La Democrazia è
come la sentinella: vigila dalle mura e difende le “libertà” che Essa
garantisce.
Ma la sentinella
può solo difenderle queste “libertà”, via via “conquistate” nel tempo: il voto
e le pari opportunità alle donne, la libertà di religione e stampa e pensiero,
il libero movimento e la “privacy”, i matrimoni gay e avere due mamme, la moltiplicazione dei
sindacati e dei partiti politici, l’accoglienza dei migranti e la tolleranza delle loro usanze, l’eutanasia e
l’aborto, il dialogo multiculturale e il
buonismo a prescindere. Insomma quel
complesso di regole e relazioni che, favorevoli o contrari, debbono essere da
tutti accettate per poter affermare di vivere nella “Democrazia” contemporanea. Altro ......
Giovanni
Caro Giovanni,
RispondiEliminase la democrazia racchiude in sè tutti i limiti che tu indichi, dobbiamo dedurre che lo Stato d'Israele sia una dittatura? La mia conclusione è questa: quelle europee non sono, per nulla,democrazie.
Un abbraccione,
Massimo.
Questa è la mia personale opinione : se reagire immediatamente agli attacchi o meglio prevenirli, se andarsi a riprendere e processare i criminali nazisti, se liberare in territori stranieri ed ostili i propri cittadini, se vendicare la strage delle olimpiadi significa essere una dittatura, allora ben venga la dittatura. Ricambio l'abbraccione
RispondiEliminaIl realistico pessimismo di cui sono intrise le riflessioni di Giovanni corrispondono, ahimè, alla realtà.
RispondiEliminaE' vero anche che lo Stato di Israele non può essere portato ad esempio, non perché non sia democratico, quanto perché le condizioni geopolitiche della Regione e i terribili retaggi storici ne fanno un caso isolato.
Io non sono affatto un "democratico", almeno nell'accezione corrente del termine e non mi riconosco affatto nell'elenco di "conquiste" elencate da Giovanni.
Tuttavia bisogna riconoscere che gli Stati, le Coalizioni, democratici -o, se volete, con un sistema libero e liberale- hanno quel qualcosina in più che, anche dopo lunghi e dolorosi travagli, li fanno prevalere su quelli dittatoriali o, comunque, chiusi.
Certo che la "Sentinella" dovrebbe avere delle regole d'ingaggio meno restrittive; dovrebbe poter incominciare ad agire qualche metro prima del "limite invalicabile" (che, poi, tanto non lo è); dovrebbe poter essere supportata ed assistita da forze -non necessariamente militari- pronte ad intervenire al primo squillar d'allarme.
Però, non possiamo nemmeno rinunciare alle nostre libertà, conquistate dopo secoli di lotte, solo perché dei fanatici assassini hanno compiuto una strage in una delle nostre Città; non possiamo per il semplice fatto che, se si cede una volta, ci si deve aspettare una seconda, una terza una ennesima volta, così vanificando le nostre conquiste.
Certo lo stare alla finestra, l'attendismo pusillanime, il "volemose bene" a senso unico, l'incapacità a voler affrontare il problema unitariamente, non contribuiscono affatto a trovare una soluzione efficace; però, gli strumenti culturali, normativi e militari li abbiamo: usiamoli con criterio e senza isterismi.
Un abbraccio,
Ettore.
mi chiedo: perché si deve dare tutta la libertà alla satira, diciamo così religiosa, mentre si pongono limiti e argini colossali relativamente alla libertà di sbeffeggiare gli ebrei, i gay, i negri?
RispondiEliminaAbbiamo fatto leggi estremamente illiberali, restrittive e penalmente forti circa queste tre lobby: perché allora oggi è politicamente corretta la non libertà di espressione verso i tre casi citati, mentre viene invocata l'assolutistica univoca e totalizzante satira religiosa?
Mi pare un poco schizzzzzo...frenica la cosa!
Marko