giovedì 25 luglio 2013

La catarsi bellica



In questi giorni di ozio “ proficuo “ la mia mente vaga  come un astronauta nella galassia  dei ricordi e delle possibili interpretazioni del presente.

Non abbiate paura … sarò breve e soprattutto senza pretendere di convincere ma, d’altra parte, non sono  facilmente disponibile  ad essere  convinto .

Complice una trasmissione di rai 3 ,” La Grande Storia”, andata in onda venerdì scorso, mi e’ apparsa chiara questa considerazione che, vaga e da tempo, mi frullava nella mente. continua .....


Giovanni Papi

12 commenti:

  1. Francesco Miredi25 lug 2013, 17:07:00

    Caro Giovanni, se me lo consenti, devo dire che questa tua esposizione mi è piaciuta perchè hai espresso giudizi sui valori di tutti gli uomini indipendentemente dalle ideologie politiche e da ogni estremizzazzione. E' vero che oggi nessuno riesce a scalzare chi si è impradonito del nostro destino (sono i vampiri moderni) senza mollare la presa e non so se un'altra GM sia l'unica soluzione per rinnovarci nel corpo e nell'anima. E' certo, però, che se la fame dovesse prendere il sopravvento, non si potranno escludere nemmeno le guerre civili magari precedute da qualche altro mirabolante provveddimento legislativo che colpirà solo coloro che hanno ancora qualcosa che si possa prendere (oltre la dignità). Sono sempre convinto che buona parte delle responsabilità di tutto questo sia da addebitare alla bramosia di denaro e di potere che ha preso i politici e alcuni imprenditori dalla fine degli anni settanta; bramosia incoraggiata dalla dabbenaggine degli elettori che hanno seguito più le pseudo ideologie, i sindacati, i massmedia ed i propri interessi. Ti abbraccio
    Francesco

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  2. Il boom degli anni '60 sicuramente venne favorito, che lo si voglia riconoscere o no, da alcuni valori che il Fascismo aveva inculcato durante il ventennio. Fra questi l'attaccamento al lavoro, alla Patria ed alle Istituzioni, il senso di responsabilità, l'amor proprio, il rispetto per i superiori nel posto di lavoro etc. Con questo non voglio né giustificare il Fascismo come tale, né ignorare i gravi errori commessi dal Regime, ma...diamo a Cesare quel che è di Cesare. Poi venne il '68 con la sua contestazione ed i suoi falsi miti. Si tentò di distruggere molti ideali, senza proporne di nuovi o di altri...ed ancora se ne pagano le conseguenze...e lo si riscontra proprio in questi ultimi tempi, con la globalizzazione (!)... Si vogliono mantenere diritti e pretese che ci fanno uscire dalla competitività internazionale. Le vicende FIAT di questi giorni ne sono una ulteriore conferma. Arriveremo ad avere una Nazione di burocrati e di parassiti superpagati...e che non producono assolutamente nulla! Guardatevi intorno per avere facili conferme. Di questo passo è facile intuire cosa ci aspetta. Un saluto. Carlo MORI

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  3. Anche io penso, anzi sono convinto che lo spartiacque tra il mondo nostalgicamente evocato da Giovanni ed il mondo attuale sia rappresentato dalla infausta e nefanda stagione del '68.
    E' vero che, quella stagione, la vissero anche altri Popoli, altre Nazioni; è pur vero che talune, minime, rivendicazioni erano giuste; ma è altrettanto vero che solo in Italia è stato ribaltato il comune senso del vivere civile per sostituirlo con l'anarchia ed un personalismo esacerbato.
    Non ha caso, tra le conseguenze di quel periodo "buio", troviamo la scomparsa del termine "dovere", la scomparsa del dovuto rispetto a qualsiasi forma di "gerarchia", l'esaltazione di diritti finalizzati solo a salvaguardare particolarismi egoistici ma dannosi per la Comunità.
    Tu, Francesco, parli di "dabbenaggine degli elettori"; ma, scusa, cosa ti vuoi aspettare da un popolo sempre più bue, rimbambito da un bombardamento ininterrotto di chiappe, di tette, di piagnistei, di giochi per deficienti?
    Quando la sacralità di quei Valori di cui parla Giovanni viene sostituita dalla fatuità dell'effimero, non è che ci si possa aspettare la formazione di un corpo elettorale consapevole e maturo!
    Purtroppo, le tanto esecrate "ideologie" sono scomparse e sono state sostituite da sigle e siglette più o meno folcloristiche ma che racchiudono il NIENTE; almeno, un tempo, quando si metteva una croce su un simbolo, si sapeva cosa rappresentava e cosa pretendeva quel simbolo.
    Ora c'è il vuoto, quasi pneumatico ed a tutti i livelli; ma non dobbiamo temere "guerre civili" perché, per metterle su, è necessario che ci siano uomini con le palle per farle ed altri, con palle più grandi, per condurle: e, guardandomi intorno, non è che ne veda molti!!!
    Un abbraccio,
    Ettore.

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  4. Francesco Miredi26 lug 2013, 21:13:00

    Concordo pienamente con Carlo Maria. Lo scontro di opinioni non giustifica alcun giudizio sulla persona e se a farlo è un soggetto che non si identifica, questi merita solo biasimo. Io non credo che gli effetti del 68 abbiano influito sulla nostra situazione attuale. Quel movimento fu mondiale e portava principi negativi come l'anarchia, l'uso di droghe, il pluralismo sessuale (le ammucchiate orgistiche per intenderci), il disconoscimento della famiglia quale aggregazione gerarchica primaria, la negazione del lavoro come fonte di reddito, l'eliminazione della meritocrazia scolastica etc.etc. ma combatteva anche la formazione di centri di poteri, di denaro e di sfruttamento che hanno poi generato la globalizzazione. Spiegatemi poi come è possibile che i paesi che maggiormente hanno subito quel fenomeno oggi sono molto lontani dalla nosta situazione.
    Francesco

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  5. Francesco, ma allora te la sei cercata: in quale altro paese ci sono ancora partiti che si chiamano orgogliosamente comunisti? Sono contento del tuo apprezzamento per il mio intervento . Per quanto riguarda gli anonimi avevo già suggerito, se possibile, di registrarsi al blog onde evitare intrusioni ......Giovanni

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  6. Francesco Miredi27 lug 2013, 06:54:00

    Giovanni, il comunismo, inteso come esercizio del potere assoluto e disconoscimento del singolo individuo, forse esiste ancora nei paesi dove è nato e dove ha governato mentre da noi l'unica sua influenza è riscontrabile nella formazione dei sindacati e nello Statuto dei lavoratori i quali hanno sì generato assenteismo e assistenzialismo ma hanno anche permesso ai lavoratori (rappresentanti la maggioranza degli italiani) quei redditi che hanno dato il via al consumismo e all'iniziale boom economico.....cosa c'entra poi il 68 con il comunismo?
    Francesco

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  7. Caro Fracesco, non sono uno storico ma come tutti noi ho vissuto quel periodo e mi sono fatto un'opinione che non è obbligatorio condividere. Il 68 io lo considero suddiviso in due due tempi distinti: il primo è caratterizzato da una protesta spontanea giovanile ( quelli che non avevano patito la guerra e vivevano nel nuovo benessere)con gli eccessi che tu hai ben descritto. Il secondo invece è caratterizzato da una massiccia infiltrazione ideologica comunista che vede in ogni forma di protesta un motivo di lotta di classe . Non dimentichiamo che in quel periodo la guerra fredda era al culmine e , come gli americani , anche i sovietici favorivano ogni possibile destabilizzazione nei paesi avversari. Nello specifico il partito comunista europeo più forte era quello italiano , per questo il più economicamente foraggiato dall'URSS. Come per altri fatti storici ( ad esempio il 25 aprile ) impose la sua egemonia ideologica su questo avvenimento ammantandolo di un'aurea di gloriosa vittoria della classe operaia unita agli studenti.Per questo fino a quando ci saranno partiti "comunisti" il 68 viene considerato con nostalgia e come una azione intrapresa ed ancora non completamente terminata. Come avviene, peraltro, per la guerra partigiana che per i " duri e puri " non e' mai stata conclusa , una specie di Vittoria rubata che, poco dopo il famigerato 68, contribuì alla nascita delle BR. Saluti. Giovanni
    P.S. Forse la scelta più rivoluzionaria di quel 68 la facemmo proprio Noi distinguendoci in modo così netto che risalta ancora oggi come una luce nella notte !!

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  8. Francesco Miredi27 lug 2013, 11:14:00

    Caro Giovanni, condivido e mi piace il tuo P.S.; personalmente devo dire che il "peso" della divisa mi ha sempre creato qualche difficoltà ma ho sempre fatto miei i valori ed i principi da essa rappresentati e mi sono sempre sentito diverso dalla maggior parte dei nostri coetanei di allora. Sul 68, anch'io non sono uno storico ma ho l'impressione che la tua opinione ora espressa sia fortemente influenzata dall'esperienza paterna e dal disgusto ideologico che hai verso il comunismo. Quel movimento nacque in Francia e fu originato dagli studenti universitari che volevano un maggior peso nelle gerarchie istituzionali e nellla formazione normativa che, a loro dire, avrebbe dovuto essere più socializzante. Proseguì poi in tutto il resto del mondo aggeregando i bisogni delle varie popolazioni: il pacifismo negli Stati Uniti; il bisogno di libertà individuale nei paesi dell'est; il femminismo e la lotta alla patriarcalità nell'Europa occindentale. Allora la Russia finanziò maggiormente l'Italia e la Germania dell'est non perchè questi fossero i partiti comunisti più forti (la forza la si vede attraverso la produzione legislativa) ma perchè questi operavano all'interno di paesi sconfitti durante la guerra e, quindi, bisognosi di finanziamenti per acquisire proseliti. Ti abbraccio e ti ringrazio per la chiacchierata
    Francesco

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  9. Caro Francesco,
    concordo pienamente con Giovanni, mi dispiace che Olivero concordi con l'anonimo e concordo parzialmente con te.
    Se è vero, come è vero, che il '68 fu un fenomeno su scala mondiale, è altrettanto vero che gli strascichi nefasti che ha lasciato hanno prodotto disastri solo in Italia.
    In Francia, passata l'ubriacatura, molti sessantottini finirono nella tanto esecrata ENA; negli Usa, fu motivato dalla paura di finire a combattere nella jungla e si materializzò nell'infame attacco ai reduci del Vietnam, anche se da tempo sono arrivate le scuse (da coccodrillo) dei protagonisti più famosi, all'epoca alla ricerca di facile notorietà; nei Paesi dell'Est non mi risulta che fece notizia, anche perché nessuno lo avrebbe permesso e fu necessario aspettare Solidarnosc e Papa Woitila per le libertà individuali; sul femminismo non mi pronuncio perché ho troppo rispetto per le donne (quelle vere) ed anche per me stesso.
    Non creiamo, quindi, aloni di idealismo attorno ad un fenomeno completamente negativo che fu la culla delle BR.
    Un abbraccio,
    Ettore.
    Non concordo nemmeno sul concetto di "forza" che tu attribuisci ai PC italiano e, un po' meno, tedesco: il PCI era forte perché poteva contare su milioni di militanti, desiderosi di riscattare la "vittoria rubata" e su un Capo che era stato uno pezzo da novanta del Comintern staliniano, oltre che propugnatore della cessione di Trieste alla Jugoslavia.

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  10. Francesco Miredi27 lug 2013, 17:32:00

    Caro Ettore non mi sembra di aver idealizzato il 68 e ho evidenziato tutte le sue negatività ma se anche tu affermi che quel movimento fu spinto dal comunismo, ti sbagli; il messaggio ideologico delle br si basava proprio sulla convinzione che politicamente il partito comunista non aveva alcuna possibilità di governare e la violenza delle br contrastava con il pacifismo folklostico della massa dei sessantottini. Forse ti confondi con i "paninari" e gli "eskimesi" che, in quell'epoca, caratterizzarono la lotta ideologica fra fascisti e comunisti e rappresentarono una caratteristica tipicamente italiana. Credo che Giovanni, con la riflessione che stiamo commentando, non abbia voluto stigmatizzare solo una crisi di valori bensì una situazione contingente che ha portato il nostro Paese ad un progressivo impoverimento economico e morale. L'impoverimento economico generalizzato nasce dal peso della tassazione e dalla diminuzione di reddito lavorativo. La diminuzione di reddito lavorativo deriva dalla diminuzione delle vendite che, a sua volta, è la conseguenza della minore liquidità degli utenti per la perdita di lavoro o per l'aumento delle tasse. L'aumento delle tasse è la conseguenza di elevati costi pubblici e di cattiva amministrazione dello Stato. Tira le somme di tutto e analizza le azioni dei vari governi (e della imprenditoria italiana) dal dopo guerra in poi.
    Ad Oliviero devo dire che per la prima volta non concordo con i suoi commenti. L'anonimo non ha espresso in maniera diretta una propria opinione sull'operato di qualcuno ma ha semplicemente offeso una persona che, al contrario, esprime sempre apertamente le proprie idee, condivisibili o meno, e se si vuole offendere sensa dare all'altro la possibilità di rispondere per le rime, è meglio il silenzio.
    Francesco

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  11. Cominciamo con un anatema: il primo che si azzarda ad infilare B. in questa bella chiacchierata verrà messo all'Indice del Blog!
    Concordo pienamente con Giovanni, anche se capisco che è arduo "porgere l'altra guancia" quando si viene gratuitamente offesi nella persona e non nelle opinioni: se vogliamo esser buoni, è un modo decisamente poco elegante (litote), con l'aggravante del nascondersi, quasi ci si vergognasse di quello che si è scritto. A Carlino, dico di abbozzare e di consolarsi della piena solidarietà espressa dalla maggioranza degli intervenuti; rassicuro, nel contempo, Giovanni circa la futura scomparsa dei qualsiasi "anonimo".
    Francé, guarda che io non mi sono nemmeno lontanamente sognato che tu avessi idealizzato quel periodaccio; la mia era un espressione generica perché, ahimè, molti lo hanno idealizzato e continuano a farlo, avendo pure qualcuno che li ascolta.
    E' vero che le BR nacquero come "contro" ogni cosa (PCI compreso) ma è anche vero che elessero quell'ideologia negativa ed aberrante a modello da imporre solo con il terrore indiscriminato.
    Quello che affermi sulle intenzioni di Giovanni è giusto ma io sono sempre più convinto che la crisi dei Valori abbia le sue origini in quelle giornate maledette che hanno distrutto la base ideale su cui si deve fondare una Società aperta e democratica, ivi compresi quelli che regolano il mondo del lavoro (Vi prego di non provocarmi, tirando in ballo i sindacati!)
    Come sapete, sarò in terra straniera per qualche giorno, così che anche Popoli non avvezzi a tanto possano beneficiare della mia presenza: autentica espressione di Italianità pura!
    Mi reintrodurrò al rientro.
    Un abbraccio a tutti,
    Ettore.

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  12. Ettorix se vai in Gallia attento alla pozione magica!!

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