martedì 22 aprile 2014

Tieni duro Carlo!!!


 
L’allocuzione  con cui Carlo Maria Magnani, in qualità di Presidente Nazionale del Nastro Azzurro, intende rendere onore alle celebrazioni per il 25 aprile è, senza dubbio, un magnifico esempio di equilibrio e di verità storica.

Un equilibrio ed una verità che, evidentemente, non sono patrimonio di coloro che, autonominatisi unici eredi di quel tragico periodo storico, hanno fatto ricorso a tutta la loro usuale spocchia per censurare la presenza di Carlo ad una cerimonia ufficiale.

Leggere  la pretestuosa levata di scudi contro Carlo pone seri e motivati interrogativi circa la legittimità rappresentativa di costoro quali officianti di un Ricordo di eventi drammatici, quali quelli che si intende commemorare; pone seri e motivati interrogativi sulla obiettività di costoro che si vantano di essere gli eredi dei tanti che si immolarono per un alto Ideale di Libertà, quando sono i primi a volerla negare a chi osa avere idee diverse dalle loro; pone seri e motivati interrogativi sull’aderenza all’Evento di siffatte prese di posizione, quando si prendono a pretesto fatti o situazioni contemporanei che nulla hanno a che vedere con quelli che si dice voler commemorare.

Fintanto che la celebrazione di Eventi di tale importanza verrà affidata a personaggi faziosi ed ancora intrisi di odio, non vi sarà nessuna speranza che l’Italia diventi quella Nazione che tanti, in Uniforme o no, sognarono e per la quale non esitarono a dare la vita.

Ettore, a nome di quanti la pensano così.

12 commenti:

  1. Non mi stupiscono queste manifestazioni!
    Gli ignoranti e i faziosi ci sono e ci saranno sempre; mi rammarico molto ma molto di più del giovane sindaco che dovrebbe rappresentare TUTTA la sua città.

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  2. Credo che sarebbero stati ospiti graditi, al posto di Carlo, Moranino("Gemisto").Boldrini ("Bulow"),Toffanini("Giacca") ed altri gloriosi partigiani del PCI..........Giovanni

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  3. Carlo Maria Magnani22 apr 2014, 23:06:00

    Il testo integrale dell'intervento che avrei dovuto tenere a Pavia è disponibile sul sito istituzionale dell'Istituto del Nastro Azzurro. Vi devo confessare che le altre volte che ho dovuto trattare lo stesso argomento e l'amministrazione del posto era di sinistra non ho avuto alcun problema: Ferrara e Siena. Grazie per il sostegno

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  4. Basterebbe informarsi e rintuzzare le altisonanti espressioni di amore per la libertà, la giustizia e la pace che risuonano in occasione di ogni 25 Aprile. A questo proposito consiglio di leggere il recentissimo libro di Pansa ( Bella Ciao) ,autore spesso oggetto di contestazioni a senso unico analoghe a quelle subite da Casrlo . Questo non ha la freschezza dl primo ( Il sangue dei vinti) ma costituisce una "enciclopedia" di luoghi, (mis)fatti e date utili a chi non vuole girare la testa dall'altra parte. Dopo averlo letto ho consolidato la mia personale convinzione che,a quel tempo, o eri un partigiano comunista o eri un partigiano morto. Saluti. Giovanni

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  5. Carissimo Carlo Maria,
    che tempi tristi stiamo vivendo! Nessun commento ma un forte abbraccio e tanta solidarietà .
    Ti sono vicino,
    Massimo.

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  6. Francesco Miredi23 apr 2014, 17:04:00

    Ho letto con attenzione il discorso di Carlo Maria e l'ho trovato onesto e pienamente in linea con la Carica da lui ricoperta e con la manifestazione alla quale è stato invitato. Io, al suo posto, mi rifiuterei di partecipare e non per vigliaccheria bensì per non trovarmi invischiato in un contesto di gente che non mi vuole e alle quale non posso controbattere; cosa può fare il povero oratore se chi ascolta fischia e se ne va?. Alla naturale e sincera vicinanza nei confronti del Compagno di Corso e di tutti coloro che hanno o rivestono la nostra divisa voglio aggiungere, però, un commento ai commenti con particolare riferimento a Giovanni. Come ho già detto in altre occasioni, io sono cresciuto con l'idea che il fascismo fosse terrore e prevaricazione e questa idea mi è stata inculcata da mio nonno, contadino socialista fatto oggetto, da parte dei fascisti del posto, di maltrattamenti fisici e di espropriazione della poca terra che aveva. Questa idea è parzialmente mutata quando, iniziando gli studi di giurisprudenza, ha visto la miriade di buone norme varate da quel partito per il miglior funzionamento dello Stato; se un uomo o un partito pensa e fa molto per il popolo non può essere giudicato solo un tiranno. Ciò nonostante, il giudizio finale tiene sempre conto del risultato ed è innegabile che il voler trascinare la Nazione in una guerra impari ha dimostrato una arroganza, imperizia e spregio verso i destini di tutti coloro che a lui avevano creduto ciecamente e che ha vanificato tutto ciò che di buono aveva fatto. Credo che sia stato il risultato finale a convertire un popolo il quale, nella maggioranza, era stato fascista e, come sempre accade, a modificare la realtà vissuta in idealizzazioni strumentalizzabili e strumentalizzate. Quella parte che oggi contesta il pensiero che Carlo Maria ha espresso in altre circostanze si comporta esattamente come si sarebbero comportati gruppi di ideologie opposte davanti ad un soggetto che avesse in qualche modo giustificato le repressioni comuniste. Sino a quando non saremo in grado di giudicare serenamente e con cognizione di causa ogni condotta e ogni norma indipendentemente dal colore di provenienza, saremmo sempre tutti faziosi ed è importante l'appunto di Carlo Maria sul trattamento ricevuto da Comuni da sempre etichettati come di sinistra. Giovanni ha dimostrato in più occasioni la propria capacità di anlisi e di critica sul contenuto dei provvedimenti piuttosto che sulla loro provenienza ma quando si parla di partigiani vede solo rosso o nero mentre la nostra Costituzione è stata scritta da tante brave persone che hanno combattuto senza vestirsi di alcuno dei due colori. Ho forse parlato di politica?
    Francesco

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  7. No, Francesco: non hai parlato di politica e posso capire lo sforzo.
    Tuttavia e se vuoi che mantenga fede all'impegno con cui ho premesso il mio ultimo scritto, per piacere, NON toccare quel tasto!!!
    Grazie con abbraccio,
    Ettore.

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  8. Carlo Maria Magnani23 apr 2014, 20:14:00

    Cari Amici, come comunicato al Sindaco due giorni fa, non andrò a Pavia. Se la sbrighino tra di loro, facciano parlare i depositari della verità. Come ho raccontato a tutti quelli che mi hanno chiamato in questi giorni, la cosa mi ha inizialmente dato fastidio perchè venivo accusato ingiustamente ed il pretesto per attaccarmi era basato, come sempre sull'estrapolazione di alcune frasi in un contesto molto più ampio, dove auspicavo, dopo 70 dalla fine della guerra, una sorta di pacificazione tra i reduci di quelle vicende, ormai novantenni, che ai tempi avevano poco più di 20 anni e non erano certamente le menti pensanti delle due parti. Ho poi osato parlare male di Carlo Giuliani e dei noTAV che, in uno stato di diritto sono assolutamente fuori legge.
    In futuro, ammesso che qualcuno mi cerchi, andrò a parlare solo in luoghi governati dalla sinistra, perchè la sinistra comanda la piazza e quello che dice è legge!
    Devo comunque ringraziare i "compagni" di Pavia perchè con la loro protesta hanno involontariamente dato una visibilità incredibile all'Istituto del Nastro Azzurro.
    Penso che gli manderò un attestato di benemerenza.

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  9. Caro Francesco, ti voglio amichevolmente smentire. E’ vero che io vedo rosso …ma quando è rosso, e nero quando è nero. Adesso parlerò Tricolore e ti racconterò la storia del primo Prefetto di Milano del dopoguerra. Si chiamava Ettore Troilo ed era il Comandante della Brigata Maiella. Questa Unità si era costituita nel settembre del 1943 ai piedi dell’ omonima catena montuosa dell’Abbruzzo.
    I suoi componenti erano Patrioti Italiani , repubblicani nello stile Mazziniano e non si rifacevano ad alcun movimento politico.
    Non riconoscevano l’autorità del Re in quanto considerato corresponsabile delle sciagure che avevano colpito l’Italia , che hai ben descritto nel tuo intervento. Furono inquadrati negli eserciti alleati , prima Inglese e poi Polacco e furono comunque riconosciuti dal risorto Regio Esercito . Si rifiutarono comunque di portare le stellette ma cucirono sui baveri delle strisce tricolori.
    Dopo la liberazione dell’Abbruzzo avrebbero potuto onorevolmente tornare a casa ma, dato che erano veri Patrioti, risalirono combattendo la Penisola raggiungendo Asiago. Combatterono nelle Marche, in Emilia e nel Veneto: la Brigata fu sciolta il 1 maggio del 1945. Fu tra le primissime unità ad entrare in Bologna liberata. La Brigata Maiella , unica fra tutte le altre Brigate partigiane, fu insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare.
    Per i meriti acquisiti e per le sue altissime doti, il Comandante Trailo fu nominato Prefetto di Milano e lo rimase fino al 1947. Il ministro Scelba , in pieno periodo di normalizzazione, decise di sostituire l’ultimo dei Prefetti che erano stati insediati per nomina “politica”.
    Questa decisione fu aspramente contestata dagli ex partigiani duri e puri che, armati di tutto punto, circondarono la Prefettura per impedire l’accesso al sostituto. Fu la grandezza d’animo e l’umiltà del Comandante Trailo che impedì che la situazione degenerasse , lasciando la carica e calmando gli animi.
    Come novello Cincinnato, Troilo tornò ad esercitare la sua professione di avvocato ed a coltivare la memoria dei Caduti della sua Brigata.
    Rifiutò tutte le cariche che gli vennero offerte e, quando nel 1948, primo dei non eletti nelle liste del PCI, si verificò la possibilità di accedere al Parlamento, rifiutò anche questa occasione.
    Questa è la Resistenza di cui mi piace parlare, avendo negli occhi il Tricolore!
    Sperando di averti proposto una storia poco conosciuta ti saluto con affetto. Giovanni
    P.S. Lascio a Carlo Maria il piacere di cercare le decorazioni ricevute dai componenti la Brigata Maiella.

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    1. Francesco Miredi24 apr 2014, 08:54:00

      Grazie Giovanni, storie come la tua alimentano il mio ottimismo (o la mia illussione...boh!). Un abbraccio
      Francesco

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    2. Massimo Riccobaldi24 apr 2014, 14:17:00

      Amici miei,
      tornando dall'autostrada verso Modena ho notato una cosa strana.
      Accanto al cartello col nome dei paesi una lapide. Incuriosito mi sono fermato, le lapidi simili tra loro dicevano più o meno così:
      "La città di....rende onore ai suoi figli, militari e civili, Caduti in tutte le guerre.
      Quale monito per le future generazioni,
      il Sindaco e l'intero Consiglio comunale."
      Ho pensato tra di me "finalmente non più guerre giuste o sbagliate ma solo figli della stessa Patria morti vittime della guerra. Finalmente anche i combattenti caduti nel periodo '40-'43 e le decine di migliaia di vittime delle bombe liberatrici sono in qualche modo ricordati."
      E invece no! Era solo un sogno. Accanto al nome del paese qualche cartello c'è ma con amenità del tipo "comune denuclearizzato"... "comune deberlusconizzato."
      I nostri cuori sono ancora chiusi verso chi la pensa diversamente da noi. Non siamo ancora usciti dalla guerra civile e ancora ci muoviamo nel tunnel degli orrori. Non siamo un popolo ma un insieme di fazioni.
      Un abbraccio,
      Massimo.

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  10. BRAVO, Massimo, bravo!!!
    Un abbraccio,
    Ettore.

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