martedì 12 aprile 2011

Riflettiamo


Nel mio ultimo intervento ho dichiarato la mia adesione ad una posizione intransigente che bloccasse i clandestini, non profughi, all’ingresso delle nostre acque territoriali.
Ettore ha espresso la sua contrarietà a questa linea di pensiero definendola irrealizzabile e ha auspicato che il controllo e lo smistamento degli immigrati avvenisse a terra.
Certamente, da un punto di vista umanitario, la linea di condotta proposta da Ettore si addice molto di più ad un paese civile quale dovrebbe essere il nostro ma quanto essa può considerarsi efficace?
La posizione degli altri paesi europei, con la Francia in testa, è stata perentoria e la non accettazione dei permessi di soggiorno temporanei, almeno dal punto di vista giuridico, a mio avviso non è censurabile.
Questo tipo di permesso, infatti, è regolato dalla Direttiva 2001/55/CE del Consiglio del 20 luglio 2001 che prese spunto da una risoluzione, adottata dallo stesso Consiglio in data 25 settembre 1995, relativa alla ripartizione degli oneri relativi all’accoglienza ed al soggiorno, a titolo temporaneo, degli sfollati a causa del conflitto nell’ex Jugoslavia.
I presupposti essenziali per l’applicazione della Direttiva riguardano sia la tipologia degli “sfollati” che la temporaneità della protezione la quale deve essere garantita dai paesi che concedono il permesso. La normativa è facilmente rintracciabile tramite internet e coloro che avranno voglia di leggersela converranno che quanto asserito da Cecilia Malmstrom, commissaria europea agli affari interni, non fa una grinza.
Il risultato finale è che stiamo subendo una reale invasione del nostro territorio, da parte di una massa eterogenea e con scopi sconosciuti, alla quale abbiamo risposto emettendo titoli disconosciuti e quindi illegittimi negli altri paesi europei.
Credo che l’età e la conseguente consapevolezza di avvicinarmi sempre più al grande incontro mi abbia reso più incline a considerare i bisogni altrui e, quindi, “più buono” ma vorrei che la carità fosse un atto spontaneo, non imposto. Possiedo una casa a S. Pietro in Bevagna, località marina frazione di Manduria, che ha già subito alcuni furti e che ora necessita di un controllo permanente perché la situazione, in quella zona, è totalmente diversa da come viene raccontata. I campi che contengono verdura e frutta commestibili sono stati letteralmente invasi e distrutti mentre la paura e la rabbia dei locali sta sovvertendo ogni principio di ospitalità che è sempre stato un vanto per i pugliesi.
Francesco

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