martedì 24 novembre 2009

"Panem et circenses".

Il Romano antico che avesse avuto ambizioni di percorrere il cursus honorum non poteva esimersi dall’offrire ai suoi gaudenti e sfaticati concittadini spettacoli ludici per accaparrarsene i voti; si ricorreva agli spettacoli anche per celebrare vittorie militari di una certa rilevanza; e così facevano taluni Imperatori per far dimenticare ai cives che erano diventati “sudditi”.

Anfiteatri, circhi e teatri facevano bella mostra di sé, per soddisfare i raffinati gusti di quel populus che, a differenza dei suoi trucidi discendenti, non si limitava a riempire la curva Nord o quella Sud, bensì dimostrava appassionata competenza.

Man mano che il gagliardo “spirito repubblicano” si afflosciava –vuoi perché le guerre le facevano gli altri, vuoi perché era diventato noioso essere sempre seri- il popolo cominciò a pensare che uno stomaco sufficientemente pieno abbinato a giornate e mesi passati a divertirsi potevano essere, tutto sommato, un accettabile palliativo per la perdita della libertà o per la mancanza di lavoro.

Panem et circenses divenne quindi la panacea di una società totalmente diversa da quella che aveva fatto grande Roma, nonché l’espediente cui era facile ricorrere in caso di difficoltà.

Se per il pane provvedevano i fornai, ai circenses ci pensava una figura mitica nella Roma imperiale: il procurator.

Era, costui, un funzionario che provvedeva a rendere noti il motivo e la durata degli spettacoli o dei munera (con nomi e specializzazione dei gladiatori), eventuali altre “offerte” inserite nel “pacchetto” e connesse con le disponibilità di chi offriva; il tutto, rigorosamente inciso sui muri!

Questo salto nella Roma antica mi è servito per vedere se esistono analogie con quanto stiamo vivendo noi ai nostri giorni.

Oggi, sui muri, si scrivono altre amenità che attengono prevalentemente alla sfera sessuale o a quella sportiva dello scrittore e che, quasi mai, assurgono a livelli di decenza. Oggi, se si vuole lanciare messaggi, fare proseliti, insultare qualcuno, propagandare qualcosa basta ricorrere alla televisione, questa subdola e perfida imbonitrice che si insinua nelle menti di chi ascolta, abbonandogli anche la fatica di leggere.

Forse, non è tanto corretto parlare di panem, anche perché questo nobile alimento che ha provveduto a sfamare l’umanità per millenni è sempre più sostituito da altri che millantano chissà quali virtù dietetiche; io parlerei piuttosto di un qualcosa di immateriale come può essere il continuo ed assillante ricorso alla diffusione di determinate notizie, specie quando queste servono ad alleviare tensioni o a ridimensionare malcontenti o a spostare l’attenzione su cose decisamente più leggere. Se vogliamo, possiamo pure azzardarci a parlare di lavaggio del cervello.

I TG brulicano di “buone notizie” circa la salute della nostra economia, sull’attivismo governativo in ogni settore del Paese, sulla “tenuta” della maggioranza, sul beneficio per tutti della promulgazione di leggi che invece paiono essere solo per pochi intimi, sulla “bontà” delle banche nostrane, sul fatto che usciremo meglio e prima di tutti dalla crisi, sulle sfilate di moda, su......su una miriade di cose che, a forza di essere ripetute, finiscono per convincere lo spettatore generico medio che, alla fin fine, siamo stati proprio fortunati! Persino le batoste della Nazionale di rugby vengono proposte come successi, ancorché morali, nell’ottica del famoso aforisma romanesco :”m’ha menato ma sapessi quante jienò dette!”

Poi arrivano gli spettacoli che non saranno cruenti come quelli antichi ma sono di una pochezza di contenuti da far accapponare la pelle ad un coccodrillo. In un turbinio di “case”, di “isole”, di “amici”, di “domeniche” più o meno buone, di varietà che sono un monumento alla volgarità, alla rissosità ed all’insipienza, il cervello di quello spettatore generico medio (che poi deve essere pure in buona compagnia, stando agli indici di ascolto) è destinato ad un progressivo ed inarrestabile annichilimento che lo porterà al rimbambimento totale.

Non meravigliamoci, quindi, se il popolo italiano si preoccupa solo di telefonini, se ha il più alto grado di ignoranza del mondo civile, se si riempie di debiti per andare in vacanza o per frequentare una palestra o per rifarsi una tetta, se ha i suoi modelli di vita nelle “veline”o nei “calciatori”, se preferisce distruggersi nelle discoteche o nei rav-party.

Sono cambiati o meglio, sono mutati il panem e i circenses ma temo che il risultato sia anche peggiore.

Pensate che dietro tutto questo ci sia un procurator, magari anche due?!

Ciao a tutti,

Ettore.






Il nostro amico Sulmonese , dopo aver letto questo articolo dal Corriere della sera, ci ha richiesto di inserirlo sul blog, per vivacizzare, se mai ce ne fosse bisogno, la discussione.



"Polonia: presentata una legge per mettere al bando tutti i simboli del comunismo
Chiunque li utilizza o ne è in possesso potrebbe rischiare fino a 2 anni di carcere
"


Cosa ne pensate ??



(Q.d.B.)

14 commenti:

  1. Caro Ettore , magari ci fosse un procurator, almeno ci sarebbe, nel bene o nel male, una guida chiara per la nostra povera Italia ! Forse finirebbe quel chiasso sguaiato in cui ognuno e' padrone di dire la sua ( escluso il Papa naturalmente ): dalle prostitute ( escort!) ai trans e ai terroristi in cattedra, dai comitati per il NO a prescindere alle marce a difesa di qualcosa che non e' in pericolo , in quel furore " democratico, progressista e riformista" tanto caro a chi ha calpestato ogni principio di liberta' ed eguaglianza ovunque sia stato al potere.
    Forse cambierebbero anche le leggi che giustificano i misfatti piu' orrendi e concedono attenuanti e benefici ai colpevoli infischiandosene delle ragioni delle vittime e degli innocenti.
    Giovanni Papi

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  2. francesco miredi26 nov 2009, 19:41:00

    Carissimo Ettore
    Penso che il mondo sia pieno di procurator che per, capacità ed intelligenza, riescono ad allestire gli spettacoli che il popolo vuole vedere ma sei certo che ad essi si debba addebitare la responsabilità delle nefandezze così piacevolmente da te descritte?.
    Come tu stesso hai detto, le scelte, se pur indirizzate da coloro che sanno sfruttare le capacità del procurator (quelli si che sono pochi) sono fatte dal popolo e dai bisogni che esso percepisce come primari. Questi bisogni si concretizzano in ideologie, in anarchia, in apatia, in socialità o nell’egoismo più becero e la natura prescelta filtra gli imput provenienti dall’esterno al fine di accettare solo quelli con essa congruenti.
    Sarebbe facile atteggiarsi ad intellettualoide ed affermare che il successo di certi spettacoli televisivi sia determinato dalla pochezza culturale di coloro che formano l’audience ma il fenomeno è troppo diffuso per poterlo etichettare in maniera così semplicistica.
    E’ più verosimile credere che il confronto con la bassa normalità, fatta di litigi, insulti, volgarità etc. etc., sia più accettabile rispetto alla fatica di pensare e al pericolo di dover dire “forse sbaglio”.
    Non so se possa esistere un procurator capace di dare tutto ciò che auspica Giovanni – dall’esistenza del mondo non si ha notizia di simili personaggi – ma anche la voglia di mettersi totalmente “nel bene e nel male” nelle mani di un altro uomo al quale attribuire un assoluto potere di imperio può celare la volontà di inserirsi in una massa che, per la delega data, si senta priva di responsabilità; il nazismo, il fascismo ed il comunismo non sono stati imposti bensì voluti dal popolo il quale, visto i risultati, ha poi rinnegato questa scelta.
    I messaggi sublimali che, in ogni istante, ci bombardano hanno sempre il solo scopo di fornirci un credo creato da altri ma siamo ormai “scafati” a questo e sino a quando avremo la possibilità di pensare e agire in piena libertà potremo sempre fare qualcosa per migliorare il piccolo mondo che ci circonda; naturalmente si è veramente liberi quando si ha la capacità e la voglia di ascoltare gli altri.
    Ciao a tutti
    Francesco

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  3. Luigi Chiavarelli27 nov 2009, 00:50:00

    Francesco, mi permetto una piccola correzione:
    fascismo e nazismo sono stati voluti dal popolo (che, forse, poi si è pentito), il comunismo no. O ha preso il potere con la violenza o è stato portato nelle "stanze di bottoni" da fiduciose forze democratiche, eliminate subito dopo dai finti democratici rossi. Noi ci siamo arrivati ad un pelo nel 48 e nel 76.
    Un caro saluto.
    Luigi

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  4. Francesco Miredi27 nov 2009, 09:53:00

    Carissimo Luigi
    è la prima volta che mi confronto direttamente con te e questo mi fa immensamente piacere. Premettendo che non ho alcuna simpatia nei confronti di ogni potere dittatoriale, qualunque sia il suo colore, non credo ci siano state differenze nel processo di formazione e nell'ascesa al potere dei tre regimi.
    Tutti nascono da principi filosofici di organizzazione sociale; le idee comuniste sono state spesso collegate a gruppi religiosi mistici che, prima ancora di Marx, idealizzavano una società perfetta dominata dalla pace, dalla sicurezza, dallo spirito fraterno dove un'autorità centrale avrebbe provveduto a dispensare beni e concessioni.
    Su questi principi si basava il mondo dipinto dai due precursori del comunismo italiano, Tommaso Moro e Campanella, mentre l'ideologia opposta, che portò al nazismo e al fascismo, cominciò ad insinuarsi proprio alla Prima Internazionale socialista di Parigi, nel 1864, dove Prodhon (definito comunista anarchico) e Mazzini vennero fortemente contestati perchè diciararono che "il disegno di quei che, limitandosi alle questioni economiche, chiedono l'abolizione della proprietà individuale e l'ordinamento del comunismo, tocca l'estremo opposto, nega l'individuo, nega la libertà, chiude la via del progresso e impietra, per così dire, la società".
    Tutti arrivarono al potere spinti da una volontà popolare, espressa in maniera più o meno cruenta, alimentata dall'insoddisfazione sulla qualità della vita di quel particolare momento. Possiamo discutere (senza avere elementi certi sui quali confrontarci) sulla reale portata di quelle insoddisfazioni e sulla capacità mediatica di chi le alimentava ma ritorneremmo a parlare della "maturità" del popolo.
    Anche gli episodi del 48 e del 76, a cui ti riferisci, hanno visto gran parte del popolo italiano spingersi liberamente verso il regime comunista e, con particolare riferimento al 48, la sciagura è stata evitata non per ponderate cognizioni politiche ma per la paventata paura dell'avvento dell'anticristo; stessa strategia utilizzata, al contrario, 45 anni dopo.
    Ti abbraccio
    Francesco

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  5. Luigi Chiavarelli27 nov 2009, 18:59:00

    Caro Francesco,
    la tua analisi è corretta e approfondita e va molto oltre lo scopo del mio breve intervento.
    Il mio intendimento era di sottolineare come nazismo e fascismo fossero andati al potere dopo libere elezioni (*) e i due capi fossero stati chiamati a ricoprire gli incarichi di Cancelliere del Reich e di Presidente del Consiglio dalle competenti autorità cioè il presidente Hindemburg e Vittorio Emanuele III. Poi, come è noto, delle regole democratiche hanno fatto “carne di porco” ma questa è un’altra storia.
    I comunisti, al contrario, si sono sempre impossessati del potere con la forza molto spesso indossando panni democratici per essere accettati in coalizioni moderate per poi eliminare, fisicamente, i temporanei alleati e imporre la loro legge.
    Per quanto concerne il comunismo, mi sembra un po’ forzato accostarlo al comunismo cristiano, che si è manifestato e si manifesta ancora sia nelle comunità religiose sia in comunità laiche. La differenza principale e sostanziale è che il comunismo cristiano si ispira al vangelo, è del tutto volontario e rifugge la violenza, violenza che è invece una dominante della dottrina comunista.
    La creazione dell’”uomo nuovo”, mitico obiettivo comunista, mi sembra molto più ispirata alle teorie darwiniane: sottoponi un animale (l’animale uomo in questo caso) ad una pressione ambientale forte e continua e questo subirà delle mutazioni per adattarsi al nuovo ambiente. E’ chiaro che prima bisognava distruggere “l’uomo vecchio” e qui ci sono in parte riusciti (ho ancora negli occhi ex-iugoslavi e albanesi che sembravano dei lobotomizzati) ma oltre non sono andati.
    Ho una profonda repulsione per ogni dittatura ma, come avrai capito, quella comunista mi rimane particolarmente indigesta anche perché l’ideologia che l’ispira, sebbene condannata dalla storia come le altre due, continua a far danni.
    Un caro saluto.
    Luigi

    (*) In realtà la maggioranza i fascisti la raggiunsero alle elezioni del 24, cioè due anni dopo la “Marcia su Roma” che forzò la volontà del re..

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  6. Francesco Miredi27 nov 2009, 19:48:00

    Carissimo Luigi
    la tua precisazione sulla forma di ascesa al potere è storicamente corretta ma devi convenire con me che sia l'elevazione formale che l'autoproclamazione rivoluzionaria sono state, in tutti i casi, spinte e volute dal popolo.
    Da cristiano non potrò mai accostare il comunismo religioso a quello dittatoriale ma i gruppi mistici ai quali ho fatto riferimento e ai quali si sono ispirati i primi filosofi comunisti, anelavano ad una comunità ristretta e autoprotettiva ben lontana dalla visione prularistica e priva di confini di Gesù.
    Capisco le tue sensazioni perchè hai avuto modo di toccare con mano le conseguenze della cattiveria umana che si manifesta con simile barbaria quando l'uomo raggiunge la convizione ed il potere di poter distruggere fisicamente e interiormente ogni altro essere umano. Per questo dobbiamo sperare ed operare perchè ciò non avvenga mai più, qualunque sia il simbolo o il colore del partito al quale, in buona fede, diamo la nostra fiducia.
    Buona domenica
    Francesco

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  7. Carissimi Francesco e Luigi,
    scusate se intervengo di nuovo ma non posso trattenermi. Entrambi, con finalita' diverse, avete adombrato l'ipotesi che possa esistere un comunismo Cristiano : non e' possibile. A questo proposito consiglio di leggere il libro " Dall'aquila imperiale alla bandiera rossa " scritto dal Principe cosacco Piotr Krassnoff che ha vissuto la rivoluzione d'ottobre ( potete cercare la sua storia e la sua fine anche su internet ). L'autore, oltre ad altri spunti di riflessione utili a tutti, a proposito del comunismo Cristiano pubblicizzato fin da allora dai bolscevichi, ricorda che il Cristiano " ama il prossimo suo come se stesso", " non fa ad altri quello che non vorrebbe fosse fatto a lui " , " porge l'altra guancia " e " perdona le offese ricevute" : vi pare che i comunisti abbiano mai seguito questi principi?
    Un abbraccio ...Cristiano !
    Giovanni Papi

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  8. Luigi Chiavarelli28 nov 2009, 01:24:00

    Caro Giovanni,
    ti assicuro che non mi è venuto nemmeno nell'anticamera del cervello l'idea di accostare il Cristianesimo al comunismo, anzi la genia che meno sopporto sono proprio gli attuali "cattocomunisti" . Se ho dato questa impressione mi dispiace. Io la penso esattamente come te.
    Un abbraccio.
    Luigi

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  9. Francesco Miredi29 nov 2009, 12:20:00

    Ragazzi anch'io non avevo la minima intenzione di fare paragoni...sarebbe semplicemente folle oltre che scorretto.
    Il cristianesimo è amore, l'aberrazione del comunismo, del nazismo e del fascismo è sopraffazione, odio e cattiveria.
    Un abbraccio
    Francesco

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  10. Francesco Miredi30 nov 2009, 10:28:00

    Ritengo che sia una legge giusta così come lo sono state leggi simili in Italia e in Germania.
    Il comunismo è stata una sciaugura per i paesi dove ha governato perchè ha dimostrato l'utopia della dittatura proletaria e l'annichilimento della dignità umana ma, oggi, esiste qualcuno che professa o tenta di far risorgere quelle idee e quel modo di essere?
    Io penso che se dobbiamo alimentare una discussione sui principi filosofici parleremmo di area fritta.
    Pur non essendo studioso o esperto di startegia, ritengo quest'argomento un mero bersaglio apparente, non un pericolo, utilizzato da molti politici per distogliere l'attenzione dai veri problemi reali; non lasciamoci coinvolgere.
    Se, al conterrio, qualcuno pensa che ci sia un reale pericolo di ascesa al potere da parte di nostalgici stalisti, motivi le sue preoccupazioni e parliamone.
    Un abbraccio
    Francesco

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  11. Caro Francesco,
    il problema non e' il reale pericolo di ascesa al potere , ma il fatto che personaggi della sinistra dal passato di tesserati del PCI, oppure nei partitini che sopravvivono ancora sotto il simbolo della falce e martello ,vogliano dare lezioni di democrazia, liberta' e fratellanza agli altri ergendosi a eroi senza macchia . Al ventennale della caduta del muro di Berlino ho avvertito un chiasso assordante provocato da grida di gioia provenienti dai petti di chi aveva aderito agli ideali della politica sovietica , come se quella caduta fosse merito del PCI. E' vero che il nazismo e' stata una delle ideologie piu' aberranti , per i credenti e' facile identificarla con la personificazione del demonio sulla terra, come in maniera piu' blanda , all'italiana, lo e' stato il fascismo ma, per la verita', di veri ex fascisti non ce ne sono molti in giro eppure in certi ambienti ci si preoccupa della deriva fascista che ci sarebbe in Italia. Sono anni che l'opinione pubblica e' bombardata da esecrazioni per i regimi totalitari pero' a senso unico come se non fossero degne di attenzione le stragi come quelle di Katyn, dei gulag, della Cambogia , delle purghe di Stalin dove morirono piu' comunisti italiani di quelli morti durante il regime fascista, delle foibe e del destino dei profughi istriani e potrei continuare per ore. Per finire quello che indispone me e anche altri e' il fatto che quello che e' avvenuto fino a pochi anni fa non conta mentre invece quello che e' avvenuto fino al 1945 ha una importanza fondamentale ancora oggi. Spero di essere stato comprensibile e ti saluto caramente.
    Giovanni Papi

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  12. Francesco Miredi30 nov 2009, 17:55:00

    Carissimo Giovanni
    quando avevo parlato di Bondi e Capezzone eri intervenuto riportando il caso Mastella e questo mi aveva fatto molto piacere perchè avevi dimostrato che non ti interessava portare avanti un interesse di partito (o meglio di fazione) bensì una tua personale idea.
    Sono tanti i personaggi che sino a ieri hanno idealizzato un simbolo ed oggi si professano estranei ai risultati di quel simbolo ma non credo che arrabbiarsi per le loro sceneggiate possa servire a qualcosa.
    Al contrario, la rabbia può distogliere le attenzioni dalle questioni concrete e portarci su una strada diversa da quella che avremmo voluto intraprendere.
    Gli estremisti convinti, in un contesto internazionale come quello attuale, si sono isolati da soli; gli altri hanno fatto buon viso e cattivo gioco e, sino a quando il popolo darà loro fiducia, dobbiamo tenerceli controllando e criticando quello che fanno, non quello che pensano (a noi sconosciuto).
    Ti abbraccio
    Francesco

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  13. Caro Francesco, io credo di non portare avanti alcun interesse di partito in quanto trovo difficile ricoscermi in qualcuno degli attuali. Se lo facessi potrei rispondere , celiando, che ,oltre la trave negli occhi altrui vedo anche la pagliuzza nei miei, ma non e' il caso di ribaltare le parole del Vangelo.Quello che risulta difficle accettare e' che da oltre mezzo secolo la verita' e' sempre dalla stessa parte e sempre nelle stesse persone che rimangono al loro posto cambiando solo il nome sulla targa fuori del palazzo.In questa ottica io addebito come piu' grave il fatto che Mastella sia stato accolto piuttosto che il suo interessato cambio di rotta.Potrei anche ricordare che il Premio Nobel Dario Fo e' stato un sottufficiale di una unita' (paracadutista, credo)della R.S.I. ma non e' la singola persona che caratterizza il fenomeno. bensi' l'atteggiamento generalizzato di una classe dirigente . Per me finisce qui . Un saluto .
    Giovanni Papi

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  14. Francesco Miredi1 dic 2009, 09:00:00

    Caro Giovanni comprendo e concordo con queste tue ultime considerazioni.
    Alla prossima
    Francesco

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