sabato 17 settembre 2011

In un tempo non lontano


In un tempo non lontano, dimostrandomi ingeneroso ed " arrabbiato " con quei pochi di Noi che contribuiscono a tenere in piedi questo bello strumento mediatico, utile alla coesione del 150° “Montello”, mi ritirai indignato perché nessuno intendeva gridare insieme a me contro questo scassatissimo mondo nel quale siamo costretti ad essere spettatori e, per le condizioni personali, a vivere.
Ritorno sull' argomento, non perché cerchi la condivisione delle mie idee: so che molti la pensano nello stesso modo ma nessuno , poi, intende presentarsi per fare l' unica cosa che , allora, vi proponevo. Lo faccio per fare, come molti oggi fanno nelle loro coscienze, un esercizio di protesta e di meraviglia.
Sono Italiano, sono sempre stato rispettoso delle Regole, ho servito la Patria, sono , da sempre, un moderato .
Protesto e mi meraviglio perché dall' Italia che mi appartiene e di cui faccio parte, dal mondo dei benpensanti, da quell' appartenenza silenziosa di cui Voi tutti fate parte , nessuno ha inteso “gridare” la vergogna alla quale un uomo bugiardo sta assoggettando l' Italia.
Nessuno ha sinora precisato che le strade per interrompere lo strapotere dei soldi, dell' inganno, delle incompatibilità tra il malaffare - al quale le cronache giudiziarie ci hanno abituato - e la Politica non possono risiedere nei Palazzi istituzionali. Nessuno ha, sinora, precisato che in quei Palazzi ove lietamente e lautamente siedono tantissimi galantuomini, non vi e' posto per i delinquenti di cui sono vicini di scranno. Nessuno ha indotto gli altri a fare il bel gesto del passo indietro: palazzo infetto, mi dimetto. Nessuno, dal mondo cattolico, nessuno da quello liberale, ha sottolineato che il fallimento di Berlusconi, di cui per anni sono stato silenzioso ammiratore, e' il fallimento della Destra, e' il fallimento dei benpensanti, è la morte di una Nazione che , invecchiatasi intorno alle rendite di posizione, alla sopraffazione dei poteri di comodo, comunque si chiamino e dovunque siedano i loro Grandi Maestri, non può che avviarsi ad essere nuovamente occupata dai barbari.
Il fallimento, l' affievolimento prima e la scomparsa dopo dei valori in tanti nostri governanti, il minimo " movimentismo " delle idee dei giovani, dei quarantenni e dei cinquantenni, la mancanza di speranza, la distruzione da parte di tanti dell' essenza del nostro Credere: legalità , merito, giustizia, responsabilità, equità sociale, equilibrio, eleganza dei comportamenti, signorilità nelle relazioni , richiedono un nuovo Spirito unitario , richiedono un ' assunzione di impegni verso Ciò di cui noi siamo stati e siamo gelosi custodi: la Democrazia.
Il silenzio dei benpensanti, il nostro silenzio, la sta affondando e sta contribuendo a renderci complici; non del malaffare ma , certamente , nell' ignavia e nella insensibilità , di chi può e non fa, di chi sa e non dice, di chi, come certi magistrati, usa il potere di cui dispone in modo strumentale ed arrogante, accrescendo la confusione e contribuendo a rendere sempre meno credibili i limiti costituzionali della suddivisione dei poteri.
Vi sentite complici ed uguali a questa genia di affaristi, anche quelli che sapendo non parlano lo sono, o , finalmente volete cominciare a sussurrare ?
Per ora, gridando il mio Amore per l' Italia, vi abbraccio Tutti
Carlo Minchiotti .

14 commenti:

  1. Lo so, Carletto, ma lascia ancora più perplessi vedere atteggiamenti moralistici da parte di un segretario di partito il cui capo della segreteria è accusato di avere intascato tangenti miliardarie per il partito stesso e di tanti altri che, da buoni farisei, vedono i peccati altrui, ma non i propri. E questo, credimi, non per difendere nessuno, tantomeno Berlusconi. Ovunque tu guardi..comunque, non si intravedono grandi alternative! Però,ti prego, non volemene e consentimi un piccolo suggerimento affettuoso:Ti preferirei un po' meno retorico ed autocelebrativo.
    Un abbraccio. Carlo MORI

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  2. Quello che dice Carletto è, per me, sacrosanto: la fotografia impietosa e spietata di un declino etico che non ha precedenti nella Storia recente, in nessuna parte del mondo.
    Scusami, Carlino, ma il fatto, esecrabile quanto vuoi, da te ricordato e quella che è, invece, la cruda realtà che stiamo subendo sono due cose incommensurabili, di gravità enormemente differenti, certamente non paragonabili; se mi passi la figura retorica, da una parte c'è il Male e dall'altra c'è il male!
    Ma non voglio entrare in questa diatriba à trois, almeno per ora; quello che mi interessa, invece, è raccontare le conseguenze che hanno prodotto in me questi lunghi anni di "monarchia plutocratica".
    Anche se il buon Oliviero continua a ripetermi che non c'è bisogno che lo dica ogni volta, io sono, da sempre, "uno di Destra".
    Uno che vede il mondo retto da determinati Valori; che percepisce i rapporti sociali come espressione massima del cervello e del cuore umani; che si sente un liberale ed un liberista.
    Ci sono andato avanti oltre quaranta anni con questo schema che fungeva, al contempo, da scudo e da spada; quanranta e più anni in cui ho trovato dei refernti politici a questo mio intendere la vita socio-politica; quaranta e più anni in cui sono stato convinto di essere abbastanza attrezzato per andare avanti.
    Ora, non più!
    Ora, non ho più referenti; ora la "mia" è sttata sostituita da un'altra destra (con la minuscola): è stata fagogitata dal qualunquismo, dall'inganno, dalla caduta verticale di ogni sostegno morale che le desse dignità e credibilità, dalla sostituzione "dell'essere" con "l'apparire", non importa come.
    Ora, mi sento scippato di quello che tuttora ritengo essere un patrimonio ideale che ha sostenuto intere generazioni, dando loro una dignità di vita; non dico che fosse la personificazione del Vero ma, almeno, ERA qualcosa capace di annerchiare cuori e cervelli, piuttosto che altri organi.
    Ora, mi sento come uno che non ha più un'identità, quel qualcosa che ti fa distinguere dagli altri e ti induce a collocarti su una barricata piuttosto che su un'altra.
    Ora, sono un anonimo ideale, un errante nel deserto che lo circonda, uno che potrebbe cominciare a pensare:"ma che ho vissuto a fà?!"
    Non ho voluto essere autocelebrativo: Vi ho voluto solo compartecipi della mia delusione.
    Un abbraccio a Tutti,
    Ettore.

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  3. Va be' Ettore(..errante nel deserto...) hai ragione anche tu, ma, per favore, dai, non esageriamo....La nostra dignità non ce la può togliere nessuno, nè tantomeno le cose più belle che abbiamo costruito, famiglia inclusa, quindi...vediamo cosa succede e regoliamoci di conseguenza al momento opportuno,coerenti con i nostri pensieri e le nostre idee di sempre, scegliendo per il meglio o quello che riterremo tale (senza scomodare concetti troppo importanti per le modeste diatribe politiche di questo momento). Un abbraccio. Carlo MORI

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  4. Caro Ettore, questa volta mi hai commosso : hai saputo esprimere pienamente quello che mi affligge da qualche anno. E' proprio vero : adesso in Italia manca una vera Destra , credibile e che non ha paura delle sue radici. Ma tu pensa a che punto siamo arrivati: quelli che una volta disprezzavano il Tricolore , oggi, per motivi squisitamente di interesse, si assurgono a dfensori del Vessillo di fronte al quale , ai nostri tempi, si rifiutavano di prestare Giuramento di fedelta' alla Patria. Aridatece Almirante !!!!! Un abrraccio virile. Giovanni

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  5. Francesco Miredi19 set 2011, 09:57:00

    Con piacere ritorno a parlare di "politica" portando gli interlocutori su un terreno un po' più razionale. Io non credo che possa definirsi di destra chi dà il voto a una colazione dove si predica la seccessione e l'acquisto dei voti con l'uso di denaro pubblico o con festini e non credo che si possa definire di sinistra chi predica demagogia o auspica la liberalizzazione totale delle professioni o tende ad agevolare le cooperative di un solo colore. Il problema è proprio questo: da anni, con il bipolarismo, tutti siamo stati costretti ad esprimere una preferenza forzata che non ha niente a chè vedere con l'intima convinzione ideologica politica. Ciò che oggi è in crisi non può certo essere l'ideologia che, in quanto astratta, resta integra; sono gli uomini che hanno cavalcato l'ideologia che, col tempo, hanno mostrato la loro vera natura. Berlusconi non ha fatto nulla per promuovere una economia liberale ed ha rappresentato un modo di essere non certo degno della fiducia istituzionale ricoperta ma se oggi dovessimo essere chiamati al voto, gran parte degli italiani lo voterebbero ancora perchè è considerato un uomo di destra, un anti comunista, e la scelta potrebbe anche essere giustificata perchè, in fondo, esiste un'unica alternativa formata da verdi, comunisti, giustizialisti etc. etc.
    Dobbiamo, quindi, sperare che cambi la legge elettorale (probabilmente ritornerei a votare per un partito eternamente minoritario) oppure, analizzando oggettivamente quanto fatto dalla maggioranza di turno, decidere fra il continuare ad avere le stesse cose o il provare a cambiare. Io rivorrei Almirante, Berlinguer, Malagodi, U. La Malfa, Moro e invece mi ritrovo Berlusconi, Gasparri, La Russa, Vendola, Di Pietro, Alfano etc. etc....cosa dovrei fare, scegliere di non votare e chiudermi in un eremo a decantare il decadimento morale? no...preferisco mettere da parte l'ideologia e le frustazioni cercando di cambiare le cose con i mezzi leciti a disposizione: la parola ed il voto.
    Un abbraccio
    Francesco

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  6. Caro Francesco,
    tu, da perfetto interprete del pragmatismo più crudo, ti rifiuti di passare il resto della vita a fare l'anacoreta sdegnato della china su cui sta, inesorabilmente, scivolando la nostra società.
    Nel tuo pensiero, c'è un'indubbia dose di vero ma c'è anche una pericolosa percentuale di nostalgico idealismo (come c'è in me!) che impedisce di individuare l'uomo giusto (o il meno peggio) cui affidare il timone di questa "nave senza nocchiero in gran tempesta".
    Visto che vuoi metterla sul pragmatismo, ti chiedo: acclarato che gli Uomini che hai evocato sono stati sotituiti dagli ominicchi attuali, a chi dovremmo dare il nostro voto?!
    Ed in base a quale "credo" (meglio non parlare di "ideologie"!) dovremmo darglielo?!
    Tu esecri il bipolarismo, spero solo per la distorta applicazione che siamo, sono riusciti a farne; ma se ci pensi bene, in condizioni normali, affidato a persone normali, in un Paese normale, non è che sia poi il "male politico" per eccellenza!
    Sempre in quel contesto di "normalità", potrebbe essere la base, il trampolino per un sistema bi/tri partitico come avviene in tutti i Paesi "normali" del mondo.
    Non "poli", quindi, bensì "partiti": contenitori e gestori di Idee e, tu mi insegni, che sono le Idee che muovono il mondondo, oltre che le coscienze.
    Un abbraccio,
    Ettore.

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  7. Francesco Miredi19 set 2011, 17:41:00

    Carissimo Ettore il bipolarismo funziona in tutti i paesi dove è applicato tranne che nel nostro e la mia, purtroppo, è un'amara constatazione. Il mio pragmatismo, applicato alle condizioni attuali, mi porta a dover scegliere fra Berlusni o Bersani e, analizzando ciò che è stato fatto, non posso che scegliere il secondo mettendo da parte completamente la mia ideologia socio/politica repubblicana, moderata e liberale.
    Certamente se ritornassero ad avere peso i partiti e chi li rappresenta, sceglierei quello più vicino ai miei pensieri.
    Francesco

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  8. Alle omelie savonaroliane preferisco il pragmatismo di Francesco, anche se ancora oggi, in assenza di altre (e vere) alternative, probabilmente farei una scelta diversa dalla sua (Francesco: che Pena(ti) questo Bersani!).

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  9. Francesco Miredi20 set 2011, 18:01:00

    Caro Gino, l'ho conosciuto una volta e quando gli ho stretto la mano l'ho sentita sudaticcia e viscida. Nel suo caso, però, l'indagine è ancora in corso e il cambiamento odierno da parte degli accusatori (la corruzione è venuta dopo Penati) è un punto a suo favore. Noto, comunque, che il suo partito di appartenenza non lo difende ad oltranza (questa notte ho sentito alla RAi il giornalista barbuto e ciccione, nonchè ex comunista, che affermava che Berlusconi è un buono e che ha aiutato Tarantini perchè amico in difficoltà) e anche questo è un punto a loro favore. In ogni caso, se al posto di Bersani ci fosse una giovane alternativa come Rienzi, penso che ci troveremmo d'accordo sul voto.
    Un abbraccio
    Francesco

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  10. Ragazzi, anche se mi riuscirà difficile, mi sforzerò di essere un tantino pragmatico, nonostante il probabile impedimento della mia natura (una volta, il buon Oliviero mi disse che ero nato nel secolo sbagliato!).
    Sono contento che si sia tornati a scambiarci i ripsettivi punti di vista su argomenti che ci riguardano e che, vista l'età (salvo Gino ed i guaglioni come lui), dovremmo essere in grado di affrontare con serenità, obiettività e magari un pò di competenza.
    In merito e considerata la generalizzata pochezza dei cosiddetti "rappresentanti del popolo", eviterei di indicare personaggi con nome e cognome; preferirei rimanere nel campo delle Idee, delle speranze, delle prospettive, senza sbilanciarmi ad indicare "uomini della Provvidenza", con il rischio di essere smentito subito dopo da fatti terrificanti.
    Proprio in questa ottica, caro Francesco, dissento dalla tua benevola affermazione circa la non-difesa "ad oltranza" da parte del partito di appartenenza di quel signore.
    Se, in quel partito, ci fossero ancora coloro che avevavo fatto della "diversità morale" un dogma, quel signore lì non sarebbe stato solo "sospeso" ma espulso con infamia, dato che non avevano a portata di mano la Siberia!
    Un abbraccio,
    Ettore.

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  11. Caro Ettore, sono 43 anni che ti conosco e sono altrettanti anni che ti atteggi a Grande Vecchio. Non so se la vecchiaia è di per sè un merito o una dote (quando ci arriverò vi farò sapere il mio parere). Ma sarà forse per questo che Berlusconi, che è sicuramente il più vecchio di tutti voi, sembra essere anche....il più dotato (ogni doppio senso NON è puramente casuale)!!!!
    Gino

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  12. Caro Gino, a cosa ti riferisci quando scrivi che Ettore si atteggia a Grande Vecchio? Fai riferimento forse all'ultimo suo commento?

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  13. Ovviamente, come spero sia altrettanto ovvio che sto scherzando. Spero che il Vecchio non se la prenda, anche se, si sa, i vecchi sono spesso permalosi.

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  14. Gino carissimo,
    meno male che siamo ancora capaci di scherzare!
    Non è l'anagrafe a farci "vecchi": lo diventiamo noi, anche a vent'anni, quando non siamo più capaci di scherzare!
    Un grazie con abbraccio,
    Ettore.

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