venerdì 30 settembre 2011

A volte.....


A volte …
un macigno, che il fato ha rubato a Dio, ti schiaccia senza pietà. A volte due fulmini, anch'essi rubati al Cielo, ti accecano e i tuoni che seguono ti assordano. A volte il freddo che ti assale è così intenso che le tue lacrime si congelano e, scivolando sul viso, ti lacerano le gote. A volte l'ingiusta malasorte che ti assale è cosi opprimente che non riesci a sopportare lo sguardo sofferente di chi ti ama, che non riesci a sanare le loro ferite, a far tacere le loro paure, a regalare loro un granello di serenità. A volte il dolore delle persone che ami è così intenso che invochi Dio di aiutarti a vincere la tua impotenza. A volte vorresti cantare, pregare ma il cuore non vuole ascoltarti e non sa seguirti. A volte cammini sui sassi, verso un muro sempre più alto, spinto da un vento che non vuole concederti una tregua, che non vuole restituirti il tuo antico sorriso. A volte tendi la mano a Dio perché ti aiuti a sperare mentre combatti una guerra impossibile dentro di te. A volte chiedi la mano a Dio perché ti aiuti mentre stai perdendo la tua guerra. A volte supplichi la notte perché si faccia luce facendo fuggire ogni dolore. A volte il tuo petto è pesante di stanchezza perché il tuo cuore è duro come la roccia. A volte ti allontani da te e da tutti, maledici te stesso e il mondo, rinneghi il tuo prossimo e Dio, senza nemmeno aspettare il primo canto del gallo. A volte cerchi invano un segno di speranza e ti arrendi sperando solo che il tuo respiro si fermi.

Ma poi …
arriva un momento in cui il tuo senso di solitudine si scansa, le tue lacrime diventano calde, il tuo respiro ritrova un ritmo regolare. Solo allora senti che il tuo orgoglio deve cedere il passo alle tue necessità; chiami un amico ... gli apri il tuo cuore. E così il vento diventa tuo complice: trasporta una musica, un coro … un tam tam che bussa in cento case, in cento cuori. Così le porte si aprono a un ritornello: aiuta un amico, non fare domande, non giudicare, solo ascolta il tuo cuore. Così una mano, cento mani sollevano quel macigno riportandolo a Dio perché non faccia più male. Così una mano, cento mani disegnano per te una valle colorata di un arcobaleno di pace. Così una mano, cento mani ti regalano una carezza, cento carezze. Così una voce, cento voci cantano più forte dei tuoni, spazzando il cielo da nuvole e fulmini. Così le parole di un Amico, di cento Amici sono così suadenti e forti che entrano nel cuore e sciolgono la roccia che lo rendeva pesante. Così un Amico, cento Amici trascinano per te i raggi del sole perché ti scaldino. Così un Amico, cento Amici intonano il canto della serenità perché tu lo segua con tutta la tua voce e con il cuore finalmente leggero.

E così poi una forza invisibile spinge la tua mano a carezzare le persone che ami. E' cosi poi il tuo sguardo è così intenso, le tue mani così innamorate che il tuo sguardo e le tue mani alleviano il dolore delle persone che ami. E' così poi che una forza misteriosa ti porta in chiesa, dove trovi Dio che ti tende le mani facendoti accettare la vita ornata, per te come per tutti, di felicità e dolore, di speranza e rassegnazione. E così poi senti ancora il canto del gallo … allegoria di una nuova alleanza con il Cielo. E così poi comprendi che tu sei sempre tu con le tue ricchezze e le tue miserie, con il tuo oblio e la tua memoria, con il tuo destino e la tua architettura, con le tue fortune e le tue sfortune. E finalmente così capisci ancora una volta che gli Amici sono sempre gli Amici, pronti a offrire con gioia e senza esitazione un po' del loro cuore solo perché il tuo antico sorriso torni a risplendere.


Chi sa fare del bene in silenzio, senza chiedere e senza giudicare è un uomo che sa coniugare Solidarietà ed Amicizia. E' meraviglioso che tanta virtù sia concentrata nel nostro amato 150°!

Nessun commento:

Posta un commento

Scrivi qui i tuoi commenti .