martedì 26 aprile 2011
Non prendiamoci più in giro!!!
Prendo spunto da quanto le cronache ci hanno riferito circa le manifestazioni celebrative di ieri, 25 aprile, Anniversario della Liberazione.
Abbiamo assistito a scene in cui imperavano fischi e pernacchie che facevano passare in secondo ordine i discorsi ufficiali, come al solito stracolmi di retorica e di ipocrisia, fatta eccezione per le parole del Presidente della Repubblica che sono state un’ulteriore dimostrazione del Suo lodevole sforzo di essere il Presidente di un Paese civile.
Ma, a ben pensarci, ieri non è stato un caso isolato, sai di quelli che possono anche capitare in momenti particolari: la classica eccezione che conferma la regola. No, ieri è stata la conferma di un andazzo che è figlio diretto dello sfasciume ideale che si è oramai impossessato dell’ italica gente a tutti i livelli.
La ignominiosa gazzarra che ha fatto da contorno al 17 marzo ne è la conferma più lampante e più recente; come lo è il fatto che addirittura dei Ministri in carica disertino la parata del 2 giugno; come lo è il diffuso disinteresse che incornicia il 4 novembre.
Ma allora, mi e vi chiedo: che senso ha continuare a prenderci in giro (ed a spender fior fior di quattrini) con queste “Ricorrenze” che si celebrano solo per smarcarle sul calendario? Non sarebbe meglio, meno umiliante e meno ipocrita (oltre che meno costoso) celebrarle al chiuso di qualche aulico Palazzo e solo per pochi intimi? Non sarebbe meglio smetterla di prenderci in giro e dichiarare ufficialmente che al 90% degli Italiani (politicanti in testa) di tutto quello che esse rappresentano non gliene pò fregà de meno?
Scusatemi lo sfogo ma ho la presunzione e l’orgoglio di appartenere e di rivolgermi a quel 10 % che ancora ci crede!
Un abbraccione a tutti,
Ettore.
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Ho atteso alcuni giorni prima di rispondere perchè volevo leggere altri pareri, ma visto che nessuno parla espongo la mia idea suffragata anche dall'esperienza che sto attualmente vivendo.
RispondiEliminaSono convinto che se la Lega non avesse osteggiato apertamente le celebrazioni del 150° la ricorrenza sarebbe passata quasi inosservata nel Bel Paese, preoccupato solo di eccitarsi nel momento in cui gioca la nazionale di calcio. Quindi con rammarico devo dire: grazie Bossi e compagni, siete riuscite a risvegliare (in parte) il sentimento di unità nazionale.
Passiamo al 25 aprile, che essendo caduto nel giorno di Pasquetta è stato celebrato in tono minore: vince sempre la gita fuori porta! Ma di questa ricorrenza avrei molto altro da dire è da sempre appannaggio esclusivo di una ben determinata parte politica che impedisce alle altre componenti della guerra di Liberazione di esprimere le proprie considerazioni. Molto meglio di me si esprime Giampaolo Pansa nella prefazione al suo libro "I vinti non dimenticano": "dobbiamo considerare una festa unitariail 25 aprile? dobbiamo celebrarla tutti insieme democratici e postcomunisti liberali contrari ad ogni dittatura e staliniani falliti, cittadini che ricordano il 25 aprile come l'inizio della democrazia repubblicana, e quelli che lo giudicano soltanto la misera tappa di un cammino rivoluzionario interrotto e strillano ancora alla Reistenza incompiuta. Non è strano andare in piazza l'uno accanto all'altro...
Per concludere darei un premio a quel collega che ad Aosta ha fatto andar via dalla Piazza il reparto armato che aveva partecipato alla cerimonia del 25 aprile quando il rappresentante dell'ANPI (un ragazzo di 18 anni) ha iniziato il solito discorso politico contro l'attuale governo. Se non ricordo male ha solamente applicato le disposizioni che regolavano la partecipazione di reparti alle varie cerimonie.
In compenso l'unica vittoria italiana della storia, il 4 novembre, viene lasciata nel dimenticatoio: siamo sempre meno a festeggiarla!