, 19:24:00

    Scusate ma non ho capito il senso della discussione. Quanto dice Leonardo Leso è giusto, lo condivido in pieno e il Capo Corso ci rappresenta tutti Esercito ed Arma....o no?. Non capisco dove sta il problema. Attendo chiarimenti.
    Luigi

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  2. Luigi Chiavarelli21 nov 2009, 10:56:00

    La pubblicazione dell'intero intervento di Leonardo Leso ha dato risposta ai miei dubbi.
    Non conoscevo l'infelice iniziativa di non consentire che un Allievo Carabiniere possa diventare Capo Corso. Mi sembra una vera idiozia frutto di una mentalità burocratica. Per quanto mi riguarda l'Una Acies esiste ed è forte e considero un privilegio avere come fratelli di Corso degli Ufficiali dei Carabinieri. L'Unione tra Esercito e Arma non solo è saldata dalla comune militanza tra le mura dell'Accademia ma soprattutto dal sangue versato insieme in tante vicende della storia Patria.
    Ora e sempre: UNA ACIES!

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  3. Caro Leso, ti conosco, ti rispetto e condivido pienamente quello che dici. Non conosco le motivazioni che hanno portato a tale decisione, ma, come sempre, per comprendere gli avvenimenti bisogna rifare un po' di storia. I compiti dell'Arma, BENEMERITA, nel tempo si sono ampliati, di molto, e questo ha portato l'Arma, naturalmente, ad essere onnipotente (più di ogni altra categoria). Una consapevolezza, tanto diffusa tra i componenti dell'Arma da considerare gli appartenenti alle altre FF AA di seconda scelta, lo si capisce in tanti comportamenti, anche nella vita sociale. Ma questo non deve meravigliare perchè è umano. Il distacco, a mio parere, ha origine dalla volontà dei vertici dell'Arma, che aspiravano al vertice di comando e reclamavano la propria autonomia, anche in virtù del fatto che ormai il vero Esercito siete voi, almeno numericamente. Così si è creata una frattura. Trovo naturale che ci siano comportamenti difensivi del proprio ruolo da parte delle altre FF AA. Non so se è vero, ma si era detto che la formazione degli ufficiali dell'Arma sarebbe avvenuta ancora nell'Accademia di Modena fino a che la stessa non fosse stata in grado di essere auonoma, anche in questo. Se è così "Una Acies" per noi vecchi è sempre valida, ma per i giovani esiste solo perchè siamo tutti italiani.
    Un saluto Suffoletta

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  4. Ettore Magliocchetti22 nov 2009, 09:08:00

    Quello che afferma Leonardo è sacrosanto; quello che afferma Giggione è etico; quello che afferma Zuff è la realtà, amara quanto si vuole, ma è la realtà.
    Purtroppo, la "fierezza" e "l'orgoglio" di una comune e sentita appartenenza credo che attengano solo a noi "vecchietti" che ancora ci crediamo e siamo pure pronti ad incavolarci se qualcuno osasse metterlo in dubbio.
    Certo che la questione del CapoCorso è un'emerita idiozia o, se vogliamo essere un pò catttivelli, quasi un dispettuccio sul modello di quelli che si fanno i bambini dell'asilo; l'attuale Comandante Generale era unanimemente riconosciuto come tale al nostro Corso Superiore di SM per le sue doti intellettuali, incofutabilmente superiori.
    Ma è anche anacronistico attagliare le storiche mura agli Allievi delle Varie Armi quando questi rappresentano solo una netta minoranza.
    Il fatto è che i tempi si sono evoluti; certo una Istituzione così ben strutturata, così capillarmente presente sul territorio, così versatile, così diciamolo chiaro e tono così potente non poteva continuare ad essere una "costola" di un Esercito, per giunta meno numeroso: come gli Allievi in Accademia!
    Personalemente non ci vedo niente di scandaloso, come mi rifiuto di pensare che i "caramba" considerino gli altri "di seconda scelta"; semplicemente, facciamo due mestieri diversi e che ciascuno faccia bene il suo senza impicciarsi in quello degli altri.
    Vi dirò di più; quando e se l'Arma sarà in grado di dodarsi di una sua accademia, non sarà certo per fare uno sgarbo all'Esercito ma semplicemente perchè potrà marcare ancora di più la sua raggiunta autonomia e formare i suoi Ufficiali secondo le proprie caratteristiche e le proprie esigenze.
    Non saremo o meglio, non saranno più "figli di un'unica schiera"; non ci saranno più comuni ricordi di giovanili, cameratesche appartenenze; il rispetto prenderà il posto dell'affetto, come avviene già ora, d'altronde, per la Polizia di Stato o per la Guardia di Finanza.
    Per noi non cambierà niente e quella "acies" sarà sempre "una e meravigliosa"; ma si sa: noi apparteniamo ad un passato che, però, amiamo tenerci caro e stretto!
    Un abbraccio, Ettore.

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  5. Caro Suffoletta
    intanto ciao. Spero tu stia bene ed altrettanto i tuoi cari. Ti rispondo con un po’ di ritardo da New York, dove sono da circa due mesi e dove, salvo contrordini, dovrei restare per un paio di anni. Premesso questo, ti dico subito che proprio il tenore del tuo intervento e’ la conferma che il problema che intendevo stigmatizzare c’e’ e come, soprattutto se si parte da presupposti secondo me sbagliati a cominciare da quelli “storici”.
    L’Arma dei Carabinieri non e’ mai stata “onnipotente”, meno che mai adesso: alcuni suoi compiti nel tempo si sono ridotti, altri sono addirittura scomparsi (ad esempio il servizio traduzioni detenuti e’ passato alla Polizia Penitenziaria, ma anche altri prima esclusivi ora sono condivisi con altre F.P., come gli importanti servizi di polizia giudiziaria). In pari misura sono diminuite e stanno costantemente diminuendo le nostre disponibilità organiche in proporzione alla contrazione delle risorse, all’aumento della popolazione e a quello di altre F.P. Devi considerare che i nostri numeri sono più o meno gli stessi da circa 20 anni e che, dall’unita’ d’Italia in poi, siamo l’unica forza di polizia presente su tutto il territorio nazionale e, per qualche anno, sia stati anche l’unica in senso assoluto.
    Convengo con te che la visibilità mediatica nella cronaca quotidiana da molti può essere considerata un “vantaggio sociale”, ma ciò e’ riconducibile alle particolari funzioni, non a chi le svolge.
    Invece non condivido affatto le tue considerazioni sugli ufficiali dell’Arma che mi sembrano generalizzare in modo arbitrario ed ingiusto un giudizio del tutto personale e soggettivo. In ogni caso credo che tu sappia come me che l’arroganza e l’imbecillità’ (appunto umane) albergano un po’ ovunque in abbondanza, quindi non mi meraviglio che tu possa averle riscontrate anche tra i CC. Il distacco dall’Esercito, per quanto ne so, non e’ avvenuto per la semplice volontà dei “vertici dell’Arma”. Un provvedimento di tale portata e’ stato il risultato di un processo lungo e molto travagliato, in cui sono intervenuti diversi fattori funzionali ed organizzativi, ma anche politici e soprattutto economici e finanziari. Un Comandante Generale, Federici, un gran Soldato, me ne parlò addirittura nel 1996, mentre comandavo il 1º Rgt. CC paracadutisti “Tuscania”, come sai allora inquadrato nella “Folgore”. Mi disse che la separazione era da lui considerata quasi inevitabile e, a quel punto, anche auspicabile. La notizia allora mi preoccupò e mi dispiacque. Il provvedimento divenne poi veramente indispensabile l’anno successivo, nel 1997, a seguito dell’approvazione della legge sul riordino degli alti vertici delle F.A. che assegnava il loro comando operativo al Capo di SMD ma, soprattutto, unificava i bilanci delle tre F.A., rendendo quindi inevitabile che i CC – che allora costituivano una parte seppure autonoma del bilancio dell’EI – facessero capo direttamente alla Difesa. Aggiungo infine che sin dal 1989 (anno della caduta del muro e della presunta fine della guerra…) lo SME, probabilmente per motivi di bilancio e appunto “difensivi”, aveva depennato da qualsiasi pianificazione operativa i reparti CC, anche quelli inquadrati nelle proprie G.U. (1º paracadutisti, 7º e 13º CC che assieme ad unità di cavalleria costituivano i GED rispettivamente del 4º e del 5º C.A.). Il cosiddetto “distacco” e’ poi avvenuto ben 11 anni dopo, nel 2000, su proposta di un altro grande Comandante Generale proveniente dall’Esercito, il Generale Siracusa. Purtroppo il provvedimento fu preceduto e seguito da un corollario di polemiche che, tra l’altro, videro l’allora Capo di SME reagire male ad alcune infelici dichiarazioni della nostra rappresentanza, tanto da fargli dimenticare di emanare anche solo un semplice ordine del giorno per salutare un’Arma che era stata parte importante dell’Esercito per ben 186 anni.
    Continua 1 di 2

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  6. 2 di 2
    Malgrado questo, dal 2000 ad oggi, di strada insieme ne abbiamo fatta ancora tanta, soprattutto nelle missioni all’estero, ciascuno con le proprie peculiari capacità ed ancora qualche invidiuzza, sempre brillantemente superata sul campo.
    I CC – come avrai notato – non hanno sostituito l’Esercito e, anzi, mi sembra sia avvenuto piuttosto il contrario, almeno per il concorso dato dai soldati all’ordine pubblico. L’Esercito, passato in corsa dalla leva ai volontari, non poteva che diminuire in termini numerici, ma e’ cresciuto enormemente sotto il profilo professionale ed ha ritrovato un proprio ruolo ed un prestigio che aveva ingiustamente ma inevitabilmente perso con il disastroso esito della 2^ GM.
    Oggi l’Arma viene alimentata in via quasi esclusiva da personale proveniente dell’Esercito che, a sua volta, può contare su volontari attratti anche dalla prospettiva di continuare la carriera nelle fila dell’Arma, in una simbiosi obbligata che di fatto mantiene e rafforza i legami tra due Istituzioni, a cui fanno capo la difesa e la sicurezza del nostro Paese. La cultura interforze e’ ormai diventata il presupposto e la condizione imprescindibile di ogni pur minima operazione militare. Perché quindi noi, che abbiamo ancora la fortuna ed il privilegio di nascere insieme come ufficiali dell’Esercito e dei Carabinieri a Modena (tra l’altro con notevoli ed imprescindibili economie per entrambi rispetto ad un’eventuale duplicazione), dovremmo gettare alle ortiche questa grande opportunità e con essa le nostre comuni radici e tradizioni, proprio il collante più forte di ogni compagine militare, in nome del solito distruttivo spirito di bottega?
    Noi siamo un Corso che ha un gran nome ed e’ iniziato nel 1968 in piena controtendenza ideologica. Cerchiamo quindi di continuare ad essere intelligenti, stiamo insieme e trasmettiamo questo valore ai giovani, anche nel ricordo della medaglia d’oro del nostro Corso, Emanuele Basile, e dei molti altri Soldati e Carabinieri che spesso insieme si sono sacrificati in pace e in guerra.
    Un abbraccio a te Zuff ed a tutti.
    Leonardo

    P.S. Ettore carissimo, se mi leggi, non cercare di dare ragione a tutti, si va più d’accordo se prima litighiamo…e quindi non mi rompere le palle con strazianti addii prematuri e nostri accostamenti ad altri che non fanno neanche parte delle Forze Armate….
    A parte gli scherzi ti voglio sempre bene
    Leonardo

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