Ettore ed Oliviero carissimi, perdonatemi se ricorro alla vostra “mediazione ” - e soprattutto alla vostra pazienza - per rispondere all’amico Sebastiano Bianca, al quale vi sarò grato se giraste integralmente questi brevi spunti .
Entrambi sapete bene che ho una certa ritrosia ad intervenire nel Blog, termine che di per sé mi mette a disagio, perché continuo a sentirmi impreparato a dire la mia senza vedere chi ho di fronte.
Figuriamoci poi quando il riferimento è al “ … Facebook la Pagina del Gruppo “Solidarietà a Giampaolo Ganzer” ovvero alla “Pagina attivata sul Social Network”, citati da Sebastiano.
Non ne avevo colto l’estensione delle finalità e quand’anche i limiti delle mie capacità di comprensione mi fossero venuti incontro, mai avrei partecipato a tale iniziativa : detesto Facebook, di Social Network non sopporto nemmeno il nome, credo nella loro totale inutilità soprattutto se “qualcuno ” (chi diavolo è ?) ne possa addirittura decidere la soppressione.
Ecco perché preferisco usare questo mezzo - la posta elettronica, tanto per darmi le arie di uomo moderno che è stato capace di abbandonare la clava - mezzo più simile a “carta e penna”, ossia più vero e più personale per mettere nero su bianco il proprio pensiero, vergandolo con il proprio nome ed assumendosene naturalmente tutte le responsabilità, senza contare che nessuno si potrebbe mai permettere di “oscurare/imbavagliare” alcunché .
E vi pare poco?!
Se poi, come capisco nel caso specifico, gli “oscuratori / imbavagliatori ” sono i Vertici istituzionali che dicono di agire per il bene del singolo , allora “ mi vien che ridere “ (tanto per mutuare l’intercalare di un noto comico italiano).
Già, perché siamo alle comiche, carissimi Sebastiano, Ettore ed Oliviero, siamo ai comportamenti da operetta, quelli che, aggravati da una goffaggine inguardabile, nascondono l’incapacità di esporsi, perché – l’ho già detto più volte – i guerrieri o, più genericamente i Soldati, sono quasi del tutto estinti, sostituiti da coloro che sanno pensare e guardare benissimo “da sé in su ” ( leggasi carriera, arrivismo e tornaconto ), ma sono totalmente – o, ancor peggio, intenzionalmente - incapaci di farlo “da sé in giù “ ( leggasi servire, dedicarsi e difendere i propri subordinati ).
Tornando a ciò che ho scritto su Giampaolo Ganzer - contenuti che confermo pienamente, pur rammaricandomi di non saperli esprimere meglio - si è trattato di un gesto di affetto sincero verso un amico al quale voglio un gran bene da oltre quarantacinque anni e del quale ho grandissima considerazione.
Dunque, nessuna pretesa di divulgazione alcuna, anche sotto forma di “lettera aperta”, sebbene io, in un’altra circostanza - come Ettore ed Oliviero sanno - ho utilizzato proprio la “ lettera aperta ” per dare conto al 150° Corso di una mia posizione.
In questo caso, peraltro, mettendomi per un istante nei panni dei Vertici - davvero per un istante, perché, data l’età, non sarei più in grado di rimanere a lungo … con la bocca ed il naso turati - proverei un senso di intima umiliazione se “io Vertice” assumessi una qualsivoglia iniziativa perché sollecitato dalle parole di “uno piccolo a piacere come me “, piuttosto che essere “io Vertice” il primo a sentire il dovere di fare e di agire.
Quindi - lo dico a Sebastiano Bianca, ma lo dico anche ad Ettore e Oliviero - nessuna velleità da parte mia di influenzare chicchessia, ma solo di dire apertamente come la penso sulla cronica latitanza di chi, per definizione, dovrebbe vivere permanentemente in prima linea, invece di disertarla proprio quando occorrerebbe prendere le difese di uno dei suoi uomini migliori.
Ma Giampaolo, ne sono certo, essendo a pieno titolo uno dei migliori, non avrà certo bisogno del (mancato) sostegno dei Vertici , per uscire a testa alta da una situazione che ha nell’ingratitudine e nel ridicolo i suoi punti di forza.
Concludo, ringraziando Sebastiano per l’attenzione riservatami e, ricordandolo anch’io con affetto e simpatia, gli riconosco con ammirazione il valore della sua iniziativa, dandogli nel contempo atto di uno sforzo che io non saprei compiere.
Ad Ettore ed Oliviero, un sincero grazie per il sostegno e il mio abbraccio con il fraterno affetto di sempre.
Alessandro Pompegnani